CONTROINFORMAZIONE INTERNAZIONALE N.11

COMUNICATO DELLA RAF

L'azione terroristica della Procura Federale, dell'ufficio Federale Anticrimine e dei Servizi segreti a Bad Kleinen, eseguita dalle loro truppe assassine, il GSG9 [reparto speciale delle Guardie di Frontiera - ndt] e il Gruppo di Intervento Mobile [reparto speciale della polizia - ndt], l'arresto di Birgit Hogefeld e l'assassinio a sangue freddo di Wolfgang Grams, ci hanno colpiti profondamente.

Anche dopo il nostro ritiro unilaterale dall'escalation nell'aprile 1992, non davamo per scontato che lo Staatschutz [l'apparato di difesa dello Stato - ndt] avrebbe smesso di attaccarci militarmente. Che la loro linea è l'annientamento era comunque chiaro vista l'escalation del terrore contro i nostri compagni e compagne prigionieri/e.

Ciò nonostante siamo molto scossi a doverci confrontare improvvisamente con tanta freddezza e brutalità. Non è semplice neanche accettare emotivamente il pensiero che ora Wolfgang potrebbe essere ancora vivo se questi killer speciali non si sentissero del tutto legittimati all'assassinio e coperti dall'alto. Hanno strappato violentemente una compagna ed un compagno dalle loro vite.

Soprattutto pensiamo ai due anni passati, agli sforzi comuni per arrivare alla decisione di dare un taglio alla nostra storia, vedere noi stessi con altri occhi, ammettere che siamo alla ricerca di qualcosa e che non abbiamo pronte le risposte.

Per tutto questo periodo questo processo ha richiesto da tutti il coraggio della critica e dell'autocritica, un percorso spesso anche doloroso.
E' stato per noi una cosa importante riesaminare la nostra stessa storia e valutare coscientemente i nostri errori e le nostre forze. Ciò ha voluto dire la possibilità di riappropiarci in modo veramente profondo della nostra stessa esperienza.

A partire da questo è stato possibile che il baricentro del nostro confronto si spostasse ultimamente sempre più verso il futuro: verso la voglia di scoprire cose nuove e verso il bisogno di imparare tutto il possibile sulla situazione che si è modificata e sulle possibilità che da questa scaturiscono, di imparare dalle esperienze delle altre lotte, di contribuire con i nostri criteri e con le nostre prospettive alla costruzione di un contropotere sociale dal basso.

Adesso Wolfgang è morto assassinato. Lo piangiamo. Ci mancherà molto.
Ci mancherà anche il suo scetticismo rispetto alle decisioni affrettate e la sua pazienza di riconsiderare le cose più volte, pretendendo da tutti precisione nel confronto (e questo non era sempre facile) che per esempio ci hanno portato a considerare tutti gli aspetti della situazione o delle nostre concezioni e non solo quelli che ci davano delle conferme.
Manterrremo nei nostri cuori il ricordo di lui, del nostro compagno che con tutta la sua determinazione ha dedicato la propria vita alla lotta per la liberazione dall'oppressione.

Il 10.4.92 ci siamo ritirati unilateralmnte dall'escalation dello scontro con questo Stato: abbiamo sospeso gli attacchi contro i rappresentanti dello Stato e del capitale. Era nel nostro interesse perché volevamo fare un passo decisivo per arrivare ad una nuova definizione della nostra politica e della politica di sinistra in generale. Era necessario e prioritario il confronto politico e non l'escalation dello scontro. Abbiamo compiuto una cesura nella nostra storia di 22 anni pensando che in questa fase deve e può essere imposta la liberazione dei prigionieri politici. Ma dall'altra parte c'era e c'è uno Stato il cui più chiaro orientamento sembra essere quello dell'annientamento nei confronti dell'opposizione radicale di sinistra.

Sarebbe stata necessaria una decisione politica dello Stato, ma le sue élite politiche ed economiche non ne hanno né la capacità, né la volontà. Lo dimostrano continuamente. Le decisioni politiche sulle questioni fondamentali vengono delegate agli apparati giudiziari, polizieschi e militari e ai loro provvedimenti.

Lo Stato ha considerato un sintomo di debolezza il nostro ritiro unilaterale dall'escalation e la nostra autocritica pubblica, e ha inasprito ulteriormente le condizioni dei prigionieri politici e inoltre ha dato il via ad una nuova ondata di processi contro i nostri compagni e compagne prigionieri/e.

L'intero sviluppo degli ultimi anni in generale, ed in particolare il terrorismo di Stato del 27/6/93 apriranno sicuramente gli occhi a molte persone su cosa significhino i diritti dell'uomo in questo paese che anela a diventare potenza mondiale in questo periodo di crisi profonda e di collasso del sistema capitalistico. Quando i diritti umani intralciano la via ai progetti statali perdono qualsiasi importanza, e ancor più spesso questo succede quando intralciano la via agli interessi economici.

Il capitalismo cammina sempre sopra i cadaveri.
Questo sistema deve essere superato &endash; in questo troveremo la nostra via, come abbiamo già detto nelle dichiarazioni che abbiamo rilasciato a partire dal 10.4.92. Solo che il punto di partenza è cambiato: Wolfgang è stato condannato a morte.
I padroni vogliono paralizzare tutti quelli che sono dalla nostra parte.
Ci appelliamo a tutti quelli che sono colpiti da questo terrore: non consideratelo, non accettatelo!

Il gioco delle parti sull'assassinio di Wolfgang non serve che a rinforzare l'apparato. Penner (SPD) coglie nel segno quando afferma: "storie come questa possono sempre succedere" lamentandosi della cattiva gestione dell'informazione. Alcuni hanno nostalgia della situazione del '77, quando, sotto il governo del SPD, vigeva il blocco totale delle notizie e le menzogne venivano preparate a priori. Per loro lo scandalo consiste nel fatto che non stati in grado di accordarsi su di un'unica menzogna. Essi, senza riguardo per l'essere umano, definiscono tanto il killeraggio investigativo quanto l'assassinio di Wolfgang, come semplici incidenti.

Dopo che Seiters [ministro degli interni - ndt] se l'è svignata appena in tempo, la nomina di un simpatizzante Republikaner [neonazisti -ndt] apprendista generale a Ministro degli Interni dimostra più che chiaramente dove va a finire la strada tedesca.

23 anni hanno dimostrato che né la Raf, né la Resistenza possono essere cancellate militarmente. E sarà sempre così finché il disprezzo degli uomini e l'ingiustiza regneranno in questo paese e nel mondo.

Birgit, ti abbracciamo forte.

6.7.93

Rote Armee Fraktion

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