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Dossier Irlanda del Nord

LA LOTTA DI LIBERAZIONE DEL POPOLO NORD IRLANDESE E' PIU' FORTE DELL'IMPERIALISMO BRITANNICO

REDAZIONALE

A vent'anni dall'inizio dell'occupazione militare britannica continua la lotta del popolo nord irlandese, guidato dal Movimento Repubblicano, per la liberazione dal dominio dell'imperialismo britannico e l'unificazione delle 6 Contee dell'Irlanda del Nord con la Repubblica Irlandese (EIRE), in un'Irlanda unita e indipendente.

Sono trascorsi vent'anni dal 14 agosto 1969, quando l'esercito britannico entrò con le sue truppe a Derry (il giorno successivo avrebbe occupato le aree nazionaliste di Belfast) dando così inizio all'occupazione militare diretta delle 6 Contee dell'Irlanda del Nord .

Perché la Gran Bretagna aveva deciso l'intervento militare diretto in un territorio che faceva parte del Regno Unito, con un apparato statale ed un governo unionista legato a doppio filo al governo britannico? La domanda non è retorica e crediamo che la risposta più eloquente si potesse trovare nelle strade di Derry, quel 14 agosto del 1969.

Da mesi ormai, a Derry, e in particolare nel quartiere di Bogside, roccaforte del Movimento Repubblicano, la polizia del governo unionista (la tristemente famosa RUC), appoggiata da organizzazioni para-militari protestanti come le "B Specials" e da bande di protestanti armati, tentava di occupare militarmente i quartieri abitati dai cattolici e di annientare il Movimento Repubblicano e, da mesi, questi attacchi venivano respinti dai militanti del Movimento Repubblicano, sostenuti dagli aderenti alla "Associazione per i Diritti Civili in Irlanda del Nord " (NICRA), costituitasi due anni prima.

Il 14 agosto, dopo alcuni giorni di stato d'assedio del quartiere di Bogside, l'eterogeneo esercito unionista (la RUC, le "B Specials" e i sostenitori del reverendo Ian Paisley, l'ala più oltranzista dei protestanti lealisti) è costretto a ritirarsi e a lasciare il campo alle truppe britanniche. E' forse, questo, l'esempio più evidente del crollo del potere dello Stato "orangista" e della bancarotta della politica del governo britannico in Irlanda del Nord.

Dietro alla "battaglia di Bogside" ci sono anni di lotta del Movimento Repubblicano che, attraverso la costituzione dell'Associazione per i Diritti Civili in Irlanda del Nord , si batte contro le discriminazioni a cui è sottoposta la forte minoranza cattolica nell'Irlanda del Nord, per il diritto di voto, per l'abolizione dello "Special Power Act", una legge antiterrorismo adottata nel 1922 - legge che verrà ripresa dal governo britannico nel 1974 ed ulteriormente ampliata ed inasprita nel 1976 - che dà praticamente poteri illimitati alla polizia ed alla magistratura nella repressione del Movimento Repubblicano.

Ma il 1969 costituisce una pietra miliare per la storia della lotta del Movimento Repubblicano irlandese anche per un'altra ragione di fondo: la ripresa della lotta armata dell'IRA a difesa delle aree cattoliche dagli attacchi delle bande para-militari protestanti. Il 29 dicembre 1969, al termine di un lungo processo di contrasti interni, l'IRA si scinde in due organizzazioni separate: una, che adotterà il nome di "Provisional", riaffermerà la sua determinazione a continuare fino in fondo la lotta per la liberazione dell'Irlanda del Nord; l'altra, che assumerà il nome di "Official", rappresenta la continuazione della tradizionale leadership di Dublino, ormai scesa sul terreno del compromesso con il governo britannico e con gli unionisti del Nord Irlanda.

La scissione dell'IRA - che si consumerà sui fondamentali nodi teorico-strategici della lotta del Movimento Repubblicano Nord Irlandese - provocherà un'aperta rottura anche all'interno del Sinn Fein, il partito politico storico del Movimento Repubblicano. Al Congresso del Sinn Fein, che si terrà l'11 gennaio 1970, una parte dei delegati si schiererà con il "Consiglio Militare Provisional", dando così vita al "Sinn Fein Provisional" in contrapposizione all'ala del partito che manterrà il suo legame con gli "Official".

Mentre negli anni che seguiranno l'IRA Provisional continuerà la lotta alla testa del Movimento Repubblicano, gli "Official" non faranno che confermare la linea di compromesso e di abbandono della lotta che li porterà alla ricerca dell'accordo con il governo britannico, al riconoscimento del governo unionista del Nord Irlanda e, quindi, alla perdita di ogni reale leadership nei confronti del Movimento Repubblicano.

Alla fine del 1974, l'IRA "Official" subirà un'ulteriore scissione: alcuni gruppi di sinistra usciranno dall'organizzazione dando vita all'Irish Republican Socialist Party (IRSP) che si affiancherà all'IRA "Provisional" nella lotta di liberazione dell'Irlanda del Nord.

Non ci è ovviamente possibile, in queste note, tracciare un quadro, sia pure sintetico, degli avvenimenti che hanno segnato la lotta di liberazione del popolo nord irlandese nei vent'anni che ci separano dall'entrata delle truppe inglesi a Derry e a Belfast (per questo rimandiamo i lettori alla cronologia pubblicata nel "dossier"). Ciò che ci sembra possibile affermare è che la lotta del Movimento Repubblicano nord irlandese non cesserà fino al momento in cui l'ultimo soldato inglese non avrà lasciato il suolo dell'Irlanda del Nord ed il popolo nord irlandese (anche quella parte che è ancora soggetta all'influenza ed al ricatto della borghesia protestante unionista) non avrà riacquistato il suo diritto inalienabile a «determinare il proprio destino ed il proprio futuro», come afferma il portavoce dell'IRA "Provisional" nell'intervista che pubblichiamo.

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IRA: SPEZZEREMO LA VOLONTA' DELLA GRAN BRETAGNA

IRA: SPEZZEREMO LA VOLONTA' DELLA GRAN BRETAGNA

Intervista all'IRA Provisional

A vent'anni dall'agosto 1969, quando le truppe britanniche invasero massicciamente le strade dell'Irlanda del Nord, l'AP/RN (1) ha ottenuto un'intervista esclusiva dai portavoce dell' "Oglaigh na hEireann" (2) che rappresenta il Quartier Generale dell'IRA ed il Comando del Nord.

AP/RN: Gli avvenimenti dell'agosto 1969 furono determinanti per la scissione dell'IRA che si consumò più tardi nel corso dell'anno (3). In che misura la necessità di difendere le aree nazionaliste dagli attacchi dei lealisti (4) e delle forze britanniche ha contribuito alla costituzione del Consiglio dell'Esercito Provisional?

IRA: Innanzi tutto è importante capire che l'esperienza della scissione dell'IRA è stata molto diversa nelle aree urbane ed in quelle rurali e che, in molte aree rurali, la scissione non fu nemmeno percepita fino a che non fu evidente che gli "Sticks" (la direzione di allora, i cosiddetti "Officials") avevano rinunciato alla lotta armata. Le Contee di Tyrone, Sud-Armagh e Sud-Derry, per esempio, avevano antiche tradizioni repubblicane e, in quelle aree, le unità dell'IRA avevano sempre considerato gli inglesi come un nemico e sarebbero state perciò fedeli ad una direzione repubblicana impegnata a continuare la lotta contro l'Inghilterra.

Per ritornare alla questione degli avvenimenti dell'agosto 1969, bisogna dire che, prima del 1969, vi erano state anche maggiori divergenze all'interno dell'IRA per diversi anni. Vi era stata una crescente disillusione, nelle zone rurali, sull'orientamento seguito da quella che era vista come una leadership riformista, che aveva usato le espulsioni illegali ed altre tattiche per imporre la sua volontà sul movimento. Per il modo con cui erano stati montati gli avvenimenti degli ultimi mesi del 1968 e nel corso del 1969 erano nati seri problemi. Molti repubblicani di base, in particolare a Belfast, sentivano che una diga stava per crollare e che la direzione non era preparata né si stava preparando ad affrontare quella evenienza inevitabile.

La presa di posizione assunta dai repubblicani tradizionali nel 1969 può considerarsi da loro tutt'oggi pienamente rivendicata ove si consideri il punto d'approdo cui la leadership riformista ha condotto oggi gli "Sticks": sostegno alla RUC (5), ritorno ad un governo Stormont (6), sostegno all'estradizione, ecc. ecc.; la lista è senza fine.

Per rispondere direttamente alla tua domanda sulla costituzione del Consiglio dell'Esercito Provisional, si trattò di una necessità nata dall'esperienza della sconfitta dell'agosto 1969, quando l'incapacità dell'IRA a difendere le aree nazionaliste significò di fatto che la leadership ufficiale, che aveva consentito un tale decorso degli eventi, aveva definitivamente rinunciato ad ogni diritto di legittimità.

Il passaggio all'offensiva

AP/RN: L'IRA attuale ha avuto inizio con un ruolo prevalentemente difensivo. In che momento il suo ruolo è diventato offensivo nella lotta contro il dominio britannico?

IRA: Il passaggio da un ruolo difensivo a quello offensivo è stato, ancora una volta, largamente determinato dagli eventi concreti. L'IRA ha sempre ritenuto gli inglesi dei veri nemici ed ha capito che l'arrivo delle truppe britanniche non aveva lo scopo di difendere i nazionalisti ma di puntellare lo Stato Orange (7) che stava crollando addosso ai suoi governi. Le azioni delle forze britanniche non ci misero molto a convincere sul campo i nazionalisti su quello che era il loro vero ruolo. Dopo gli incendi dell'agosto 1969, ancora molto freschi nella memoria del popolo, l'armata britannica, nel settembre di quell'anno, fece da spettatrice alle violenze dei lealisti che attaccarono e bruciarono le case delle famiglie nazionaliste in Coates Street, nel quartiere Falls. Per aggiungere la beffa al danno, le truppe britanniche caricarono con i manganelli i nazionalisti che stavano tentando di difendere le loro case. Il periodo della luna di miele passò presto e molti eventi come quello di Coates Street hanno fatto maturare una crescente consapevolezza da parte dei nazionalisti sul fatto che gli inglesi erano il nemico principale.

Non è possibile individuare un singolo avvenimento che determinò il passaggio dalla difensiva all'offensiva. Agirono molti fattori, ma se vi fu una goccia che fece traboccare il vaso, essa fu probabilmente il coprifuoco del 1970 nel quartiere Falls. Dopo di esso non vi furono più illusioni sul ruolo degli inglesi.

All'interno della comunità nazionalista l'emotività aveva raggiunto livelli di guardia e la resistenza aperta era diventata un fatto di normale vita quotidiana. La natura della repressione britannica richiedeva il passaggio ad un'offensiva armata da parte dell'IRA.

AP/RN: All'inizio degli anni '70 si credeva che "un colpo di grazia" avrebbe costretto gli inglesi alla ritirata, che era vista come imminente, se la pressione della lotta armata si fosse mantenuta al massimo livello. Si è trattato di un errore che poteva essere previsto?

IRA: Nessun repubblicano era di questa opinione. Lo stesso governo britannico era così scioccato che, per la prima volta in 50 anni, partecipò ad un tavolo di negoziati con i rappresentanti della leadership del Movimento Repubblicano.

Quando consideriamo gli avvenimenti di quel periodo - la caduta del governo Stormont, la domenica di sangue, i campi di concentramento, la totale disobbedienza civile, l'evidente bancarotta politica del governo britannico e lo stato d'animo di aperta ribellione all'interno della comunità nazionalista - è comprensibile che il popolo credesse che la fine fosse relativamente vicina. La lotta armata stava infliggendo agli inglesi perdite per loro insopportabili.

Durante il negoziato con gli inglesi, tuttavia, i nostri rappresentanti si formarono presto l'opinione che gli inglesi, semplicemente, non facevano sul serio.

L'attacco delle truppe inglesi ai nazionalisti a Lenadoon, all'inizio del luglio 1972, mise fine definitivamente alla tregua, ma era inevitabile che essa sarebbe finita in ogni caso. Contando quasi esclusivamente sulla lotta armata, tuttavia, il Movimento non riuscì a costruirsi politicamente. Questa fu un'inevitabile conseguenza della mentalità del "colpo di grazia" ma, poiché la lotta continuava a svilupparsi, noi riconoscemmo la necessità di combattere su numerosi fronti e di costruire una lotta su ogni manifestazione del potere imperialista.

La strategia di lungo termine dell'IRA

AP/RN: Com'è cambiata la strategia di lungo termine dell'IRA nel corso degli ultimi vent'anni?

IRA: La strategia dell'IRA è molto chiara. Arriverà prima o poi il momento in cui, grazie alla pressione continua e prolungata della lotta armata, la volontà del governo britannico di restare in questo paese sarà spezzata. Questo è l'obiettivo della lotta armata.

Il governo britannico è sempre stato molto sensibile al formarsi di sentimenti nazionalisti del tipo "fuori le truppe inglesi dall'Irlanda". La "ulsterizzazione" (la spinta alla creazione di forze militari fedeli alla Corona, reclutate localmente - fra i protestanti (n.d.r.) - da immettere in prima linea) è l'esempio più evidente di ciò, in una situazione in cui il rapporto tra i morti nell'armata inglese e quelli della RUC/UDR (8), è diminuito drasticamente. In questo modo gli inglesi hanno sperato di poter presentare la lotta come un conflitto indigeno tra la cosiddetta "IRA cattolica" che fa fuori le cosiddette "UDR/RUC protestanti". Per opporci a questa propaganda abbiamo dovuto adottare molte tattiche. Per esempio quella di agire fuori dall'Irlanda, per infliggere più alte perdite alle forze armate britanniche. La nostra strategia a lungo termine è rimasta quindi coerente. Infliggendogli continue ed insostenibili perdite, noi vogliamo spezzare la volontà del governo britannico di restare nel nostro paese.

AP/RN: Nel 1977 l'IRA dichiarò che era impegnata in una "guerra di lunga durata". Come valutate oggi quella dichiarazione?

IRA: Quella dichiarazione era necessaria in quel momento. La vittoria era sempre stata proclamata come se fosse "proprio dietro l'angolo", il che aveva finito per dare a questa parola un suono sempre più falso.

C'è sempre la necessità, per una leadership, di essere onesta e questo fu un esempio di realismo. Questo significava inoltre che chiunque entrasse nell'IRA lo faceva nella consapevolezza che il proprio futuro personale nell'IRA sarebbe stato lungo e difficile. Significava inoltre che la nuova recluta, così come il vecchio militante, uomo o donna, sapevano esattamente che cosa avrebbero dovuto fronteggiare.

Inoltre, il fatto che non avremmo mai cessato di lottare fino al raggiungimento del nostro obiettivo, costituiva una dichiarazione d'intenti da parte dell'IRA, e così possiamo oggi affermare con sicurezza che non ci sarà nessun cessate il fuoco e nessuna tregua fino al momento in cui l'Inghilterra non dichiarerà la sua intenzione di ritirarsi e di lasciare libero il nostro popolo.

Tecnologia nemica

AP/RN: E' in grado l'IRA di tenere il passo con i sistemi militari di controllo, la tecnologia e gli armamenti delle forze britanniche?

IRA: Il governo britannico continuerà a riversare in questa guerra ampie ed illimitate risorse e la migliore specializzazione tecnologica, nello sforzo di combattere e frustrare le attività di Oglaigh na hEireann.

Il volume della sua macchina militare è colossale e si estende ben al di là delle migliaia di truppe dotate di armi pesanti, carri armati e macchine corazzate che si possono chiaramente vedere sulle strade delle zone nazionaliste. La guerra di controrivoluzione preventiva che sta conducendo, vede il suo coinvolgimento nella pianificazione dei quartieri e delle reti stradali e la sua massiccia presenza nel circuito delle telecomunicazioni.

Esiste dunque un vasto apparato di posti fortificati, di caserme, di postazioni di controllo e di spionaggio, irti di antenne di comunicazione, apparecchiature di ascolto e altre attrezzature ad alta tecnologia.

