SENZA CENSURA N.4 - NOVEMBRE 1997

IL PROCESSO A HERRI BATASUNA

PREMESSA

La lotta per la liberazione dei prigionieri politici è sempre stata un punto irrinunciabile per la sinistra indipendentista basca. L'intero movimento basco in ogni sua specificità sociale, politica, politico-militare ed, infine ma non ultimi, i prigionieri, l'ha fatta propria.

Attualmente questa lotta viene articolata su obiettivi molto concreti e previsti dalla stessa legislazione dello stato spagnolo.

Le rivendicazioni prospettate sono essenzialmente 2: contro la dispersione e per il rimpatrio nelle carceri del paese basco dei P.P., e il rispetto delle leggi vigenti in materia penitenziaria e, di conseguenza, la liberazione delle-i P.P. che ne hanno diritto avendo scontato i 3/4 della pena.

A fronte dell'inasprimento della repressione carceraria da parte dello stato spagnolo, la lotta si concentra sulla salvaguardia dell'integrità fisica, psichica, individuale e collettiva dei P.P. , in quanto questo è ora prioritario, ma non dimentica la lotta per l'amnistia, parola d'ordine dell'intero movimento basco.

Tutto ciò ci dimostra ancora una volta come la questione dei P.P. sia centrale in ogni scontro di classe, sia esso rivoluzionario o di liberazione nazionale. Un obiettivo che anche nelle fasi di debolezza della lotta è cemento dei vari settori sociali e politici di classe, in quanto, al di là delle forme che assume, e di chi lo agisce, rimanda sempre politicamente al punto più alto del livello di scontro raggiunto.

Gli interventi da e su Euskadi che pubblichiamo su questo numero di S.C., sono l'ennesima dimostrazione di questa centralità visto che, pur nella varietà dei temi e nell'ovvia preminenza del processo contro la "Mesa Nacional" di Herri Batasuna, hanno tutti un comune riferimento alla questione dei P.P.

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IL PROCESSO A HERRI BATASUNA

L'intera leadership di Herri Batasuna, l'organizzazione politica della sinistra indipendentista basca, un'organizzazione legale che raccoglie quasi il 20% dei voti nel Paese Basco del sud (le 4 province basche controllate dall'amministrazione spagnola) è sotto processo da lunedì 6 ottobre.

I 23 membri della "Mesa Nacional" di H. B. sono accusati di "collaborazione con banda armata" per aver diffuso e promosso un video in cui l'organizzazione armata basca ETA (Euskadi Ta Askatasuna- Patria Basca e Libertà) indica la sua proposta per una soluzione politica del conflitto tra il Paese Basco e lo stato spagnolo.

Sono inoltre accusati di propaganda in favore di ETA dopo le operazioni militari che portarono alla morte di un ex presidente della Corte Costituzionale e di un leader del partito socialista spagnolo (PSOE).

Quando Herri Batasuna iniziò a diffondere il video contenente la proposta di pace di Eta, "Alternativa Democratica", all'inizio del 96, il governo socialista allora al potere diede ordine al procuratore generale di raccogliere elementi che avrebbero dovuto portare alla messa fuori legge di H. B.

Va sottolineata l'assoluta mancanza di ritegno del partito di Gonzales, visto che ben 14 ex poliziotti e funzionari governativi e un generale della Guardia Civil sono stati formalmente accusati di essere coinvolti nello scandalo GAL (le squadre della morte che assassinarono, intorno alla metà degli anni '80, almeno 28 militanti indipendentisti baschi o presunti tali).

Questa prima iniziativa del PSOE contro Herri Batasuna trovò una decisa opposizione da parte di varie organizzazioni politiche e sindacali e fu lasciata cadere nel vuoto.

