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IL BOLLETTINO DEI COMITATI CONTRO LA REPRESSIONE

DOCUMENTI DALLE CARCERI

NOTIZIE EUROPA

IL BOLLETTINO: NOTIZIE EUROPA

Spagna:

CONTRO LA DISPERSIONE, RAGGRUPPAMENTO!

Solidarietà Proletaria n. 10, ottobre '89, ha pubblicato tre documenti sullo sciopero della fame che i militanti del PCE(r) e dei GRAPO hanno iniziato il 21 agosto scorso.

Gli stessi militanti del PCE(r) e dei GRAPO, in un comunicato del 25/9/'89, annunciavano la fine dello sciopero della fame dopo aver raggiunto, mediante un accordo con la Direzione Generale degli Istituti Penitenziari, gli obiettivi che con lo sciopero della fame si erano proposti: cioè il raggruppamento e migliori condizioni di carcerazione.

A distanza di poco più di un mese, il governo del PSOE è già venuto meno alla parola data e il processo di dispersione dei prigionieri politici è tuttora in atto, come risulta da un nuovo comunicato dei prigionieri del carcere di Soria, che pubblichiamo qui di seguito.

La notte del 9 novembre scorso, quattro militanti del PCE(r) e del GRAPO incarcerati a Soria, quattro prigioniere della stessa organizzazione rinchiuse a Carabanchel-femminile e un compagno prigioniero a Daroca sono stati trasferiti in altre prigioni.

Il giorno seguente, sette nostri compagni reclusi nell'ospedale penitenziario di Carabanchel - dove erano stati trasferiti in seguito ad un prolungato sciopero della fame che aveva impegnato le Istituzioni Penitenziarie a garantire a tutti loro il raggruppamento in uno stesso carcere in dignitose condizioni di prigionia - sono stati dispersi in sette carceri differenti.

Questa è la maniera in cui il Governo del PSOE rispetta gli accordi presi e mantiene le sue promesse. E non è neppure casuale che abbiano trasferito gli otto compagni che, in altre carceri, avevano iniziato lo sciopero della fame in solidarietà con quello che si stava svolgendo ad Almeria. Con questa rabbiosa azione di rappresaglia il poliziotto Corcuera e i suoi complici ci vogliono ricattare avvisandoci che ogni forma di solidarietà sarà punita senza mezzi termini. Questi mezzi usati contro di noi sono parte integrante della repressione generalizzata contro gli scioperanti, i giovani e i contadini, nella piena applicazione del "patto di forza" propugnato dal Governo di Felipe Gonzales dopo le elezioni e che consiste in un progressivo impoverimento di tutti i lavoratori e nella liquidazione di ogni forma di antagonismo e di resistenza.

Dopo i trasferimenti realizzati a partire dal 1987, la situazione è andata aggravandosi in tutte le prigioni, con drastici ridimensionamenti degli spazi comuni, restrizioni nelle comunicazioni verso l'esterno fino al blocco totale delle comunicazioni, maltrattamenti e provocazioni continue, minacce di morte e di creazione di un GAL carcerario, censura della posta, ecc. Tutto questo avviene sempre più frequentemente ponendoci in condizioni di sempre maggiore debolezza. In tutte le prigioni dove sono stati trasferiti i nostri compagni è stato impossibile, sin dal primo momento, svolgere un'attività organizzata di lavoro e di studio, a causa degli impedimenti e delle provocazioni quasi quotidiane che l'amministrazione carceraria ci applica su ordine del Ministero degli Interni. Le costanti persecuzioni, le pressioni e l'isolamento in carceri diverse sono i principali motivi per i quali è praticamente impossibile, malgrado la decisa resistenza dei prigionieri politici dispersi, conquistare e consolidare, in queste carceri, condizioni dignitose di carcerazione.