Dietro questa presenza visibile vi è lo spaventoso livello di controllo, coperto e scoperto. Recentemente, su questo fronte, vi è stato un drammatico aumento dell'uso di telecamere di controllo nascoste, sia nelle aree urbane che in quelle rurali (molte delle quali sono state da noi scoperte). Vi è anche tutto un proliferare di microfoni spia installati nelle case, nelle macchine, perfino in certi locali pubblici all'interno delle roccheforti nazionaliste. Aggiungete a ciò i vari dispositivi di intercettazione e le microspie installate nelle armi catturate ed avrete un'idea del nemico che affrontiamo ogni giorno. E la cosa non finisce nemmeno qui perché abbiamo assistito alla completa ristrutturazione della società nelle 6 Contee (9) per andare incontro alle esigenze militari. Il sistema giuridico, i mass media, i corpi governativi e para-governativi sono stati tutti ritagliati secondo le classiche linee della controrivoluzione preventiva, come ha detto il generale Frank Kitson nella prima fase dell'attuale campagna.

Noi dell'IRA siamo pienamente consapevoli del nemico che abbiamo di fronte. I volontari devono sempre muoversi con la massima vigilanza. Noi facciamo affidamento sulla nostra ingegnosità e sulle nostre basi d'appoggio, che ci informano dei movimenti del nemico. Fondamentalmente è una battaglia d'intelligenza, in cui ogni operazione deve essere meticolosamente studiata, tenendo conto di tutti gli ostacoli.

Come vent'anni di lotta hanno dimostrato, i nostri volontari sono stati in grado di superare ogni misura di sicurezza impiegata dal nostro nemico, militarmente superiore, sia quando attaccavano le pattuglie nelle vie di Derry, o i posti spia nel Sud-Armagh o addirittura obiettivi prestigiosi come il Palazzo di Giustizia di Belfast.

Ma siamo andati ancora più in là: nonostante il massiccio controllo e la collaborazione delle 26 Contee (10) e dei governi europei con il governo britannico, siamo stati capaci in numerose occasioni di attaccare installazioni militari e di infliggere alle forze armate britanniche danni e perdite umane politicamente imbarazzanti. La nostra capacità di continuare a sviluppare queste azioni per tutto il tempo necessario è stata riconosciuta dal comando militare inglese, che è ben consapevole dell'ingegnosità e delle inesauribili risorse del nemico che essi fronteggiano nell'IRA.

Obiettivi

AP/RN: Cosa risponderesti a coloro che sostengono che tutti gli attacchi dell'IRA dovrebbero essere concentrati sulle forze armate regolari britanniche e che gli attacchi contro il personale della RUC e dell'UDR sono controproducenti?

IRA: Per creare coscienza sulla necessità del ritiro delle truppe britanniche ("fuori le truppe"), sarebbe preferibile concentrare tutti gli attacchi contro il personale militare britannico. La realtà, tuttavia, è che in molte aree le UDR/RUC costituiscono l'ultima linea di difesa del colonialismo britannico. Sono essi che distruggono le case, sparano e uccidono il nostro popolo e mettono in pratica l'obiettivo militare britannico del "massimo disagio per la popolazione".

E' anche importante ricordare che l'essenza della guerra di guerriglia è l'attacco di sorpresa. Se l'IRA si concentrasse esclusivamente su uno specifico campo di obiettivi, il nemico potrebbe impiegare più efficacemente le sue risorse per frustrare queste azioni, o persino riuscire a volgerle a proprio vantaggio. Così noi combattiamo su molti fronti, costringendo il nemico ad investire ingenti forze e vaste risorse per proteggere le sue istituzioni legali e governative, i centri commerciali di prestigio, i membri della magistratura e le figure di alto livello del potere.

La nostra tattica resta fluida e continueremo a tenere le forze inglesi in uno stato di tensione fino al punto di rottura. Non cadremo mai nella trappola di allentare il loro incubo militare restringendo il nostro campo d'azione a specifici obiettivi, di qualsiasi natura essi siano.

Protestanti

AP/RN: I critici dell'IRA la accusano di voler "bombardare ed uccidere un milione di protestanti in un'Irlanda unita" ed installare quindi una dittatura militare. Qual è la vostra risposta?

IRA: Questa è un'assurdità. Ciò che noi vogliamo per il popolo irlandese - ed esso comprende la sua minoranza nazionale, i lealisti - è che gli vengano riconosciuti gli stessi diritti di qualsiasi altra nazione: il diritto di determinare il proprio destino ed il proprio futuro. Un'Irlanda indipendente e libera è la sola garanzia di uguaglianza per tutto il popolo irlandese. Noi invitiamo gli unionisti (11), in questa storica congiuntura, ad unirsi a noi nella costruzione di un nuovo paese e a mettere da parte la filosofia del colonialismo che ha comportato tanti conflitti. Il loro privilegio residuale si realizza a spese della comunità nazionalista ma noi li invitiamo a rendersi conto che l'Inghilterra, non appena farà comodo al suo governo, li scaricherà brutalmente e frettolosamente.

Gli unionisti dovrebbero unirsi a noi ora, da una posizione di forza, e non da una posizione di debolezza e di paranoia in un imprecisato momento futuro. Gli inglesi hanno impiegato la propaganda della "guerra di religione" per distorcere la realtà del conflitto in Irlanda, che nasce dall'ingerenza coloniale britannica negli affari irlandesi.

(da An Phoblacht - Republican News di martedì, 17 agosto 1989).

Note

(1) An Phoblacht - Republican News (Informazioni Repubblicane): settimanale che sostiene la lotta del Movimento Repubblicano nord-irlandese, diffuso nella Repubblica irlandese e nell'Irlanda del Nord.

(2) Oglaigh na hEireann: IRA (Esercito Repubblicano Irlandese).

(3) Il 29 dicembre 1969 è avvenuta ufficialmente la scissione dell'IRA. La rottura nell'organizzazione, dovuta a divergenze di fondo, strategiche e tattiche, fra le organizzazioni dell'IRA dell'Irlanda del Nord e la leadership dell'IRA di Dublino (che aveva assunto una posizione di compromesso con il governo inglese e, di fatto, di abbandono della lotta armata), ha portato alla costituzione dell'IRA Provisional, in contrapposizione all'IRA cosiddetta "Official", costituita dalla vecchia leadership riformista.

(4) Settori di protestanti dell'Irlanda del Nord che sostengono l'annessione delle 6 Contee dell'Irlanda del Nord (l'Ulster secondo la dizione inglese) al Regno Unito. Una parte di questi settori aderiscono al movimento degli "Orangisti", i dissidenti protestanti di Guglielmo d'Orange che nel 1690 sconfisse il re cattolico Giacomo II dando inizio al dominio inglese sull'Irlanda.

(5) RUC (Royal Ulster Constabulary): polizia del governo unionista dell'Irlanda del Nord, costituita da personale arruolato nell'ambito della comunità protestante.

(6) Governo unionista dell'Irlanda del Nord, attraverso il quale la borghesia protestante ha esercitato il suo dominio di classe attuando la massima discriminazione sociale e politica nei confronti della minoranza cattolica. Sciolto nel 1972 per volontà del governo britannico, per la sua incapacità di garantire la "pace sociale" e il pieno dominio inglese sulla popolazione dell'Irlanda del Nord.

(7) Lo Stato, espressione degli interessi della borghesia protestante dell'Irlanda del Nord, sostenuto dal movimento "orangista", l'ala più oltranzista della comunità protestante lealista, che prende il suo nome da Guglielmo d'Orange (vedi nota 4).

(8) UDR (Ulster Defence Regiment): corpo armato di difesa della comunità protestante, costituito il 1° gennaio 1970, che affianca la RUC e le truppe britanniche nella repressione del movimento nazionalista repubblicano.

(9) Così è definita l'Irlanda del Nord dal movimento nazionalista repubblicano. Si tratta delle 6 Contee sottoposte al dominio politico e militare della Gran Bretagna.

(10) Sono le contee che costituiscono la libera Repubblica d'Irlanda. La lotta per la liberazione del popolo irlandese dal dominio inglese, durata per secoli, è iniziata, nella sua fase moderna, con l'insurrezione di Dublino del giorno di Pasqua del 1916 ed è durata 6 anni. Il 6 dicembre 1921, con il Trattato anglo-irlandese, il governo britannico riconosceva l'indipendenza dello "Stato Libero d'Irlanda" nell'ambito del Commonwealth britannico. Lo "Stato Libero" era costituito da 26 delle 32 Contee d'Irlanda, mentre le restanti 6 Contee restavano sotto il diretto dominio della Gran Bretagna, la quale vi insediava un governo ed un parlamento che rappresentavano gli esclusivi interessi della borghesia protestante lealista.

(11) I protestanti dell'Irlanda del Nord che sostengono il mantenimento dell'unione delle 6 Contee dell'Irlanda del Nord alla Gran Bretagna.

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LA VOCE DEL PRIGIONIERO

Poiché lo riteniamo di interesse per tutti i prigionieri politici comunisti e rivoluzionari rinchiusi nelle carceri dei paesi imperialisti dell'Europa Occidentale, pubblichiamo qui di seguito l'articolo di fondo di "The Captive voice" (La voce del prigioniero), la nuova rivista «scritta ed illustrata dai prigionieri di guerra repubblicani irlandesi», come si legge sulla copertina del n° 1, autunno 1989.

The Captive voice è una nuova rivista scritta da prigionieri repubblicani attualmente detenuti nelle carceri d'Irlanda, Inghilterra, Europa e Stati Uniti. Generazioni di irlandesi repubblicani hanno sperimentato la durezza della reclusione ed hanno sempre saputo che la resistenza continua all'interno del carcere. Attraverso lotte e sacrifici, individuali e collettivi, l'idea del carcere come strumento di annientamento è stata ributtata in faccia a coloro che ci imprigionano.

Insieme alle nostre famiglie, agli amici ed ai compagni che ci hanno costantemente sostenuto in tutti i modi e che soffrono a causa della nostra carcerazione, noi abbiamo sconfitto tutti i tentativi di spezzare la nostra resistenza. Noi parliamo sulla base della nostra diretta esperienza, poiché ci siamo scontrati con l'apparato repressivo dello Stato britannico in Irlanda e dovunque la sua forza armata sia insediata. Noi siamo prigionieri politici perché siamo prigionieri di guerra.

Lo Stato non si sostiene soltanto con la forza. Coloro che pretendono di governarci rafforzano e aggiornano continuamente il loro messaggio: un messaggio che afferma che essi hanno ragione e che lo "status quo" è il solo modo corretto per garantire l'ordine sociale. I mass media, il sistema educativo, gli uomini di chiesa e i politici, fanno tutti la loro parte nel prevenire il diffondersi di idee rivoluzionarie.

Un'aperta censura viene inoltre messa in atto per impedire che il popolo sia contaminato da coloro che lo esortano a respingere un sistema che costringe la metà dei nostri giovani ad emigrare, che permette che un terzo del popolo irlandese viva in povertà, che non è in grado di garantire lavoro sufficiente ad un quinto dei lavoratori e che obbliga migliaia di uomini armati a reprimere coloro che rivendicano dignità umana e diritti nazionali.

E' sicuramente un segno del potenziale di forza che è insito nelle idee repubblicane il fatto che ad esse sia sbarrato l'accesso ai mezzi di comunicazione.

E proprio per questo le carceri sono state l'arena per una lotta diversa, la lotta per una cultura di classe.

L'obiettivo comune e il tempo che avevamo a disposizione ci hanno consentito di studiare la natura del mondo in cui viviamo e di educarci a diventare più capaci di operare un cambiamento nell'Irlanda di oggi.

Siamo prigionieri politici a tutti gli effetti.

Nel carcere noi continuiamo ad agire come attivisti politici, determinati a fare tutto ciò che è in nostro potere per avvicinare il giorno in cui le truppe britanniche non marceranno più nelle nostre strade e l'ordine imperialista non dominerà più il nostro paese.

La voce del prigioniero rifletterà tutto questo, presentando i nostri punti di vista sui problemi che riguardano la vita quotidiana del popolo in tutta l'Irlanda e suggerendo le nostre proposte per una via d'uscita. La rivista farà anche vivere i nostri sentimenti e le nostre esperienze attraverso la poesia e brevi racconti.

Speriamo che La voce del prigioniero venga udita da tutti coloro che condividono il nostro ideale di libertà in una Repubblica socialista.

20 ANNI DI INSEGNAMENTI

"The Captive voice", la nuova rivista dei prigionieri politici repubblicani irlandesi, fa il punto sulla lotta del popolo nord-irlandese per la liberazione dal dominio imperialista britannico.

Vent'anni fa le truppe britanniche ritornavano nelle 6 Contee (1) per garantire ciò che si voleva far passare come la legge e la giustizia. Con quella che oggi ci appare come un'assurda ingenuità, i cattolici, perseguitati e discriminati dagli oltranzisti protestanti, diedero il benvenuto a quelle truppe, nell'assurda speranza che esse avrebbero portato in qualche modo una tregua all'ultima ondata di progroms lealisti (2) esplosi nel 1969. Il periodo dei Diritti civili del 1968/69 e la successiva rinascita dell'IRA come esercito popolare restano una pietra miliare nella nostra storia, l'inizio di una lotta nazionale contro l'intervento dell'imperialismo britannico in Irlanda.

Oggi, mentre i portavoce del lealismo e del conservatorismo dello Stato Libero (3) parlano degli ultimi vent'anni di violenze dell'IRA, potrebbe sembrare che le forze britanniche nelle 6 Contee ed i loro surrogati locali non siano state responsabili degli spargimenti di sangue anteriori al 1969. La vergogna ricada su di loro!

Il ceto politico bigotto dell'Irlanda del Nord è un parto prodotto dalla violenza britannica e dalla minaccia di questa violenza, e continua ad essere sorretto da nuove dosi di violenza, oppressione e discriminazione imposte dallo Stato. E' più che probabile che i politicanti, i cosiddetti "uomini di chiesa cristiani" e la lunga schiera di "esperti del Nord" che si agitano quotidianamente attraverso i mass media del potere su entrambi i lati del confine, siano più infastiditi ora che nel 1969, da quando un popolo silenzioso ed oppresso ha cominciato a levarsi in piedi e a chiedere uguali diritti in un paese libero e sovrano. Dov'erano queste voci dell'establishment prima del 1969? Coloro che ci hanno inflitto sofferenze ed offese per così lungo tempo, e coloro che con il loro silenzio permettevano che tali sofferenze ci venissero inflitte, ora gridano indignati quando noi rispondiamo agli attacchi in difesa dei nostri diritti nazionali e civili. Che ipocrisia!

L'ingenuità del 1969 è superata da molto tempo. Vent'anni di dura ed amara lotta ci hanno impartito molte lezioni. Non abbiamo tardato molto a capire che gli inglesi non erano qui come nostri protettori. Quando i loro fucili si sono girati contro di noi, è diventato chiaro che essi erano qui per puntellare il loro leale Stato protestante. La diffusione dei documentari televisivi sulla repressione statale e sui progroms del 1969 hanno inflitto duri colpi all'immagine della Gran Bretagna nel mondo, anche a causa della pessima gestione fattane dal governo di Stormont (4). In vista vi era un cambiamento di gestione, un affinamento dei loro metodi, non certo la fine delle violenze e della repressione. Questo è ciò che abbiamo avuto negli ultimi vent'anni: più raffinate e sofisticate forme di violenza e repressione da parte degli inglesi, benché molti in Irlanda preferiscano ignorarlo e addirittura negarlo.

L'imperialismo

Negli ultimi vent'anni di lotta, abbiamo imparato molto sulla natura dell'imperialismo britannico e dei suoi alleati in Irlanda.

Eravamo partiti con la convinzione che il ritiro degli inglesi avrebbe di per sé risolto gran parte dei problemi del paese. La Gran Bretagna era la fonte di tutti i nostri mali e noi credevamo che la strada per imporre quel ritiro non potesse che passare attraverso la forza delle armi.

Noi sosteniamo tuttora la centralità della spartizione dal territorio irlandese (5) e dell'imperialismo, quali problemi fondamentali che la nostra nazione deve affrontare e l'importanza della lotta armata come una tattica, fra molte altre, da impiegare nella lotta per la riunificazione e l'indipendenza economica.

