CONTROINFORMAZIONE INTERNAZIONALE N.9

ASSATA SHAKUR: IL RAZZISMO NEGLI USA

Intervento ad un meeting dell'organizzazione di solidarietà con i popoli di Africa, Asia e America Latina. Habana, Cuba, 8/5/92 (da Arm The Spirit n.13)

Prima di tutto voglio dire che è un grande piacere e un grande onore per me essere qui oggi. Voglio ringraziare il governo e il popolo di Cuba per la loro lunga e ricca storia di solidarietà e di appoggio con le lotte degli Afro-americani e degli altri popoli oppressi negli USA. Io sono sicura di interpretare il pensiero di una larga maggioranza di "progressisti" negli USA quando dico che per noi la rivoluzione cubana è un chiaro esempio di libertà, giustizia sociale e lotta coraggiosa contro l'imperialismo USA. Siamo riconoscenti al governo cubano per le iniziative condotte contro il razzismo sia all'interno che all'estero.

Molti di noi, nella comunità Afro-americana, si sono avvicinati alla rivoluzione cubana nel 1960 quando Fidel Castro e l'intera delegazione di questo paese si sono stabiliti all'Hotel Teresa di Harlem: il primo e probabilmente unico capo di governo che ha alloggiato in un quartiere periferico povero e a maggioranza nera. I Neri e la gente del Terzo Mondo negli USA sono stati ripetutamente vittime di persecuzioni e repressioni politiche e siamo grati al popolo cubano per aver dato asilo politico a militanti come Robert Williams e Huey Newton del Black Panther Party. Abbiamo anche apprezzato l'appoggio che hanno ricevuto da Cuba prigionieri politici come Angela Davis e Leonard Peltier.

Nel momento in cui la politica estera del governo statunitense è sempre più militarista, cresce anche la repressione all'interno del paese. Il razzismo e la brutalità della polizia sono una realtà costante negli USA, ma oggi stanno raggiungendo livelli mai conosciuti prima. Il caso di Rodney King a Los Angeles non è stato un incidente isolato. Nel corso degli ultimi cinque anni ci sono state rivolte e manifestazioni di massa contro le violenze e la repressione della polizia in tutte le maggiori città degli USA. Anche se non mancano le vittime bianche di questa violenza i Neri e la gente del Terzo Mondo sono il principale bersaglio: la polizia ha una virtuale licenza di uccidere per quanto riguarda le comunità Afro-americane, Latine, Nativo-americane e Asiatiche. Ogni anno centinaia di poliziotti sono accusati di abusi o di assassini gratuiti, ma solo pochi vengono messi sotto inchiesta per questi crimini e di questi solo una piccolissima percentuale vengono giudicati colpevoli. E in queste rare occasioni in cui un poliziotto viene giudicato colpevole di violenza, o di tortura, o di omicidio, e ancor più raro che il colpevole finisca in carcere i mass-media e l'udienza dello spettacolo razzisti passano sotto silenzio questo terrore poliziesco e dipingono i Neri e la gente del Terzo Mondo come criminali violenti e trattano la violenza della polizia, come un fatto normale e del tutto giustificato. Il messaggio è ripetuto all'estenuazione in svariati modi, rendendo implicito che i Neri e la gente del Terzo Mondo comunque meritano di essere picchiati e presi a fucilate.

Guardando a quella che è la realtà delle comunità povere ed oppresse non c'è da sorprendersi che la brutalità poliziesca abbia scatenato una rivolta a Los Angeles, quello che sorprende è che non ci siano stati maggiori disordini. Il capo della polizia Daryl Gates è stato attaccato per la sua politica e per le sue affermazioni razziste. Quando il suo dipartimento è stato criticato perché un gran numero di Neri, circa 20, sono morti in seguito a strangolamento, Gates ha affermato: "Si vede che in alcuni Neri, quando gli si stringe il collo, le vene o le arterie non si riaprono altrettano velocemente che in una persona normale". Il razzismo della polizia è un fatto talmente normale a Los Angeles che i poliziotti non hanno affatto esitato a ridere e a scherzare - attraverso le radio e i computer - del pestaggio di Rodney e di altri pestaggi, riferendosi a King e ad altri Neri come lucertole e gorilla. Per anni le squadre SWAT (assalto) di L.A. hanno effettuato numerosi raid nelle comunità Afro-americane e Latine, durante i quali moltissimi giovani sono stati costretti ad inginocchiarsi o a sdraiarsi a terra mentre la polizia eseguiva perquisizioni alla cieca con il pretesto di combattere la droga e la criminalità. In alcuni quartieri di L.A. la polizia ha eretto vere e proprie barricate con posti di polizia all'ingresso. Cartelli segnaletici con la scritta "Area di Controllo Antidroga - solo residenti" sono stati appesi ovunque e la polizia ferma e perquisisce ogni persona sospettata di far parte di qualche banda, di essere uno spacciatore o un consumatore di droga.

