Senza Censura n. 4/2001

[ ] Nessuna Stammheim sul Bosforo!



Dalla Germania, 11 argomenti contro l'introduzione dell'isolamento
e delle celle singole in Turchia

Sicuramente, oggi come ieri, in Turchia si compiono degli abusi su cui bisogna richiamare l'attenzione energicamente; ma la Turchia si sta democratizzando. Lo dicono i politici ed i giornali lo ripetono quasi quotidianamente.
Con un "processo concreto di ingresso in Europa" possiamo "stimolare fortemente la democrazia" e "adeguare il suo sistema giudiziario": così Schröder vuole che la Germania faccia diventare l'Unione Europea una realtà in Turchia. Anche nelle prigioni.
In Turchia ci sono 71.000 detenuti. 46.000 per motivi politici e circa 13.000 di questi appartengono a organizzazioni di sinistra turche e curde. La sanguinosa e mortale realtà che si ripresenta sempre nelle carceri turche non rispecchia lo standard europeo: tutti lo sanno.
Questo adesso deve cambiare: pulizia e civiltà!
Bisogna farla finita con il sistema delle grandi celle avute finora: è ora di rifarsi alle norme europee sulle prigioni. Per questo si parla un nuovo linguaggio: nuovi programmi di detenzione, nuove prigioni. E perciò i prigionieri politici turchi si aspettano ciò che la "vera democrazia" in Germania, come in Spagna, Francia e negli altri paesi dell'UE, già da tempo pratica: carceri speciali, sezioni di massima sicurezza, isolamento, deprivazione sensoriale... Lo stato democratico si riconosce dalle sue prigioni.
Il ministro della giustizia turco ha pianificato per i prossimi mesi il loro trasferimento nelle nuove prigioni. I prigionieri politici hanno preannunciato che lotteranno contro questi piani: non si lasceranno trasferire volontariamente nelle celle singole. I parenti e le associazioni per i diritti umani fanno giornalmente i conti con le provocazioni contro gruppi di prigionieri.
Cosa si può fare? Noi pensiamo che il nostro compito dev'essere quello di sostenere con tutta la nostra solidarietà i prigionieri e i loro parenti. Ci sono molti motivi per far questo. Noi riteniamo che ci siano 11 argomenti particolarmente significativi.

1. La legge.
Dal putsch militare del 1980 le carceri turche sono diventate un luogo di terribili torture, ma anche un luogo di numerose azioni di protesta, rivolte, scioperi della fame contro il terrore quotidiano.
Dopo il putsch vennero arrestate 650.000 persone per motivi politici, 210.000 delle quali sono state incriminate e 65.000 condannate; delle oltre 500 condanne a morte ne sono state eseguite 50; più di 460 detenuti sono morti in seguito a maltrattamenti, torture e scioperi della fame.
Nel 1991 il Governo ha risposto alle lotte per la sopravvivenza dei detenuti e alle loro organizzazioni nei bracci delle prigioni con una nuova legge. Ma ciò a cui si dovrebbe porre fine è non tanto il sovraffollamento quanto le terribili condizioni igieniche, la completa mancanza di assistenza medica, i maltrattamenti delle guardie e dei soldati.
L'attacco alle organizzazioni presenti nelle grandi celle, alla strenua difesa dell'identità sociale e politica dei detenuti, è stato uno degli scopi della nuova legge antiterrorismo: "quelli che vengono giudicati in base a questa legge devono scontare la loro pena in carceri speciali, il cui sistema di divisione delle celle prevede celle singole o al massimo con tre persone. Ai detenuti giudicati in base a questa legge dev'essere vietato il contatto e la comunicazione con altri detenuti".
Nell'estate del 1991 vennero trasferiti con la violenza più di 100 detenuti nella prigione di alta sicurezza di Eskisehir. La stampa mostrò immagini di detenuti pestati a sangue e i compagni di lotta che protestavano. "Sono delle tombe bianche": così , dopo le prime settimane passate a Eskisehir, i detenuti chiamavano le nuove celle di isolamento e risposero con lo sciopero della fame ed erigendo barricate. Ma una prima temporanea vittoria venne raggiunta: Eskisehir venne nuovamente chiusa ai detenuti politici.

