SENZA CENSURA N.2 - NOVEMBRE 1996

CILE: NOTIZIE SU AGRUPACION

Agrupaciòn - Cile

Chi siamo?

La Agrupaciòn è un'organizzazione "anti-sistema" che dalla particolarità della lotta dei e a favore dei Prigionieri Politici, assume la globalità del conflitto di tutto il popolo e della sua organizzazione per la costruzione di una nuova società.

I nostri obiettivi sono: contribuire alla costruzione di un movimento grande, forte, sociale e popolare partendo dalla base come "potere" (forza), di movimento e di rottura, capace di creare gli spazi e i frammenti della nuova Patria.

L'Agrupaciòn è un'organizzazione aperta a tutti coloro che, essendo familiari di Prigionieri Politici, amici ed ex-Prigionieri Politici, oltre a mantenere dei legami affettivi con i Prigionieri Politici, sono disposti ad assumere il valore che lottare per la libertà e la dignità dei Prigionieri Politici, significa lottare per la dignità e per la liberazione nazionale.

L'Agrupaciòn non concepisce la lotta dei Prigionieri Politici come una parte della lotta per i Diritti Umani, ma come parte attiva nella lotta per i diritti del popolo, considerando il fatto che essi sono parte integrante del popolo stesso, dato lo stretto legame tra i loro obiettivi e la lotta per il diritto al lavoro, allo studio, al riposo, all'amore, che sono valori di tutto il popolo.

L'Agrupaciòn è un'organizzazione orizzontale, data la sua caratteristica di essere inserita e presente in differenti scenari. Pur mantenendo autonomia decisionale e d'azione, nei confronti di altre organizzazioni di Prigionieri Politici, svolge un ruolo di coordinamento e d'integrazione con queste, cercando di rappresentare un'espressione unitaria ed onesta nella lotta dei e a favore dei Prigionieri Politici e delle loro organizzazioni, ma fondamentalmente nel conflitto del mondo sociale e popolare che si muove e cresce attorno alla lotta anti-sistema dei Prigionieri Politici.

All'interno dell'organizzazione esiste un collettivo esecutivo di direzione che ha la funzione di coordinare e definire le linee e i progetti. Questo collettivo è uno spazio per la discussione, lo scambio di idee e di proposte attinenti alle caratteristiche della lotta per i diritti dei popoli e non per qualificare e dare importanza all'Agrupaciòn. Oggi si sta lavorando per: creare alleanze, programmare propaganda, per il finanziamento e per coordinare i rapporti con i carceri nazionali e internazionali, ecc.

L'Agrupaciòn manterrà comunicazioni e relazioni con tutte le prigioni di Santiago, una volta ogni quindici giorni e con quelle delle regioni ogni due mesi.

L'Agrupaciòn è un'organizzazione senza fini di lucro e non riceve nessun tipo di finanziamento e così diventano necessari gli sforzi per l'autofinanziamento. I fondi sono gestiti da un membro responsabile ed il loro utilizzo è deciso da un collettivo. Fondamentalmente i fondi sono destinati agli spostamenti, alle attività di propaganda, alla realizzazione di azioni ed eventi particolari, quali necessità alimentari, malattie, ecc. dei Prigionieri Politici e dei loro familiari.

Il cammino percorso
La realtà dei Prigionieri Politici è sempre drammatica, l'angoscia dell'isolamento brutale dai loro cari, l'incertezza, l'impotenza e la disperazione, che produce la condizione di prigionia dei combattenti e l'impunità dei criminali.

Oggi nel nostro paese esistono 183 Prigionieri Politici, di cui tre sono stati arrestati negli ultimi anni della dittatura militare e gli altri 180 sono stati arrestati durante il cosiddetto "processo di democratizzazione". La maggior parte di loro è rinchiusa nel carcere di massima sicurezza "Carcel de Alta Seguridad - C.A.S.", un moderno campo di concentramento, ubicato in un'ala del Penitenziario di Santiago.

