CONTROINFORMAZIONE INTERNAZIONALE N.1

SOLIDARIETA' AD HAFENSTRASSE

Marylin Buck, Laura Whitehorn, Susan Rosenberg, Linda Evans, Alan Berkman, Tim Blunk

Saluti rivoluzionari a tutti voi. Vogliamo esprimervi il nostro profondo apprezzamento per la continua solidarietà e per questo stare insieme nella 'zona liberata' di Hafenstraße. Per combinazione questo meeting è solo il secondo ad avvenire contemporaneamente in nostro sostegno ... qui negli USA o da qualche altra parte. Ciò riflette entrambe le realtà, quella del nostro paese e del vostro, in particolare le differenze nello sviluppo delle forze antiimperialiste e progressiste. Ma d'altronde non ci sorprende trovarvi a mani tese verso di noi in questo modo ora perché negli anni passati noi abbiamo tratto vantaggio più volte dalla cordiale solidarietà dei nostri compagni della Germania Occidentale. Il nostro debito collettivo verso il movimento antiimperialista tedesco e verso i prigionieri della RAF e della resistenza risale a molti anni prima del nostro arresto, ma è cresciuto enormemente da allora.

Una verifica concreta di questo c'è stata nella lotta contro lo isolamento. Proprio come i fascisti della direzione delle carceri (BOP) negli USA hanno imparato dai loro colleghi in RFT l'uso dell'isolamento in piccoli gruppi e quello della deprivazione sensoriale, così noi abbiamo imparato dai prigionieri rivoluzionari come combatterli. La recente chiusura della Unità di Massima Sicurezza per donne a Lexington, dove la nostra compagna Susan Rosenberg era tenuta assieme alla prigioniera di guerra portoricana (POW) Alejandrina Torres e alla prigioniera politica Silvia Baraldini, è stata accelerata in larga misura dal lavoro di rottura dei prigionieri tedeschi e dei loro avvocati davanti ad Amnesty International. I compagni avvocati ci hanno fornito la documentazione legale e medica per questo livello di lotta; i compagni ci hanno spiegato come lottare contro gli effetti dell'isolamento e come guarire l'un l'altro. I legami soggettivi che si sono costruiti tra noi e voi - in particolare con i prigionieri - sono diventati molto preziosi per noi. I prigionieri sono stati una fonte di ispirazione e una guida pratica. Da loro abbiamo imparato la profonda potenzialità della resistenza dietro le sbarre; e ci siamo sentiti sfidati a trovare più profondamente dentro di noi le risorse per affrontare i compiti politici del prossimo periodo. Noi abbiamo visto che il ruolo dei prigionieri può essere significativo nella lotta per la politica rivoluzionaria e inoltre dobbiamo far valere il nostro legittimo posto all'interno del movimento antiimperialista. La lezione delle esperienze degli ultimi venti anni ci conferisce determinazione e ottimismo.

Con gli anni abbiamo studiato i movimenti antiimperialisti e autonomi in RFT con grande attenzione perché abbiamo in comune il problema strategico di legare ed unire i nostri obblighi internazionalisti di solidarietà con i movimenti di liberazione nazionale nel Terzo Mondo costruendo una pratica rivoluzionaria prolungata che sia sostenuta dai settori alienati, sfruttati e 'colpiti' delle nostre nazioni oppressori. Né noi, né nessun altro può pretendere di essere arrivato vicino alla soluzione di questo problema negli US. tuttavia la continuità della RAF, delle RZ e la crescita dei movimenti militanti antiimperialisti e autonomi contengono significative lezioni per i rivoluzionari che combattono nei centri imperialisti. C'è qui una crescente coscienza di Hafenstraße e delle sue sorelle in Europa Occidentale. Sempre più questi esperimenti di collettività combattive o di 'resistenza nel margine' stanno catturando l'im- maginazione di quelli di noi che cercano di capire come costruire una solida cultura di resistenza per mezzo della quale possiamo crescere come rivoluzionari e attaccare i centri dell'im-perialismo.

Voi state dimostrando uno stupefacente livello di creatività e di determinazione per difendere ciò che avete costruito tra di voi. Il vasto fronte di azioni armate e di massa che si è affermato durante lo sciopero della fame dei prigionieri della RAF nel 1984/85 e più recentemente nelle azioni anti FMI ha trasformato la nostra visione di ciò che è possibile.