La lotta prolungata e la forza dell'esperienza ci hanno consentito di mettere a nudo le diverse forme dell'intervento imperialista nel nostro paese. L'indipendenza del 1922 per lo "Stato Libero" si è dimostrata illusoria: la sua economia è stata governata dal capitale finanziario e multinazionale britannico e dai suoi interessi.

Come conseguenza di ciò, i bisogni e gli interessi della grande maggioranza del popolo irlandese sono stati malamente curati dai partiti costituzionali dello Stato libero. Non fa meraviglia che la disoccupazione di massa, la povertà e l'emigrazione non siano mai state effettivamente affrontate da una parte e dall'altra della frontiera perché la ricchezza e i mezzi che la producono non sono mai stati proprietà nazionale ed usati nell'interesse nazionale. Comprendiamo ora che, per avere una reale indipendenza, dobbiamo disporre della sovranità economica, oltre che di quella politica.

Unità d'intenti

Questo è ciò che gli ultimi vent'anni di lotta ci hanno insegnato. Abbiamo anche imparato che la sola lotta armata non conquisterà la vittoria, ma che una lotta politica e democratica di massa, insieme alla lotta armata, deve essere intrapresa contro le due facce dell'imperialismo: l'occupazione militare e politica diretta dalla Gran Bretagna e la dipendenza e lo sfruttamento economico. L'imperialismo, alleato con il grande capitale irlandese ed i suoi portavoce politici - il Fianna Fail, il Fine Gael, il PDS e il SDLP (6) - è la causa prima dei nostri problemi nazionali. Per sconfiggere l'imperialismo, per cominciare davvero ad affrontare i problemi della disoccupazione, della povertà, dell'emigrazione, dell'occupazione militare britannica e della repressione, delle discriminazione delle donne e del condizionamento culturale, per superare tutte queste cose che, come popolo, ci mantengono nell'arretratezza, ci deve essere unità d'intenti e unità d'azione da parte di tutte le forze che vogliono vedere la fine dell'ingerenza imperialista nel nostro paese e di tutti i mali che essa ci ha causato.

Quest'anno, ventesimo anniversario della presenza delle truppe inglesi sulle nostre strade, potrebbe essere il punto di svolta della lotta per la fine dell'oppressione e dello sfruttamento in Irlanda, ma sarà così soltanto se tutte le isolate forze di progresso, che attualmente operano separatamente, si unificheranno in un solo movimento politico democratico per tutta l'Irlanda, un movimento che darà espressione a tutti i nostri problemi nazionali e che offrirà una credibile alternativa politica ed economica al popolo d'Irlanda. Per parte nostra, noi, Movimento Repubblicano, consapevoli della nostra inadeguatezza e debolezza, offriamo la mano, con amicizia e sincerità, a tutti coloro che vorranno unirsi a noi con spirito di cameratismo per costruire questo movimento. Che le forze del progresso facciano causa comune: in questa unità sta il seme della vittoria futura.

(da The Captive voice n° 1 - autunno 1989)

Note

(1) Così il Movimento Repubblicano nazionalista definisce politicamente e geograficamente l'Irlanda del Nord sotto l'occupazione militare britannica.

(2) Settori protestanti dell'Irlanda del Nord che sostengono l'annessione delle 6 Contee al Regno Unito.

(3) La Repubblica d'Irlanda (Eire).

(4) Governo unionista dell'Irlanda del Nord, costituito dalla borghesia protestante e sciolto nel 1972 dal Governo britannico per la sua incapacità di garantire la "pace sociale" ed il completo dominio inglese sull'Irlanda del Nord.

(5) Si riferisce alla spartizione del territorio irlandese sanzionata dal Trattato Anglo-Irlandese del 6 dicembre 1921, in base al quale 26 Contee andavano a far parte dello "Stato Libero d'Irlanda" mentre 6 Contee formavano l'"Ulster" quali province del Regno Unito sotto il diretto dominio britannico ed un Governo ed un Parlamento eletto dalla Gran Bretagna e rappresentante gli esclusivi interessi della borghesia protestante unionista del Nord-Irlanda.

(6) Partiti costituzionali della Repubblica d'Irlanda (Eire).

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SCHEDA: LA REPRESSIONE IN IRLANDA DEL NORD

Forniamo alcuni dati significativi della repressione scatenata dall'esercito inglese, appoggiato dai corpi di polizia e para-militari protestanti, per spezzare la lotta del Movimento Nazionalista Repubblicano in Irlanda del Nord e le reazioni armate messe in atto da quest'ultimo per la liberazione dall'occupazione militare britannica e l'autodeterminazione del popolo delle 6 Contee dell'Irlanda del Nord.

I morti dal 1969 al 31 dicembre 1986

Fra i civili
uccisi da organizzazioni lealiste, RUC, UDR (1) o dall'esercito britannico:
839 (58%)
uccisi da organizzazioni repubblicane:
611 (42%)
Totale morti fra i civili:
611 (42%)
Fra i non civili
membri dell'esercito britannico, RUC, UDR, uccisi da organizzazioni repubblicane:
756
repubblicani uccisi dall'esercito britannico, RUC, UDR, ecc.:
106
repubblicani uccisi durante azioni proprie (2)
110
uccisi da gruppi lealisti
14
lealisti uccisi dall'esercito, RUC, UDR
14
lealisti uccisi durante azioni proprie
27
Totale morti fra i non civili
1027
Totale morti fra civili e non civili
2477

Altre fonti relative al numero dei morti fra i civili danno il 53% di responsabilità ai lealisti ed all'esercito ed il 36% all'IRA.

Durante il 1986 sono morti più ufficiali della RUC per suicidio che non per attacchi da parte di repubblicani. Negli ultimi 3 anni si sono suicidati 15 ufficiali di polizia in confronto ai 18 suicidi dei precedenti 15 anni.

Durante i primi 12 mesi dell'Accordo anglo-irlandese (3) ci fu un aumento di 7 morti rispetto all'anno precedente.

Ci fu anche un aumento dei casi di intimidazione nei confronti dei cattolici abitanti vicino alle aree protestanti e al loro interno.

Quindici civili cattolici sono stati uccisi dall'Ulster Volunteer Force (UVF) o dall'UDA durante il 1986, con una crescita di almeno 10 morti rispetto ai 12 mesi precedenti.

Il sistema di repressione "legale"

Tra il 1974 e il 1985, 6098 persone sono state arrestate sotto il "Prevention Terrorism Act" (PTA) (4): 122 sono state incriminate per ingiuria.

Tra il novembre 1981 e il novembre 1983, 25 pentiti hanno firmato dichiarazioni che hanno portato all'arresto di 600 persone.

Diciotto di questi pentiti hanno lanciato accuse contro persone dell'area nazionalista. Molti di questi accusati hanno trascorso da 4 a 10 mesi di carcere, fino all'appello ed al successivo rilascio, tra il 1986 ed il 1987.

Su un totale di 1139 persone in carcere per reati politici, 207 sono in attesa di giudizio.

Morti causate da proiettili di gomma

Diciassette persone sono state uccise da proiettili di gomma sparati dall'esercito e dalla polizia (l'ultimo è un ragazzo di 15 anni ucciso dalla polizia a Derry, il 10 agosto di quest'anno, nel corso di una manifestazione in occasione del 20° anniversario dell'occupazione militare britannica). Di questi diciassette, 7 erano bambini in età scolare. Nessuno è mai stato condannato per questi omicidi. Soltanto uno di questi bambini non era cattolico.

Le perquisizioni corporali

La pratica delle perquisizioni corporali alle donne in carcere è sempre stata una costante dal 1982. Da allora ne sono state fatte almeno 400. La maggior parte delle perquisizioni corporali sono state fatte a donne in attesa di giudizio, accusate ma non condannate. Tutte le perquisizioni sono state eseguite contro il volere delle donne, spesso con l'uso della forza. Tra il novembre 1982 e la fine del 1983, nella prigione di Armagh, ci sono state 1621 perquisizioni corporali.

Le perquisizioni corporali sono state fatte anche a donne incinta o anche dopo un aborto. Una donna subì ben 82 perquisizioni corporali e, successivamente, fu assolta al processo. Un'altra è stata perquisita per ben 230 volte.

Benché tutte le donne prigioniere siano rinchiuse, dal marzo 1986, nella più "sicura" galera d'Europa, le perquisizioni continuano. Nel gennaio 1987, 27 prigioniere furono perquisite 47 volte senza che sia stato trovato nulla.

Le prigioniere politiche sono in maggioranza cattoliche e la maggior parte dei guardiani sono protestanti.

Note

(1) "Ulster Defence Regiment": corpo paramilitare protestante.

(2) Per azioni proprie s'intendono esplosioni premature, ecc. e non regolamenti di conti fra organizzazioni.

(3) L'Accordo anglo-irlandese fu stipulato il 15 novembre 1985 (in Irlanda del Nord), tra il primo ministro inglese Margaret Thatcher ed il ministro degli esteri irlandese Fitzgerald. L'accordo diede alla Repubblica Irlandese (EIRE) un forte potere consultivo negli affari dell'Irlanda del Nord, attraverso la costituzione di una conferenza inter-governativa. Il 21 novembre a Dublino, la Camera dei Deputati dell'EIRE (Dail) approvò l'accordo e lo stesso fece, il 27 dello stesso mese, la Camera dei Comuni di Westminster.

(4) La legge di prevenzione del terrorismo fu introdotta nel 1974 ed ampliata nel 1976. Fino alla fine del 1982, 5555 persone furono arrestate con questa legge, una media di due al giorno. Lo scopo della legge è quello di criminalizzare il Movimento Repubblicano e chi lo appoggia e di prevenire la nascita di un movimento antimperialista in Inghilterra, Scozia e Galles.

La legge servì al governo laburista per attuare la sua strategia della "ulsterizzazione". L'essenza di questa strategia fu quella di sostituire le truppe britanniche con poliziotti dell'Ulster. Lo scopo era quello di localizzare il conflitto e disimpegnare le truppe inglesi da un coinvolgimento pubblico diretto.

L'obiettivo politico era quello di instaurare un clima di terrore, specialmente nella comunità irlandese presente in Inghilterra.

Pretesto per l'introduzione della legge fu l'esplosione di alcune bombe in due pubs di Birmingham, il 21 novembre 1974.

La legge contiene tre punti essenziali ereditati dalla legge di prevenzione della violenza del 1939, introdotta durante la campagna militare dell'IRA, alla vigilia della seconda guerra mondiale.

Il primo punto riguarda i pieni poteri dati allo Stato per la criminalizzazione di qualsiasi persona che appoggi il "terrorismo" in generale. Ciò consente le più arbitrarie interpretazioni della polizia: possono essere considerati reati la vendita di materiale di propaganda antimperialista o la raccolta di fondi per i prigionieri politici da parte dei familiari. Il reato fondamentale è comunque quello di essere irlandese.

Il secondo punto è la facoltà data al Ministro degli Interni di espellere dalla Gran Bretagna verso l'Irlanda del Nord chiunque egli giudichi coinvolto in fatti di "terrorismo". Vedi il rifiuto del permesso di recarsi a Londra ad una delegazione del Sinn Fein nel 1982. Il messaggio che lo Stato trasmette agli irlandesi residenti in Gran Bretagna è chiaro: «tenete bassa la testa e state lontani da qualsiasi lotta se non volete pagare caro le conseguenze delle vostre azioni».

Il terzo punto riguarda il potere di arresto. Sotto il PTA gli arresti possono essere eseguiti senza mandato. Gli arrestati possono essere tenuti in carcere per 7 giorni senza alcun capo d'accusa. Una volta sotto custodia, il prigioniero può essere fotografato, con conseguente rilevamento delle impronte digitali, e questo senza il suo consenso.

Nel 1976 si aggiunse un altro elemento di criminalizzazione durante la detenzione: venne cioè considerato reato il non dare «informazioni per prevenire atti di terrorismo o per consentire la cattura di terroristi».

Nei fatti, questo negava al prigioniero il diritto di difendersi con il silenzio. Se infatti il detenuto insisteva nel difendersi, si poteva ritrovare davanti alla Corte e venire condannato a 5 anni di prigione. Come se ciò non bastasse, la legge dava il diritto alla polizia di fermare e perquisire qualsiasi persona "sospettata" di essere coinvolta in fatti di "terrorismo". Ogni garanzia poteva essere negata qualora la polizia giudicasse che «un'azione immediata è necessaria nell'interesse dello Stato».

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BELFAST OVEST: NASCITA E DECLINO DI UNA ECONOMIA LOCALE

Introduzione

Pur nel quadro generale dei problemi economico-sociali che investono tutta l'area, non si può negare che "Belfast Ovest" abbia una sua identità, soprattutto nella mentalità della gente che ci vive. Questa identità, d'altronde, risale alle origini della industrializzazione di massa della città. Sin da allora probabilmente, quest'area della città si è enormemente estesa, mentre in verità certe parti di essa si sono contratte, come vedremo; si sono verificati trasferimenti di popolazione da un settore all'altro e i confini politici sono stati frequentemente ridefiniti. Tuttavia, per almeno un secolo e mezzo vi è sempre stata un'area ben individuata conosciuta come Belfast Ovest che, sotto molti aspetti, è stata un microcosmo della città industriale di cui fa parte.

L'avvento della industrializzazione

Le origini della attuale situazione di Belfast Ovest sono in definitiva riconducibili agli effetti differenziati che lo sviluppo del capitalismo industriale britannico ha prodotto in tutta l'Irlanda. La Gran Bretagna è stata il "primo paese industrializzato", e la principale conseguenza che ne derivò all'Irlanda, il suo più stretto vicino, fu il manifestarsi di una divisione economica interna tra il nord-est industrializzato e il resto del paese, la cui economia restava fondamentalmente agricola. Quando gli inglesi abbandonarono le campagne per inurbarsi e trasformarsi in lavoratori dell'industria, la maggior parte dell'Irlanda divenne la credenza che doveva nutrire tutta quella forza lavoro industriale. La carestia giocò una parte cruciale in quel processo, costringendo quelli che non erano morti di fame ad emigrare nei paesi che si stavano industrializzando, come la Gran Bretagna, dove divennero un elemento essenziale della loro forza lavoro.

Il nord-est fu l'unica parte dell'Irlanda in cui l'industria si affermò su larga scala. E' qui che la colonizzazione dell'Irlanda ebbe il maggior successo, è qui che si strinsero i più forti legami - economici, politici, sociali, familiari e culturali - tra la Gran Bretagna e l'Irlanda coloniale. Il nord-est si sviluppò così come un avamposto della industrializzazione britannica.

Ma l'industria nel nord-est non era poi così sviluppata come in apparenza poteva sembrare. Industriali e politicanti inglesi hanno tentato con svariati mezzi, più o meno legali, di ritardare lo sviluppo della, potenzialmente competitiva, industria irlandese. Il risultato fu che l'industria che emerse si mantenne su basi estremamente anguste. Durante il diciannovesimo secolo, non solo il grosso del commercio irlandese era per e dalla Gran Bretagna, ma la produzione manifatturiera del nord-est dell'Irlanda era riuscita a svilupparsi soltanto in quei settori che non erano già totalmente dominati dall'industria britannica, cioè in quello dei tessuti di lino e dei cantieri navali. La classe dirigente del nord-est alla fine del diciannovesimo secolo, giunta all'apogeo della produzione industriale, poteva cantare le lodi della sua economia, ma in verità questa economia era ben lungi dal godere di buona salute. Infatti era eccessivamente dipendente dalla Gran Bretagna e, per di più, non era abbastanza diversificata da poter assorbire i grandi mutamenti che nella produzione industriale stavano per verificarsi nel corso del ventesimo secolo.

Belfast divenne il cuore di questa economia. Non era tuttavia una città in cui tutti beneficiavano in egual misura di questa crescita industriale. Come ogni nuova città industriale essa aveva le sue rigide divisioni secondo linee di classe, con una massa di gente che, trovandosi al fondo della scala gerarchica, sperimentava incredibili livelli di povertà e di malattia. Ma in più essa presentava una altrettanta rigida divisione in sette.