I fatti di L.A. si ripetono, in modo praticamente identico, in tutti gli USA. Anche se le principali vittime della violenza della polizia sono giovani Neri e del Terzo Mondo tra i 20 e i 30 anni, nessuno si salva.

In California la polizia è irrotta in un appartamento che era chiuso a chiave ed ha ucciso un bambino Nero di cinque anni che stava giocando con una pistola giocattolo. Il poliziotto che ha sparato al bambino ha affermato che pensava che il bambino fosse un uomo che stava per sparargli. Non è mai stato incriminato.

Eleanor Bumpers, una nonna Nera di 67 anni, è stata uccisa dalla polizia nel tentativo di sfrattarla dalla sua casa perché non aveva pagato l'affitto per alcuni mesi. I poliziotti hanno detto che la Bumpers li aveva aggrediti, anche se riusciva a mala pena a muoversi perché soffriva di una grave forma di artrite.

Michael Stewart di 18 anni è stato picchiato a morte dalla polizia, reo di aver dipinto sulle pareti della metropolitana. Nel tentativo di coprire la sua morte il medico legale della città di New York ha falsificato i reperti dell'autopsia per ben tre volte, affermando prima che era morto di arresto cardiaco, poi di polmonite ed infine per frattura vertebrale. I sei poliziotti accusati del pestaggio sono stati assolti.

A Filadelfia la polizia ha effettuato un bombardamento aereo che ha ucciso 11 Afro-americani, 5 dei quali bambini. 61 case sono state distrutte lasciando 253 persone senza tetto. Sebbene il gruppo non avesse commesso alcun reato, i poliziotti hanno iniziato il bombardamento per sgomberarli dall'area, affermando che erano degli estremisti, non desiderati e che dovevano essere allontanati dall'area con la forza.

In molti Stati, non solo i pestaggi ma varie altre forme di tortura sono diventate una pratica comune, normalmente usate per ottenere una confessione forzata. Nel Texas, Alabama, California e New York, la polizia è stata accusata e condannata per aver torturato i prigionieri con i manganelli "Stun Guns" che possono emettere scosse elettriche fino ai 50.000 volt.

Questi non sono che piccoli esempi della violenza razzista della polizia negli Stati Uniti. Le statistiche generali sono allarmanti. Nella città di New York per esempio il 92,5% delle persone uccise dalla polizia nel 1992 facevano parte delle minoranze. 41 persone sono state uccise dalla polizia nel 1990, 15 erano Afro-americani, 23 erano Latini e solo 3 erano bianchi. Il Ministero della Giustizia USA registra 15000 casi di brutalità da parte della polizia ed abuso di potere sui quali sono state aperte delle indagini negli ultimi 6 anni, solo una quarantina sono sfociate in processi che avevano ad oggetto la brutalità della polizia. In quasi tutte le aree, nella stragrande maggioranza dei casi con l'aumento del razzismo e della violenza, il governo USA guarda dall'altra parte.

Il razzismo è diventato una questione di moda negli Stati Uniti, in gran parte a causa dell'aperta ostilità ed indifferenza alle sofferenze delle popolazioni povere e del Terzo Mondo nelle Amministrazioni Reagan e Bush. Entrambe le Amministrazioni si sono opposte vigorosamente alla legislazione sui diritti civili, ai programmi per aiutare i poveri, ed hanno drasticamente tagliato le spese per la sanità, l'istruzione e l'assistenza sociale. Agli inizi degli anni '90, la maggior parte delle politiche e dei programmi che fornivano aiuti comunque scarsi ai poveri nelle città, sono stati eliminati.

