CONTROINFORMAZIONE INTERNAZIONALE N.8

"EMERGENZA CRIMINALITÀ" E TORTURA NELLE CARCERI

Una lettera da San Vittore del compagno anarchico Martino Marco Camenisch

Cari compagni / care compagne,

vi prego di informare più a largo ventaglio possibile delle torture in atto alla Pianosa, che senz'altro non tarderanno ad allargarsi e riaffermarsi in altri istiti di pena d'Italia e d'Europa.

In particolare riterrei utile informare la stampa toscana ed Amnesty International, che a Firenze dovrebbe avere sede, ed i giornali del sud, specie siciliani. Utile, genericamente, sarebbe informare l'ANSA.

Scontato sarà, e ve ne ringrazio, che la qui allegata troverà spazio nella nostra stampa

Quel che succede non è certo stupefacente. Sono le logiche misure preventive per la imminente crisi globale, economica, sociale, ecologica, alla quale la dittatura non può che contrapporre il suo tallone di ferro, onde tentare di fermare/evitare la disgregazione del suo impero e potere. La crisi, localmente (in Italia in questo caso) non è ancora affatto acuta, per ciò la dittatura crea, con stragi strumentali di Stato (Servizi) spettacolari, o con stragi che comunque sono di settori all'interno del potere e concorrenziali tra di loro, una situazione atta a giustificare un più alto livello repressivo poliziesco-militare, probabilmente in esecuzione delle misure di polizia decise dai ministri degli interni di varie nazioni (Europee?) (Piano Trevi?). L'esecuzione pianificata della repressione preventiva iniziò massicciamente già verso la fine dell'anno scorso, col massiccio bombardamento massmediatico sulla cosiddetta "emergenza criminalità, droga, ricoveri facili", proiettata a discredito del Sud, sfociata ora nella militarizzazione totale, o comunque con il suo inizio, in Sicilia, Sardegna, e genericamente nel Sud Italia, che ovviamente è pure attuata nella situazione-chiave ed ambigua che l'Italia va ricoprendo nello scontro Nord-Sud e, localmente, nella situazione di disgregazione dell'Europa dell'Est (Jugoslavia), e nella lacerazione che è probabile si sia prodotta all'interno del potere nazionale tra ligi alla grande Europa e filo yankee.

A buon rendere, scusate le chiacchiere.

Teneramente

Martino Marco Camenisch


Dalla Pianosa giungono le prime notizie dirette, allarmanti ed attendibili. I pestaggi e le ingiurie ai detenuti (e familiari) sono all'ordine del giorno, la situazione è peggiore che nel periodo '82-86. C'è un'ora d'aria, in quattro, con divieto di parlare; nei percorsi sezioni-cortili i detenuti vengono costretti a correre. I pavimenti vengono bagnati, i detenuti, costretti a rallentare per non scivolare, vengono manganellati e presi a pugni in testa, altrettanto succede quando le guardie entrano nelle celle a due (per esempio per la battitura delle sbarre), senza rispetto dell'anzianità del detenuto. Vengono pestati anche dei settantenni. Notte tempo, dalle 23-24 in poi, le guardie picchiano sui blindati, ed appositamente saltellano sui camminamenti che passano sopra le celle, per impedire il sonno ai detenuti.

Niente televisore, giornali, fornelli e pentole in cella. Il vitto è amministrativo ed immangiabile, l'amministrazione passa un solo litro d'acqua minerale al giorno, d'estate sarebbero previsti d'obbligo tre litri a testa giornalieri. L'acqua del rubinetto non è potabile (escono i vermi dal rubinetto). Vestiario consentito: due pantaloni, due slip, due magliette, due paia di scarpe. Lettere consentite solo ai familiari, colloqui di un'ora al mese col vetro divisorio. Su richieste di colloqui con gli avvocati: "non c'è colloquio con gli avvocati". Scontata la sistematicità degli spogliarelli e delle flessioni in occasione delle numerose perquisizioni corporali.

Il carcere è circondato dalle camionette di carabinieri e polizia

Al San Vittore: evidente e palpabile è la tensione prodotta in tutto il circuito carcerario da questo decreto. Dai raggi "normali" i detenuti con l'articolo 416/bis vengono spostati nella sezione speciale, o isolamento, o di transito in attesa di una destinazione definitiva.

Qui, nella sezione speciale (che è peggio degli "speciali" in quanto a vivibilità: mancano spazi ed attrezzi per socialità, attività di educazione fisica, tempo libero) da ieri ci è stato tolta anche la socialità, prima concessaci solo a mezzogiorno, per decreto ministeriale. Pure da ieri, anche qui in una cella ci sono dei detenuti sottoposti al decreto (non possono avere pentole e fornelli in cella, non gli possiamo neanche passare un caffè in cella).

Il decreto Scotti-Martelli colpisce non esclusivamente i cosiddetti "boss", ma indiscriminatamente persone con posizioni giuridiche o pene da scontare irrilevanti ed irrisorie.

Il decreto d'emergenza ripercorre l'iter repressivo dell'articolo 90, introdotto con la scusa dell'emergenza terroristica, ma allargato subito a tutti i detenuti cosiddetti pericolosi. Le guardie stesse dicono che c'è da mettersi le mani nei capelli leggendo le disposizioni ministeriali assurde, vessatorie e confusionarie, in arrivo continuo. Ovviamente anche loro temono la recrudescenza della guerra nel circuito carcerario, che ovviamente rischia di colpire in modo indiscriminato, con il generalizzato aumento della tensione in atto, anche loro stessi.

Milano, 3.8.1992
San Vittore - sezione speciale

Martino Marco Camenisch

[torna all'inizio della pagina]