QUADERNI DI CONTROINFORMAZIONE N.1 - FEBBRAIO 1995

SCRIVONO I PARTIGIANI DALMATI
UNA LETTERA APERTA A FRANJO TUJMAN

Nella commemorazione dell'anniversario della vittoria sul fascismo i combattenti della Dalmazia hanno inviato una lettera aperta al presidente della Croazia Franjo Tujman.
La lettera, stilata e approvata dal Comitato di Coordinamento dei Combattenti Antifascisti della Croazia per la Dalmazia, è stata inviata ai quotidiani e ai media elettronici.
Soltanto il "Feral Tribune" l'ha pubblicata parzialmente. "Hrvatska ljevica" (La sinistra croata) l'ha pubblicata integralmente. (da "Hrvatska ljevica" n. 5, Zagabria 16 maggio 1994)

FERMI IL NAZIFASCISMO SIGNOR PRESIDENTE!

Sua Eccellenza, negli ultimi tre anni ci siamo rivolti a Lei con tre lettere (1991, 1992 e 1993), informandola:

- della barbara distruzione revanscista dei monumenti dedicati alla lotta di liberazione e all'antifascismo in Dalmazia: monumenti che rappresentano la ricca tradizione culturale del popolo croato;

- del taglio dei diritti all'assistenza ai combattenti antifascisti;

- dello sfratto di molte famiglie dai loro appartamenti;

- del modo sistematico in cui si uccide la storia: la falsificazione dei fatti della II Guerra Mondiale in relazione allo NDH (il cosiddetto Stato Indipendente Croato di Pavelic) e alla GLP (Guerra di Liberazione Popolare) - il che viene diffuso anche dai nuovi testi scolastici;

- della premeditata insistenza nella resa dei conti, fino alla completa distruzione, della generazione del 1941-1945 che ha partecipato alla Guerra di Liberazione dalla parte della coalizione antifascista;

- del totale blocco informativo delle nostre posizioni.

Lei, signor Presidente, non ha trovato opportuno rispondere nemmeno indirettamente alle nostre lettere: forse ritiene che la risposta possiamo trovarla nella quotidianità che sta peggiorando ogni giorno.

Ci ha risposto unicamente, con cinismo e inciviltà, un alto funzionario del Sabor (il Parlamento croato; ndt) - l'Accademico Prof. Dott. Nedjeljko Mihanovic - la cui risposta, per lo stesso Accademico, è meglio non citare.

Parliamo e scriviamo a nome dei 40.000 combattenti della Guerra di Liberazione sopravvissuti, delle loro famiglie ed anche a nome delle famiglie di quelli caduti.

Lei, come storico, sa bene che la Dalmazia ha partecipato, massicciamente e con 111.000 combattenti, alla Guerra di Liberazione e che perse un uomo su sei in guerra. Loro hanno ridato alla Croazia ciò che Ante Pavelic, il capo del cosiddetto Stato Indipendente Croato, aveva svenduto all'occupante.
Loro hanno combattuto per la Croazia libera. Se non fosse stato per loro la Croazia, dopo la guerra, avrebbe fatto parte di un Regno Jugoslavo Cetnico. Di questo ha scritto pure Lei.
La Croazia di oggi dovrebbe essere l'erede della Croazia partigiana: quella dello ZAVNOH (Consiglio Regionale Antifascista di Liberazione Popolare della Croazia), com'è scritto anche nella Costituzione.

Sotto la Sua guida, signor Presidente, la Croazia sta sprofondando nell'abisso.

E' dimostrato che tutte le grandi parole e il patetico patriottismo hanno aiutato solo la cruda conquista e la sete di potere. Il popolo croato è stato ingannato e soggiogato.

Perché la guerra non può essere la giustificazione della miseria degli uni e dell'arricchimento degli altri, del saccheggio di dimensioni mai viste finora, dell'assenza di democrazia e dello stato di diritto, dell'assenza di un'efficace assistenza sociale e sanitaria, del degrado della cultura, dell'istruzione, della libertà dei media, della falsificazione storica, dell'imperversare del primitivismo e della riabilitazione dello sciovinismo, del ritorno al passato verso il fascismo invece che verso il futuro e la civilizzazione.
Tutto ciò accade sotto la Sua direzione, signor Presidente, perché tutto il potere è nelle Sue mani!

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E' SPEZZATA LA SPINA DORSALE DELLA COSTITUZIONE

La Costituzione è gravemente violata - è stata spezzata la sua spina dorsale, il suo nucleo essenziale. Da qui deriva tutto il resto.