La crisi economica dell'imperialismo è vista, quasi ovunque negli US, nei suoi termini più basilari di sofferenza umana. Reagan sta lasciando dietro di sè un'eredita di semi-impiego e di disoccupazione, di carenza di case nelle città, una crisi dei servizi sanitari per i più poveri, una crescente marea di violenza razzista e una invasione della droga che sta prendendo le dimensioni di un genocidio per i giovani della nazione Nera/Nuova Africana. Ciò che è chiaro è che le nostre strategie e tattiche ora più che mai devono essere riqualificate con la serietà e l'audacia militante che caratterizza ora la lotta in RFT.

Sul nostro processo (quello di Washington sui vari attacchi con esplosivi al Campidoglio etc.): noi siamo stati organizzatori antiimperialisti che hanno lavorato per molti anni in solidarietà con i movimenti di liberazione nazionale nel Terzo Mondo e nello stesso tempo son quelli che più caratterizzavano la lotta all'interno degli US: i movimenti della nazione Nera/Nuova Africana, Messicana, Portoricana e Nativa Americana per l'autodeterminazione, l'indipendenza e la sovranità.

Ciascuno di noi è stato coinvolto nella lotta contro il Ku Klux Klan, la polizia e la violenza razzista; abbiamo partecipato e sostenuto il movimento di liberazione della donna e abbiamo cercato di porre termine alla repressione degli omosessuali e delle lesbiche. In diversi momenti abbiamo intrapreso il lavoro di costruzione di un movimento di resistenza clandestino ed è stato su questo fronte che siamo stati arrestati tra il novembre 1984 e il maggio 1985.

Noi sei abbiamo collettivamente accumulato un totale di 14 azioni giudiziarie, di cui nove già arrivate al processo. Siamo già stati condannati a pene che vanno dai 12 ai 70 anni , eccetto Laura che è stata tenuta in in carcerazione preventiva per più di due anni.

Dal momento dei nostri arresti stiamo lottando contro l'isolamento e la tortura psicologica, blindati nelle carceri di massima sicurezza degli US. Per il governo lo scopo di questo processo è quello di assicurarsi che finiremo condannati a pene che garantiscano che non lasceremo mai le carceri da vivi, e quello anche di servire come processo politico spettacolare nelle loro campagne contro il 'terrorismo'. Siamo accusati di 'cospirazione criminale' e di una serie di 'bombings' tra cui l'attacco contro il consolato del Sud Africa a New York, contro le Industrie areonautiche di Israele, diverse installazioni militari degli US e l'edificio del Campidoglio degli US.

Queste azioni sono state rivendicate da Revolutionary Fighting Group, Armed Resistence Unit e Red Guerrilla Resistance. Esse costituiscono una risposta armata alle atrocità dell'imperialismo US: il massacro di migliaia di Nicaraguensi per mezzo dell'esercito dei contras, il sostegno al Sud Africa razzista e a Israele, l'invasione di Grenada, gli attacchi aerei contro la Libia e i bombardamenti indiscriminati dei quartieri civili di Beirut da parte delle navi da guerra US. Gli autori di questi attacchi dovrebbero essere essi stessi sotto processo per crimini di guerra contro l'umanità. Invece l'accusa portata contro di noi cerca di criminalizzare la nostra associazione politica e, senza l'applicazione di una specifica legge antiterroristica in questo paese, sperano di stabilire un precedente per accusare ogni supposto membro di una organizzazione o di una rete 'terroristica' di tutte le azioni di quella organizzazione. Questo è un chiaro passo nella direzione dell'art. 129a che gli US cercano di raggiungere nella sostanza senza danneggiare la loro facciata di democrazia e di pace sociale.

Come abbiamo visto, è sicuro che gli US seguiranno l'esempio dell'isolamento in piccoli gruppi, che viene applicato in RFT. Per questo noi prendiamo molto sul serio le recenti accuse per 129a contro Ute Brandt e gli attacchi agli altri avvocati dei prigionieri della Raf e della resistenza. Noi estendiamo a loro la nostra solidarietà e ci uniamo alla richiesta dei prigionieri dello status di associazione politica ora.

Attraverso questo processo e ciò che segue nelle carceri siamo di fronte alla sfida di realizzare la nostra politica, la nostra lotta in un nuovo contesto. La visione di una alternativa veramente umana, libera dal razzismo, dalla oppressione delle donne, delle lesbiche e degli omosessuali, di una collettività e di una autodeterminazione socialista ci sostiene ora come sempre. Dai prigionieri della RAF ora noi sappiamo che il carcere è soltanto un altro fronte. E da voi abbiamo trovato un nuovo significato nella espressione nicaraguense: "La solidarietà é la tenerezza dei popoli del mondo".

15 Dicembre 1988

Marylin Buck, Laura Whitehorn, Susan Rosenberg,
Linda Evans, Alan Berkman, Tim Blunk

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