2. L'anno delle stragi.
4 Gennaio 1996: i prigionieri politici della prigione di Umranije non rispondono all'appello del mattino. La loro protesta si dirige contro le continue provocazioni, i maltrattamenti e le violenze quotidiane degli agenti di polizia e dei militari. Un commando paramilitare speciale della gendarmeria, della polizia e delle guardie carcerarie carica i bracci delle prigioni. Prima con gli idranti, poi con catene, sbarre di ferro e manganelli. Tre detenuti vengono pestati a morte. Almeno altri 65 gravemente feriti.
La protesta si intensificata: cominciano scioperi della fame e vengono occupati i cortili in diverse prigioni. Nel carcere di Bajrampasa e in quello di Abuca i prigionieri prendono in ostaggio funzionari del ministero della giustizia e delle guardie carcerarie.
Nei quartieri di Istambul cominciano le azioni di solidarietà e le unità speciali di polizia denunciano più di 300 parenti di prigionieri di Umraniye dopo essersi avventati contro le sepolture dei prigionieri morti. Metin Goktepe, giornalista del quotidiano Evrenzel presente alle esequie, viene bastonato brutalmente e abbandonato a terra privo di sensi. Dei poliziotti lo trascinano via e in seguito viene ritrovato morto in un parco. L'autopsia indica come causa della morte un embolo in testa e una costola rotta in seguito ai pestaggi. Il capo della polizia dichiara che Mettin Goktepe sarebbe caduto dalla sedia durante un interrogatorio.
Subito dopo questi episodi, il ministro della giustizia emana le nuove linee-guida per impedire simili avvenimenti nelle prigioni.
Il regolamento prevede l'isolamento per i prigionieri politici e la preclusione di ogni contatto per i detenuti delle organizzazioni sottoposte a tale divieto. Il diritto di ricevere visite viene se non proprio eliminato, senz'altro fortemente limitato per 47 detenuti delle carceri speciali.
21 maggio 1996: migliaia di detenuti, per lo più di organizzazioni di sinistra, iniziano uno sciopero della fame. Le richieste: abolizione delle nuove restrizioni, chiusura dei bracci di isolamento, miglioramento delle condizioni di vita e di assistenza, riconoscimento di un consiglio dei detenuti per i rapporti tra la prigione e detenuti stessi, cessazione degli abusi di potere nei confronti degli appartenenti ad organizzazioni. Tra il 63° ed il 68° giorno di sciopero della fame muoiono 12 prigionieri. La lotta, che ha causato molte perdite tra i prigionieri, finisce con la sottoscrizione da parte di un funzionario del governo di una duplice dichiarazione: garanzia della cessazione dei soprusi e testualmente, al secondo punto, "in riferimento alle richieste dei detenuti ed ai diritti umani viene accettato nella praxis il cambiamento delle misure vigenti".
24 settembre 1996: 37 prigionieri vengono rinchiusi nelle celle destinate ai detenuti in attesa di giudizio nel carcere militare n° 5 di Dijarbakir. Alcune ore dopo, 10 di questi detenuti vengono assassinati e gli altri 27 gravemente feriti da un commando speciale di polizia ed esercito: di nuovo teschi frantumati a colpi di spranghe di ferro.

3. Il regime di isolamento.
Nel manuale dell'amministrazione penitenziaria turca si legge: "I terroristi non dovrebbero avere il permesso di comunicare tra loro e con altre persone. Perché se un terrorista non comunica, muore come un pesce fuor d'acqua... Se un terrorista viene prosciugato, nel senso che vengono recise le sue fonti ideologiche e spirituali, allora muore la sua parte rivoluzionaria, cioè quella distruttiva".
Il 28 Febbraio 1997 il Ministero della Giustizia, in base alla decisione del Consiglio Nazionale di Sicurezza (MGK), ha dato inizio alla costruzione di ulteriori celle singole e di isolamento. Nella relazione ufficiale alla 12° conferenza dei direttori delle carceri europee (Strasburgo 26/28 settembre 1997), la Turchia ha deplorato l'esistenza di un sistema a grandi celle, dal momento che "esso offre il clima favorevole per commettere reati da parte dei prigionieri politici". Nella conferenza stampa di chiusura dei lavori (29 settembre '97) il Ministero della Giustizia turco ha cinicamente reso noto che le celle di isolamento "sarebbero state esclusivamente previste per omosessuali, bisessuali, persone la cui vita sia in pericolo, persone che preferiscono star sole, prigionieri con malattie infettive (come epatite, tubercolosi e Aids) emarginati dagli altri detenuti, psicopatici, membri della mafia e boss delle prigioni". Inoltre è stato preannunciato, da parte dello stesso Ministero della Giustizia, anche uno "speciale programma di rieducazione". Infine, il Ministero della Giustizia ha annunciato per il 6 gennaio 2000, con l'esecuzione del decreto "F-Type" (carceri con celle di isolamento, ndr.), l'inizio del trasferimento dei prigionieri politici nelle celle di isolamento.
Per sensibilizzare l'opinione pubblica contro il nuovo regime di isolamento e i suoi effetti sui prigionieri, l'Associazione per i Diritti Umani ha presentato un rapporto dal titolo: "Urla dal silenzio: le celle di isolamento".
In seguito all'approvazione del programma di realizzazione di 11 carceri con celle "F-Type", ne sono già stati previsti 6: a Sincan (Ankara), Bolu, Edirne, Izmir, Kocaeli, Tekirdag, con un totale di celle di isolamento per ca. 400 prigionieri (e sono state previste esclusivamente per quelli accusati in base alla legge antiterrorismo). Inoltre sono state trasformate in celle singole intere divisioni in circa 37 carceri ad alta sicurezza E-Type e in 17 carceri speciali.
Chiaramente i piani governativi devono venire rinviati sino alla conclusione della trasformazione delle complessive 5000 carceri nel nuovo modello a celle F-Type.