Al crescere della sua popolazione, Belfast vide crescere la proporzione della popolazione cattolica. Nel 1834 i cattolici erano il 32% dei 19.712 abitanti. Venticinque anni dopo essi raggiungevano la loro più alta percentuale: il 34% della popolazione cittadina che era di 41.406 abitanti. In seguito la percentuale dei cattolici si ridusse, attestandosi all'incirca tra il 23% e il 26% dal 1881 in avanti, sino alla metà di questo secolo. L'apice raggiunto nel 1861 non è puramente casuale. La carestia aveva colpito durissimamente le zone agricole, e prevalentemente cattoliche, dell'Irlanda. Belfast mostrava un panorama di povertà, sovraffollamento e malattia, ma offriva anche ai cattolici che morivano di stenti una speranza, che era come la fiamma per una falena: la speranza di un lavoro e perciò della sopravvivenza.

Ma che genere di lavoro? I cattolici tradizionalmente erano vissuti nelle zone che si trovavano proprio a ovest e a nord del centro della città prima della sua industrializzazione. L'improvviso afflusso dei cattolici coincise con la prima fase dell'industrializzazione di Belfast, quella della produzione di tessuti di cotone e poi di lino. Molti di questi cotonifici erano costruiti lungo le rive dei fiumi che attraversano la zona nord-occidentale di Belfast, e così l'area residenziale cattolica continuò ad espandersi accanto alle fabbriche. E' proprio nella zona oggi nota come Lower Falls che molti dei cattolici che affluirono a Belfast nella prima metà del secolo scorso trovarono lavoro, e in particolare le donne. E verso la metà del secolo la larga maggioranza dei cattolici di Belfast viveva già nella parte occidentale della città.

Mentre il maggior flusso migratorio dei cattolici a Belfast fu anteriore al 1860, i protestanti raggiunsero il massimo della popolazione immigrata dopo quella data. Le forze combinate della carestia, dei fitti troppo alti e di una concorrenza settaria avevano sospinto i cattolici verso la città. Ma per i contadini protestanti il fatto di lavorare su una terra migliore, di avere rapporti amichevoli con i proprietari terrieri - specialmente tramite la loro comune appartenenza all'Ordine di Orange - e, soprattutto, il fatto che spesso essi erano in grado di procurarsi un reddito supplementare con la tessitura domestica del lino, fece sì che furono costretti ad emigrare soltanto in un'epoca successiva. Fu lo sviluppo dell'industria tessile del lino che fece da valvola alla loro emigrazione di massa, decretando - come appunto fece - la fine della tessitura domestica. Il loro arrivo a Belfast coincise con la seconda fase della sua industrializzazione, quella che vide la nascita della cantieristica navale e della industria ad essa sussidiaria, la meccanica. Belfast Est si estese rapidamente nella seconda metà del diciannovesimo secolo, e fu qui che un buon numero dei nuovi arrivati protestanti trovò casa e lavoro.

Ma anche il quartiere Shankill di Belfast Ovest, un'area tradizionalmente abitata dai protestanti, cominciò ad espandersi. Ragione di ciò fu il proliferare in quelle strade di tante piccole fabbriche metalmeccaniche che fornivano ai protestanti di Belfast Ovest ciò che le fabbriche tessili fornivano alle donne cattoliche, e cioè un posto di lavoro nelle immediate vicinanze di casa. Ma, fatto assai interessante, si manifestò anche la consuetudine, da parte di molti operai specializzati dei cantieri navali, di spostarsi dalla zona di Woodvale per andare a lavorare a Belfast Est.

Anche prima della sua industrializzazione Belfast era ghettizzata in zone sulla base di criteri settari. Ed a fronte di questa segregazione geografica vi era anche una divisione settaria del lavoro.

Nel 1820 il quartiere di Lower Shankill era popolato soprattutto da operai tessili, mentre i cattolici di Belfast Ovest stavano già mostrando una crescente tendenza a collocarsi, come lavoratori, in settori meno qualificati e meno ben pagati quali erano quello alberghiero e quello del commercio delle bevande alcooliche. Quando i cattolici si riversarono a Belfast, tra il 1820 e il 1850, la divisione tra il lavoro qualificato dei protestanti nel settore manifatturiero e il lavoro dequalificato dei cattolici in quello dei servizi si fece più pronunciata. I protestanti si mantennero saldi sulle loro posizioni relativamente privilegiate e la minaccia che i cattolici sembravano rappresentare divenne, col passare degli anni, la base di aperte e settarie manifestazioni di ostilità e di disordini. Nel 1881 questo modello di divisione settaria del lavoro, tipica di Belfast, era ben affermato. I cattolici costituivano il 29% della popolazione urbana, ma rappresentavano solo il 17% delle professioni forensi, il 10% dei medici, il 7% degli operai metalmeccanici, il 15% dei commercianti e l'8% dei mediatori d'affari. Ma la cosa più scioccante di tutte è che mentre i cattolici rappresentavano il 32% dei soldati nei ranghi più bassi dell'esercito cittadino, non vi era nessun ufficiale cattolico nell'esercito. Questo rapporto di netta subordinazione doveva dimostrarsi notevolmente refrattario ad ogni cambiamento.

Belfast all'apice del suo sviluppo industriale

Tra il 1880 e lo scoppio della prima guerra mondiale Belfast sperimentò, più da vicino di quanto non fosse mai avvenuto, una "età dell'oro" del suo sviluppo industriale. L'industria del lino, giunta al suo apice, stava producendo un quarto dell'intera produzione mondiale di tessuti di lino. I cantieri navali - quello di Workman Clark's ("il cantiere piccolo") e quello di Harland e Wolff's - erano una parte integrante dell'industria cantieristica britannica, insieme ai cantieri di Birkenhead, Glasgow, Newcastle, Tilbury, ecc., e producevano navi su cui prosperava il commercio dell'impero.

La borghesia di Belfast vedeva la propria città come "l'Atene del Nord", una metafora inverosimile che dice molto di più della loro rosea visione del mondo che della realtà di una città divisa per linee di classe, di sesso e di sette religiose. Beatrice Webb, la riformatrice sociale inglese, seppe capire, al di là delle apparenze, queste divisioni interne. Essa lamentò in particolare che gli operai protestanti di sesso maschile erano «sprezzanti e indifferenti nei confronti dei manovali cattolici e delle donne che si guadagnavano miserabili paghe lavorando nei cantieri navali e nelle fabbriche tessili».

Quando Belfast raggiunse l'apogeo del suo sviluppo, questo modello settario di organizzazione sociale si era ormai completamente e definitivamente affermato. Il censimento del 1901 rivelò questo stato di cose con riferimento alla classe borghese. «I protestanti erano sempre più diversificati tra gli impieghi nei pubblici servizi, il commercio e le libere professioni, mentre la borghesia cattolica restava pesantemente dipendente dal solo commercio al dettaglio». Per quanto riguarda la classe operaia, nel 1901, «la paura di essere sopraffatti dai cattolici, l'ostilità dei sindacati verso il lavoro a buon mercato dei cattolici, il sospetto degli unionisti che il nazionalismo irlandese avrebbe finito per minare la prosperità di Belfast e forse il circolo vizioso della povertà originaria, avevano di fatto ostruito la strada all'avanzamento sociale dei cattolici. Essi erano, ad esempio, il 32% della forza lavoro totale, ma solo il 7% degli operai specializzati nei cantieri navali, il 13% degli impiegati e il 12% dei dirigenti e degli industriali».

Cosa ciò significasse per Belfast Ovest può essere capito con un rapido sguardo al censimento del 1911. Questo mostra che l'85% dei cattolici di Belfast viveva nella parte occidentale della città. Questa così evidente concentrazione aveva una grande conseguenza: la popolazione cattolica era del tutto dipendente da un'unica fonte di lavoro, la produzione di tessuti di lino. Il 47% delle donne cattoliche che avevano un lavoro erano impiegate nell'industria tessile. (L'altra importante fonte di lavoro per le donne cattoliche erano i servizi domestici.) Ogni eventuale crisi dell'industria tessile avrebbe perciò prodotto effetti di larga scala sui livelli di occupazione della popolazione cattolica. Alcuni uomini cattolici lavoravano nei cotonifici. Ma, col passare del tempo, l'unico gruppo davvero maggioritario di lavoratori cattolici - nel 1911 il 28% - era impiegato in lavori di manovalanza generica. Per sua stessa natura questo tipo di lavoro era occasionale e instabile. Dello stesso tipo era il lavoro nel settore edilizio, dove lavorava il 7% dei cattolici di Belfast Ovest. Leggermente più stabile era il lavoro nel settore del trasporto-merci - come carrettieri e camionisti - che forniva lavoro all'11% dei cattolici di Belfast Ovest.

In definitiva, più della metà della popolazione cattolica di Belfast Ovest nella prima metà di questo secolo era impiegata o nell'industria tessile o come manovalanza generica e dequalificata. Così anche nella prima parte di questo secolo, quando era relativamente facile assicurarsi un lavoro, i lavoratori cattolici di Belfast Ovest si trovavano in una posizione particolarmente vulnerabile.

Nel settore metalmeccanico, dei cantieri navali, della costruzione di mezzi di trasporto e nel settore chimico - che rappresentavano l'industria ad "alta tecnologia" dell'epoca - i cattolici raggiungevano soltanto il 10% della forza lavoro. Viceversa era proprio in questi settori che i protestanti, e specialmente i protestanti uomini, erano maggiormente rappresentati. Questi erano settori molto più stabili di quelli in cui erano concentrati i cattolici di sesso maschile, più facilmente sindacalizzabili e in cui la mano d'opera era meglio pagata.

Con ciò non si può certo affermare che ogni lavoratore protestante a Belfast Ovest avesse un posto di lavoro più qualificato e meglio retribuito di ogni lavoratore cattolico. Ma, d'altro lato, il quadro generale è chiaro. Belfast, come ogni altra città industriale dell'epoca, mostrava la sua frattura tra ricchi e poveri, e per la classe operaia la povertà significava una vita di duro lavoro, paghe basse e disoccupazione frequente. Ma dentro la classe operaia vi era un'ulteriore divisione tra protestanti e cattolici. Al suo estremo limite questa seconda divisione metteva l'operaio specializzato protestante del settore cantieristico o metalmeccanico da un lato e, dall'altro, il generico manovale cattolico solo occasionalmente occupato. In questo senso Belfast Ovest era una perfetta rappresentazione dell'intera città di Belfast.

Il declino industriale

Come si è detto prima, le basi dell'industrializzazione nel nord-est dell'Irlanda erano troppo anguste per garantire lo sviluppo di una economia sana, diversificata e indipendente. Di conseguenza, la storia del ventesimo secolo segnò, per essa, un inevitabile declino.

Le due guerre mondiali offrirono solo una breve tregua a questa sovrastante tendenza, ma il fatto è che il diffondersi di nuovi prodotti, di nuovi modi di trasportare quei prodotti e l'internazionalizzazione sia del capitale che del lavoro assestarono all'economia del nord una serie di colpi bassi veramente debilitanti.

Dopo la seconda guerra mondiale le tradizionali industrie del nord, malgrado i buoni propositi e le migliori intenzioni, subirono un collasso. Nel 1951 l'industria cantieristica, metalmeccanica e tessile impiegava all'incirca il 40% di tutta la mano d'opera disponibile; nel 1971 essa ne impiegava soltanto il 18%. Tra il 1950 e il 1976 vennero meno 39.000 posti di lavoro nel settore tessile, vale a dire il 54% del totale di questi posti. Ma il numero dei posti di lavoro del settore tessile occupati dalle donne precipitò da 46.000 a 13.000, un salto del 72%. Peggio ancora, il totale della mano d'opera impiegata nella manifattura del lino, il cuore dell'industria della Belfast Ovest cattolica, cadde da 61.000 a 19.000 unità.

In breve, il 70% dei posti di lavoro da cui dipendevano i cattolici di Belfast Ovest erano scomparsi.

Per i protestanti la situazione era un po' migliore. La Workman Clark's chiuse i battenti negli anni trenta per non riaprirli più, e la sua scomparsa fu un segno premonitore dei tempi peggiori che stavano per arrivare. Il numero dei posti di lavoro nella cantieristica e nell'industria metalmeccanica navale cadde da 24.000 nel 1950 a 9.600 nel 1976, un crollo del 60%. Simbolo impressionante di questo declino fu la sorte del murale sponsorizzato dal Consiglio della città dipinto a Woodvale nel 1979. Esso rappresentava dei saldatori al lavoro in un cantiere navale. La popolazione locale con rabbia vandalica distrusse il murale e, usando una vernice dello stesso colore usato per lo sfondo, cancellò accuratamente tutte le figure di operai. La Harland e Wolff's era ancora lì, ma molta della mano d'opera locale non vi lavorava più.

Il governo unionista reagì tardivamente a questo disastro con una politica di agevolazioni e di aiuti all'industria, e in particolare all'industria emergente. Ma, in linea con quella che era allora la pianificazione regionale in auge in Gran Bretagna, quell'industria emergente negli anni '60 e nei primi anni '70 veniva incoraggiata a collocarsi in città lontane da Belfast. Così, benché vennero a crearsi migliaia di posti di lavoro, specialmente nell'industria delle fibre sintetiche (una vera ironia della sorte, dato che proprio lo sviluppo di questa industria era stata la causa maggiore del declino della tradizionale industria tessile del Nord), quella politica regionale evidenziò due problemi. Innanzitutto, si trattava di una politica difensiva: i nuovi posti di lavoro controbilanciavano in qualche modo la perdita di posti di lavoro nei settori tradizionali, ma la disoccupazione continuava inesorabilmente a salire. Secondariamente, la collocazione di questa industria sovvenzionata fuori da Belfast faceva sì che la città stessa ne traesse ben pochi benefici.

Gli effetti specifici su Belfast Ovest furono diversi per la popolazione cattolica e quella protestante. Innanzitutto la zona potè usufruire di ben pochi dei posti di lavoro dell'industria sovvenzionata; l'unica eccezione fu, a metà degli anni '70, la costruzione della Kennedy Way Industrial Estate (nuova zona industriale di Belfast, n.d.r.). In generale, i nuovi lavori che si rendevano disponibili erano lavori qualificati o semi-qualificati per uomini, in città abitate prevalentemente da protestanti come Ballymena, Larne, Carrickfergus e Antrim. Ciò spinse numerose giovani famiglie ad abbandonare il quartiere Shankill per raggiungere i centri in via di sviluppo. Il risultato finale di questo processo fu il rapido declino di una vecchia comunità urbana fortemente legata, quella che un tempo rappresentava il quartiere Shankill, e l'emergere di un tessuto sociale fortemente sbilanciato. La Shankill di oggi contiene una percentuale eccezionalmente elevata di anziani. Nella Lower Shankill, ad esempio, il 43% delle famiglie sono "famiglie anziane", formate da una o due persone in età pensionabile. Questo in confronto a un dato globale del 28% per tutta l'area di Belfast.

I cattolici di Belfast Ovest non avevano le stesse possibilità di accesso a questi nuovi posti di lavoro. Per questo dato di fatto, essi ebbero meno opportunità dei loro colleghi protestanti di spostarsi verso i centri in via di sviluppo. Di conseguenza, il tessuto sociale della Belfast Ovest cattolica è molto più diversificato e molto più giovane di quello di Shankill. Il censimento del 1981, per quanto inaffidabile a causa dell'ingente volume di schede bianche, rivela che la metà della popolazione cattolica di Belfast Ovest è al di sotto dei 25 anni. L'attuale popolazione cattolica di Belfast Ovest è anche il risultato di un fenomeno di immigrazione di massa, verificatosi nei primi anni '70, quando ben 60.000 persone tornarono a casa per le intimidazioni subite in conseguenza del loro internamento in campi di concentramento. Costoro erano, in maggioranza cattolici, e si misero al sicuro dentro la Belfast Ovest cattolica che divenne perciò fortemente sovrappopolata.

A grandi linee la tendenza che si è sviluppata durante gli anni '60 è stata che, mentre le donne cattoliche di Belfast Ovest perdevano il loro posto di lavoro nei cotonifici, i nuovi posti di lavoro, tutti molto lontani da Belfast Ovest, venivano occupati da protestanti uomini. L'esperienza della Belfast Ovest cattolica fu perciò diversa da quella della Belfast Ovest protestante, ma, nonostante questo, il risultato finale fu una pesante crisi economica in tutta l'area per entrambe le parti.

