CONTROINFORMAZIONE INTERNAZIONALE N.11

LA LOTTA DEGLI OPERAI TURCHI

da 'La lotta in Turchia', gennaio 1993

Lo sciopero nella fabbrica di dolciumi Görgülü prosegue. Lo sciopero alla Humanic va avanti da sei mesi. I lavoratori e le lavoratrici della Maret scioperano ormai da 150 giorni. Il proprietario della holding Koc minaccia la serrata.

Nella fabbrica di Taner Kaplama a Bursa i lavoratori/trici compiono da mesi azioni di resistenza nonostante il divieto del sindacato.

Nel settore metallifero 100.000 operai hanno votato a favore dello sciopero. In questo settore i lavoratori/trici sono organizzati nei sindacati della Türk-Metall, Otomobil-Is e Özcelik. I lavoratori delle seguenti aziende hanno deciso per lo sciopero: Arcelik, Tofas, Oyak, Artema, Otoyol, Otomarsan, Metas, AEG, Eti, Siemens, Tefken, Celik Halat, Philips e Türk Kablo.

I 2.800 lavoratori/trici della cartiera Seka stanno scioperando dal 23 dicembre, e per 50.000 operai tessili è stato ugualmente indetto lo sciopero.

Le più importanti fabbriche nel settore tessile nelle quali si sciopera sono: Bossa, Mensucat, Santral, Vakko, Narin Mensucat, Aksu, Altinyildiz, Pinarsu, Ipekis e Akin-Textil.

Il "Sindacato Generale dei Minatori" ha indetto lo sciopero per circa 10.000 membri della MTA (Sperimentazione Tecnica delle Miniere).
Ci si aspetta che anche i minatori di Erdemir decidano per lo sciopero.

I lavoratori e le lavoratrici della Petkim infrangono il divieto di sciopero.

I 6.000 lavoratori della Petkim nelle raffinerie di Yarimca e Aliaga stanno scioperando dagli inizi di dicembre per protestare contro il trasferimento della competenza sui contratti collettivi al YHK (diramazione della Corte Suprema). Per dare maggior forza alla loro richiesta di un contratto tariffario hanno occupato per 48 ore la mensa della fabbrica. Il giorno dopo questa azione i lavoratori/trici si sono concentrati davanti al cancello D della fabbrica ed hanno marciato gridando slogan e tra gli applausi in direzione degli uffici amministrativi, distanti circa 2 chilometri, che hanno occupato per breve tempo. Infine hanno occupato l'intera fabbrica per 24 ore.

Il Presidente del sindacato Petrol-Is, Ali Bugdayci ha annunciato che la lotta dei lavoratori/trici della Petkim diventerà ancora più dura. Ventiquattro ore dopo hanno bloccato il cancello D impedendo così la consegna delle merci.
Su ordine del Governatore la polizia è intervenuta massicciamente contro i lavoratori/trici.

Queste azioni si sono sviluppate su iniziativa del "Movimento operaio rivoluzionario". Il Governatore e il proprietario della fabbrica hanno dichiarato illegali queste azioni e da questo momento la fabbrica è presidiata da ingenti schieramenti di polizia.

Quando i lavoratori/trici hanno rifiutato la proposta del responsabile per la sicurezza di un colloquio, la polizia ha nuovamente e duramente attaccato i lavoratori/trici.

Ci sono stati molti arresti e molti feriti. I lavoratori/trici si sono rinchiusi nella fabbrica paralizzando la produzione. Hanno chiesto le dimissioni del Governo e gridato parole d'ordine come "Siamo nel giusto - vinceremo!" e "Viva il Movimento operaio rivoluzionario". Il 15 dicembre il blocco durava ancora, ed anche il presidio della polizia davanti alla fabbrica.

Si estende la solidarietà con la resistenza di Petkim

I parenti degli scioperanti e i lavoratori/trici di altre fabbriche hanno espresso la loro solidarietà con la resistenza e si sono concentrati davanti ai cancelli della fabbrica. Qui hanno chiesto le dimissioni del Governo ed hanno gridato: "I ladri vengono graziati, i lavoratori/trici vengono licenziati!". Poi hanno formato una catena umana intorno alla polizia in solidarietà con i propri parenti e i propri colleghi.

Il Presidente del sindacato Petrol-Is Münir Ceylan ha dichiarato che il Governo e la polizia sono responsabili se la situazione è arrivata a questo punto ed ha chiesto l'immediato allontanamento della polizia dalla fabbrica. Dopo l'intervento di alcuni ministri la polizia si è allontanata. I lavoratori/trici hanno dichiarato che continueranno ad opporsi al fatto che il YHK sia competente per i contratti tariffari.

I lavoratori/trici di Humanic proseguono la lotta per i loro diritti nonostante tutte le difficoltà

Nonostante i tentativi del sindacato di interrompere lo sciopero, la determinata resistenza dei lavoratori/trici di Humanic si avvicina al suo 180° giorno. Nell'ultimo Congresso di Deri-Is (il sindacato dei lavoratori/trici del settore della pelletteria) i fascisti Ömer Ergül, Selahattin Gökdemir e Hamza Bedir-Hanoglu sono stati eletti alla presidenza.