4. L'imperialismo dei diritti umani.
La nuova Germania si dà veramente da fare per mettere in luce la sua collaborazione con la Turchia come aiuto per facilitare il ristabilimento di un sistema democratico. Il capitalismo riformista della politica rosso-verde si propone come moralmente ineccepibile: le bombe NATO sulle grandi città yugoslave dovrebbero "evitare una nuova Auschwitz" (Fischer).. e per questo motivo le truppe tedesche "sarebbero paragonabili alle Brigate Internazionali della guerra civile spagnola".
Dopo la guerra del Kossovo, così si esprime il Ministro degli esteri :"I tedeschi si mettano a confronto con la propria storia ed in pace con se stessi. Il fine del progetto rosso -verde è l'allargamento a sud-est dell'EU, al cui centro rimarrebbero - come gruppo di avanguardia nella progettata Federazione - i Paesi più potenti: con ciò, gli interessi europei, nelle condizioni della globalizzazione del XXI secolo, acquistano uno spessore del tutto diverso"(Die Zeit,21.6.2000)
Kohl non voleva la Turchia nell'EU. Ma i rosso-verdi sono più moderni della classe dirigente conservatrice con il suo risentimento cristiano-sciovinista: "La Turchia è per noi un fattore essenziale nel sistema statale europeo" (Fischer).
Ai conservatori serviva la questione dei diritti umani per limitare lo sviluppo politico economico dei partner Nato, i rosso-verdi funzionalizzano la questione dei diritti umani, in collaborazione con gli USA, come metafora morale del nuovo espansionismo europeo. Il piano consiste nel forzato inglobamento della Turchia in una futura "grande Europa", che confinerebbe a sud-est con Iran, Irak, Siria e Caucaso.
Il sottosegretario di stato agli esteri Amt Volmer ha dichiarato ad Helsinki : "il lavoro del nuovo governo turco è solo all'inizio"...... e il kemalista, "elmo di ferro democratico" e sciovinista Ecevit è, come presidente, il garante di ciò.
Nella guerra contro di loro, i curdi non lo conoscevano. Ma anche ora che la guerriglia curda si è ritirata e il Pkk vuole raggiungere la pace senza armi, Ecevit conosce solo turchi e terroristi. E gli USA non possono dare sul serio un parere contrario all'esecuzione di Öcalan: questa è una questione che riguarda gli europei e la loro "kosovo-morale". Il nuovo imperialismo dei diritti umani richiede anche delle Job-Sharing.
Insomma l'Europa, nella persona della commissione EU e dell'uomo dell'SPD Verheugen, nonostante le battute d'arresto, trova sempre una via d'uscita (afp, 14.7.2000) per la situazione dei diritti umani in Turchia; dei parlamentari turchi, durante una visita nelle proprie stazioni di polizia, scoprono cavi di corrente elettrica scoperti e falangi-uncino (Milliyet, 2.3.2000); il canale televisivo CNN Türk mostra in un programma serale un video girato dallo stesso "Süleyman camera d'aria", uno dei più famigerati picchiatori dalle polizia di Instanbul, in servizio al posto di polizia di Beyoglu - a 500 m. in linea d'aria dal Goethe-istitut - la cui specialità è ben rappresentata dal nome che si è guadagnato sul campo: ai bambini curdi, agli omosessuali o ai ladruncoli occasionali arrestati o in stato di fermo infligge frustate con una camera d'aria riempita d'acqua e sfere di piombo (Radikal, Giornale moderato turco,1.6.2000).