L'area sarebbe in effetti diventata, economicamente parlando, terra bruciata se non fosse stato per un altro aspetto dell'economia post-bellica: lo sviluppo del settore pubblico. Grazie ad esso nuovi posti di lavoro si rendevano disponibili, molti dei quali all'interno della stessa area, man mano che andava espandendosi il settore dei servizi scolastici, sanitari e assistenziali. Fatto particolarmente evidente, lo sviluppo del Royal Victoria Hospital nel cuore di Belfast Ovest significò la creazione di migliaia di posti di lavoro. Molti di questi posti, ai livelli più bassi della scala gerarchica, furono dati alle donne: come inservienti, donne addette alla pulizia, ecc. Il fatto che ci fossero almeno dei mestieri di ricambio per le donne, nella loro area, non fu una cosa di poco conto. Ma si trattava di lavori del tutto diversi da quelli che le loro madri e le loro nonne avevano svolto come operaie nelle fabbriche tessili, soprattutto perché la maggior parte di essi erano soltanto dei lavori part-time.

Conclusione: il declino finale di Belfast Ovest?

Quanto al problema della disoccupazione a Belfast Ovest oggi, qui è sufficiente dire che i livelli di disoccupazione nell'area sono saliti enormemente a partire dalla fine degli anni '70 grazie a due processi. In primo luogo, i posti di lavoro creati dagli investimenti sovvenzionati delle industrie emergenti scomparvero non appena quelle fabbriche cominciarono a fallire o a trasferire la loro attività in altre parti del mondo. I "colossi" delle fibre sintetiche, in particolare, abbandonarono il campo in rapida successione, per trasferire la loro produzione in luoghi più lucrativi, come il Sud-Est asiatico. In secondo luogo, i tagli nel settore del pubblico impiego che furono il risultato della politica economica monetaria del governo conservatore, a partire dal 1979 raggiunsero infine anche il Nord del paese. In una economia già così dipendente dallo Stato questi tagli risultarono potenzialmente più drastici in termini di occupazione di quelli praticati, al di là del mare, in Gran Bretagna.

Cosa significarono questi processi per Belfast Ovest si può facilmente riepilogare. I giovani protestanti che si erano trasferiti con le loro famiglie da Shankill a Ballymena, ecc. in cerca di nuovi posti di lavoro non tornarono indietro quando quei posti scomparvero. La Belfast Ovest protestante continuò ad essere un'area deindustrializzata e con un tessuto sociale fortemente sbilanciato. Per la Belfast Ovest cattolica i tagli nel settore del pubblico impiego fecero sì che quelle donne che avevano trovato lavoro nel Royal Victoria Hospital come inservienti o domestiche si ritrovarono con un sempre minor numero di ore di lavoro - e una conseguente diminuzione dei loro guadagni - se non del tutto disoccupate.

C'è ben poco in vista, di questi tempi, in termini di possibilità di lavoro, sia dentro che fuori da quest'area. L'attuale boom dei consumi a Belfast significa qualche posto di lavoro in più, specialmente per i giovani, nel settore della vendita al minuto, della distribuzione, ecc. Ma questi lavori sono normalmente mal pagati, precari e dipendono, in definitva, dalla durata del boom. Oltre a ciò, il conflitto civile a partire dai primi anni '70 ha determinato una forte crescita di posti di lavoro nel settore della "sicurezza pubblica", al punto che nel 1984 uno ogni undici protestanti maschi era impiegato in quel settore. Una volta di più, come molte volte in passato, emerge il fatto che, benché le difficoltà economiche siano state una esperienza generale per Belfast Ovest, nel contesto di questa esperienza sono tuttora sempre presenti discriminazioni settarie.

(da Unemployment in West Belfast, "The Obair Report", 1988)

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CRONOLOGIA 1968-1989

Allo scopo di fornire al lettore un quadro, il più possibile esauriente, degli avvenimenti che hanno caratterizzato la lotta del Movimento Repubblicano Nazionalista dell'Irlanda del Nord per la liberazione dal dominio militare, politico ed economico britannico e l'autodeterminazione del popolo nord-irlandese, pubblichiamo una sintetica cronologia degli ultimi vent'anni di lotta.

29 gennaio 1967

Viene fondata la "Associazione per i Diritti Civili in Irlanda del Nord" (NICRA) i cui membri sono sia cattolici che protestanti. Il programma della NICRA è il seguente:

1) un uomo, un voto nelle elezioni locali;

2) abolizione dell'attuale artefatta suddivisione dei collegi elettorali;

3) leggi contro la discriminazione del governo protestante dell'Irlanda del Nord.

4) assegnazioni di alloggi pubblici per i cattolici e per i protestanti senza discrimi-nazioni;

5) abolizione dello "Special Power Act" del 1922 (1).

1968

24 agosto. 2.500 manifestanti partecipano ad una marcia da Coalisland a Dungannon, in Irlanda del Nord, sotto le bandiere dell'Associazione per i Diritti Civili in Irlanda del Nord rivendicando, anche per la minoranza cattolica, gli stessi diritti goduti dalla comunità protestante. A Dungannon, gli Ulster Protestant Volunteer (UPV) (2) di Ian Paisley, appoggiati dalla RUC (3), impediscono che la manifestazione pacifica arrivi al centro della città. Ci sono degli scontri tra i membri della RUC ed i manifestanti.

5 ottobre. A Derry, le telecamere riprendono una manifestazione organizzata dalla NICRA nel corso della quale 400 manifestanti vengono violentemente caricati dagli uomini della RUC con bastoni, manganelli e idranti. Sono tra le prime immagini che faranno il giro del mondo a testimonianza dei metodi impiegati dalla polizia del governo protestante dell'Irlanda del Nord per reprimere la lotta del movimento cattolico nazionalista.

9 ottobre. A seguito dei violenti scontri di Derry, viene costituito il Comitato d'Azione dei Cittadini di Derry, espressione della comunità cattolica. A Belfast, dopo un presidio di protesta, viene convocata un'assemblea all'università nel corso della quale si costituisce la "People's Democracy" (PD) che diventerà una delle più attive organizzazioni per i diritti civili.

16 novembre. 15.000 persone prendono parte ad una marcia pacifica per i diritti civili a Derry.

30 novembre. Scontri fra 5.000 dimostranti per i diritti civili e i sostenitori di Ian Paisley che impediscono ai manifestanti di passare attraverso Armagh. La RUC assiste passivamente.

1969

1-4 gennaio. La polizia cerca di impedire con ogni mezzo la marcia di protesta da Belfast a Derry indetta dalla People's Democracy. Nel corso della marcia i manifestanti vengono ripetutamente attaccati da gruppi di protestanti armati di spranghe e bastoni. A pochi chilometri da Derry, i partecipanti alla marcia cadono in un'imboscata tesa da centinaia di protestanti che attaccano con sassi, molotov, biglie di ferro. Ai protestanti si uniscono uomini delle "B Specials" (4) fuori servizio. Successivamente squadre della RUC fanno irruzione nel quartiere di Bogside, a Derry.

5 gennaio. Dopo l'irruzione della polizia, viene costituita una formazione di "cittadini armati" e vengono erette delle barricate. Su un muro di St. Columb's Street viene scritta la frase "Stai entrando in Derry libera" che diventerà un simbolo della lotta della comunità cattolica di Derry.

12 marzo. Viene annunciato che la polizia di frontiera è stata dotata di armi da fuoco.

12 aprile. Fonti governative annunciano che la RUC viene nuovamente dotata di armi da fuoco.

19 aprile. A Derry membri dell'Ulster Protestant Volunteers di Paisley attaccano i sostenitori della NICRA. La RUC invade per la seconda volta il quartiere di Bogside e uccide un militante cattolico, Samuel Devenny. Dopo alcune ore di scontri, nel corso dei quali vengono erette barricate, la RUC è costretta a ritirarsi dal quartiere. La vittoria del movimento di resistenza costringerà O'Neill alle dimissioni.

20 aprile. Gli attivisti della NICRA attaccano la RUC a Belfast Ovest e a Newry. A Belfast nove uffici postali vengono dati alle fiamme e diversi autobus bruciati. A Newry, i sostenitori dei diritti civili attaccano la stazione di polizia mentre vengono erette barricate a Dungannon.

12 luglio. Scontri fra cattolici e protestanti nel corso delle celebrazioni annuali orangiste (in occasione delle quali i protestanti celebrano la vittoria di Guglielmo d'Orange sul re cattolico Giacomo II nella battaglia di Boyne del 1690).

13 luglio. Duri scontri a Derry fra cattolici e polizia. La polizia uccide un militante cattolico.

15 luglio. Il ministro degli Affari Interni annuncia che, a causa dei disordini delle ultime 48 ore, diverse centinaia di membri degli "Ulster Special Constabulary" (USC) (5) sono stati chiamati a rafforzare la RUC.

20 luglio. L'Associazione di Difesa dei Cittadini di Derry organizza la difesa del quartiere di Bogside, in previsione della marcia degli Apprentice Boys (6) attraverso Derry.

2 agosto. I cattolici delle Unity Flats (7) di Belfast attaccano una parata di giovani orangisti. I protestanti, a loro volta, attaccano le Flats. Nel corso degli scontri fra cattolici e protestanti la RUC interviene e viene attaccata da gruppi delle due comunità.

12 agosto. Giovani provenienti dal quartiere di Bogside attaccano gli Apprentice Boys al termine della loro parata a Derry. La RUC prende lo spunto da questi incidenti per entrare con le autoblindo nel quartiere di Bogside. I cattolici organizzano la resistenza erigendo barricate e scagliando bombe incendiarie dall'alto delle case di Rossville Flats. Inizia quella che sarebbe passata alla storia come la "battaglia di Bogside". Folle di protestanti, sotto la protezione della polizia, prendono a sassate le case dei cattolici. La RUC viene autorizzata ad impiegare i gas CS per la prima volta nel Regno Unito. La sera stessa vengono attaccate le stazioni della RUC a Coalisland, Strabane e Newry.

13 agosto. Continua lo stato d'assedio nel quartiere di Bogside mentre la stazione della RUC di Rosemount viene attaccata ed incendiata con bombe molotov. A Belfast i militanti cattolici, per appoggiare la richiesta della comunità cattolica di Bogside di togliere lo stato d'assedio, attaccano le stazioni della RUC ed erigono barricate nelle aree cattoliche di Belfast Ovest.

Il primo ministro della Repubblica Irlandese chiede alla televisione che le Nazioni Unite inviino immediatamente una forza di pace. Dispone che le Forze Armate irlandesi installino ospedali vicino ai confini con l'Irlanda del Nord. A Derry i disordini continuano per tutta la notte.

14 agosto. E' ormai chiaro che la RUC non è in grado di vincere la "battaglia di Bogside" e di sconfiggere la resistenza del movimento nazionalista cattolico. Anche la mobilitazione generale delle "B Specials" non serve a modificare la situazione. E' in questo momento che il governo unionista dell'Irlanda del Nord chiede ufficialmente l'intervento delle truppe britanniche per "pacificare" il quartiere di Bogside e le aree cattoliche di Belfast Ovest. Alle ore 17 del 14 agosto le truppe inglesi entrano nelle strade di Derry e l'eterogeneo esercito unionista della RUC, i sostenitori di Paisley e le "B Specials" si ritirano. Si tratta, evidentemente, di una pesante sconfitta per gli unionisti che avevano puntato tutto sulla conquista militare del quartiere di Bogside.

Nel frattempo, a Belfast, gruppi di cattolici e di protestanti si fronteggiano lungo le strade "miste" che uniscono la protestante Shankill e la cattolica Falls Road. Alla fine i protestanti invadono l'area cattolica ed iniziano ad incendiare le case. Interviene un'unità dell'IRA che prende posizione e risponde con le armi all'attacco dei protestanti. Sei persone muoiono durante la notte mentre la polizia fa irruzione in Falls Road con le mitragliatrici montate sui blindati. Il bilancio di due giorni e due notti di terrore è di 15 morti, 500 case distrutte e 1500 famiglie senza tetto.

15 agosto. Le truppe britanniche entrano a Belfast alle ore 17 ma non impediscono che gran parte della Bombay Street venga data alle fiamme dai protestanti. In generale, le truppe inglesi vengono accolte con favore nelle aree cattoliche di Belfast e Derry anche se molti cattolici si rifugiano nella Repubblica Irlandese. A Dublino una dimostrazione ostile ha luogo davanti all'ambasciata britannica.

17 agosto. Il Comitato di Difesa dei Cittadini di Derry subordina la rimozione delle barricate all'accoglimento delle sue richieste: scioglimento del Parlamento di Stormont e dei corpi paramilitari "B Specials".

19 agosto. Si manifestano divergenze fra le dichiarazioni fatte a Dublino da Cathal Goulding, Capo di Stato Maggiore dell'IRA, che sostiene che i volontari sono stati attivi nel Nord in difesa delle aree cattoliche, e l'opinione delle comunità cattoliche di Belfast e Derry. A Belfast appaiono ben presto scritte di pesante critica nei confronti della direzione dell'IRA. A Derry, i manifesti con le dichiarazioni di Goulding vengono strappati.

24 agosto. Una riunione dei membri dell'IRA con posizioni critiche rispetto alla leadership di Dublino ha luogo a Andersonstown. Viene deciso di mobilitarsi contro il comando della brigata di Belfast, quindi di tentare di sostituire la leadership di Goulding a Dublino.

4-7 settembre. A Belfast le truppe britanniche impiegano migliaia di uomini per demolire le barricate nelle aree cattoliche e i protestanti usano i gas CS durante assembramenti.

22 settembre. Sedici uomini armati fanno irruzione alla riunione del Comando di Belfast dell'IRA. Accusano la leadership di Belfast di incapacità nella protezione della popolazione locale ed affermano la loro determinazione a sostituirla. Si raggiunge un compromesso, ma è ormai chiaro che il dissidio è diffuso e profondo.

29 dicembre. I dissensi all'interno dell'IRA - manifestatisi nel corso delle lotte di resistenza della comunità cattolica a Derry ed a Belfast nei mesi di agosto e settembre - sfociano nell'aperta spaccatura dell'IRA. Si costituisce l'IRA Provisional che, da quel momento, si mette alla testa della lotta del Movimento Repubblicano per la liberazione dell'Irlanda del Nord dal dominio imperialista britannico.

1970

11 gennaio. Al Congresso del Sinn Fein (8) Sean McStiofain, Capo di Stato Maggiore dell'IRA Provisional appena costituitasi, dichiara la sua appartenenza e la sua fedeltà al "Provisional Army Council" (Consiglio Militare Provisional) ed un terzo dei 257 delegati lo seguono abbandonando il Congresso. Si costituisce così il Provisional Sinn Fein in contrapposizione all'ala del Sinn Fein che resta legata all'IRA Official.

30 aprile. Gli "Ulster Special Constabulary" (USC) vengono sciolti ma le loro funzioni vengono trasferite all'"Ulster Defence Regiment" (UDR) (9) che entra ufficialmente in servizio il primo gennaio.

3 luglio. Violenti scontri fra le truppe britanniche, che perquisiscono le case, e i militanti del movimento nazionalista nella zona della Falls Road a Belfast. Le truppe britanniche confluiscono in massa e impongono il coprifuoco per 36 ore a tutto il quartiere cattolico di Falls Road (che passerà alla storia del Movimento Repubblicano come il "coprifuoco delle Falls"). Con l'esclusione di un breve arco di tempo per la spesa, non è permesso alla popolazione di uscire di casa; i soldati nel frattempo eseguono perquisizioni casa per casa, abbattendo le porte a colpi di scure, sventrando i pavimenti e distruggendo i mobili. Vengono incendiati 1.600 contenitori di gas CS. Un migliaio di donne delle zone circostanti entrano nel quartiere per portare pane e latte alla popolazione assediata.

31 luglio. Nel corso di violenti scontri nella zona cattolica di New Lodge a Belfast, i soldati inglesi uccidono un giovane. Gli scontri continuano per diverse notti durante le quali l'esercito britannico fa uso per la prima volta di una nuova arma, i proiettili di plastica.

Novembre-dicembre. Si susseguono gli scontri a Belfast e a Derry. Le truppe inglesi continuano a fare uso di gas CS.

1971

6 febbraio. Nel corso di scontri vengono uccisi il primo soldato britannico ed il primo membro dell'IRA Provisional dall'inizio dell'occupazione britannica.

