CONTROINFORMAZIONE INTERNAZIONALE N.5

METALMECCANICI IN LOTTA

Marghera: intervista ad un compagno operaio

Si può parlare di ripresa della conflittualità sul lavoro in questo momento?

Sono convinto che la rinascita di una lotta conflittuale nell'ambito del lavoro in senso generale nel nostro paese assumerebbe un importante significato politico-sociale-culturale per il movimento proletario ed operaio.

E' impensabile ricomporre il tessuto politico senza aver analizzato con la dovuta attenzione il senso ed il carattere di classe della 'conflittualità' vista ed esaminata esclusivamente dal punto di vista comunista.

Se vogliamo analizzare la storia bisogna dire che sia la lotta operaia sia quella antimperialista è stata ed è, lotta contro il sistema del profitto, della guerra e dello sfruttamento; oggi più che mai, riconquistare quel terreno socio-culturale-politico nel mondo del lavoro per un comunista diventa vitale.

Tornando alla domanda che mi viene posta, credo che allo stato attuale non si possa parlare di ripresa proprio perché questa conflittualità si vede poco se non in alcuni settori del tessuto produttivo.

Cosa determinerà la cosiddetta Recessione?

Mi auguro che l'effetto Recessione non sia un ristagno temporaneo e che la crisi del sistema economico-politico scoppi a partire dalle sue contraddizioni quanto prima.

L'effetto devastante di questa crisi ha peggiorato il mondo del lavoro in particolare ha peggiorato le condizioni oggettive e soggettive dei lavoratori; cassa integrazione e disoccupazione sono elementi di questa recessione.

La strada tracciata dalla crisi di sovrapproduzione avrà tempi molto lunghi, in questo contesto, a mio avviso, è possibile una ripresa della lotta di classe nel nostro paese.

Ma a tal proposito vorrei essere esplicito: non possiamo negare che quella crisi profonda che ha colpito negli ultimi anni il movimento proletario e rivoluzionario nel nostro paese è una crisi vera e necessita quindi un'analisi attenta ed obiettiva.

Quali pensi siano le prospettive aperte sul piano politico e materiale dalle lotte dei metalmeccanici?

Le lotte dei metalmeccanici ed il contratto che ne è uscito sono un indicatore della situazione e delle vertenze di molti altri settori.

Quello che c'è da dire principalmente sulla lotta che c'è stata è che la discussione non è stata solo sulla questione del salario, ma anche sui "diritti", cioè sulle condizioni di vita dei lavoratori e sulla modalità della contrattazione.

Oggi il padronato ha la necessità di una classe operaia disponibile alle continue ristrutturazioni, vogliono togliere ogni freno, il contratto dei metalmeccanici ha avuto una gestazione molta lunga per questi motivi e non solo per il problema degli aumenti.

Qual'è il dibattito attuale sulle forme di organizzazione e su cosa si può fondare un'ipotesi ricompositiva di classe?

Il dibattito attuale sulle forme di organizzazione e sulle ipotesi di ricomposizione di classe deve essere visto in un contesto più generale, settorializzare la questione non fa altro che portarci ad errori già compiuti in passato.

L'attuale crisi ha rimesso in evidenza alcuni nodi fondamentali dell'economia e della politica a livello mondiale, bene o male lo scontro si gioca a partire da questi nodi. In questi anni, forse, si è fatto poco o parlato poco a tal proposito, io credo che la questione vada reimpostata andando a ricercare e capire quali obiettivi pone una lotta antimperialista rispetto alle manovre e agli obiettivi degli imperialisti. Ecco, se capiamo tutto ciò vuol dire che il meccanismo si è rimesso in moto.

C'è una presenza rilevante in fabbrica di lavoratori immigrati? Che mansioni svolgono e che trattamento subiscono?

La presenza di lavoratori immigrati in fabbrica ha ancora una percentuale modesta, ma io credo che tra qualche anno avremo a che fare con una "invasione" molto più alta di quello che si pensi. Il loro "inserimento" nelle grosse fabbriche del nord raggiunge poche centinaia di unità, mentre nelle attività "sommerse", più sfruttate e meno controllate, sia sotto il punto di vista ambientale che economico, è in numero molto maggiore.

Qual'è la situazione all'interno del tuo stabilimento?

All'interno del mio stabilimento la situazione, in un certo senso, è abbastanza conflittuale, gli spazi dentro e fuori dal sindacato sono molti, la maggioranza dei lavoratori aderiscono alla FIOM, pochi sono quelli iscritti ad altre organizzazioni. Naturalmente, e non potrebbe essere diversamente, si vivono molte contraddizioni, sia all'interno dei vertici sindacali sia all'interno dei lavoratori in particolare per quanto riguarda principi e diritti sindacali, struttura del salario, organizzazione del lavoro, costo del lavoro, professionalità maturate ecc. Comunque tutto quello che succede in fabbrica è legato alla politica contrattuale e alle prospettive immediate di avere un contratto. Naturalmente sto parlando del contratto metalmeccanico.

All'interno dello stabilimento c'è una grossa presenza di imprese esterne, grandi e piccole, appaltatrici se non in subappalti ecc. con le conseguenti condizioni di lavoro che credo tutti possiamo immaginare: rischio salute, rischio ambiente, straordinari ecc.

Termino dicendo che sono conscio della mia parzialità nell'affrontare le domande postemi, ma sono altrettanto convinto, e lasciatemelo dire, di aver contribuito con la mia testimonianza a porre sul piatto alcune problematiche per il dibattito futuro dei compagni e dei comunisti. Buon lavoro.

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