5. La civilizzazione delle prigioni.
A Diyabakir, nella prigione militare n° 5, è appeso un cartello di latta: "Le nazioni incivili sono condannate ad essere calpestate dalle nazioni civili".
Questo è "l'inferno n° 5" in cui il 21 marzo del 1982 Mazlum Dogan militante del PKK accese una luce: contro la totale privazione di ogni diritto umano, contro le condizioni di detenzione inumane, diede fuoco alla cella e si impiccò. Quattro prigionieri lo seguirono. Cominciò uno sciopero totale della fame in cui Kemal Pir (dopo 55 giorni), Hayri Durmus (dopo 60), Akif Yilmaz (dopo 63) e Ali Çiçek (dopo 65 giorni) morirono. Questi prigionieri diedero la loro vita, ma il loro non piegarsi alla tortura della prigione militare fu un catalizzatore per l'avvio della lotta armata e l'affermazione della volontà di liberazione del popolo turco a metà degli anni 80.
Le disposizioni sulle esecuzioni, secondo l'ordinamento giuridico turco in vigore, prevedono che Abdullah Öcalan sia impiccato al sorgere del sole, a piedi nudi e con una camicia bianca. Ancora oggi, i fascisti dichiarati nel governo, il partito MHP, vogliono una consultazione popolare su questa impiccagione e solo dopo vogliono abolire la pena di morte.
Il socialdemocratico Ecevit vuole la stessa cosa perché sa che un Ocalan morto può far parlare nuovamente le armi della guerriglia. Egli vuole igiene sociale: le celle singole, le proposte di amnistia in cambio di tranquillità e collaborazione, l'ergastolo invece della forca, della cruda violenza dei piedi strappati e delle articolazioni fratturate dagli "uncini-Palestinesi". È ormai questione di tempo: l'approvazione della proposta di legge di trasformare la pena di morte in ergastolo (per esser chiari: carcere a vita, senza contatti con l'esterno, senza speranze di scarcerazione o grazia). Dev'essere "peggio della morte" , come sottolinea la proposta del governo agli inizi di Giugno.
Su questo sembrano essere tutti d'accordo: "sia nei circoli democratici europei sia ad Ankara.... prevale la soddisfazione rispetto al fatto che il processo di riforma della pena di morte sia finalmente iniziato" ( Tagesspiegel 6.7.2000).

6. Imrali.
Un solo prigioniero, una cella di 13 metri quadrati, luce artificiale, pareti bianche, 24 ore di osservazione, chiusura permanente della cella, un'ora d'aria al giorno in un cortile di 40 metri quadrati in una gabbia di cemento armato, personale di guardia militare, un'ora alla settimana di visita da parte dell'avvocato sotto controllo acustico e visivo, un'ora di visite di parenti al mese, copia degli appunti prima e dopo la visita, censura della posta e forti limitazioni per l'ascolto della radio e per la lettura di giornali: questa è Imrali, zona militare con divieto di accesso. Navi di pattugliamento costruite nei cantieri navali HDW di Kiel rendono sicura e inaccessibile l'isola prigione nel mar di Marmara.
Il programma speciale di detenzione contro il presidente del PKK Abdullah Öcalan significa privazione sistematica di stimoli (la cosiddetta deprivazione sensoriale), attraverso l'isolamento totale. Il primo risultato è la perdita del gusto e del senso dei colori, difficoltà a prendere sonno e di concentrazione. A questo, dichiarava il suo avvocato in giugno, va aggiunta un'asma cronica.
Nel 1970 lo psicologo americano e consulente della CIA McConnelle dichiarava circa il senso di questo tipo di misure: "abbiamo solo una possibilità quando vogliamo educare uomini, topi o vermi: li possiamo premiare o punire. La deprivazione sensoriale, accompagnata da un sistema di premiazione e punizione, ci dà la possibilità di raggiungere il totale controllo su un individuo. Le tecniche di controllo del comportamento sono come una bomba all'idrogeno nel rendere tutto visibile come un gioco per bambini". McConnell per due decenni obbligò vermi piatti a muoversi, dentro un labirinto, solo lungo delle strisce bianche e, contro la loro stessa natura, a evitare le zone scure. Ogni deviazione veniva punita con un elettrochoc. La punizione non avveniva né troppo presto né troppo tardi, in caso contrario non avrebbe avuto effetti sul comportamento dei vermi.
Amnesty International ha protestato contro la tortura dell'isolamento ad Imrali chiedendo il rispetto delle convenzione dell'ONU contro la tortura.
Nel marzo del 2000, in un incontro con il ministro dell'interno turco Sadettin Tantan, Schily dichiarò che la Germania incoraggiava la Turchia "ad avanzare sulla via delle riforme". Tantan rispose che la Turchia, con l'aiuto della Germania, avrebbe potuto lottare meglio contro il terrorismo (Handelsblatt 23.3.2000).
Schily non espresse nessuna protesta contro la situazione di Imrali. E perchè mai? Per lui è questa la "via delle riforme". Come ex avvocato non tiene conto della carne che gronda sangue: conosce Stammhein da dentro e sa cosa aiuta di più la "democrazia armata".