A rinforzare la connotazione politica che contraddistingue questo governo, si insiste a considerare i Prigionieri Politici come "delinquenti sovversivi", a prescindere della qualità politica di questi combattenti.

La costruzione del carcere è durata quasi un anno e a questo progetto sono stati destinati milioni di dollari. Cifre allarmanti e sproporzionate in un paese che conta su una popolazione totale di 13 milioni di abitanti, e con quasi 5 milioni di poveri.

L'allora Ministro della Giustizia, Francisco Cumplido, sotto il andato del Presidente Patrizio Alywin, commissionò il disegno, la costruzione e l'avvio del carcere all'architetto socialista Claudio Martinez, che in seguito assunse pure l'incarico di Direttore generale della polizia, succedendo all'avvocato Isidro Solis, che occupa ancora oggi un ruolo molto importante nell'Ufficio Nazionale di Sicurezza (Oficina Nacional de Seguridad, la ex-CNI), creato all'insegna della legalità durante la precedente amministrazione.

Il 20 febbraio 1994 avvenne il primo spostamento di 45 Prigionieri Politici in questo reparto, con quella che fu definita "Operaciòn Canario", inaugurando così il tenebroso ed ambizioso progetto del governo democratico.

In risposta a questo fatto, i Prigionieri Politici attuarono uno sciopero della fame a tempo indefinito (46 giorni), innalzando la bandiera della lotta per la dignità umana, lotta basata pure sul rifiuto a ricevere visite nei nuovi parlatoi perfettamente equipaggiati con telecamere e vetri blindati.

La già delicata situazione degli scioperanti diventò critica quando, violando ancora una volta tutte le condizioni dei Diritti Umani, vennero nuovamente attaccati con i gas lacrimogeni (ilharantes), a colpi di bastone, a calci e pugni dal sinistro gruppo anti-sommossa della polizia (Cobras), la cui missione fu quella di risistemare i compagni nelle celle d'isolamento.

Forti lesioni con conseguenze persistenti a tutt'oggi, sono il risultato di quest'azione bestiale a cui i compagni risposero rifiutandosi d'ingerire cibo per 36 giorni. Parallelamente un gruppo di familiari incominciò il digiuno con l'intenzione di solidarizzare con i Prigionieri Politici e protestare per questa drammatica situazione.

Molte organizzazioni di Diritti Umani hanno alzalo la voce in aperta dissidenza con il carcere di massima sicurezza e col suo tristemente famoso "Regimen Interno".

Ogni giorno si verificano occupazioni di ambasciate, manifestazioni presso sedi di partiti, di organismi internazionali e governativi, nonchè di fronte allo stesso carcere, con l'unico obiettivo di esigere la chiusura immediata e definitiva del Campo di Concentramento.

Tuttavia, facendo uso nuovamente del potere indiscriminato conferito dal governo, domenica 23 ottobre la polizia dispose un secondo trasferimento di altri 37 Prigionieri Politici, denominandolo "Operaciòn Canario 2", dalla carcere di San Miguel e dal Penitenziario al C.A.S.

Nuovamente ci troviamo di fronte alla minaccia dell'annientamento lanciata dal Governo contro i Prigionieri Politici e le loro famiglie.

Attualmente continuiamo con la inclaudicabile lotta per la Vita e la Dignità. Cinque dei nostri familiari sono condannati alla pena di morte ed un numero superiore all'ergastolo, più di 80 casi ancora non hanno subito un processo e sono in attesa da più di due anni.

D'altra parte esiste una numerosa quantità di prigioniere politiche che vivono con i figli neonati in condizioni deplorevoli nel carcere di San Miguel, di fronte al loro trasferimento al Campo di concentramento ed ai pericoli che corrono insieme ai loro bambini, la polizia cilena non ha fatto uso di lacrimogeni e di violenza quando l'ha ritenuto necessario.

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