CONTROINFORMAZIONE INTERNAZIONALE N.8

ATTENTATI ED INDAGATI

Una lettera scritta dal compagno Costantino Cavalleri dopo la perquisizione subita il 7 settembre all'interno di una provocazione poliziesca tesa a criminalizzare i compagni che si sono opposti all'intervento militare italiano in Sardegna. E' una provocazione che ricalca il cliché di una analoga del 1987 in seguito ad una serie di attentati contro amministratori comunali sardi.

In data 7 settembre subisco la perquisizione della casa di Guasila - sede dell'Arkiviu Serra - della abitazione di residenza in Soleminis (CA), e il sequestro dell'autovettura. I relativi decreti di sequestro e perquisizione emessi dal Pubblico Ministero dr. Pili in data 9.9.92, valgono anche come informazione di garanzia in quanto con procedimento n. 1825/92, n. 242 R.P., vengo inquisito per i reati di cui agli art. 10 e 12 L. 497/74 e art. 635, com. II, n. 3 cp; commessi in Cagliari in data 30.8.92.

Il giorno stesso, presso l'ufficio Digos della questura di Cagliari mi viene notificato lo "Invito per la presentazione", a scopo di interrogatorio, per il successivo 8 settembre, presso il P.M. dott. Fernando Bova, firmato dal medesimo la mattina del 7.9. Un accavallarsi di momenti, decreti e P.M. che determinano qualche svista formale. Comunque, non essendo pratico di certe cose e di nuove ritualità, mi rivolgo ad un avvocato per saperne di più.

Da quanto capisco nel primo approccio ai reati di cui agli art. citati dovrebbero essere connessi alla detenzione e trasporto di esplosivi, e danneggiamento a edificio pubblico (o qualcosa del genere). L'intuizione immediata, dopo la scossa mattutina di lunedì, trova così conferma.

I reati che mi vedono imputato/indagato riguardano l'attentato a bomba compiuto a Cagliari domenica mattina del 30 agosto, ai danni del Comando Militare della Regione Sardegna, di cui hanno ampiamente dato notizia anche i giornali italiani. Tale attentato è l'ultimo, almeno fino ad oggi, di tutta una serie di atti che hanno accompagnato l'operazione di occupazione militare della Sardegna centrale, denominata "Forza Paris". Alcuni precedenti attentati vennero rivendicati da "Sos Istentales", "Fronte Popolare per l'indipendenza della Sardegna" e qualche altra entità. Chi ha rivendicato la bomba del 30 agosto, a Cagliari, ha fatto riferimento alle sigle di cui sopra.

L'operazione "Forza Paris", che sancisce la precedenza di 12.000 militari italiani nel centro dell'isola, è stata ampiamente osteggiata fin da subito, in quasi tutti i luoghi ove si è stanziato l'esercito: Lula, Mamoiada, Lanusei, ecc. Ciò che ha inevitabilmente decretato la sconfitta dello Stato, malgrado le sempre più demagogiche e fuorvianti affermazioni di politici-ladri e vertici militari usciti scornati dall'esperienza. Il 22 settembre salvo Andò e ripensamenti, l'occupazione dovrebbe avere termine.

Chi sono gli attentatori? Come mai vengo inquisito io e altri due compagni di Cagliari subiscono la perquisizione (uno dei quali erano mesi ormai che non si faceva più vedere, né sentire)? Alla prima domanda non è facile dare una risposta, se si vogliono per forza trovare volti, sigle, paternità specifiche, patenti "politiche".

Non è facile né, forse, possibile, perché a mio parere dietro ogni attentato vi è sicuramente una entità distinta, a sé, accomunata alle altre esclusivamente per la valenza di resistenza culturale che hanno in comune tutte quante. L'ancestralità della rivolta risiede nell'offesa sentita da chiunque, chiaramente letta nella volontà dello Stato di espropriare i Sardi finanche dell'utilizzo e del controllo comunitario del proprio territorio.

Il "cacciatore", il pastore, l'agricoltore, l'abigeatario, il latitante (anima quasi in via di estinzione), il piccolo "delinquente", ogni abitante dei paesi interessati, ha sentito l'offesa, salvo coloro che ormai sono totalmente estraniati dal tessuto collettivo autoctono. E vi è stata la reazione... esplosiva per davvero.

La risposta alla seconda domanda, seppur più semplice, è senz'altro più articolata.

Man mano che subivano gli attentati, militari e politici insistevano nel ribadire il fatto che la "politica" in tutto ciò non aveva nulla a che vedere. Avevano ed hanno ragione se per "politica" intendono "partito armato", organizzazione centralizzata e caratterizzata ideologicamente.

Tuttavia, alla fine dei conti il negare che gli attentati fossero opera di "politici" significa semplicemente riconoscere che allora non è poi vero che la "popolazione ha aderito entusiasta" all'operazione coloniale. In altre parole, se la ritorsione non è opera di "politici" deve essere opera di altri.

In tal modo si è fatto credere, in un primo tempo, che gli attentati fossero la reazione dei "delinquenti" disturbati nei loro malaffari dalla presenza dell'esercito... Ma anche un tale pretesto si manifesta fin da subito assai ridicolo: si spedisce l'esercito in Sardegna contro la criminalità (versione ufficiale) ed anziché sconfiggerla addirittura la esaspera!

Da qui la necessità di rivedere, soprattutto dopo l'ultimo attentato del 30 agosto, la pista politica.

E' più facilmente utilizzabile dal potere. Se gli attentatori risultassero "politici" si tratterebbe di "terrorismo", e se sono "terroristi" secondo la logica del potere non sarebbero "popolazione", ergo la popolazione sarda vuole i militari.

Ciò che si esclude in ogni caso è la significanza degli atti stessi, che contengono in sé la sostanza della reazione diffusa, spontanea, culturale ad un onta di sapore coloniale. La politicità, per usare un concetto ormai sputtanato ma comprensibile, sta negli atti stessi, ma la logica del potere non può riconoscerli come opposizione alla colonizzazione, per cui si cerca di risolvere la questione spostando l'asse dell'attenzione verso gli autori.

Operazione mistificatrice per eccellenza!

Nel corso del primo interrogatorio, l'8 settembre, a cui ho preferito non rispondere, sono venuto a conoscenza degli "elementi" a mio carico: tutto fumo, per ora, prove, indizi, contesti precisi? Tutto rinviato a dopo il 15 quando la Legge terminerà le ferie.

Compagni per il seguito del romanzo ci sentiremo anche noi alla prossima puntata, spero ancora da libero e... in possesso della mia vecchia ma funzionante ed indispensabile Lancia Beta Trevi 1600 con impianto a gas.

Ciao a tutti

10 settembre 1992

Costantino

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