30 giugno. La campagna di attentati dell'IRA Provisional aumenta di intensità: 37 in aprile, 47 in maggio, 50 in giugno.

5 agosto. Il primo ministro dell'Irlanda del Nord, Faulkner, chiede ed ottiene dal governo britannico il permesso di attivare dei campi di concentramento.

9 agosto. Nelle prime ore è messo in atto il provvedimento dell'internamento. Vengono arrestati ed internati 342 uomini, molti dei quali membri dell'IRA Official. Si manifesta una violenta reazione nell'area della classe operaia cattolica, vengono erette barricate mentre vengono aperti campi di rifugio nella Repubblica Irlandese.

12 agosto. Un primo bilancio delle vittime dà la cifra di 22 morti, uno dei piu pesanti dal 1969. Più di 240 case vengono bruciate nella zona di Ardoyne e molte famiglie di cattolici e di protestanti sono costrette ad abbandonare le loro case.

24 settembre. Fonti statistiche sostengono che 2.000 famiglie hanno dovuto lasciare le loro case a causa delle intimidazioni dopo l'introduzione dell'internamento.

24 ottobre. Continuano gli scontri armati: il bilancio è di 70 morti dall'introduzione dell'internamento. Il Sinn Fein Provisional dichiara che il sistema migliore per arrivare ad una Repubblica di 32 Contee (10) è quello di rendere ingovernabile il Nord e distruggere il Parlamento di Stormont. Dichiara inoltre che passerà all'offensiva.

16 novembre. La Commissione Compton, costituita per far luce sulle brutalità conseguenti all'internamento, raccoglie prove molto convincenti sul brutale trattamento inflitto agli internati che vengono usati come cavie negli esperimenti di deprivazione sensoriale, tenuti incappucciati, privati del sonno e del cibo, sottoposti a continui rumori di fondo per gettarli in uno stato confusionale. A Belfast 9 uomini fuggono dalla prigione di Crumlin Road.

21 novembre. Il Comitato di Resistenza del Nord, composto da PD (11) e Sinn Fein Provisional, viene costituito a Omagh, Contea di Tyrone.

4 dicembre. Una bomba lanciata dai lealisti nel bar McGurk nella North Queen Street di Belfast provoca la morte di 15 appartenenti alla comunità cattolica.

1972

17 gennaio. Sette detenuti fuggono dalla nave-prigione "Maidstone" ancorata nel porto di Belfast.

30 gennaio. "La domenica di sangue". A Derry si tiene una marcia per i diritti civili. Il governo britannico, d'intesa con quello nord-irlandese e con le autorità militari, decide che la marcia deve essere impedita ad ogni costo. La marcia viene bloccata dalle truppe britanniche e mentre il corteo principale, composto da migliaia di persone, fa una deviazione per tenere un'assemblea, una folla di alcune centinaia di persone si ferma davanti all'esercito lanciando sassi e bottiglie. L'esercito risponde con proiettili di gomma e lacrimogeni. Poi, verso le 16.45, i soldati del primo battaglione paracadutisti avanzano a piedi o con le autoblindo aprendo il fuoco con fucili automatici mentre la folla, presa dal panico, tenta di fuggire. Quattordici sono i morti e moltissimi i feriti. Per coprire l'eccidio, l'esercito dichiara di essere stato attaccato mentre l'IRA a sua volta dichiara che non c'è stata alcuna azione da parte sua. Il tribunale Widgery non è in grado di provare che ci fossero manifestanti armati o appartenenti all'IRA.

2 febbraio. A Dublino l'ambasciata britannica viene attaccata e data alle fiamme da una folla inferocita.

22 febbraio. Un'unità dell'IRA Official attacca la mensa ufficiali del Reggimento Paracadutisti di Aldershot, in Inghilterra.

10 marzo. L'IRA Provisional annuncia una tregua di 72 ore a partire dalla mezzanotte.

24 marzo. Il governo britannico decide di assumere direttamente i poteri per garantire la sicurezza dell'Irlanda del Nord, esautorando il Parlamento di Stormont. Il governo nord-irlandese rassegna le dimissioni. Le due ali dell'IRA dichiarano la propria determinazione a continuare la lotta.

3 aprile. Un convegno per la pace ad Andersonstown viene interrotto da donne sostenitrici dell'IRA.

16 aprile. Ad Andersonstown 800 donne esprimono il loro sostegno alla campagna dell'IRA.

8 maggio. I prigionieri repubblicani e quelli lealisti, nel carcere di Crumlin Road, uniscono le loro forze per sostenere la loro richiesta di essere riconosciuti come prigionieri politici. In uno scontro con le autorità carcerarie, i prigionieri delle UVF e dell'IRA si barricano nell'area di ricreazione ed espongono due bandiere alle finestre, il tricolore repubblicano ed un lenzuolo bianco con la scritta UVF.

13 giugno. A seguito di una petizione firmata a Belfast Ovest da 63.000 persone per il cessate il fuoco, Sean McStiofain a Derry propone un incontro con il Segretario di Stato dell'Irlanda del Nord, William Whitelaw, per discutere il piano di pace dell'IRA Provisional. Whitelaw rifiuta l'offerta dichia-rando di non poter accettare "un ultimatum dai terroristi".

20 giugno. Si conclude uno sciopero della fame di 30 giorni dei prigionieri del carcere di Crumlin Road, dopo il riconoscimento di fatto dello statuto di prigioniero politico per i prigionieri repubblicani e lealisti.

22 giugno. L'IRA Provisional dichiara che avrebbe osservato una tregua dalla mezzanotte del 26 giugno.

27 giugno. Il primo giorno di tregua i militanti dell'IRA Provisional distribuiscono volantini a Bullymurphy, informando la popola-zione che avrebbero assunto il controllo della legge e dell'ordine nella zona. Sulla base dell'accordo di cessate il fuoco viene intimato, all'esercito inglese e alla RUC, di non entrare nelle zone di Derry e di Belfast pattugliate dall'IRA.

28 giugno. L'IRA Provisional dichiara che una parte del suo piano di pace comprende una "Irlanda Federata", con quattro Parlamenti provinciali comprendenti il Parlamento delle 9 Contee dell'Ulster. Il Parlamento dell'Ulster sarebbe rappresentativo dei cattolici e dei protestanti, degli Orangisti e dei Verdi, della Sinistra e della Destra. «Sarebbe un Parlamento dell'Ulster per il popolo dell'Ulster. La popolazione di tendenza Unionista dell'Ulster disporrebbe della maggioranza della classe lavoratrice all'interno della provincia ed avrebbe, di conseguenza, un notevole potere di controllo dei propri interessi. Questo potere costituirebbe la più sicura garanzia delle proprie libertà civili e religiose nel quadro di una nuova Irlanda».

29 giugno. L'UDA (12) lancia un appello alla popolazione cattolica ad unirsi ai protestanti ed a «lavorare insieme per costruire una nuova Irlanda che risponda maggiormente ai bisogni di entrambe le comunità».

7 luglio. Sei capi dell'IRA Provisional si recano a Londra per incontrare il segretario di Stato britannico.

9 luglio. Il cessate il fuoco ha termine quando l'esercito britannico impedisce alle famiglie cattoliche, a Belfast, di occupare le case lasciate libere dai protestanti. L'UDA dichiara che avrebbe incendiato le case se fossero state concesse ai cattolici. Continuano gli assassinii che mietono altre vittime.

21 luglio. "Venerdì di sangue". Riprende l'offensiva militare dell'IRA Provisional dopo che, il 18 luglio, membri dell'IRA Provisional hanno incontrato Harold Wilson, leader del Partito Laburista britannico. Ventidue bombe scoppiano a Belfast, uccidendo 9 persone e ferendone 130. I Provisionals rivendicano gli attentati dichiarando che erano stati tutti adeguatamente preavvisati.

31 luglio. In una "operazione motorizzata" l'esercito britannico entra nel quartiere di Bogside, a Derry, per porre fine alla resistenza del movimento nazionalista. L'IRA Provisional si ritira per evitare uno scontro aperto con il grosso delle forze dell'esercito.

6 dicembre. Il Segretario di Stato dell'Irlanda del Nord annuncia la formazione di un nuovo "squadrone della morte" che faccia fronte agli omicidi "settari" che continuano fra le due comunità. 70 cattolici e 36 protestanti sono morti nel corso dell'anno.

20 dicembre. Cinque uomini vengono assassinati da un'auto-bomba dei lealisti in un bar cattolico di Derry.

Il 1972 è l'anno che segna il maggior numero di morti, rispetto ai 20 anni precedenti, nella guerra che insanguina l'Irlanda del Nord: 323 civili, 103 militari inglesi, 41 della RUC e dell'UDR.

1973

1 gennaio. La Gran Bretagna e l'Irlanda entrano nella CEE.

8 marzo. L'IRA Provisional rivendica due attentati in Inghilterra, nel corso dei quali muoiono 2 persone e 180 rimangono ferite; 7 uomini e 3 donne vengono accusati dell'attentato.

30 giugno. Elezioni per l'Assemblea dell'Irlanda del Nord.

1974

3 febbraio. Colloquio tra i leaders delle UVF e Goulding, Capo di Stato Maggiore dell'Ira Official. La stampa parla di incontri anche fra l'UVF e gli esponenti dell'IRA Provisional, dopo che l'UVF ha dichiarato di voler porre fine agli assassinii e di voler lanciare un appello per la pace e la conciliazione fra le due comunità.

4 febbraio. Attentato dell'IRA sull'autostrada M4 in Inghilterra. Otto soldati restano uccisi.

22 febbraio. La NI (Community Relations Commission) certifica che 60.000 persone sono state costrette a lasciare le proprie case durante gli ultimi quattro anni.

14-15 maggio. La UWC (13) proclama una serie di scioperi contro l'accordo di Sunningdale (14).

17 maggio. Due auto-bombe esplodono a Dublino e Monaghan, nella Repubblica Irlandese, uccidendo 27 persone e ferendone più di 100. I lealisti ne sono ritenuti responsabili.

18-27 maggio. La UWC proclama uno sciopero generale in Irlanda del Nord, con blocchi stradali, mentre le truppe britanniche occupano la raffineria della British Pretoleum. Black-out elettrici.

28 maggio. Gli scioperi e le agitazioni mettono in crisi l'esecutivo del governo dell'Irlanda del Nord.

18 agosto. Diciannove prigionieri dell'IRA Provisional fuggono dalla prigione di Portlaoise, nella Repubblica Irlandese.

5 ottobre. A Guilford, in Inghilterra, muoiono 5 persone e 54 restano ferite nello scoppio di bombe in due pubs.

15 ottobre. Prigionieri Repubblicani del campo di concentramento di Long Kesh danno fuoco alle baracche nei loro recinti. Comincia una battaglia campale con le forze di sicurezza, dopo la quale, 300 prigionieri si rifugiano all'interno dei recinti dei lealisti fino alla negoziazione, da parte del capo lealista John McKeague, di un passaggio di sicurezza per i prigionieri repubblicani.

17 novembre. In un programma della TV irlandese, il capo di Stato Maggiore dei Provisionals, riferendosi alla campagna di attentati in Gran Bretagna, dichiara: «Noi attacchiamo gli obiettivi economici, militari, politici e giudiziari, quantunque l'IRA non abbia nulla contro gli inglesi, poiché è da tempo che essi pagano il prezzo di una guerra fatta in loro nome in Irlanda».

21 novembre. Bombe dell'IRA in due locali pubblici a Birmingham, in Gran Bretagna, causano 19 morti e 182 feriti. Vengono arrestati cinque nord-irlandesi residenti a Birmingham sul traghetto Heysham-Belfast. Essi vengono accusati degli omicidi ma, con una telefonata del primo dicembre, l'IRA rivendica gli attentati dichiarando che i cinque sono estranei all'organizzazione.

29 novembre. L'Atto di Prevenzione del Terrorismo diventa legge.

8 dicembre. Si costituisce l'Irish Republican Socialist Party (IRSP) che nasce dalla scissione di gruppi della sinistra dall'IRA Official Sinn Fein.

20 dicembre. Il Consiglio dell'IRA Provisional annuncia il cessate il fuoco dal 22 dicembre al 2 gennaio.

1975

2 gennaio. L'IRA Provisional comunica di voler prolungare il cessate il fuoco di Natale di 14 giorni.

19 gennaio. Marce per la pace a Dublino e Belfast con la partecipazione di 10-20.000 persone.

26 gennaio. Marce per la pace a Derry (10.000 persone) e a Newry (3.000 persone).

9 febbraio. Il Consiglio dell'IRA Provisional annuncia che «le ostilità contro le forze della Corona» saranno sospese dal 10 febbraio.

26 febbraio. L'UDA annuncia la formazione di proprie squadre di vigilanza nelle zone lealiste, a meno che non vengano introdotti normali pattugliamenti di polizia nelle zone repubblicane.

18 marzo. Le sorelle Price, condannate per la loro partecipazione all'attentato dinamitardo a Londra del marzo 1973, vengono trasferite nel carcere di Armagh. Avevano iniziato uno sciopero della fame durato 206 giorni (per 167 dei quali avevano subito l'alimentazione forzata).

5 aprile. Riprendono gli scontri armati tra cattolici e protestanti: 2 persone muoiono a Belfast per lo scoppio di una bomba in un bar cattolico mentre, poche ore dopo, viene lanciata una bomba in una taverna della Shankill Road, che provoca la morte di 5 protestanti.

Agosto. Membri dell'IRA Provisional, in disaccordo con il cessate il fuoco, escono dall'organizzazione per aderire all'INLA (Irish National Liberation Army) il braccio armato dell'IRSP, diventato operativo in luglio.

23 settembre. Dopo l'esplosione di 18 bombe in tutta la provincia, l'IRA nega, a Dublino, che la tregua sia finita.

25 settembre. I Provisionals denunciano soprusi da parte dell'esercito inglese nei confronti dei civili e avvertono che l'IRA si mobiliterà contro la violazione della tregua.

4 novembre. Il Segretario di Stato del governo britannico per il Nord Irlanda, Merlyn Rees, annuncia a Westminster l'abolizione dello statuto di prigioniero politico. Questa abolizione fa parte della politica di "criminalizzazione" del governo inglese, che ha lo scopo di presentare l'IRA come un gruppo di criminali senza alcuna rappresentatività o legittimazione. Un'ulteriore sviluppo di questa politica è il processo cosiddetto di "ulsterizzazione", con il quale l'esercito britannico viene gradualmente ritirato dalle prime linee nella lotta contro l'IRA per essere sostituito dalla RUC.

1976

5 gennaio. Dopo un attacco di un gruppo che si dichiara appartenente alla "Republican Action Force" (nel corso del quale vengono uccisi 10 protestanti) il governo britannico decide l'invio di 600 uomini del battaglione delle "Teste di cuoio" ad Armagh sud.

7 gennaio. Unità delle Special Air Service (SAS) vengono inviate dal governo britannico per pattugliamento nell'area di Armagh sud.

12 febbraio. In Inghilterra un prigioniero politico dell'IRA, Frank Stagg, in sciopero della fame, muore nella prigione di Wakefield. Aveva cominciato lo sciopero della fame quando era stata respinta la sua richiesta di trasferimento in un carcere del Nord Irlanda. Alla sua morte seguono violenti scontri a Belfast.

1° marzo. Con l'abolizione dello statuto di prigioniero politico, ogni prigioniero accusato di un qualsiasi delitto, viene trattato come un criminale comune. Per rendere operativa questa decisione del governo britannico, il carcere di Long Kesh viene diviso in due-blocchi-separati :

- il Maze (Compound), con capannoni tipo Nissen, conosciuto come "le gabbie", che continuerà ad accogliere i prigionieri, in progressiva diminuzione, condannati prima dell'abolizione dello statuto di prigioniero politico;

- il Maze (Cellular), un nuovo complesso di edifici costruiti a forma di "H" ( Blocchi H), che accoglierà la nuova ondata di detenuti.

8 aprile. L'uccisione di una guardia carceraria segna l'inizio di una campagna dell'IRA per l'eliminazione dei secondini, come ritorsione per l'abolizione dello statuto di prigioniero politico.

