CONTROINFORMAZIONE INTERNAZIONALE N.8

GIUSTIZIA SOMMARIA IN TURCHIA

Le ultime parole dei compagni di Devrimci Sol assassinati il 17 aprile a Istanbul

Durante un'azione congiunta della polizia turca, dei servizi segreti (MIT) e delle unità antiguerriglia sono stati assassinati undici compagni di Devrimci Sol [Sinistra Rivoluzionaria] ad Instanbul. La notizia è stata resa nota anche dai giornali borghesi che, però hanno taciuto che alla cerimonia funebre hanno manifestato oltre 10.000 persone.

Venerdì 17 aprile, subito dopo la mezzanotte, è iniziato l'assalto a 7 appartamenti in diversi quartieri della città. Le sparatorie sono durate fino alle 8.30, gli sbirri turchi hanno utilizzato mitragliatori e bombe. Sei donne e cinque uomini di Devrimci Sol sono stati assassinati. Altri sei, tra cui quattro donne, sono stati feriti ed arrestati.

Quello che segue è il testo di un documento prodotto dai compagni del bollettino Tayad.

Il 16 e il 17 aprile nei quartieri Ciftehavuzlar, Üstbostanci, Erenköy e Sahrayi Cedit di Instanbul il regime fascista, vile e pauroso, ha perpetrato dei feroci massacri; la strenua resistenza dei militanti di Devrimci Sol è stata una vittoria politica.

Gli assassini fascisti erano molti e ben attrezzati dal punto di vista tecnico-militare. Ma le loro azioni erano guidate dalla paura e dal panico. Non hanno ideali, non hanno convinzioni. La loro paura era così grande che dopo otto ore di resistenza dei tre compagni e compagne, centinaia di poliziotti e di membri delle unità speciali hanno cominciato a sparare in aria ed hanno appeso la loro bandiera alla porta dell'edificio per nascondere la propria paura.

Non sono però riusciti ad oscurare l'eroica resistenza delle nostre compagne e dei nostri compagni. La stampa borghese e la televisione, strumenti attivi della propaganda controrivoluzionaria dell'oligarchia, non sono riusciti a far tacere le grida, i forti ideali e la resistenza eroica dei nostri caduti di Ciftehavuzlar del 16 e 17 aprile.

Quelle che seguono sono le ultime parole di tre degli undici militanti di Devrimci Sol che sono caduti il 16e il 17 aprile. Mezz'ora dopo l'inizio dello scontro hanno informato dell'operazione, ora per ora, minuto per minuto, il presidente di Tayad, Fatma Sesen.

Pubblichiamo con orgoglio le ultime parole dei compagni Sabo, Eda e Taskin, il testo delle telefonate ai loro amici prima di venire uccisi dagli assassini e torturatori, il 17 aprile, dopo uno scontro durato 8 ore, nella loro base di Ciftehavuzlar

Promettiamo di diffondere le loro parole, pronunciate tra il fragore delle pallottole e delle bombe, espressione della forza, del coraggio e della determinazione dei lavoratori e dei rivoluzionari, che che colpiscono come magli gli assassini nemici del popolo. I lavoratori e i rivoluzionari hanno la forza di adempiere a questa promessa. Noi lo crediamo e lo promettiamo...

LE ULTIME PAROLE

h. 00.20

Al telefono una voce di donna (Sabo):

Pronto. Hanno circondato la nostra casa. Da circa 30 minuti. Sono nell'appartamento insieme ad una compagna e ad un compagno. Li stiamo trattenendo da circa mezz'ora. Abbiamo bruciato tutti i documenti. Non abbiamo dimenticato niente. Fra un po' cominceranno a sparare. Ci difenderemo. Raggiungeremo Niyazi, Apo e Haydar [Niayzi fu assassinato assieme ad altri 11 militanti di Devrimci Sol, il 12 luglio 1991, a Instanbul, Apo e Haydar sono morti durante uno sciopero della fame; ndt.]. Raggiungeremo i caduti del 12 luglio. La compagna che mi sta accanto ti vuole parlare.