Immediatamente dopo l'elezione hanno dichiarato che se prima il sindacato aveva fatto esclusivamente lavoro politico da quel momento non lo avrebbero più tollerato.

In questo modo cercano di dividere e di indebolire i lavoratori/trici. Il datore di lavoro che fino a quel momento aveva rifiutato ogni trattativa si è improvvisamente dichiarato disponibile a trattare.

In seguito si è scoperto che la direzione della fabbrica e i tre fascisti avevano il piano di dare un 'contentino' agli attivisti del Movimento operaio rivoluzionario e poi di licenziarli. Ma ciò è stato impedito da altri componenti della direzione del sindacato.

Continua l'appoggio della popolazione di Corlu ai lavoratori/trici della Humanic

Il 2 dicembre nella Casa del Popolo a Corlu c'è stata una manifestazione di solidarietà con la lotta dei lavoratori/trici. La polizia ha tentato inutilmente di impedire l'attacchinaggio dei manifesti di convocazione della manifestazione.

Grazie alla loro determinazione i lavoratori/trici hanno imposto al sindacato la convocazione di un'iniziativa davanti ai cancelli della fabbrica. Quando però la direzione del sindacato è venuta a sapere che la polizia avrebbe preso misure di sicurezza ha avuto paura ed ha tentato di disdire l'azione. Solo grazie alla determinazione dei lavoratori/trici rivoluzionari hanno rinunciato a questo proposito. I lavoratori/trici hanno bloccato per 30 minuti l'autostrada E5. Al ritorno la polizia ha bloccato gli autobus ed arrestato i partecipanti. Alla stazione di polizia voleva convincerli ad una 'confessione'. Gli è stato risposto: "Non abbiamo commesso nessun reato, quindi non abbiamo nulla da confessare". Il giorno dopo la polizia ha dovuto rilasciarli.La lavoratrice Aysegül Tok descrive nel seguente modo la situazione: "Per noi la lotta comincia adesso. Combatteremo contro i nemici delle lavoratrici e dei lavoratori che occupano la direzione del sindacato.Gli strapperemo la maschera dal volto. Attualmente dobbiamo combattere sia contro i padroni che contro il sindacato. Vinceremo perché siamo nel giusto".

Gli impiegati del servizio pubblico hanno organizzato della manifestazioni a Istanbul, Zonguldak e Izmir

Questa manifestazione era stata convocata da una piattaforma del sindacato degli impiegati del servizio pubblico.
Durante la manifestazione hanno chiesto: "L'assicurazione legale dei nostri diritti sindacali, basta con la tortura e le esecuzioni, basta con la persecuzione e l'annientamento del popolo curdo". I luoghi della manifestazione erano stati isolati da ingenti spiegamenti di polizia, su ordine del Governatore, per evitare la manifestazione. Nonostante ciò circa 5.000 impiegati a Istanbul, 10.000 a Zonguldak e 4.000 a Izmir hanno partecipato alle manifestazioni.

Il 5 dicembre è stata vietata la manifestazione degli impiegati pubblici che era stata programmata per quella data. Per protesta hanno indetto una conferenza stampa nella "Piazza del 5 gennaio". La polizia ha caricato e sette partecipanti sono stati arrestati. Gli impiegati pubblici allora hanno occupato la sede del partito SHP per protestare contro gli arresti e per chiedere la liberazione degli arrestati. Hanno lasciato l'edificio solo quando gli arrestati sono stati ascoltati dal Pubblico Ministero. Alla fine sono stati tutti scarcerati.

I sindacati degli impiegati pubblici non sono ancora legalmente riconosciuti

Dopo aver firmato i Trattati dell'OIL (Organizzazione Internazionale del Lavoro - con la firma di questi Trattati la Turchia aveva tra l'altro assicurato la libertà di organizzazione sindacale anche per gli impiegati pubblici) il Ministro del Lavoro Mehmet Mogultay aveva detto al Consiglio Nazionale: "Adesso i sindacati sono liberi".

Nonostante ciò la repressione contro i sindacati degli impiegati pubblici va avanti, il processo contro Bem-Sen ad Ankara non è ancora stato sospeso.

Gli impiegati hanno deposto in segno di protesta una corona nera davanti alla sede del Governatore di Ankara gridando parole d'ordine. Sono stati caricati dalla polizia e gli impiegati Mehmet Kaco, Ismet Kilic, Cetiner Camurtas, Songül Senli e il Presidente di Bem-Sen, Gülaferit Ünsal sono stati arrestati e trascinati all'interno dell'edificio mentre gridavano le parole d'ordine: "Operai ed impiegati, mano nella mano!" e "Sciopero generale!". Dopo un colloquio con il Governatore sono stati portati nella sezione politica del presidio di polizia.

[da La Lotta in Turchia, gennaio 93]

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