Sia Reagan che Bush hanno portato avanti campagne politiche che incarnavano gli interessi dell'America ricca e bianca. Invece di usare un linguaggio apertamente razzista, hanno mascherato i loro appelli razzisti con un linguaggio cifrato come "quote", "gruppi di interessi speciali", "discriminazione al contrario", eccetera. Nel 1988 la campagna di Bush pagò cifre immense solo per gestire gli annunci televisivi di "Willie Horton" che incitavano apertamente al razzismo bianco. Willie Horton era un Nero che sembra avesse violentato una donna bianca mentre era in libertà condizionata. Bush si schierò tranquillamente con l'estrema destra, condendo i suoi discorsi con retorica da ultradestra.

E' stato in queste condizioni che proliferarono negli USA gruppi che propagandavano la supremazia bianca. Tra il 1990 e il 1991 il numero dei gruppi razzisti negli USA è cresciuto del 27%. Nel 1990 c'erano 69 gruppi del Ku Klux Klan; nel 1991 erano 97. Nel 1990 c'erano 160 gruppi neo-nazisti, nel 1991 erano più di 200. Nel 1991 ci sono stati 25 omicidi a causa dei pregiudizi, nel 1990 erano stati 20.

A causa della politica sempre più razzista del governo USA, le comunità oppresse sono in uno stato di crisi. Abuso di droghe, violenza, criminalità, Aids e povertà hanno scatenato la rovina nelle comunità Nere e del Terzo Mondo. Queste condizioni nascondonole vere cause della rabbia e dell'estremo scontento che hanno portato alla ribellione di L.A. e di altre città.

Povertà

Attualmente negli Stati Uniti vivono più di 5 milioni di senza tetto.

Tra il 1986 e il 1990 è aumentato del 49% il numero dei Neri che vivono in condizioni di estrema povertà nelle città. Nel 1989 il 50% dei bambini Neri e il 40% di quelli Latini al di sotto dei sei anni vivevano in povertà.

Il reddito medio delle famiglie più ricche degli USA (5%) è cresciuto a 148.438 $ nel 1989, rispetto ai 120.253 del 1979. Nello stesso periodo il reddito medio delle famiglie più povere (20%) è sceso di 559 $. Nel 1990 la media dei lavoratori Neri guadagnava 329 $ a settimana, rispetto ai 427 dei lavoratori bianchi.

Istruzione

Con il taglio delle sovvenzioni governative, l'accesso ad un'istruzione adeguata diventa sempre più difficile per i bambini poveri. In molte grandi città la percentuale dei bambini che abbandona la scuola si aggira tra il 30% e il 70%. Il razzismo segue i bambini dall'asilo al college.

E' tre volte più facile che un bambino Nero venga classificato come 'ritardato' dalla sua scuola pubblica, piuttosto che lo sia un bambino bianco, mentre un teenager Nero legge ad un livello inferiore di quattro anni rispetto ad un ragazzo bianco della stessa età.

Nel 1980 i distretti scolastici più ricchi del New Jersey hanno speso per ogni bambino 800 $ più di quelli spesi dai distretti poveri. Oggi la differenza è di più di 3000 $.

Nel Texas nel 1978 i distretti ricchi hanno speso 600 $ più di quelli poveri. Oggi la differenza è di 5000 $.

Dal 1977 le rette dei college privati sono più che triplicate. La retta dell'anno scorso era mediamente di circa 8700 $. Nelle scuole pubbliche la retta è più che raddoppiata e quest'anno ammonta a circa 1700 $. La percentuale di neri diplomati e di reddito basso che si iscrive ai college è sceso al 30% nel 1988, da circa il 40% del 1976...Nel 1976 il 53% dei neri diplomati di reddito medio continuava gli studi, nel 1988 erano solo il 28%. La presenza nera nei campus diminuiva, anche se l'iscrizione ai college nel suo complesso era cresciuta, secondo il Newsweek: uomini neri + 4%; donne nere + 6%; uomini bianchi + 39%; donne bianche + 46%.