Eda: Cadremo da combattenti di Devrimci Sol per il popolo turco. Stiamo molto bene. Siamo calmi. Anche noi andremo incontro alla morte combattendo e con un sorriso sulle labbra, come i compagni e le compagne del 12 luglio a Malatya e Kizildere; moriremo resistendo.
Viva Devrimci Sol!
Viva il nostro dirigente Dursun Karatas!
Viva le nostre unità rivoluzionarie armate!
Addio. Amiamo moltissimo voi e il nostro popolo.

Sabo: Vi abbiamo chiamato perché siete la direttrice di Tayad [Comitato dei parenti dei prigionieri politici, messo fuori legge nel 1991; ndt.]. Vogliamo che pubblichiate nel vostro giornale quello che sentite e quello che vi diciamo per il pubblico mondiale. Cercate (...). Uscite e telefonate a questo numero. Tenete libero il vostro telefono.
Chiamate subito. Avete notizie di Sinan [dirigente di Devrimci Sol, assassinato lo stesso 17 aprile; ndt.]? Chiedete di Sinan. Ascoltate le notizie. Cercate di sapere qualcosa.
Aspettate un momento...
Ripeto. La nostra casa è circondata. Li stiamo trattenendo da circa mezz'ora. Abbiamo bruciato tutti i documenti, anche i nostri passaporti. Inizieranno presto a sparare. Combatteremo. Moriremo come i compagni e le compagne di Hamiyet e di Olcay [i militanti di Devrimci Sol, assassinati a Izmir; ndt.] negli appartamenti e per le strade, come i compagni e le compagne nelle colline vicino a Malatya con il sorriso sulle labbra. Combatteremo qui come si addice ai militanti di Devrimci Sol.
Voi siete nostri testimoni.
Vogliamo che lo facciate sapere al mondo tramite il vostro giornale.
Dovete registrare tutto quello che sentirete, parola per parola, e riportarlo. Vogliamo essere sepolti accanto ai caduti del 12 luglio.
Le nostre bare dovranno essere coperte dalla bandiera di Devrimci Sol. Adesso devo riattaccare, vi richiamerò presto. Tenete libera la linea.

h. 1.20

Sabo: Avete notizie di Sinan? Lo avete chiamato? Avete notizie? Parlano di lui. Per favore tenete libera la linea. Se dovete telefonare andate fuori.
(si sentono degli spari)

Sabo: Hanno incominciato, senti? Vuoi che riattacchi?

Tayad: No

Sabo: Bene

Si sentono degli slogan: Viva Devrimci Sol! Abbasso il fascismo! Viva la nostra lotta! Viva i martiri del 12 luglio! Viva la nostra resistenza di Malatya! Viva la nostra resistenza! Viva Kizildere! [Villaggio in cui furono assassinati i quadri dirigenti del THKP/C; ndt.]

Sabo: Chiamate il numero (...). Dovete riuscirci assolutamente. (si sentono in continuazione spari) Adesso devo riattaccare.

h. 2.30

Sabo: Avete notizie di Sinan? Avete scoperto qualcosa? Lo avete raggiunto...? Ci sono due numeri, dovete provarli entrambi. Dicono che hanno ucciso Sinan.

Si sente la voce di Eda che urla alla polizia: Non dovete toccarlo!

Sabo: Gli sbirri ci insultano. Soprattutto insultano me. Ma ricevono le risposte che si meritano. Probabilmente riuscite a sentire. Quando sono arrivati hanno detto di essere dell'ufficio tasse. Volevano parlare con "Madam Sabahat".
(si sentono spari e slogan, suonano alla porta e poi si sentono dei colpi contro la porta)
Viva Devrimci Sol!
Viva il nostro dirigente Dursun Karatas!
Viva le nostre unità rivoluzionarie armate!

