CONTROINFORMAZIONE INTERNAZIONALE N.8

CONTRO IL VERTICE DEI SETTE

Reportage sulla mobilitazione europea

LA MOBILITAZIONE

La mobilitazione contro il Vertice dei Grandi 7 a Monaco si è svolta in due fasi distinte: sabato e domenica c'è stato il Controcongresso con dibattiti su diversi argomenti, lunedì, martedì e mercoledì ci sono state le giornate di azione.

Venerdì 3/7/92

L'assemblea di apertura doveva svolgersi all'Università dalle ore 18 alle 22 col titolo "Nuovo ordine mondiale, sviluppi dell'Europa Orientale, ruolo dell'RFT". Questa assemblea non si è potuta svolgere perché la Polizia ha vietato l'uso dell'Università con il pretesto che non era stata accettato che ci fossero registratori della Polizia all'interno dell'assemblea. C'è stata di conseguenza all'esterno dell'Università un'assemblea di 3000 persone che ha discusso due proposte differenti: occupare l'Università o accettare la disponibilità delle Chiese anglicane come spazi per il dibattito. E' prevalsa la linea degli organizzatori del controcongresso (associazioni paraistituzionali e cristiane come Pax Christi) e la serata si è conclusa con una manifestazione contro il divieto della Polizia.

Sabato 4/7/92

Sono cominciati 7 gruppi di discussione sui seguenti argomenti: 1) 500 anni di colonialismo e Resistenza, democrazia e diritti umani nel Nuovo Ordine Mondiale 2) Razzismo e politica nei confronti dei rifugiati 3) Ecologia 4) Consolidamento del dominio e politica degli armamenti 5) Europa dell'Est; comunità degli Stati Indipendenti (ex URSS) 6) Donne e politica demografica 7) Economia mondiale.

Tutta la discussione si è svolta in lingua tedesca non dando quindi la possibilità agli stranieri di partecipare e gli argomenti proposti il taglio della discussione erano di stampo umanitarista/moralista/riformista.

Alle ore 13 c'è stato il concentramento in Marienplatz per la manifestazione contro il Vertice che contava la partecipazione di 20.000 persone. Dopo 2 ore di concentramento durante le quali si sono svolti un piccolo concerto e n comizio in cui hanno parlato vari rappresentanti di Movimenti di Liberazione Nazionale latinoamericani, è iniziato il lungo corteo che è finito circa alle ore 19. Erano anche presenti 15.000 poliziotti/e tra cui un corpo speciale antisommossa che si è distinto per aver fatto numerose provocazioni contro il corteo. In particolare hanno attaccato gli spezzoni di corteo organizzati o che tenevano striscioni anche ai lati: lo spezzone organizzato delle donne (circa 900) è stato ripetutamente attaccato come anche altri e sono stati arrestati in tutto 86 compagni (rilasciati la sera stessa).

Gli slogan erano principalmente rivolti contro la Polizia, contro il Vertice ("G7 centrale di genocidio") e per la liberazione di tutti i prigionieri politici nel mondo. Durante e dopo la manifestazione e anche di notte la Polizia ha continuato ad arrestare compagni provocandoli per la strada.

Alle ore 21 è cominciata in una Chiesa un'assemblea sui prigionieri politici nel mondo, in cui erano programmati gli interventi di esponenti di Movimenti di Liberazione Nazionale. Tra questi c'erano esponenti del Fronte Salvadoregno, dei Tupamaros, di Porto Rico, delle Filippine, di Devrimci Sol, l'avvocato di Leonard Peltier e un'ex prigioniera della RAF. Non c'è stato un dibattito finale perché era fissato l'orario di chiusura dell'assemblea alle ore 23.30. Questa assemblea è stata un minestrone di posizioni rivoluzionarie e soluzioniste/riformiste senza che ci fosse scontro tra le due linee. Di conseguenza il tutto è risultato molto confuso ed è comunque emersa maggiormente la linea di pacificazione sociale e di approccio umanitarista al problema della prigionia politica. In particolare l'intervento dell'ex prigioniera della RAF era improntato sulla necessità per il movimento di cambiare di fronte alle mutate condizioni politiche senza che venisse spiegato esattamente che cosa si intendesse per mutate condizioni politiche. Una lettera della RAF ai partecipanti del controcongresso, annunciata anche dai giornali italiani, veniva distribuita gratuitamente in assemblea. In essa veniva sostanzialmente ribadito il contenuto della dichiarazione di Aprile.