6 maggio. Nella Repubblica Irlandese il Progetto di legge per la criminalità, redatto per consentire l'estradizione di prigionieri accusati di terrorismo dalla Gran Bretagna all'Irlanda e viceversa, diventa legge.

26 luglio. I prigionieri repubblicani e lealisti attuano una protesta unitaria contro le perquisizioni corporali.

26 agosto. La Commissione Europea dei Diritti Umani accusa il governo britannico d'impiegare la tortura, dopo l'introduzione dell'internamento nell'agosto 1971.

16 settembre. Ciaran Nugent, un membro dell'IRA arrestato in maggio, il primo prigioniero politico accusato di terrorismo dopo l'abolizione dello statuto di prigioniero politico, rifiuta di indossare la divisa del carcere e ritorna in cella avvolto solo in una coperta, dando inizio alla "protesta delle coperte". Nel maggio 1977, 80 prigionieri attueranno la "protesta delle coperte".

Novembre. Il Consiglio dell'esercito dell'IRA Provisional approva la costituzione di un'organizzazione supplementare nel Nord, il Comando del Nord, che terrà il suo primo convegno nel corso del mese. Alla base di questa decisione ci sono la disillusione, fra le file dell'IRA, rispetto alla tregua, che è costantemente rotta dalle unità del Nord e il declino dell'autorità della leadership del Sud di O'Bradaigh e O'Connaill.

21 dicembre. La percentuale di disoccupazione nell'Irlanda del Nord (10,4%) è la più alta da 36 anni a questa parte.

1977

2 febbraio. L'IRA Provisional elimina il capo della Du Pont Corporation a Derry e due industriali nelle settimane seguenti. In un comunicato successivo l'IRA dichiara: «In tutti i casi, gli uomini che abbiamo eliminato, giocavano un ruolo fondamentale nello sforzo di stabilizzare l'orientamento britannico nell'economia delle 6 Contee».

29 aprile. I lavoratori dei Cantieri Navali di Belfast votano contro la proposta di sciopero del reverendo Ian Paisley che chiede maggiori garanzie per una campagna di sicurezza contro l'IRA. Paisley decide comunque di indire lo sciopero.

13 maggio. A causa del mancato appoggio della maggioranza della classe operaia dei Cantieri Navali lo sciopero si conclude con un fallimento.

26 luglio. La disoccupazione nell'Irlanda del Nord è del 13%. La più alta dal 1938.

5 ottobre. Il leader dell'IRSP viene assassinato nella sua autovettura a Dublino.

1978

18 gennaio. La Corte Europea dei Diritti Umani di Strasburgo dichiara che i metodi usati, nel 1971, nel corso degli interrogatori degli internati, pur non costituendo metodi di tortura, sono stati "inumani e degradanti".

22 gennaio. Mille persone partecipano ad una conferenza "contro la repressione" tenuta a Coalisland, organizzata da Bernadette MacAliskey e da altri membri del Comitato d'Azione dei Familiari di Tyrone (questo Comitato è stato costituito nel 1976 per rendere pubblica la questione del Blocco H) in cui si decide l'organizzazione di marce e mozioni a sostegno dei prigionieri.

Marzo. Nel carcere di Maze, in uno scontro tra i prigionieri e la direzione, i prigionieri rifiutano di lasciare le loro celle per andare nei bagni. Questo avvenimento segna l'inizio della "protesta della pulizia". In seguito a ciò, nel corso di un'accesa discussione per lo svuotamento dei buglioli, i prigionieri imbrattano i muri di escrementi ed ha inizio "la protesta della sporcizia" che coinvolge nell'estate 250 prigionieri repubblicani.

10 maggio. Nel centro interrogatori di Castlereagh viene trovato impiccato nella sua cella, Brian McGuire, un prigioniero repubblicano. La RUC parla di suicidio. Scontri per tre notti fanno seguito alla notizia della morte. Il 12 maggio il capo della polizia annuncia l'apertura di un'inchiesta.

13 giugno. Amnesty International, in un rapporto sul trattamento dei sospetti, trova prove consistenti dei maltrattamenti della RUC sugli abiti degli arrestati.

18 dicembre. L'IRA Provisional lancia attacchi in cinque città inglesi ed auto-bombe esplodono a Londra.

1979

11 marzo. L'ufficiale di Medicina Legale del centro interrogatori di Castlereagh ed il capo ufficiale medico del centro interrogatori di Armagh rassegnano le proprie dimissioni dichiarando di non poter più lavorare in quelle condizioni (il primo ha dichiarato di aver rilevato evidenti segni di tortura da parte della RUC su più di 150 persone).

16 marzo. Il governo è costretto a pubblicare la dettagliata Relazione Bennet sulle "Procedure di interrogatorio della polizia in Irlanda del Nord" dal quale risulta che «esistono prove di prima mano che i maltrattamenti hanno avuto luogo».

22 marzo. L'IRA rivendica l'uccisione, all'Aia, dell'ambasciatore britannico.

31 marzo. L'INLA rivendica l'attentato con il quale viene ucciso a Londra, all'uscita dalla Camera dei Comuni, Airey Neave, portavoce del Partito Conservatore per l'Irlanda del Nord.

27 agosto. Nelle vicinanze di Sligo, nella Repubblica Irlandese, l'IRA fa saltare con una bomba lo yacht di Lord Mountbatton, già Capo di Stato Maggiore delle forze di sicurezza del Regno Unito e cugino della regina d'Inghilterra.

21 ottobre. Viene lanciata una nuova campagna per il ripristino dello statuto di prigioniero politico da parte del Comitato Nazionale del Blocco H, che comprende membri del Sinn Fein, dell'IRSP e Bernadette Devlin. Mentre i prigionieri lottano all'interno delle carceri per lo statuto, il Comitato decide di presentare una richiesta articolata in cinque punti che riconosca ai prigionieri i seguenti diritti:

1) di indossare i propri abiti;

2) di rifiutare il lavoro in carcere;

3) di ricevere un pacco ed una visita alla settimana;

4) il diritto alla socialità;

5) la non punibilità per la "protesta delle coperte".

3 dicembre. Il numero due della direzione del carcere di Crumlin Road viene ucciso fuori dalla sua abitazione. E' il 16° funzionario dei servizi carcerari che viene ucciso durante la campagna dell'IRA per ritorsione al rifiuto di riconoscere lo statuto di prigionieri politici.

1980

1° febbraio. Uno studio effettuato dal "Comitato per i diritti sociali e contro la povertà" di Belfast rivela che l'Irlanda del Nord è la regione più povera del Regno Unito. In giugno, un ulteriore studio del "Gruppo d'Azione contro la povertà dei giovani" afferma: «La diffusa mancanza di reddito è il prodotto dell'elevato tasso di disoccupazione, dei bassi salari, dell'aumento dei prezzi, della mancanza di case. Il problema della casa assume dimensioni uniche ed allarmanti. Recentemente, si sono persi 2.000 posti di lavoro; nel settore delle costruzioni navali e in quello tessile 16.000 posti di lavoro sono in pericolo. Secondo le stime sindacali esistono 30.000 posti di lavoro in pericolo per motivi di "esubero"».

26 marzo. Vengono fatte concessioni irrisorie rispetto alle richieste dei prigionieri del carcere di Maze: il permesso di fare sport in tuta e di ricevere una visita straordinaria al mese. I prigionieri le respingono.

21 maggio. Il primo ministro della Repubblica Irlandese Charles Haughey e il primo ministro britannico Margaret Thatcher hanno colloqui a Londra e si accordano su una più stretta cooperazione politica.

19 giugno. La Commissione Europea per i Diritti Umani respinge il ricorso dei prigionieri del carcere di Maze accusandoli di essersi "auto-inflitti" le sofferenze derivanti dalla "protesta della sporcizia" e asserendo che, secondo le leggi inglesi e internazionali, non avevano alcun diritto allo statuto di prigionieri politici.

26 giugno. La Dott.ssa Miriam Daly, membro del Comitato Nazionale del Blocco H, viene assassinata da uomini dell'UFF (15).

10 ottobre. Poiché la campagna per il Blocco H ristagna, i prigionieri del carcere di Maze annunciano che inizieranno uno sciopero della fame il 27 ottobre.

15 ottobre. Due esponenti di primo piano dell'IRSP vengono assassinati da uomini dell'UFF.

23 ottobre. Il NIO (Ufficio per l'Irlanda del Nord) annuncia che i prigionieri nell'Irlanda del Nord saranno costretti ad indossare la divisa carceraria. I prigionieri rifiutano questa misura.

27 ottobre. Sette prigionieri repubblicani rifiutano il cibo per il primo giorno del loro "digiuno fino alla morte". I prigionieri coinvolti nella "protesta della sporcizia" sono ora 342.

28 ottobre. La Thatcher dichiara che non verrà accordato lo statuto di prigioniero politico ai prigionieri in sciopero della fame.

2 novembre. Il Provisional Sinn Fein organizza manifestazioni, da un capo all'altro dell'Irlanda, a sostegno della lotta dei prigionieri del Blocco H. Il presidente del Sinn Fein, O'Bradaigh, si riferisce al problema delle carceri come a "una resa dei conti con l'imperialismo".

4 dicembre. Il Segretario di Stato britannico dichiara alla Camera dei Comuni che non ci saranno concessioni per i prigionieri in sciopero della fame.

8 dicembre. La Thatcher ed altri membri del governo britannico si incontrano con il primo ministro del governo irlandese per aggiornare la situazione dei rapporti anglo-irlandesi.

15 dicembre. Ventitré prigionieri si uniscono allo sciopero della fame (tre donne del carcere di Armagh si erano unite il primo dicembre).

16 dicembre. Altri sette prigionieri si uniscono allo sciopero della fame.

18 dicembre. I primi sette prigionieri in sciopero della fame, ritenendo possibile un accordo con l'Ufficio per l'Irlanda del Nord, interrompono il digiuno.

1981

1-26 gennaio. Membri della RUC, del'UDR e dell'esercito britannico (oltre ad un uomo denunciato dall'IRA come informatore) vengono uccisi nel corso di diversi attacchi dell'IRA. Il 21 gennaio l'IRA elimina anche Norman Stronge, già portavoce del Parlamento di Stormont.

27 gennaio. Novantasei prigionieri repubblicani dopo il rifiuto, da parte delle autorità, alla loro richiesta di indossare i propri abiti, distruggono i mobili e fracassano le finestre delle proprie celle.

5 febbraio. L'Ufficio Stampa Repubblicano di Belfast annuncia che il primo marzo avrà inizio un nuovo sciopero della fame.

1° marzo. Cinque anni dopo l'abolizione dello statuto di prigioniero politico, Bobby Sands, condannato a 14 anni di carcere, inizia lo sciopero della fame. Il giorno successivo, la "protesta della sporcizia" diventa secondaria rispetto allo sciopero della fame.

15 marzo. Francis Hughes, condannato per omicidio, si unisce allo sciopero della fame.

22 marzo. Raymond McCreesh e Patsy O'Hara, membri dell'INLA, si uniscono alla sciopero della fame.

26 marzo. Bobby Sands viene candidato nelle elezioni di Fermanagh/South Tyrone.

9 aprile. Bobby Sands riceve oltre 30.000 voti.

23 aprile. I lealisti riorganizzano l'Ulster Army Council, un organismo di coordinamento delle formazioni paramilitari lealiste.

25 aprile. I prigionieri del carcere di Maze, rifiutano di incontrare una delegazione della Commissione Europea per i Diritti Umani, perché questa non ha accettato alcune condizioni poste da loro affiché l'incontro avesse luogo.

5 maggio. Bobby Sands muore dopo 66 giorni di sciopero della fame.

7 maggio. Centomila persone partecipano al funerale di Bobby Sands a Belfast.

12 Maggio. Francis Hughes muore dopo 59 giorni di sciopero della fame. Scontri a Belfast e Dublino.

17 maggio. Il Segretario Generale di Amnesty International dichiara di non riconoscere i prigionieri in sciopero della fame come "prigionieri di opinione" ed afferma che conseguentemente non verranno appoggiati.

21 maggio. Raymond McCreesh e Patsy O'Hara, che avevano iniziato insieme lo sciopero della fame, muoiono entrambi al loro 61° giorno di sciopero.

11 giugno. Nelle elezioni generali della Repubblica Irlandese vengono eletti due prigionieri del carcere di Maze. Garrett Fitzgerald diventa primo ministro dell'Irlanda del Nord.

4 luglio. I prigionieri politici emettono un comunicato che spiega come essi non si considerino una "categoria speciale di prigionieri": «E' falso, da parte del governo britannico, affermare che stiamo lottando per un trattamento differenziato dagli altri prigionieri. Vogliamo l'accoglimento delle cinque richieste per tutti i prigionieri».

8 luglio. Joe McDonnel muore al 61° giorno di sciopero della fame.

13 luglio. Martin Hurson è il sesto prigioniero che muore nel corso dello sciopero della fame.

29 luglio. Jerry Adams, vice presidente del Sinn Fein, visita i prigionieri che stanno attuando lo sciopero della fame nel carcere di Maze, spiegando loro che la protesta stava diventando politicamente inefficace ed elencando le concessioni che il governo avrebbe fatto qualora lo sciopero fosse stato interrotto. Afferma inoltre che il movimento repubblicano avrebbe accolto con favore la fine dello sciopero della fame da parte dei prigionieri. I prigionieri rifiutano di interrompere lo sciopero.

1° agosto. Kevin Lynch muore al 71° giorno di sciopero della fame.

2 agosto. Kieran Doherty muore al 73° giorno di sciopero della fame.

5 agosto. In Irlanda del Nord si verifica il più alto numero di attentati con bombe degli ultimi due anni.

8 agosto. Tom McElwee muore al 62° giorno di sciopero della fame.

20 agosto. Michael Devine, militante dell'INLA, muore al 60° giorno di sciopero della fame. Si tratta del decimo prigioniero che muore durante lo sciopero della fame.

6 settembre. Lawrence McKeown, al 70° giorno di sciopero della fame riceve cure mediche su pressioni della famiglia.

Marzo-settembre. Dall'inizio dello sciopero della fame si sono intensificati gli attacchi armati di unità dell'IRA Provisional e dell'INLA contro l'esercito britannico, la RUC e i corpi paramilitari lealisti. L'IRA ha inoltre eliminato diversi informatori della polizia.

3 ottobre. Termina lo sciopero della fame dei prigionieri.

6 ottobre. Il Segretario di Stato annuncia modifiche al regime carcerario: tutti i prigionieri potranno indossare i propri abiti; socialità nel Blocco H; concessione di un maggior numero di visite.

Novembre. I corpi paramilitari protestanti si riorganizzano mentre Paisley, in un raduno di massa dei suoi sostenitori, afferma che i suoi uomini sono pronti al reclutamento "nelle forze della Corona" per distruggere l'IRA. Sostiene, inoltre, che se il governo britannico non recluterà i lealisti essi sono pronti ad operare da soli per sterminare l'IRA.

1982

24 maggio. La De Lorean Motor Cars annuncia la chiusura della fabbrica: 1.500 operai perdono il posto di lavoro.

8 luglio. La Relazione Preliminare del Censimento del 1981 rivela che 133.727 persone (un numero doppio rispetto ai 10 anni precedenti) hanno lasciato la provincia dal 1971.

20 luglio. Bombe dell'IRA esplodono presso le caserme della Household Cavalry e a Regent's Park.

11 novembre. Tre membri disarmati dell'IRA vengono assassinati dalla polizia ad un posto di blocco nei pressi di Lurgan.

16 novembre. L'IRA elimina Lenny Murphy, conosciuto come il capo della "banda dei macellai" della protestante Shankill Road.

6 dicembre. Attentato dell'INLA in una discoteca della Contea di Derry. Muoiono 12 soldati e 5 civili.

12 dicembre. Due membri dell'INLA vengono uccisi dalla RUC ad un posto di blocco nei pressi di Armagh. Si moltiplicano le uccisioni a freddo ai posti di blocco, da parte della polizia.

14 dicembre. Il segretario di Stato britannico ammette l'esistenza di squadre anti-terrorismo.

1983

9 giugno. Nelle elezioni generali del Regno Unito, il Sinn Fein aumenta a 103.000 (13,4%) il numero dei voti e Gerry Adams viene eletto deputato a Belfast Ovest.