Salute

La percentuale di mortalità nei bambini neri (1,76% nel 1988) è più del doppio di quella dei bianchi (0,85%). Secondo la Commissione Nazionale per la Prevenzione della Mortalità Infantile il tasso di mortalità infantile di Detroit, Washington e Filadelfia è superiore a quello della Giamaica o della Costa Rica. Nel centro di Harlem il tasso di mortalità infantile è uguale a quello della Malesia:








		Tasso (%) di mortalità infantile, 1988
	Harlem centro        2,34
	Bedford-Stuyvesant   2,10
	Harlem Est           1,49
	Città di New York    1,33

Uno studio del dottor Harold Freeman, direttore del reparto di chirurgia all'ospedale di Harlem, e del dottor Colin McCord, ha rilevato che un uomo di Harlem ha meno possibilità di vita, superati i 40 anni, che un uomo nel Bangladesh.

Nel Bangladesh il 55% degli uomini raggiungono i 65 anni di età, mentre ad Harlem solo il 40% vive così a lungo.

Quasi il 7% di tutti i bambini americani - 250.000.000 all'anno - nascono troppo piccoli. La percentuale è notevolmente superiore, e in crescita, tra le minoranze. Nel 1988 un ampio 13% dei bambini Neri è venuto al mondo in modo pericolosamente sottopeso.

L'uso della cocaina è aumentato vertiginosamente tra le giovani donne durante gli anni '80. Indagini recenti rilevano che il problema è aumentato vertiginosamente; gli esperti ritengono che dalle 300.000 alle 100.000 donne ogni anno partoriscano figli dipendenti dalla cocaina. All'ospedale di Harlem l'incidenza dell'uso di cocaina tra le donne in stato interessante è salito dal 1% nel 1980 al 20% nel 1988. Nel 1989 un'indagine ha rilevato che il 17% dei bambini di Filadelfia è nato in condizioni di dipendenza da cocaina.

Più di 34 milioni di americani non ha alcuna assicurazione sulla salute. Dei non assicurati circa il 27% sono Latini, il 20% Neri e il 12% bianchi.

Prigione

I Neri ammontano a meno del 6% della popolazione americana, ma quasi al 50% dei detenuti. Gli Stati Uniti hanno la più alta percentuale di persone incarcerate, il 0,426%. Il Sud Africa è il secondo paese con un tasso del 0,333%.

&endash; i Neri negli USA vengono incarcerati con una percentuale 4 volte maggiore di quella dei Neri nel Sud Africa: 3,109% rispetto a 0,729%;

&endash; tra il 1973 e il 1988 il numero dei detenuti nelle prigioni di Stato e federali è quasi triplicato: da 204.400 a 603.000. Nel 1989 i detenuti nelle prigioni USA hanno superato il milione;

&endash; quasi un Nero su quattro (23%) nella fascia di età tra i 20 e i 29 anni è in prigione o in libertà condizionale;

&endash; per i bianchi della stessa fascia di età, la percentuale di quanti sono sotto il controllo del sistema penale è di 1 su 16 (6%);

&endash; la percentuale dei Latini è a metà tra i due precedenti gruppi con 1 su 10 (10,4%).

Il numero delle donne detenute è quasi triplicato negli ultimi 10 anni. Tre quarti delle donne sono madri, e molte di loro ragazze-madri... Il caso-tipo, secondo uno studio nazionale del 1988 eseguito dall'Associazione di Correzione Americana è una giovane madre appartenente ad una minoranza etnica.

Pena di morte

Ci sono circa 2.400 persone nei bracci della morte. Più del 41% dei prigionieri in attesa di esecuzione sono Afro-Americani.

Più del 6% sono Latini.

I Nativi americani vengono condannati alla pena di morte in una percentuale che è più del triplo della loro proporzione nell'intera popolazione. Un House Judiciary Committee ha rilevato che 60 prigionieri su 115 nel braccio della morte in Alabama erano Afro-americani, così come erano il 71% di quelli che erano stati giustiziati fino agli inizi degli anni '80.

Il General Accounting Office governativo ha rivisto 20 studi sulle modalità delle condanne a morte. Lo studio concludeva che "nell'82% dei casi la razza della vittima era risultata influente sulla condanna alla pena di morte. Chi assassina un bianco ha maggiori probabilità di essere condannato a morte di chi uccide dei Neri".

Attualmente ci sono più di 100 prigionieri politici e prigionieri di guerra nelle prigioni USA.