Domenica 5/7/92

Sono continuati i gruppi di lavoro e nel pomeriggio si è svolto il Plenum finale del Controcongresso in cui qualcuno ha tentato di mettere in discussione le successive giornate di azione. Questa operazione non è riuscita perché la parte più determinata del movimento ha deciso di portare avanti le giornate di azione anche senza l'appoggio di tutti.

Lunedì 6/7/92

Prima giornata di azione contro il Vertice dei G7. L'intenzione dei compagni era quella di ricambiare il "saluto" che i G7 avrebbero rivolto alla popolazione tedesca in Marienhof. Ma ad aspettare i G7 non c'era una folla festosa, ma centinaia di compagni che urlavano slogan contro di loro e una situazione di completa militarizzazione. Verso le 10.30 circa 300 compagni venivano accerchiati da 4.000 sbirri che impedivano a centinaia di compagni, che continuavano ad arrivare, di unirsi agli altri. La Polizia provocava continuamente anche i compagni che dall'esterno dell'accerchiamento urlavano slogan e lanciavano viveri. Dopo 2 ore di resistenza la Polizia cominciava a caricare i compagni accerchiati: sistematicamente la prima fila veniva manganellata e portata a forza in appositi recinti organizzati precedentemente poco lontano dal luogo della manifestazione. Qui venivano schedati (impronte e foto) e in seguito ammassati nei cellulari dove restavano rinchiusi per circa 5 ore senza potersi muovere. I compagni feriti non potevano ricevere cure mediche e alcuni si sono sentiti male per il sovraffollamento. Verso le 18 i compagni sono stati trasferiti in Questura dove sono stati costretti a rimanere circa 4 ore legati tra loro con cinghie autostringenti; gli veniva inoltre impedito di chiamare l'avvocato. Tra i fermati c'erano anche 3 italiani, 1 palestinese, 3 austriaci, alcuni turchi e norvegesi.Nel pomeriggio la Polizia ha continuato a eseguire fermi per la strada facendo salire il numero dei compagni sequestrati a circa 600. Il clima era di totale militarizzazione (un compagno salvadoregno ha detto "Oggi Monaco è sotto una dittatura militare"), anche due compagni che hanno portato da mangiare ai fermati sono stati arrestati. Alle ore 19 i superstiti (circa 200) si sono ritrovati per fare una manifestazione per la liberazione dei prigionieri. La Polizia aveva probabilmente intenzione di tenerli sotto sequestro per tre giorni fino alla fine del Vertice, ma non era stata sufficientemente brava a compiere il proprio dovere in piazza. Infatti i giornali del pomeriggio erano usciti con grandi titoli sulla brutalità della Polizia e riportavano molte foto eloquenti.

Una serie di motivi (la presenza di alcuni Verdi e di sindacalisti tra i fermati, il pestaggio di un giornalista e le dichiarazioni di un socialdemocratico della ex DDR e di Major contro l'azione repressiva giudicata troppo brutale) ha fatto ammorbidire l'atteggiamento della Polizia già dalla sera stessa; però la forte repressione è servita a spostare l'attenzione dei mass-media dalla contestazione del Vertice alla brutalità degli sbirri bavaresi conosciuta in tutta la Germania. Così giornali e televisione hanno avuto un buon alibi per non comunicare i contenuti della mobilitazione, passando la parola ai soliti politicanti sciacalli che si sono serviti dell'episodio repressivo per fare le loro false dichiarazioni "democratiche".

Alle 23.30 sono stati liberati quasi tutti i prigionieri e sono stati accolti da circa 200 compagni che li aspettavano sotto la stazione di Polizia.

Nella stessa giornata si sono svolte manifestazioni di solidarietà a Berlino, Gottinga, Amburgo e Francoforte dove sono state rotte le vetrine di numerose banche. Nella notte, a Monaco, sono state tirate delle molotov contro una filiale della Deutsche Bank e contro la Siemens.

Martedì 6/7/92

Dalle ore 9 alle 11 c'è stata un'azione di propaganda sulla giornata precedente che è poi proseguita con una manifestazione per la liberazione dei prigionieri politici. Il corteo si è fermato sotto il Ministero della Giustizia, per chiedere le dimissioni del capo della Polizia e del Ministro degli Interni, e sotto il Consolato americano, per chiedere la liberazione di Mumia Abu Jamal (militante delle Black Panthers). I partecipanti erano circa un migliaio. Alle ore 16 si è svolta una manifestazione antifascista che ha assunto i contenuti della contestazione contro il Vertice. La Polizia ha nuovamente ripreso la tattica della provocazione circondando completamente il corteo con uomini e camionette e utilizzando anche un elicottero. Durante il percorso e il comizio finale sono stati arrestati altri compagni e il corteo si è fermato sotto il Ministero della Giustizia per chiederne la liberazione.