25 settembre. Nella più grossa evasione nella storia delle prigioni britanniche, 38 prigionieri repubblicani evadono dal carcere di Maze. 19 di essi vengono catturati poco dopo.

13 novembre. Gerry Adams viene eletto presidente del Sinn Fein al Congresso del partito.

7 dicembre. Il portavoce degli Affari Interni dell'OUP (16) viene ucciso dall'IRA.

17 dicembre. Un'auto-bomba dell'IRA esplode davanti ai magazzini Harrods a Londra provocando 8 morti e 80 feriti.

1984

6 marzo. L'assistente del governatore del carcere di Maze viene ucciso dall'IRA.

14 marzo. Gerry Adams e altri tre membri del Sinn Fein vengono feriti con un'arma da fuoco mentre ritornano in Falls Road, da uomini della UFF.

17 marzo. Dominic McGlincy, membro di un'organizzazione repubblicana, viene arrestato nella Repubblica Irlandese. E' il primo prigioniero di un'organizzazione repubblicana che verrà estradato nell'Irlanda del Nord.

1° giugno. Nel corso della visita del presidente USA Ronald Reagan, 10.000 persone manifestano contro la politica estera americana.

6 settembre. Il governo britannico annuncia la decisione di sospendere i sussidi all'industria del gas dell'Irlanda del Nord. Questo porterà la perdita di 1000 posti di lavoro.

12 ottobre. In Inghilterra, una bomba dell'IRA esplode al Grand Hotel di Brighton, dove si tiene il Congresso del Partito Conservatore al governo. Rimangono uccise 5 persone. La Thatcher sfugge a mala pena all'attentato. In un comunicato, l'IRA dichiara: «Oggi siamo stati sfortunati ma, ricordate, un'altra volta possiamo essere fortunati».

22 ottobre. La Commissione Europea per i Diritti Umani dichiara che 99.000 pallottole di plastica sono state sparate dalla polizia e dall'esercito britannico nell'Irlanda del Nord, provocando 13 morti.

19 novembre. Vertice anglo-irlandese a Londra. Secondo il parere della Thatcher, si è trattato di un incontro "completo, franco e molto realistico". Il giorno successivo, a Dublino, il primo ministro irlandese viene accusato di essere responsabile della «più grande umiliazione subita dalla Repubblica Irlandese nella sua storia recente, a causa della sua abbietta capitolazione all'intransigenza britannica».

4 dicembre. Il segretario di stato britannico informa l'Assemblea dell'Irlanda del Nord che se non fosse stato in grado di trovare una soluzione al problema costituito dalla comunità nazionalista, il governo britannico avrebbe continuato i colloqui con Dublino passando sopra la sua testa.

1985

28 febbraio. L'IRA attacca a colpi di mortaio la stazione della RUC a Newry uccidendo nove ufficiali. Successivamente l'IRA annuncia che chiunque avesse collaborato alla ricostruzione della stazione sarebbe stato eliminato.

15 maggio. Nelle elezioni del governo locale, il Sinn Fein conquista 59 seggi su 566.

15 novembre. Viene firmato a Hillsborough l'accordo anglo-irlandese fra la Thatcher ed il primo ministro irlandese. L'accordo riconosce alla Repubblica Irlandese un importante ruolo consultivo nelle questioni dell'Irlanda del Nord, con la costituzione di una conferenza inter-governativa. L'accordo verrà approvato il 21 novembre dal Parlamento irlandese ed il 27 novembre dalla Camera dei Comuni della Gran Bretagna.

23 novembre. Una massiccia dimostrazione dei lealisti contro l'accordo (da 40.000 a 100.000 persone) ha luogo a Belfast.

11 dicembre. Si tiene la prima sessione della Conferenza anglo-irlandese al castello di Stormont, sotto la stretta sorveglianza della polizia. Duemila operai partecipano ad una marcia di protesta contro la Conferenza.

1986

Febbraio-giugno. I lealisti riprendono gli attacchi armati contro la comunità cattolica ed attaccano anche la RUC che considerano il braccio armato a sostegno dell'accordo anglo-irlandese da essi rifiutato.

11-16 luglio. Settimana di scontri nelle zone protestanti di Belfast e di Portadown. Il 14 luglio abitazioni di cattolici nella Contea di Antrim vengono attaccate da 50 lealisti armati di spranghe e bastoni.

28 luglio. L'IRA Provisional emette un comunicato con il quale minaccia tutti i civili che lavorano per la RUC e per l'esercito britannico. Il Sinn Fein chiarisce, attraverso un proprio portavoce, che la responsabilità dei civili deriva dal fatto di lavorare negli uffici o nei servizi, liberando così da questi compiti il personale della RUC o dell'esercito che di conseguenza può essere impiegato in azioni di pattugliamento e di repressione.

30 luglio. L'IRA uccide un imprenditore protestante nella Contea di Tyrone. Nella rivendicazione precisa che l'imprenditore è stato giustiziato a causa della sua attività di fornitore delle forze di sicurezza.

5 agosto. In un successivo comunicato l'IRA dichiara che vuole chiarire "una volta per tutte" chi può essere considerato un obiettivo legittimo all'interno della sua campagna di annientamento. La lista comprende le persone e le attività che fanno parte "della macchina da guerra" delle forze di sicurezza e che saranno perciò "trattati come collaboratori" e che "dovranno aspettarsi di pagarne le conseguenze": imprenditori edili, domestici civili, fornitori di carburante, di generi alimentari, imprese di pulizia, addetti alle telecomunicazioni, dipendenti dei servizi navali e di bus che trasportano soldati e membri dell'UDR, fornitori di macchine e di impianti.

27 agosto. L'IRA ammonisce i medici, gli avvocati ed i preti che devono visitare le basi della RUC, ad esporre "appropriati segni di riconoscimento" sui loro veicoli ed aggiunge: «Infine, cogliamo questa occasione per mettere in guardia i venditori di automobili affinché mettano al corrente i potenziali acquirenti delle vetture che sono state precedentemente di proprietà delle forze della Corona».

2 novembre. Il Congresso del Sinn Fein approva, con la maggioranza dei due terzi, la proposta di abbandonare la politica astensionista nella Repubblica Irlandese e decide di partecipare alle elezioni. O'Bradaigh e O'Connaill, insieme ad altri 100 membri del Sinn Fein, abbandonano il Congresso in segno di protesta. Con loro escono di scena gli ultimi esponenti della vecchia leadership Provisional del Sud.

15 novembre. Massiccia manifestazione a Belfast contro l'accordo anglo-irlandese.

1987

1° maggio. Il Sinn Fein presenta le sue proposte "Scenario per la pace", con le quali chiede al governo britannico di ritirarsi dall'Irlanda del Nord e propone una Conferenza costituzionale per tutta l'Irlanda.

12 giugno. Nelle elezioni generali del Regno Unito, i voti del Sinn Fein diminuiscono dal 13,4% all'11,3%.

3 dicembre. Il Parlamento irlandese approva una nuova legge sull'estradizione per i reati di terrorismo.

1988

28 gennaio. A Londra, la Corte d'Appello respinge una eccezione della difesa dei "6 di Birmingham" contro le condanne per gli attentati di Birmingham del novembre 1974. Gli avvocati della difesa sostengono che le confessioni sono state estorte dalla polizia nel corso di interrogatori nei quali gli imputati sono stati sottoposti a torture.

6 marzo. Tre membri dell'IRA (Mairead Farrell, Daniel McCann e Sean Savage) vengono assassinati a Gibilterra da una squadra dei corpi speciali delle SAS, con il pretesto che stavano preparando un attentato. I tre sono disarmati e vengono uccisi a sangue freddo in un'imboscata. Il governo inglese sarà costretto ad aprire un'inchiesta dalla quale risulterà che si è trattato di un'operazione militare programmata a scopo di vendetta.

16 marzo. Al cimitero Milltown di Belfast, mentre è in corso il funerale dei tre membri dell'IRA assassinati a Gibilterra, un lealista lancia bombe a mano contro la folla uccidendo tre persone.

1° maggio. Tre membri della Royal Air Force vengono uccisi, in Olanda, dall'IRA nel corso di due attacchi distinti.

15 giugno. L'IRA elimina 6 soldati inglesi a Lisburn.

4 settembre. Per celebrare il 20° anniversario della prima marcia per i diritti civili viene effettuata una marcia da Coalisland a Dungannon.

8 ottobre. Una marcia ha luogo a Derry, seguendo lo stesso percorso della prima marcia per i diritti civili del 5 ottobre 1968. Gerry Adams, rivolgendosi alla folla, dice: «Vent'anni sono vent'anni di troppo. E' ora che gli inglesi se ne vadano, ma essi non se ne andranno se noi non li costringeremo ad andarsene. Noi non possiamo fa altro che avanzare. Essi non possono fare altro che andare a casa loro».

1989

10 agosto. In una delle prime manifestazioni a Belfast per il 20° anniversario dell'occupazione dell'Irlanda del Nord da parte delle truppe britanniche, un ragazzo di 15 anni è assassinato dalla polizia, che spara pallottole di plastica contro i manifestanti. E' la 17° persona uccisa dalle pallottole di plastica dal 1969.

13-14 agosto. A Belfast e a Derry (ed in altre località dell'Irlanda del Nord) il Movimento Repubblicano organizza grandi manifestazioni per il 20° anniversario dell'occupazione da parte delle truppe britanniche. In particolare, a Belfast, nel quartiere cattolico di Falls Road, si svolge un'imponente manifestazione con la partecipazione di oltre 20.000 persone. Intervengono esponenti del Movimento di Liberazione Nazionale Basco, del Fronte di Liberazione Corso, dei Comitati di sostegno alla lotta del popolo nord-irlandese di diverse parti del mondo nonostante l'imponente spiegamento di forze e di mezzi blindati messo in atto, in quei giorni, dalle truppe di occupazione britanniche, appoggiate dalla RUC e dall'UDR. Contemporaneamente, la stampa del Movimento Repubblicano mette in evidenza il completo fallimento della politica dell'imperialismo britannico a 4 anni dalla firma dell'accordo anglo-irlandese.

20 settembre. L'IRA Provisional rivendica l'attentato alla caserma dei Royal Marines inglesi a Deal, nel Kent, in Inghilterra, nel quale muoiono 10 militari e 22 restano feriti.

21 settembre. Vengono alla luce sulla stampa internazionale i particolari di uno "scandalo" che coinvolge le forze di sicurezza dell'Irlanda del Nord: i fascicoli relativi a persone sospettate di appartenere all'IRA sono scomparsi dagli archivi e sono finiti nelle mani di sicari di gruppi armati unionisti. Sono già sei i fascicoli scomparsi. Sarebbero almeno 74 i nomi di sospetti membri dell'IRA finiti nelle mani dei gruppi paramilitari unionisti.

18 ottobre. La stampa dà notizia di un avvenimento che smaschera ancora una volta il funzionamento della "giustizia" inglese nel suo tentativo di coprire la politica imperialista britannica nell'Irlanda del Nord: la magistratura britannica ha riconosciuto l'innocenza di quattro irlandesi condannati nel 1975 e che hanno già scontato 14 anni di carcere per attentati mai compiuti a Guilford, in Inghilterra. Le confessioni, sulla base delle quali i quattro sono stati condannati, sono state loro estorte con la tortura nel corso degli interrogatori. Il caso, noto come "Guilford four" (i quattro di Guilford), presenta delle similitudini con quello dei "6 di Birmingham", se non altro per le modalità di gestione da parte della polizia e della magistratura britanniche.

Note

(1) Questa legge, approvata nel 1922, che doveva avere un carattere provvisorio, fu poi resa permanente e conosciuta come "Legge antiterrorismo". Essa conferisce alla polizia e all'esercito poteri eccezionali di perquisizione, arresto e detenzione senza processo (internamento, censura sulle pubblicazioni, confisca di proprietà, pene corporali inflitte ai prigionieri, rifiuto agli accusati del diritto ad un regolare processo. Gli arrestati possono persino essere privati del diritto di vedere e comunicare con la propria famiglia). Questa legislazione è stata spesso citata dai ministri del Sud Africa a giustificazione delle proprie leggi repressive nei confronti della comunità nera.

(2) "Ulster Protestant Volunteers", sono i sostenitori del reverendo Ian Paisley, il rappresentante del settore più oltranzista degli unionisti protestanti.

(3) "Royal Ulster Constabulary", la polizia dell'Irlanda del Nord, formata esclusivamente da protestanti.

(4) "B Specials", polizia irregolare protestante. Fu sciolta nel 1969 dopo l'occupazione militare britannica.

(5) "Ulster Special Constabulary", altro gruppo paramilitare irregolare costituito da attivisti unionisti.

(6) "Apprentice Boys", (I giovani Apprendisti di Derry), antica organizzazione che fa parte dell'Ordine Orangista. Il nome si riferisce all'anno 1689, quando i giovani apprendisti di Derry difesero la città contro le truppe del re cattolico Giacomo II. Il 13 agosto ricorre la commemorazione di quell'avvenimento.

(7) E' un quartiere di case popolari di Belfast, dove vivono famiglie della comunità cattolica.

(8) "Sinn Fein" ("noi da soli"), è la più antica organizzazione nazionalista irlandese. E' stata fondata nel 1907. All'indomani della sanguinosa rivolta di Pasqua a Dublino (1916) divenne la maggiore organizzazione nazionalista repubblicana. Di fronte ai progroms delle bande paramilitari unioniste appoggiate dalla polizia, il Sinn Fein, nel corso del suo Congresso dell'11 gennaio 1970, si divise in una maggioranza (Sinn Fein Provisional) decisa a rilanciare la lotta armata per difendere la comunità cattolica e in una minoranza (Sinn Fein Official), che aveva invece deciso di abbandonare le armi e di giungere ad un compromesso con il governo britannico e gli unionisti.

(9) "Ulster Defence Regiment", corpo paramilitare legato all'esercito britannico, del quale fanno parte i membri dei "B Specials", la polizia irregolare protestante sciolta alla fine del 1969.

(10) Attualmente l'Irlanda è divisa in due parti: la Repubblica d'Irlanda (EIRE), costituita da 26 Contee e il Nord Irlanda ("Ulster" nella dizione usata dagli unionisti protestanti e dagli inglesi), costituito da 6 Contee sotto l'occupazione militare britannica.

(11) "People's Democracy", gruppo di ispirazione socialista che si è battuto in prima fila nella "Associazione per i Diritti Civili in Irlanda del Nord" (NICRA). Costituito prevalentemente da studenti ed intellettuali.

(12) "Ulster Defence Association", rappresenta il gruppo più numeroso delle organizzazioni paramilitari protestanti. E' costituito in larga misura da operai protestanti. E' presente in modo massiccio a Belfast dove ha assunto, seppure in modo contraddittorio, posizioni anti-britanniche.

(13) "Ulster Workers Council" (Consiglio dei lavoratori dell'Ulster), struttura sindacale in cui sono organizzati i lavoratori protestanti. L'UWV è un'organizzazione molto eterogenea. I dirigenti dell'ala destra degli unionisti, Paisley e Craig, riuscirono ad assumerne la direzione nel corso dello sciopero generale dell'estate del 1974, gestendolo come sciopero anti-cattolico.

(14) A Sunningdale, in Inghilterra, nel dicembre del 1973 si svolse una conferenza fra i rappresentanti del governo britannico, quelli del governo della Repubblica d'Irlanda e quelli del governo di Stormont dell'Irlanda del Nord (questi ultimi del Partito Unionista e del SDPL). Nei piani del governo britannico, la conferenza di Sunningdale aveva lo scopo di piegare tutta l'opposizione dell'Irlanda del Nord e del Sud, all'interno dell'apparato di dominio dell'imperialismo britannico, per perpetuare il controllo del capitale multinazionale inglese sull'economia irlandese.

(15) "Ulster Freedom Fighters", ennesimo gruppo paramilitare costituito da protestanti e attivo dalla fine del 1979.

(16) "Official Unionist Party" (Ufficio del Partito Unionista), il principale partito dei lealisti che raggruppa i settori politici protestanti rappresentati nel Parlamento dell'Irlanda del Nord. Il termine "unionista" si riferisce al programma politico del partito, che si batte per mantenere le 6 Contee dell'Irlanda del Nord all'interno del Regno Unito.

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