Sabo: Abbiamo guardato dallo spioncino e abbiamo visto dei poliziotti con i giubbi antiproiettile. Dicono che Sinan è morto. Dammi delle notizie. E chiama da fuori. Adesso sono sopra la nostra base e tentano di fare un buco sul soffitto.

(spari, colpi contro la porta e si sentono le imprecazioni degli sbirri)

Puttane, uscite! A destra, a destra...

Si sente la voce di Eda: Siete venuti con i carriarmati e con i cannoni, entrate... avete paura anche dei nostri cadaveri. Vi seguiremo nei vostri sogni. State tremando di paura. Entrate! Non avete neppure il coraggio di mostrare le punte dei piedi. Non pensate di potervi nascondere. Vi sbagliereste. Se ci fosse anche solo un buco, noi ci passeremo. Non riuscirete a sfuggire alla giustizia popolare. I nostri compagni vi puniranno.

(si sentono nuovamente le imprecazioni della polizia).

Si sente la voce di Sabo: Avete migliaia di padri e migliaia di madri. Vostro padre è Bush e vostra madre è Manukyan [tenutaria del bordello più grande della Turchia; ndt.]. Voi sorci di fogna dove siete nati e cresciuti.

(slogan) Viva la giustizia popolare rivoluzionaria! Viva Devrimci Sol! Viva le nostre unità rivoluzionarie armate!

(si sentono molti spari e si sente che stanno tentando di abbattere la porta. Ad ogni pausa della telefonata dicono "addio").

Sabo: Gettano del gas dal camino. Siamo al 12° piano. Gli sbirri minacciano di gettarci giù. E dicono che l'appartamento appartiene all'organizzazione. Cercano di buttare giù la porta, ma non ce la fanno. La porta è d'acciaio. Hanno fatto un grande buco.

(si sentono frequenti spari)

Addio. Vado ad aiutare i compagni.

(di nuovo spari e slogan)

Viva Devrimci Sol! Viva il nostro dirigente Dursun Karatas! Viva la fratellanza tra il popolo turco e il popolo curdo! La lotta del popolo curdo e del popolo turco sconfiggeranno il fascismo!

(spari)

Sabo: Abbiamo rinforzato la barricata, non riescono ad aprire la porta. Un compagno è stato ferito ad un braccio. Dicono che hanno ucciso Sinan. Ditemi come sta. Chiamatelo... Chiedete dello "zio". Gli amici capiranno. Gli sbirri parlano di un appartamento e nominano Sinan e Günes. Dicono che hanno attaccato molti appartamenti. Potrebbe trattarsi di un grande attacco.
Dovete scoprire qualcosa, ascoltate le notizie.

(spari e slogan)

Sabo: Gli sbirri stanno preparando delle cariche esplosive. Stiamo bene, siamo calmi.

Si sentono di nuovo le imprecazioni della polizia e le risposte del compagno e delle compagne: Fioriremo come gigli rossi in tutto il paese.

Si sente la voce di Eda: La bandiera di Devrimci Sol sventolerà in tutto il paese.

(frasi della polizia su Sinan e imprecazioni che non si capiscono bene)

Si sentono le risposte: Non toccate a Sinan neppure un capello! I nostri compagni vi puniranno. Niente vi può salvare!

Sabo: Sto pensando e voglio aiutare i compagni. Mi sforzo. Non so come ci hanno trovato. Non lo so - ma quando sono uscita questa mattina era tutto O.K. Sono passata da (....) Ma lì non ho notato niente. E' successo tutto oggi. Ci penso e mi sforzo di scoprire che cosa sia stato, ma non mi viene in mente niente. Abbiamo bruciato tutti i documenti. Comunque abbiamo ancora una tanica di benzina nell'appartamento. Abbiamo bruciato tutti i passaporti e i soldi. Non vogliamo che trovino nulla. Scusate. C'è ancora qualcosa nelle nostre tasche che non abbiamo ancora controllato. Abbiamo bruciato tutto, non è rimasto nulla. Vogliamo che lo facciate sapere. Adesso non c'è più nulla.