Quando Herri Batasuna diffuse il video "Alternativa Democratica" durante la campagna elettorale del 96, la Corte Suprema decise di perseguire l'intera direzione di H. B. con l'accusa di collaborazione con ETA, e intimò ai 24 membri della Direzione di presentarsi "volontariamente" di fronte alla corte, pena l'arresto: una richiesta che non poteva essere accettata dai dirigenti di H. B. che non riconoscono alla Corte Suprema spagnola alcuna autorità sui cittadini baschi, visto che la costituzione spagnola del 78 non è mai stata accettata dagli abitanti di Euskal Herria (nel referendum del 78 la stragrande maggioranza dei baschi votò contro questa costituzione).

La Corte Suprema emise, a più riprese, degli ordini di cattura individuali contro i dirigenti di H. B. e fissò la cauzione per la libertà condizionata a 5 milioni di pesetas per ciascuno di loro (Senza Censura n. 3 pg. 25).

Rimasero in carcere fino al 16 aprile 97, quando la cauzione fu ridotta e pagata. In tutta Euskadi ci sono state moltissime manifestazione in risposta a questa clamorosa provocazione contro H. B. e il movimento indipendentista di sinistra.

La manifestazione del 15 febbraio a Bilbao, che ha visto scendere in piazza oltre 30.000 persone, è stata contrassegnata da una repressione violentissima da parte della polizia antisommossa che ha fatto ampio utilizzo di proiettili, di plastica e non, ferendo oltre 30 persone.

Anche lo sciopero generale proclamato da Herri Batasuna il 7 marzo, per protestare contro la carcerazione della sua leadership, ha avuto un notevole successo nonostante l'impressionante spiegamento di polizia.

Alle molte dimostrazioni di solidarietà giunte ad Herri Batasuna da ogni parte del mondo oltre che da Euskadi e dai paesi europei (oltre 700 rappresentanti del mondo della cultura, esponenti politici e sindacali, giornalisti e attivisti di organizzazioni per i diritti umani hanno firmato un "manifesto" di solidarietà), ha fatto da contraltare la campagna di opinione, scomposta e forcaiola, guidata da partito popolare e partito socialista, seguiti con zelo anche dalla cosiddetta sinistra istituzionale (I. U.) e da stampa e T. V. di regime, dopo l'operazione di ETA dello scorso luglio.

Questa campagna ha prodotto, oltre a numerosi attacchi anche fisici a H. B., le sue sedi, un tale clima di linciaggio da connotare il processo alla "Mesa Nacional" di H. B., che già si configurava come il classico processo politico contro la libertà d'espressione, come la resa dei conti del potere spagnolo contro il popolo di Euskadi.

Nessun mezzo ad effetto è stato risparmiato e le maglie della repressione si sono strette ancora di più attorno a tutte le espressioni del movimento patriottico.

Particolare attenzione è stata riservata a Jarrai, l'organizzazione giovanile, protagonista di molte dimostrazioni di piazza: il governo di Madrid, appoggiato anche dai partiti baschi reazionari, sta perfezionando una riforma legislativa che prevede di applicare anche ai giovani di 16 e 17 anni tutte le norme "antiterrorismo"; processi per direttissima per i giovani che partecipano a proteste di piazza; da 10 a 20 anni di carcere per chi brucia o danneggia qualche proprietà, da 1 a 2 anni di carcere per chi partecipa a manifestazioni non autorizzate, oltre 2 anni di carcere per chi partecipa a manifestazioni, anche autorizzate, con il volto parzialmente coperto.

Anche la politica di "annientamento" contro i prigionieri politici baschi continua imperterrita e, anzi, si intensifica, insieme al Killeraggio e alle esecuzioni sommarie dei militanti baschi (come nel caso dei 2 compagni assassinati il 24 settembre scorso) e all'accanimento persecutorio sempre più scientifico e coordinato a livello interimperialista dei rifugiati politici.

