IL BOLLETTINO: DOCUMENTI DALLE CARCERI

Roma:

DICHIARAZIONE FINALE ALLEGATA AGLI ATTI DEL PROCESSO "BR-ROMITI"

Istruito dalla 2a Corte d'Assise di Roma in relazione a fatti avvenuti nel gennaio 1982 a Roma.

Dal rinvio a giudizio: «... compivano atti idonei diretti in modo non equivoco a sequestrare Cesare Romiti, non conseguendo l'intento per cause indipendenti dalla loro volontà consistite nell'intervento delle forze dell'ordine».

1. La multinazionale Fiat e il suo Boss Romiti sono stati individuati dal proletariato come nemici di classe da lungo tempo, perché la storia del capitalismo italiano e dello sfruttamento in questo paese è legata da sempre alla storia della Fiat.

Dieci anni fa la Fiat ha guidato il processo di ristrutturazione produttiva in Italia.

La stagione d'oro del capitalismo italiano e della Fiat in particolare - durata per tutti gli anni '80 - trova la sua base di partenza nella selvaggia repressione operaia scatenata alla fine degli anni '70 per ristabilire il comando in fabbrica e procedere ai processi di ristrutturazione industriale ritenuti necessari per rendere più competitiva la multinazionale.

Tutti noi sappiamo com'è andata a finire: i licenziamenti delle avanguardie di fabbrica e degli operai che disturbavano il "clima lavorativo" delle linee (i 61 licenziamenti del 1979) e la cassa integrazione di massa del 1980 si sono tradotti poi in tagli occupazionali massicci e in una ristrutturazione complessiva della Fiat che ha consentito di elevare la produttività e lo sfruttamento operaio fino alla soglia più alta e competitiva con le altre multinazionali del settore.

Da queste premesse la Fiat ha potuto poi procedere alla riorganizzazione delle sue attività produttive proiettandole in una dimensione strategica sovranazionale, rilanciandola così