Lei, che ha citato i principi generali della Costituzione della Repubblica Croata, sa bene che questo Paese si fonda giuridicamente sulle decisioni del ZAVNOH e sulle Costituzioni della Repubblica Popolare Croata e della Repubblica Socialista Croata - proprio l'opposto della prassi giuridico-statale dello NDH. Questo è scritto nella Costituzione della Repubblica Croata. Intanto la Costituzione, da quando è in vigore, viene continuamente trasgredita.

Spregiudicatamente si soffoca tutto ciò che è legato allo ZAVNOH e alla Costituzione della RPC e della RSC e si riabilita tutto ciò che è in relazione con lo NDH di Ante Pavelic.
La Costituzione, una volta votata, non è più un "affare di famiglia", ma un bene inalienabile del popolo, una cosa sacra a cui Lei dovrebbe sentirsi impegnato.

Lei parla degli antifascisti quale quinta colonna. Nel pantheon dei grandi croati non ha trovato un posto neanche per Tito. In violazione dello spirito costituzionale ha diviso, insieme a Milosevic, la Bosnia-Erzegovina ed ha fatto la guerra ai musulmani. Che cosa ne faremo di tutto questo sangue sparso inutilmente, del Paese devastato e dell'odio accumulato, signor Presidente?
Da Lei sentiamo dire che il popolo croato nello stato di Pavelic combatteva per il proprio stato. Per quale stato? Per la Croazia del terrore e dei delitti di massa al servizio del nazismo, per la Croazia delle leggi razziali, dei villaggi bruciati e dei lager di morte?

Non sarebbe più intelligente non vantarsi di questo - come fanno i tedeschi, gli italiani e i giapponesi che hanno emanato leggi contro la ricostituzione del fascismo - e non immischiare in questo il popolo croato che nella maggior parte è sempre stato antifascista?

Ossessionato dal Suo "ruolo messianico", Lei pone sullo stesso piano le vittime del nazifascismo e quelle del comunismo in maniera tale che le vittime del fascismo, ricordate sulla piazza memoriale di Zagabria, vengono semplicemente negate. Ha tolto alla nostra memoria le vittime liquidandole così per la seconda volta. Si è adoperato personalmente per questo. Non ci ha interpellato affatto e con una decisione unilaterale ci ha pacificato con gli ustascia.

Noi non ci pacifichiamo! E non litighiamo nemmeno: tutto ciò è finito 50 anni fa. Restiamo antifascisti!

Lei ha deciso che a Jasenovac (lager più orribile dello stesso Auschwitz) vengano sepolti "tutti quelli che sono caduti per la Croazia".
Di nuovo la domanda: di quale Croazia sta parlando? Quella di Pavelic? Quella hitleriana? e per questa rimozione delle ossa, radicate nella terra per la quale hanno dato la vita, ha avuto il consenso dei familiari dei defunti? Ci ha interpellato? Lo ha chiesto forse alla chiesa cattolica? e chi ha il diritto di condurre oscuri giochi politici con le ossa degli antifascisti caduti?

Lasciamoli in pace dove stanno riposando e dove hanno ritrovato la pace. Questa è l'unica pacificazione che possiamo accettare.

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IL BALLO DEGLI SPETTRI!

Inchinandosi sempre più all'ideologia dell'HDZ (il partito al potere) ha nominato rappresentante nel Sabor Vinko Nikolic - un ex alto funzionario del governo ustascia - e come ambasciatore in Argentina Ivo Roynica - ex membro dello stato maggiore ustascia.

Lei ha permesso la riabilitazione dell'ideologia dello NDH, l'invasione di simboli ustascia, canzoni, svastiche, foto di Ante Pavelic, cerimonie ufficiali del 10 aprile - anniversario della proclamazione dello NDH.
Ha permesso nella vita quotidiana danze primitive e spaventose degli spettri che possono condurre di nuovo la Croazia nell'abisso.
Il risultato delle Sue visioni e strategie, messe in atto dai Suoi servitori, è catastrofico.

Si stanno distruggendo sistematicamente i monumenti alla resistenza anche con la partecipazione dell'esercito croato - come a Gradac e a Makarska, dove è stato distrutto il grande monumento ai caduti in guerra.

In Dalmazia è stato distrutto più dell'80% dei monumenti antifascisti. Hanno devastato il cimitero ai caduti nel Lovrinac spalatino, come anche in altri luoghi, mentre a Sinj è stato innalzato un monumento ai caduti ustascia. Sull'isola di Vis i fanatici dell'HDZ hanno distrutto il grande monumento e l'altrettanto grande lapide con le parole di Tito: non vogliamo ciò che appartiene agli altri - non cediamo ciò che appartiene a noi; e queste parole hanno una validità eterna per la Croazia - o almeno finché non si risolverà la questione della Krajina.