Il processo alla Direzione di H. B. si inserisce in modo palese all'interno di questa strategia di annientamento che non tenta nemmeno più di mascherarsi: l'enormità dei vizi procedurali, le dichiarazioni di esponenti del governo (e dello stesso Aznar) sulla necessità di condanne esemplari, le pressioni di ogni tipo del potere politico su quello giudiziario (nonché la provata compromissione di uno dei 3 magistrati giudicanti, il presidente, con il ministero dell'interno), la rivoltante propaganda dei media di regime, sono elementi che tutti hanno avuto modo di constatare. Mentre andiamo in stampa non conosciamo ancora la sentenza.

Quello che possiamo rilevare è il fatto che la fase dibattimentale, conclusa il 31 ottobre, ha visto l'accusa totalmente incapace di dare una pur vaga copertura giuridica alla natura politica di questo processo, al punto che, negli ultimi giorni, la stessa stampa ufficiale è stata costretta a mutare atteggiamento, e si sono moltiplicate le prese di posizione di condanna della metodologia di questo procedimento da parte delle organizzazioni basche moderate e della sinistra istituzionale spagnola.

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SOLIDARIETA' A HERRI BATASUNA

Il 6 ottobre, a Madrid, inizierà il processo ai 23 membri della Direzione Nazionale di Herri Batasuna accusati di "collaborazione a banda armata" per aver diffuso, tramite un video, "Alternativa Democratica", la proposta di soluzione politica del conflitto tra lo stato spagnolo ed Euskadi elaborata nel 1995 dall'organizzazione combattente del popolo basco, ETA.

Il potere fascista, che di fatto non ha mai smesso di governare la Spagna e che ha costituito l'essenza di tutti i governi pseudodemocratici del dopofranco, considera questo processo un momento significativo della strategia che mira alla "soluzione finale" del conflitto basco attraverso l'annientamento delle istanze progressiste del movimento indipendentista di Euskal Herria (Paese Basco).

Questo processo, che dal punto di vista dell'arbitrarietà giudiziaria non ha nulla da invidiare a quelli della "santa inquisizione", chiude il cerchio della criminalizzazione del dissenso, legittimando decenni di terrorismo di stato volti all'eliminazione sia fisica che simbolica della resistenza basca.

Una guerra sporca in atto da decenni e di cui i GAL sono l'unico episodio di cui a fatica si è riusciti a conoscere esecutori (la Guardia Civil e servizi) e mandanti (il governo del "socialista" Gonzales).

Una guerra sporca che continua a fare vittime nelle carceri e nelle strade e che maschera le esecuzioni sommarie mistificandole come "scontri a fuoco" come nel caso dell'assassinio dei due militanti baschi Salvador Gaztelumendi e José Bustinza il 24 settembre scorso.

Una guerra sporca in cui è lo stato spagnolo non si pone nemmeno il problema di dare una parvenza di legalità ai processi, agli arresti e alle detenzioni e in cui i prigionieri sono ancor più evidentemente che altrove solo degli ostaggi nelle mani del nemico.

Del processo di Madrid alla direzione di Herri Batasuna fino ad oggi non si è parlato su giornali e televisioni, e molto probabilmente non se ne parlerà neppure domani.

Non è un caso, dal momento che questa sporca operazione dello stato spagnolo trova dei fedeli alleati nelle altre "democrazie" europee, i cui governi, impegnati nella costruzione della struttura economica dell'Europa di Maastricht secondo i dettami del F.M.I., devono ottimizzare i propri dispositivi di controllo e repressione per eliminare ogni elemento incompatibile con questa costruzione. L'internazionalizzazione della repressione è l'imperativo dell'Europa di Maastricht: le nuove normative sull'estradizione, la tendenza all'eliminazione del diritto d'asilo, fortemente volute dal governo spagnolo in funzione antibasca, trovano negli altri stati europei complici zelanti.

La lotta per l'autodeterminazione del popolo basco rappresenta una contraddizione non ricomponibile in questo processo di adeguamento dell'Europa alle esigenze della competizione interimperialistica.