7. "Le celle di lusso".
"Guardate!" scriveva in prima pagina il 24 giugno Sabah (giornale di larga diffusione) mostrando le foto delle celle dei capi mafia a Kartal: "Hotel di lusso in prigione: pareti tappezzate, Handys, televisioni con 30 canali, frigoriferi, aria condizionata profumata".
L'opinione pubblica deve credere che Kartal è un paradiso. La propaganda deve condizionare: le carceri sono fuori controllo, bisogna riprende la situazione con mano dura: riformare.
Kartal è un carcere "riformato". Costruito nel 1986, era una delle cosiddette "E-Type" (prigioni speciali ad alta sicurezza). Dopo la ristrutturazione la sigla diventa "F-Type": "isolamento e celle singole" sono "la riforma".
L'associazione per i diritti umani IHD di Istanbul ha, nella primavera del 2000 ha steso un rapporto su Kartal: celle singole, chiusura per 24 ore, gabinetto nella cella, cibo passato attraverso un buco nella porta di metallo, nessuna luce naturale, nessuna possibilità di vista verso l'esterno, nessun contatto con gli altri prigionieri, ora d'aria sotto un filo spinato, visite parenti per mezz'ora alla settimana, divieto di ricevere pacchi di generi alimentari (nel 1999 il ministro della giustiza ha fissato a quanto ammonta il costo della razione giornaliera di cibo di un prigioniero: colazione, pranzo e cena per complessive 165.000 Lire Turche. In Turchia un panino costa mediamente 40.000 LT e una zuppa 250.000 LT).
Ali Osman Zor, dopo sei mesi di isolamento totale a Kartal, raccontò al suo avvocato: "Il senso del gusto, dell'olfatto, dell'udito, della vista si volatilizzano. Non è possibile sorridere di niente e si piange per ogni piccolezza che accade. L'isolamento toglie alla persona ogni senso di sicurezza. Ci si sente come se in ogni momento si potesse venire uccisi. Lo scopo è quello di rafforzare il senso permanente di paura, far produrre propositi di suicidio, distruggere la psiche."
I capi mafia, a Kartal, comunicano tra loro servendosi degli "inservienti" e usando telefonini.
I prigionieri del gruppo islamico IBDA-C ("Lotta per il grande est islamico") che sono una frazione che si separò dall'organizzazione Hizbullah (che si è fatta strumentalizzare dallo stato come squadrone della morte contro curdi e appartenenti del PKK) sono, al contrario, in isolamento totale. Essi sono i topi di laboratorio di Kartal. Come ha raccontato al suo avvocato il leader di IBDA-C Salih Mirzabeyoglu, dopo un tentativo di suicidio, egli era stato chiuso in cella in isolamento totale da 5 mesi: all'inizio cominciò a sentire voci in testa, poi vennero le allucinazioni e l'udire permanentemente dei rumori. Lui suppone che gli effetti dell'isolamento siano stati rafforzati da sostanze chimiche o droghe.
Anche i prigionieri della seconda delegazione di pace del PKK sono a Kartal. Il loro percorso per la pace li ha portati dall'esilio in Europa alle nuove "Celle europee" (come le chiama il ministro della giustizia turco). Kartal F-Type è la nuova sigla turca che sta per Stammhein, per i bracci della morte di Colonia-Ossendorf, Frankenthal, Moabit o Celle.
L'organizzazione americana per i diritti umani Human Right Wacht critica in un memorandum il regime di isolamento a Kartal.
Questa stessa organizzazione, che in ogni caso non si può definire un'organizzazione di sinistra, in un memorandum del 1975 criticò la commissione europea per i diritti umani facendo il seguente rapporto: "L'isolamento può influire in modo profondo e permanente sulla psiche e sul fisico. È stato provato che, tra l'altro, esso può produrre apatia, instabilità emotiva, riduzione delle capacità mentali, insonnia, difficoltà di concentrazione". Gli accusatori di allora erano al settimo piano di Stammhein. I loro nomi: Gudrun Esslin, Andreas Baader e Carl Raspe, prigionieri della RAF.

8. I bracci della morte.
L'isolamento in Germania ha avuto luogo nei cosiddetti bracci della morte o "sezioni di isolamento" delle carceri, contro i prigionieri appartenenti alle organizzazioni della guerriglia metropolitana RAF, al Movimento 2 Giugno e, più tardi, contro appartenenti ai gruppi di resistenza. Questo a partire da metà degli anni 70.
Ciò che distingue queste sezioni è: permanentemente luce artificiale, silenzio totale, celle completamente bianche, divieto di appendere qualunque cosa alle pareti e vigilanza continua. A questo va aggiunto il divieto di comunicare, la censura postale, la sorveglianza e il divieto di contatto tramite vetri divisori durante le visite. Con gli altri prigionieri non devono esserci né contatti visivi né acustici.
I parenti dei prigionieri politici dichiararono: "il barbaro sistema medioevale di strappare gli occhi , tagliare la lingua, rovinare gli organi dei sensi è oggi un perfezionato sistema di tortura grazie all'applicazione della scienza e del sapere: la deprivazione sensoriale e il tentativo di "affamare" gli organi dei sensi. Lo sterminio attraverso l'isolamento significa la soppressione della percezione di sensazioni, della comunicazione, delle altre persone, del movimento, della vita. Ai prigionieri non vengono represse le capacità fisiche degli organi dei sensi, ma ne viene soppresso il loro contenuto. In questa forma la tortura si giustifica col fatto che, in quanto tortura, è inimmaginabile per coloro che non vi sono esposti.
L'isolamento è anche un prodotto tedesco di esportazione.
Nello stato spagnolo, nel 1987, vennero usate le "Celle europee" contro la resistenza di collettivi di prigionieri. A quei tempi anche la Spagna, come oggi la Turchia, era candidata all'ingresso nell' EU.
Il governo ha recentemente confermato che già nel 1990 funzionari turchi visitarono Stammhein , allo scopo di informarsi sulle norme europee sulle prigioni.