Se fino ad ora nella prigione di Carabanchel e Soria siamo riusciti a mantenere condizioni di vita minimamente dignitose, le ultime rappresaglie, prima e dopo la manovra elettorale, stanno a dimostrare che subiremo presto nuove azioni repressive, volte a liquidare le conquiste ottenute in tanti anni di lotta e sacrifici di tutto il nostro collettivo.

L'obiettivo che persegue lo Stato ricorrendo a questi mezzi è la liquidazione dei collettivi dei prigionieri politici, per impedirci di conservare e difendere i nostri ideali rivoluzionari, per favorire la resa e la partecipazione alla politica di reinserimento "graduale" di recente scoperta. Tutto questo dopo aver creato condizioni di debolezza e di isolamento totali tra noi stessi e il movimento di solidarietà nel paese. Però noi prigionieri rivoluzionari non resteremo con le mani in mano mentre il PSOE continua ad attaccarci con la sua politica di ricatto e di annientamento. Al contrario la resistenza nelle carceri deve, a partire da ora, passare ad una nuova fase, radicandosi come unica soluzione possibile di fronte a queste persecuzioni e rivendicando il raggruppamento dei prigionieri politici negli stessi collettivi che stanno ora disgregando e nelle stesse condizioni di carcerazione che abbiamo avuto finora. Condizioni che ci permettano cioè di lavorare, studiare e vivere in maniera minimamente dignitosa dentro le prigioni.

Inizia dunque una battaglia che si può prevedere dura e difficile nella quale è possibile che qualcuno di noi rischi la salute e la vita; è chiaro tuttavia che non ci lasciano nessuna altra via d'uscita e che solo il raggruppamento può garantire il rispetto della nostra integrità fisica e politica. Per questo ci appelliamo alla vostra solidarietà e a quella di tutti i compagni che lottano e che lavorano tra le masse, perché solo con il vostro appoggio potremo sconfiggere i piani criminali dello Stato del PSOE; solo la solidarietà può contrastare e vincere i piani della borghesia, come è stato dimostrato con lo sciopero della fame dei compagni di Almeria, che, prima delle elezioni, ha costretto il Governo a ridimensionare i suoi progetti. Non a caso i fascisti del PSOE temono, come hanno dimostrato chiaramente con questi trasferimenti, qualsiasi idea e pratica di solidarietà.

Compagni: solo il raggruppamento, che poggi su basi solide, può garantire la vita e la dignità dei prigionieri politici. Siamo assolutamente coscienti della nostra condizione di ostaggi nelle mani dello Stato, ma siamo altrettanto coscienti, per esperienza di lunghi anni di lotta, che con una decisa resistenza nel paese e nelle prigioni potremo raggiungere questo obiettivo.

Il raggruppamento è una necessità urgente per tutti i prigionieri politici, sia per noi comunisti, che per gli anarchici o i nazionalisti baschi, catalani e galiziani. Per questa ragione ci rivolgiamo a tutti, alle diverse organizzazioni di solidarietà e antirepressive, a tutti i nostri amici, per invitarli a lavorare unitariamente per la realizzazione di questo obiettivo comune, denunciando i piani governativi tesi alla nostra liquidazione, solidarizzando con i compagni e la compagne trasferiti, assicurandogli il loro appoggio e promuovendo l'organizzazione di altre persone attorno alle iniziative volte a raggiungere l'obiettivo del raggruppamento.

Vi proponiamo la formazione di Comitati pro-raggruppamento di tutti i prigionieri politici o di organismi similari che raggruppino tutte quelle persone disposte ad offrirci la loro solidarietà e a partecipare alla lotta per il raggruppamento, coordinando e potenziando tutte le iniziative e le attività che si svilupperanno in questo senso.

Basta con l'isolamento e lo sterminio dei prigionieri politici!

Contro la dispersione, lotta per il raggruppamento!

Prigione di Soria, 11 novembre 1989

I prigionieri politici del PCE(r) e dei GRAPO e un libertario

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Pagina modificata il 18 marzo 1999 - no copyright, Coordinamento contro la repressione a sostegno di Mumia Abu Jamal


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