Alla complicità tra questi regimi fascisti dobbiamo essere in grado di contrapporre una solidarietà che nasca dalla consapevolezza che l'appoggio ai compagni di Herri Batasuna é una delle frontiere della nostra guerra contro l'imperialismo.

Per questo come Coordinamento nazionale contro la repressione a sostegno di Mumia Abu Jamal, consideriamo importante contribuire alla campagna internazionale contro il processo di Madrid alla direzione di Herri Batasuna, per contrastare questo attacco fascista alla libertà politica del popolo basco e per costruire concretamente un passaggio verso un sempre più ampio coordinamento internazionale per la liberazione dei prigionieri rivoluzionari.

3 ottobre 1997

Coordinamento nazionale contro la repressione a sostegno di Mumia Abu Jamal

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MANIFESTAZIONE DI HB CONTRO LA CRIMINALIZZAZIONE E PER UNA SOLUZIONE POLITICA DEL CONFLITTO

Domenica 27 luglio, si è svolta a Donostia, la manifestazione nazionale indetta da Herri Batasuna, che ha visto la partecipazione di oltre 40.000 compagni/e.

Una chiara e netta risposta a quanti (governo spagnolo, PNV e mass media) avevano nei giorni successivi al ritrovamento del corpo del consigliere comunale del PP, giustiziato da ETA, scatenato in tutto il paese una vera e propria campagna contro la lotta di liberazione, e alimentato con l'appoggio della polizia incidenti ed aggressioni contro sedi e militanti di HB.

Inoltre, il governo Aznar, ha vietato in Spagna la vendita di Egin, l'organo di informazione della sinistra basca che vende più di 50.000 copie, isolando politicamente Herri Batasuna e le sue iniziative.

La manifestazione, partita intorno alle 12, aveva in testa lo striscione che diceva " libertà e democrazia per i paesi baschi", seguivano i lavoratori del sindacato LAB, quindi l'imponente spezzone dei parenti dei prigionieri politici, oltre 500, alla cui testa, le due gigantografie che ritraevano i due militanti di ETA scomparsi nei giorni precedenti; uno "Peli", Juan Carlos Hernando, trovato morto nella sua cella in uno dei tanti lager spagnoli, con un cappio al collo e con le mani legate dietro la schiena, in carcere dal 1981.

L'altro, Ander Berrondo, morto il 17 luglio, in Messico dove era riparato in esilio da 18 anni.

Molto partecipate le due cerimonie che ne salutavano le salme nei giorni precedenti, che hanno visto la presenza di oltre 10000 compagni, a Arrigoriaga dove era nato "Peli", e 2000 al funerale di Berrondo.

Immediatamente dietro seguivano i marcisti, coloro che hanno percorso oltre 150 km, come 20 anni fa, attraverso Euskadi, rivendicando l'identità e la propria lotta in ogni luogo toccato dalla marcia, e che quest'anno ha visto la partecipazione di alcuni compagni e compagne italiani.

La manifestazione, ha attraversato la città per poi concludersi in una piazza nei pressi della zona vecchia, e dal palco i rappresentanti della Mesa Nacional di HB, hanno condannato l'atteggiamento del governo spagnolo nei loro confronti, promettendo battaglia.

Mesa Nacional è nell'occhio del ciclone, dopo che diversi suoi membri sono finiti in carcere arrestati con l'accusa di fiancheggiare l'ETA; tutto è nato quando HB si è pronunciata in favore della proposta conosciuta come "alternativa democratica", con la quale, ETA su un video censurato dalle autorità spagnole, lanciava al governo la sua proposta per una soluzione politica del conflitto in atto.

Immediato e secco è stato il rifiuto del governo, che oltre a rifiutare qualsiasi trattativa ha scatenato i suoi sgherri in una vera e propria caccia all'uomo incarcerando chiunque si schierasse a favore di Alternativa Democratica, e ne diffondesse il video.

Un compagno del Coordinamento
che ha partecipato alla manifestazione di Donostia

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