9. La scienza dell'isolamento.
Nel 1973 Sjen Teuns, psichiatra, durante un'assemblea contro la tortura dei prigionieri politici a Francoforte disse:
"Sotto la voce deprivazione sensoriale intendiamo la drastica riduzione (deprivazione) delle facoltà percettive (dei sensi) attraverso cui gli uomini si orientano nell'ambiente. Quindi isolamento dall'ambiente attraverso l'affamamento degli organi della vista, dell'udito, dell'olfatto, del gusto e del tatto. (...) La deprivazione sensoriale è (e questo perché essa é producibile solo a partire da condizioni artificialmente costruite da uomini) nello stesso tempo un metodo umano e inumano di provocare la soppressione della vita. Applicata mesi e anni è, letteralmente, il metodo perfetto di uccisione di cui "nessuno o tutti" sono responsabili al di fuori della vittima.
La ricerca scientifica ha messo sistematicamente mano agli effetti della deprivazione sensoriale da circa 20 anni. Precursore delle celle di isolamento (in cui viene applicata la deprivazione sensoriale) non sono solo le gabbie dei reparti di isolamento degli ospedali psichiatrici, le prigioni e i campi di concentramento, ma molto prima le caverne o le cantine , in cui persone sono state murate: le cosiddette oubliettes.
Dai secoli scorsi proviene un ricco arsenale di celle - istituzioni a cui ancor oggi ci si richiama nel modo di costruire le prigioni.
Già all'inizio del quindicesimo secolo si è cercato di portare avanti osservazioni e di condurre esperimenti con persone messe in segregazione in celle in qualche modo isolate. Verso la fine del 500 sono state costruite celle di sperimentazione, soprattutto in USA e in Canada, per questo scopo: le cosiddette "stanze del silenzio".
Molto più tardi ricerche simili sono state riprese in Germania dove, al momento, si trovano le più perfezionate "celle del silenzio": nel laboratorio per ricerche cliniche sui comportamenti all'università di Amburgo. Qui non solo vengono osservate e valutate le reazioni fisiche di cavie umane, ma vengono prodotti dei test di misurazione su cavie umane che sono state messe per un certo periodo di tempo nella "camera del silenzio"..... è stato osservato che la reazione delle persone è una indicazione "del nucleo fondamentale della personalità".
Così al giudice viene presentata una carta bianca, l'arrestato, che, sotto la pressione della deprivazione sensoriale, si consegna a un'altra persona in modo da poter parlare con una persona reale".