I partecipanti erano circa 3000.

Nella giornata di mercoledì si è svolta un'altra manifestazione, organizzata dai Verdi di cui non abbiamo notizie.

La mobilitazione di Monaco è stata nel suo complesso positiva perché c'è stata una dimensione unitaria di lotta a livello europeo. Si è però sentita la mancanza dell'organizzazione, della direzione del dibattito e del senso politico dell'intera mobilitazione da parte dei compagni. Le manifestazioni sono state poco combattive non solo sul piano dello scontro, ma anche dei contenuti politici. Il dibattito sui 500 anni del Controcongresso è rimasto vincolato al punto di vista riformista che lo riduceva al problema delle politiche dei paesi più ricchi per lo sviluppo di quelli più poveri e non è stato invece affrontato il problema sul piano della lotta antimperialista.

Lo slogan storico "Libertà per i prigionieri politici" che in Germania rappresenta la solidarietà tra il movimento e la guerriglia, in questi giorni, urlato anche da associazioni riformiste, assumeva un carattere umanitarista, perdendo la sua caratteristica di rivendicazione di un percorso rivoluzionario.

[da Gramigna Info n. 14]

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DI CHE COSA HANNO DISCUSSO I G7

I leader del Gruppo dei Sette prendono atto che la crescita economica non procede secondo i ritmi che avrebbero voluto.

Sulla Yugoslavia

Braccio di ferro tra USA e Francia sull'utilizzo della NATO o della UEO.
Gli americani escludono in ogni caso l'invio di truppe di terra, escludono anche la loro partecipazione unilaterale a fianco della UEO al di fuori di una gestione NATO, facendo in questo caso venir meno la loro esperienza e i loro mezzi nella copertura aerea.

Sull'ex URSS

I Sette ribadiscono che la concessione di ampi aiuti a Mosca è condizionata dalla realizzazione di ulteriori riforme. Eltsin ha ottenuto solo uno dei 24 miliardi promessi dall'occidente, tutte le altre tranche del pacchetto dovranno essere trattate singolarmente in seguito.

Su spinta tedesca è stato concordato un piano di azione per rendere più sicure le centrali nucleari ex sovietiche. Il piano prevede la spesa di 728 milioni di dollari da erogare in tre anni su basi bilaterali. USA e Giappone infatti si oppongono ad un accordo multinazionale per un programma di interventi per rendere più sicuri i 60 reattori modello Chernobyl operanti nell'Est europeo. Nella dichiarazione finale si parla solo di «un'adeguata partecipazione» di questi due paesi al fondo comune e di progetti bilaterali che ogni singola potenza porterà avanti secondo il proprio interesse.

Non tutti nell'ambito del G-7 sono convinti della possibilità di sopravvivenza politica di Eltsin che è alle prese con problemi enormi: l'iperinflazione (650% annuo), l'indebitamento pubblico, l'opposizione politica di segno comunista, la disintegrazione della CSI, le proteste sociali e il caos delle competenze.

Kohl, invece, nella conferenza stampa congiunta tenuta con Eltsin ha detto di sperare di aver aperto la strada ad una collaborazione globale con la Russia, ma ha contemporaneamente fatto capire che il maggior costo delle riforme dovrà essere pagato dai russi.

A Monaco è stata concordata l'istituzione di un Gruppo consultivo tra il G-7 e la Russia, mentre Kohl ed Eltsin hanno deciso di tenere incontri regolari almeno una volta l'anno.
Attualmente soltanto l'1% dell'economia russa è in mani private, l'inflazione è galoppante e nell'area del rublo non esiste un sola Banca centrale ma ben 15.

L'esempio di cooperazione economica speciale tra Cecoslovacchia, Polonia e Ungheria è citato come uno da seguire per tutto l'Est.

Sulla CEE

E' fallito l'obiettivo degli USA di risolvere il contenzioso con la CEE sulla questione dell'agricoltura che avrebbe sbloccato il negoziato GATT sul commercio mondiale.

Sulla disoccupazione

La dichiarazione finale considera con preoccupazione l'ingrossamento dell'esercito di disoccupati passato, nel '92, a 21 milioni nei Sette e a 30 milioni in tutta l'area OCSE.

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