A Opuzen è stato distrutto il singolare monumento dedicato a Stjepan Filipovic - il giovane che sotto la forca nazi-cetnica innalza le braccia in gesto di sfida gridando alla libertà. Un commovente monumento la cui copia si trova nel palazzo dell'Onu. La mania della distruzione continua mentre la polizia non scopre mai niente, nemmeno quello che si fa in pieno giorno. Lei non ha mai condannato questi sfoghi malsani. Vorrà fermare questo vandalismo, queste orde selvagge, questa vergogna della Croazia, signor Presidente?

Dal primo giorno del Suo governo non si sono fermati gli attentati dinamitardi, la distruzione delle case e dei beni (dei serbi e dei croati). Si perde il lavoro e si introduce il servilismo. Ai combattenti della guerra civile spagnola sono stati tolti tutti i diritti acquisiti e nel Sabor (da Lei stesso) sono stati dichiarati "assassini professionisti". Lo sa questo l'Europa? Gli invalidi della Guerra di Liberazione sono rimasti senza diritti acquisti ed i pensionati di guerra - dei quali l'80% ha partecipato alla Guerra di Liberazione - ricevono una pensione ridotta del 50%.

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LA KUNA DELLA VERGOGNA

Tutto quello che è stato tolto ai combattenti antifascisti è stato abbondantemente dato ai collaborazionisti degli occupanti: agli ustascia, agli appartenenti alle formazioni SS e simili ed anche ai terroristi internazionali del dopoguerra - contro tutte le convenzioni internazionali.

Lei ha consentito che alcune formazioni militari con uniformi nere, simboli, organizzazioni, denominazioni, linguaggio, spirito e canzoni, siano la copia fedele dei quisling ustascia; che alcune formazioni portino il nome di noti criminali. Questa non è l'indicazione sostanziale "contro lo NDH" della Costituzione della Croazia.

Scambiando le parti, degradando gli antifascisti e riabilitando totalmente i nazifascisti, ha tradito la Costituzione e il Paese, signor Presidente!

La Croazia che Lei sta sostenendo il mondo non la potrà accettare. Bisogna sottolineare che questa politica non ha il sostegno della mente perché l'estrema destra è stata votata solo dal 5% della popolazione. Da ciò deriva che l'ideologia della riabilitazione delle forze sconfitte nell'ultima guerra è stata imposta ufficialmente, malgrado la Costituzione. Ecco, signor Presidente!

La sostituzione dell'antifascismo col fascismo: tutto deriva dalla negazione della Costituzione che Lei dovrebbe rispettare rigorosamente. E per eliminare ogni dubbio, il tutto è stato coronato dall'introduzione della Kuna come moneta croata. La moneta che ha messo in circolazione ora si "batteva" solo nella Croazia dei quisling. Lo possono confermare gli storici, i numismatici, gli archeologi: la Kuna è esistita solo nello stato di Pavelic!

E così, mentre vengono abbattuti tutti i monumenti antifascisti, il ricordo della servitù al nazismo l'avranno tutti nella tasca, nelle mani, nella mente, con la vergogna negli occhi!

L'introduzione della Kuna non va d'accordo con la soluzione pacifica in Krajina. Ciò può portare solo ad una guerra ad oltranza. Perciò è mostruoso imporre la Kuna come moneta croata. La Kuna è una politica fascista, non una moneta. La Kuna è anticostituzionale e perciò bisogna vietarla!

Vice Vukojevic rivanga impavidamente le foibe in Croazia e accusa i partigiani di ogni ustascia ucciso in guerra. Secondo Vukojevic potevano essere uccisi solo i partigiani. Dai libri di testo sono stati eliminati tutti i dati obiettivi e positivi sulla Guerra di Liberazione Popolare e nello stesso tempo viene falsificato il significato della grande lotta antifascista. Si eliminano dalle antologie poemi quale "La fobia" di Ivan Goran Kovacic e si denunciano tutti quelli che avvertono questo sfregio.

Il Ministro della Cultura, Vesna Jurkic Girardi, ha stilato un elenco di libri indesiderati indirizzandolo a tutte le scuole e biblioteche. E' iniziata la distruzione della letteratura della resistenza e patriottica: i containers sono pieni di "rifiuti culturali" e in alcuni luoghi si fanno dei roghi. Cosa ne pensa l'Europa di questo?

Siamo decisamente contrari alla politicizzazione della scienza storica e della cultura, all'unilaterale uniformità dello spirito che si è trasformata in una frenetica caccia all'antifascismo. Dopo la Sua decisione di togliere la Piazza delle Vittime del Nazifascismo a Zagabria, con una accelerata campagna promossa dagli organi di governo e dall'HDZ, nel Paese sono state tolte tutte le denominazioni dedicate alle vittime del fascismo.