10. -Le lotte dei prigionieri nella Germania Federale.
A livello internazionale l'isolamento è considerato una "tortura bianca".
In Uruguay, dopo la dittatura militare, ai prigionieri che hanno subito l'isolamento sono stati contati 3 anni di normale detenzione per ogni anno in isolamento.
Una cosa del genere la germania non la riconosce: ufficialmente non c'è stato isolamento né "tortura bianca".
Così grazie al monopolio dell'uso "legale" della violenza da parte dello stato (violenza che è testimoniata ed ammessa in numerose pronunce giudiziali del consiglio di sicurezza dello stato), si è aggirato il problema con un cinico doppio gioco.
Da una parte le conseguenze della tortura dell'isolamento sono state semplicemente negate, dall'altra parte i trattamenti speciali nei riguardi di prigionieri politici sono stati energicamente sostenuti e giustificati quando questi ultimi non si sono resi disponibili a negare la propria identità.
Nel 1973, i prigionieri della RAF, con il loro primo grande sciopero della fame, richiedevano: "Informazione politica libera per tutti i prigionieri, perché questa è la condizione per la politicizzazione, la presa di coscienza. Non pretendiamo adesso ciò che altrimenti attualmente sarebbe necessario - pagamenti equi, formazione e diplomi, protezione della famiglia, autogestione ecc... ecc... - perché tutto questo, senza l'auto-organizzazione dei prigionieri, è cianfrusaglia riformista.
Quello di cui abbiamo bisogno è la solidarietà politica - non solo coma idea, ma come solidarietà reale. Il nostro sciopero della fame non è altro che la possibilità di una solidale resistenza nell'isolamento. Senza il potere, senza la forza nelle strade, senza la mobilitazione dei cittadini antifascisti che difendono la causa dei diritti umani contro la tortura, la cui realizzazione ordinano i maiali, il nostro sciopero della fame non ci toglie dalla nostra impotenza."
Non solo il forum della chiesa evangelica protestò in quegli anni contro le condizioni di detenzione distruttive.
Anche l'avvocato Rupert von Plottnitz affermò inequivocabilmente: "Abolizione dell'isolamento!" ed esortò pubblicamente alla costruzione di comitati di solidarietà. Negli anni 90, come ministro della giustizia dei verdi in Assia, rifiutò il trasferimento di Christian Klar a Schwalmstadt ad Essen dove era detenuto anche Rolf Clemens Wagner! Entrambi questi prigionieri sono, da 20 anni e senza interruzione, in celle singole e in regime differenziato.
I prigionieri della guerriglia metropolitana e dei gruppi di resistenza hanno condotto ben 10 scioperi della fame per il raggruppamento. Due prigionieri, Holger Meins (1974) e Sigurd Debus (1981), sono morti in queste lotte. Così i prigionieri hanno superato l'iniziale "impotenza": la possibilità di una trattativa e la solidarietà sono state conquistate sempre con la lotta. Il regime di isolamento delle sezioni speciali è stato parzialmente sconfitto, ma non è stato eliminato. Le sezioni esistono ancora e vengono usate ancora oggi in condizioni normali nei reparti speciali per i "criminali duri" e per i "prigionieri problematici".
Ci sono ancora 6 prigionieri della Raf, non viene più applicato loro un programma di isolamento totale; ma dopo 20 anni di carcere il risultato è lo stesso: celle singole nei reparti normali, restrizioni, ergastolo senza limiti.
In germania si continua ad usare l'isolamento. Ilhan Yelkuvan, prigioniero politico turco, all'inizio del 2000 ha intrapreso uno sciopero della fame contro questo regime. Dopo 63 giorni di sciopero della fame, allo stremo e ormai in pericolo di vita, fu trasferito.