(spari e slogan)

Ascolta, ho ancora una compagna e un compagno. Compagni valorosi, hanno combattuto molto bene.

(slogan e spari di MP-5 e G-3)

Eda: Mio popolo, non gli credete, mentono... (il resto non si capisce)

Sabo: La gente fuori sta dalla nostra parte. Tranne una donna. Le abbiamo dato la giusta risposta. Dovete informare i giornali perché mandino dei giornalisti. Voglio vedere i nostri amici. Mandate qui le madri di Tayad. Siamo vicino all'Istituto Metereologico di Göztepe, la parallela della via Bagdad, nel grattacielo di Karasu. Lo noterete per lo stanziamento di polizia quando ci sarete vicini.

(ogni volta che interrompe la telefonata dice "addio", si sentono gli spari e gli slogan)

Sono ferita ad un braccio, una pallottola me lo ha attraversato. Ma riesco ancora a sparare. Vogliono far esplodere la parete del bagno.

(si sente un'esplosione e degli slogan)

Sono riusciti ad aprire solo un piccolo buco nella parete. Andremo a rinforzarla

(si sente che i mobili vengono spostati).

Sapevano che ero qui. Dicono che hanno ucciso Sinan. Parlano di un appartamento a Ikizler. E' vero, là c'è lo "zio"! Ascolta le notizie e informami. Sto pensando come posso aiutare i compagni.
Come è successo e come si è sviluppato non lo so. Io ero "pulita".
Questa mattina tutto era O.K., non so quello che è successo dopo, non lo so, non lo so.

(La sua interlocutrice le dice di aver parlato con la stampa ma che non era riuscita a sentire la stazione radiofonica della polizia. Dice di aver scoperto che la polizia aveva attaccato due appartamenti. In uno c'erano tre morti tra cui Sinan, nell'altro un morto).

Sabo: Siamo calmi, stiamo bene. Combatteremo fino all'ultima goccia di sangue.

(Si sente che insultano i poliziotti)

Si sente la voce di Eda: Venite con i vostri carri armati e i vostri cannoni, codardi!

NuoVE imprecazioni della polizia e le risposte: Topi di fogna! Non sapete che pensare che con il vostro cazzo!

(gli spari sono più frequenti)

Sabo: Come i compagni del 12 luglio sulle colline di Malatya hanno salutato la morte, noi la saluteremo come Hamiyet e Olcay... Voglio rivolgermi ai miei compagni e alle mie compagne

(frequenti spari e slogan)

Viva Devrimci Sol!
Viva la nostra resistenza del 12 luglio!
Viva Kizildere!
Viva Dursun Karatas!
Viva la nostra resistenza!
Viva la nostra resistenza! Abbasso il fascismo!
Viva Devrimci Sol!
Viva la resistenza di Göztepe! [rione di Instanbul dove si trova l'appartamento]

h. 6.45

(Non possono più venire al telefono così spesso. Per venire al telefono devono strisciare sul pavimento. Sabo è stata ferita ad una gamba. Dopo circa un'ora si rivolgono al popolo in strada. Le loro voci non si sentono bene, suonano molto lontane).

Sabo: Stanno preparandosi a forzare la porta. Il telefono è vicino alla porta quindi non possiamo parlare più. Dobbiamo ritirarci in fondo.

Entrano.

Sabo: Abbracciamo la morte con le nostre armi in mano e i nostri slogan sulle labbra. Porta il mio saluto al mio sposo e dirigente, il dirigente di Devrimci Sol. Porta il mio saluto a tutte le compagne e a tutti i compagni. Addio...

(si sentono spari assordanti e il rumore dei bossoli che cadono a terra).

h. 7.15

(il rumore degli spari è assordante come se fossero in centinaia a sparare. Non si sentono più le voci, solo gli spari)

h. 7.25

(la comunicazione viene interrotta...)

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