A Osijek, con un attentato dinamitardo, è stato distrutto il monumento a queste vittime; a Spalato sono stati tolti quelli alle vittime di Trogir, di Sibenik e di Sinj. Come se, secondo Lei, non ci fossero state vittime del nazifascismo! Da questo punto di vista è anche più chiara la Sua posizione riguardo alle vittime di Jasenovac. E questo non è tutto: in disgrazia anche gli alleati. Al segnale della liquidazione della Piazza delle Vittime del Nazifascismo a Zagabria sono state tolte tutte le denominazioni di vie, piazze, scuole, fabbriche, navi etc. che portavano il nome di eroi o istituzioni della Guerra di Liberazione Popolare o dell'antifascismo: a Spalato sono scomparse pure Piazza Garibaldi e Riva degli Alleati. ZAVNOH, RPC, RSC sono rimaste semplici scritte nella Costituzione. Le denominazioni tolte sono state sostituite con i nomi di Mile Budak, capo ustascia e Ministro della Cultura dello stato di Pavelic, Petar Vrdoljak, capo lager ustascia, etc.

I combattenti partigiani sono quasi sradicati dalla storia del popolo croato. E' stato rinnegato quello che ci ha portato ai più alti onori e gloria nel mondo. Nelle Sue allucinazioni sulla Croazia i combattenti antifascisti sono diventati selvaggina da rastrellare: il Sabor ha emanato varie leggi con cui sono stati tolti o diminuiti i diritti all'assistenza ai partecipanti alla Guerra di Liberazione Popolare, ai deportati dei lager nazisti e altre vittime della guerra.

Perciò una generazione di antifascisti, cittadini del "Paese più democratico del mondo", vive ai limiti della sopravvivenza. E questa generazione è in gran parte ultrasettantenne. L'Europa lo sa questo? Ella a questo deve rispondere, signor Presidente!

Lei persiste saldamente. Da dove viene questa necessità di riabilitare la più oscura parte della storia croata? E' soltanto la restituzione di un debito contratto nella campagna elettorale o la rinascita della situazione totalitaria sulla cui verticale si trova un buco nero onnipotente che ci inghiottirà?! Mancanza di sobrietà sicuramente. Perciò fermi il fascismo , signor Presidente!

Lei lo può fare perché ha più potere della stessa Costituzione: si è messo al di sopra di essa. Il popolo lo ha capito nel momento in cui Lei giurava, di fronte al Tribunale Costituzionale, citando il testo che voleva e non quello che l'obbligava legalmente. Fermi il fascismo, signor Presidente!

Lei ha dedicato vari libri alla gloria dell'antifascismo e alla maledizione del fascismo. Nell'enciclopedia militare jugoslava descriveva enfaticamente i crimini dello NDH e degli ustascia di Pavelic: "Bruciavano villaggi serbi ed effettuavano pogrom, massacri, cattolicizzavano, perseguitavano comunisti, ebrei, antifascisti, aprivano campi di sterminio e tutto ispirandosi allo sciovinismo più primitivo, motivati dalla religione e dai saccheggi".

Questo scriveva finché è stato un fervente antifascista e un generale di Tito. Lei era saldo allora come ora saldamente incoraggia il fascismo.

E' stato comunista e ateo. Ora è anticomunista e credente.

E' stato per la divisione della Bosnia-Erzegovina d'accordo con Milosevic. Adesso è "coerente per una Bosnia-Erzegovina unita".

Sui palcoscenici internazionali è un coerente antifascista. A casa è un coerente anti-antifascista.

Cambi ancora una volta radicalmente, come al solito, e si metta dalla parte della civilizzazione e dell'antifascismo.

Fermi il fascismo, signor Presidente!

A questo lo obbliga la Costituzione, il popolo croato e il futuro del popolo. Infine anche la dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948.

Con la Croazia, come Lei l'intende, non andremo da nessuna parte nel mondo! Bisogna capirlo una volta per tutte!

Ed un'ultima cosa. Finché al popolo croato e all'opinione pubblica mondiale non dimostrerà con prove convincenti che il fascismo in Croazia verrà fermato, Le togliamo il diritto di rappresentare, eventualmente, la Croazia al 50° anniversario dello sbarco degli Alleati in Normandia come anche alla Giornata Mondiale della Vittoria il prossimo anno.

Sempre se sarà ancora Presidente della Repubblica di Croazia!

Spalato, 5 maggio 1994

Comitato di Coordinamento dei Combattenti Antifascisti
della Croazia per la Dalmazia

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