Il "Tribunale Internazionale Speciale sulla Violazione dei Diritti Umani dei Prigionieri Politici e dei Prigionieri di Guerra nelle Prigioni degli Stati Uniti" si è riunito il 20 dicembre 1990 ed ha concluso con il seguente verdetto:

"Nelle prigioni degli Stati Uniti esiste un grande numero di Prigionieri Politici e di Prigionieri di Guerra".

Questi prigionieri sono stati incarcerati per la loro opposizione alla politica e alle azioni del governo USA che sono illegali dal punto di vista della legge interna ed internazionale, incluso il diritto all'autodeterminazione, il genocidio, colonialismo, razzismo e militarismo. Il governo USA criminalizza ed imprigiona persone impegnate nella lotta per l'autodeterminazione dei Nativi Americani, i Portoricani, i Neri e i Messicani-Cicani all'interno dei confini degli Stati Uniti.

Gli USA criminalizzano ed imprigionano anche bianchi nordamericani ed altre persone che hanno espresso solidarietà alle lotte per l'autodeterminazione, per la pace, contro le armi nucleari, contro il razzismo, il sessismo ed altre forme di discriminazione.

Persone politicamente attive sono state sottoposte a pene detentive spropositamente lunghe, a torture, trattamenti crudeli, inumani e degradanti all'interno del sistema carcerario USA."

La realtà della vita negli USA

Come sia realmente la vita negli USA dipende a quale classe e a quale razza si appartiene. In molti casi la qualità reale della vita non è che un lontano riflesso delle immagini che appaiono per televisione. L'immagine che il governo USA propaganda all'estero è ipocrisia allo stato puro. Mentre i capi USA fanno grandi discorsi sui diritti umani all'estero, essi violano apertamente i diritti umani della popolazione americana.

La democrazia ha significato per molte persone che vivono negli USA poco più che una facoltà di scelta tra il minore dei mali. Se avete un Hitler, un Mussolini e un Franco che si azzannano l'un l'altro durante un'elezione, questo non significa che c'e democrazia. Non c'è libertà di parola negli USA, solo libertà di sussurrare. Chiunque si esprima veramente e ad alta voce contro la politica USA diventa un bersaglio del FBI o della CIA. I portavoce del governo fanno molte promesse formali alla "democrazia multipartitica", ma ogni partito che si discosti dalle politiche pro-capitalistiche dei partiti Repubblicano e Democratico, verrà presto infiltrato ed attaccato da agenti del governo.

I popoli oppressi negli Stati Uniti si identificano In Cuba e la appoggiano, non solo per il suo esempio rivoluzionario. Facciamo riferimento all'esperienza di Cuba, perché anche noi siamo vittime dalla stessa politica reazionaria. Per noi non è difficile riconoscere e condannare il blocco USA contro Cuba, perché molti di noi hanno subito un diverso, ma per qualche verso simile blocco durante l'intera vita. Gli oppressi negli USA sono stati sottoposti ad una specie di blocco economico e politico dal giorno della loro nascita. Abbiamo subito il blocco nel mondo del lavoro, nell'istruzione, nell'assistenza sanitaria, della libertà, e della giustizia. Possiamo comprendere la piaga del popolo cubano perché noi sappiamo come ci si sente quando si è attaccati da tutte le parti, semplicemente perché ci si è battuti contro lo sfruttamento. Noi appoggiamo il diritto all'autodeterminazione del popolo cubano. Siamo certi che il popolo cubano sarà in grado di risolvere i propri problemi senza copiare la "democrazia" dei grandi affari, stile Willie Horton.

Riferendosi alla rivolta della composizione razziale di Los Angeles, il capo della polizia Daryl Gates l'ha definita "una città del Terzo Mondo". Quelli di noi che per anni hanno sofferto per mano del governo USA sanno riconoscere la verità in quello che ha detto. Le stesse truppe federali che hanno invaso Panama, che hanno combattuto in Irak, stavano combattendo a Los Angeles. E noi eravamo il nemico. In una delle più sanguinose rivolte nella storia USA, con quasi 60 morti e più di 2000 feriti, la realtà ci guarda in faccia. I popoli oppressi negli USA non sono diversi dai popoli oppressi in tutto il mondo. Non saremo mai liberi fino a quando l'imperialismo non sarà sconfitto.

Viva la Revolucion Cubana!
Viva la libertad!
Venceremos!!!!

[da Arm The Spirit n.13]

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