11. -La posizione dei prigionieri in Turchia.
I Prigionieri Politici in Turchia definiscono le celle singole e quelle di isolamento un attentato alla loro vita. Per essi il sistema delle grandi celle comuni e la possibilità di organizzarsi in carcere é di ordine esistenziale. Dopo il terrore nella stazione di polizia, i getti d´acqua ad alta pressione ed i blocchi di ghiaccio durante gli interrogatori, le celle singole e di isolamento sono un omicidio occultato: alle urla della tortura segue il terrore silenzioso dell'isolamento, della tortura fisica attraverso l'attacco psichico, resi inermi, soli, senza possibilità di un aiuto solidale e senza il sostegno incoraggiante di coloro che devono sostenere le stesse prove. È anche questo il motivo per cui i Prigionieri sottolineano di essere costretti ad andare fino ai limiti estremi: a mettere in gioco la propria vita per difenderla.
Il coordinamento dei Prigionieri di diverse organizzazioni di sinistra (DHKP-C, TKP(ML), MLKP e altre) nel Febbraio 2000 ha dichiarato:
"Il titolo di Repubblica Bayrampasa dovrebbe suggerire all'opinione pubblica che lo Stato ha riperso il controllo sulle carceri. Ora parlano di nuovo di celle individuali e cercano di nascondere l'attacco con le celle di isolamento dietro frasi come "Carcere tipo F", "un sistema fra spazio comune e spazio singolo" o "un sistema-spazio per 3-4 persone". Lo Stato fascista sa bene che i Prigionieri Rivoluzionari contrasteranno questo attacco. Noi chiamiamo tutte le persone, tutte le organizzazioni e le istituzioni democratiche, a seguire gli sviluppi (di ciò che sta succedendo) e di prendere posizione. Noi quali prigionieri opporremo resistenza a questo attacco programmato, quale che sia il prezzo da pagare."
Nell'aprile di quest'anno, riguardo ai dieci giorni di sciopero della fame contro le nuove carceri, i prigionieri del PKK nel carcere "Tipo E" di Bursa hanno dichiarato:
"In un momento in cui la Questione Curda è davanti agli occhi di tutto il mondo, si presenta il Fronte dei potenti e dice: "Con l'ingresso in Europa verranno più Democrazia, più Diritti Civili e più Libertà". Nello stesso momento si va avanti con la costruzione delle disumane Carceri TIPO-F. Questo non é altro che doppiezza, falsità. Si può anche fare pubblicità con termini quali "camera doppia", esse sono e rimangono celle d'isolamento (...buie segrete),.... e sono un attacco diretto alla natura della Persona Umana. Il passaggio dalle celle comuni alle celle singole significa solo ancora più divieti e oppressione. La resistenza contro l'isolamento é una lotta per la dignità umana e contro la tortura!"
La situazione é seria. Nelle carceri turche ci sono già stati scioperi della fame ed azioni di protesta contro il pianificato trasferimento in celle singole e di isolamento. L'IHD (associazione per i diritti civili), i familiari di Prigionieri Politici ed altre organizzazioni hanno dato vita a marce di protesta , incontri informativi ed azioni pubbliche contro gli imminenti trasferimenti di massa. 24 organizzazioni ed istituzioni democratiche si sono unite a questo fine. Ciò che si teme é una nuova Ulucanlar: il 26.9.99 nel carcere (Tipo-E ) Ulucanlar di Ankara i prigionieri politici resistettero al tentativo di trasferimento con barricate e l'occupazione dei cortili; dieci di loro morirono a causa delle raffiche di mitra e delle bombe a gas delle unità militari e di polizia che attaccarono le celle.
Osman Baydemir, membro della direzione IHD, riguardo la campagna contro le nuove carceri ha dichiarato: "Noi temiamo per la vita dei Prigionieri Politici, li si vuole seppellire vivi nelle nuove carceri Tipo-F".
Non bisogna prendere alla leggera queste parole. Il tempo stringe. Solo con la resistenza e la protesta si può evitare l'introduzione dell'isolamento in Turchia.
I trattamenti speciali e le celle di isolamento fanno parte degli obiettivi delle rivolte e delle lotte dei radicali e dei militanti di sinistra in Germania. Delle loro storie come delle loro sconfitte. Nel 1989 familiari di Prigionieri Politici turchi, in una lettera di solidarietà ai Prigionieri tedeschi in sciopero della fame, scrivevano: "nonostante la repressione, gli arresti, le minacce poliziesche ed i pedinamenti continui, porteremo avanti la nostra lotta per la libertà di tutti i Prigionieri Politici in Turchia e di solidarietà a voi. La Dignità Umana sconfiggerà la tortura". Oggi sono i Prigionieri Politici turchi ad opporsi al regime di isolamento pianificato. Essi dicono: con tutti i mezzi che un prigioniero ha. Essi stessi, i loro familiari, gli attivisti dei diritti civili ed i gruppi politici di solidarietà, sia ad Ankara che a Diyarbakir, oggi hanno bisogno nel nostro paese, del sostegno e della solidarietà di tutti.
"LA DIGNITÀ UMANA SCONFIGGERÀ LA TORTURA".

Nessuna Stammheim sul Bosforo!
Libertá per tutti i Prigionieri Politici!

L'iniziativa Libertad! chiede a tutti gli organismi e le organizzazioni progressiste, democratiche e della sinistra di partecipare, con le loro idee e secondo le loro possibilità, alla difesa dei Prigionieri e contro l'isolamento e le carceri F-Type: dalla `catena di fax´ alle azioni di protesta, dal creare proprie associazioni ed iniziative al prendere parte alle delegazioni di solidarietà....

28. Juli 2000

Libertad!

Falkstr. 74, 60487 Frankfurt
Fax: 069-79201774
eMail: kampagne@libertad.de
Conto di solidarietá:
Libertad!, cto: 10215811,
causale: F-Typ, Ökobank
(cod. banca 50090100)

indirizzi di contatto
e informazioni attuali sotto:
Libertad!
http://www.libertad.de/projekte/spezial/tuerkei

So oder So - Giornale della Campagna Libertad!
http://www.sooderso.de

Posto d´Informazione Kurdistan e.V. (IsKu)
http://www.nadir.org/nadir/initiativ/isku/

Comitato contro l´isolamento carcerario (IKM - Izolasyon Iskencesine Karsi Mücadele Komitesi)
http://www.noisolation.de

DETUDAK (Tutsaklara Dayanisma Komitesi - Comitato di solidarietá con i prigionieri politici in Turchia)
Detudak@gmx.de

gionale quotidiano Özgür Politika (Notizie)
http://www.kurdishobserver.com/

IHD-Associazione Diritti Civili in Turchia (Sezione Istanbul,commissione carcere)
http://www.ihd.org.tr
Tel: 0090 - 212 - 251 35 26 / 244 44 23
Fax: 0090 - 212 - 251 41 55

Fax di protesta a:
Ministro della Giustizia Hikmet Türk:
0090-312-417 39 54, e-mail: sturk@adalet.gov.tr
Ministro degli Interni Sadettin Tantan:
0090-312- 417 23 90
Presidente di Stato Ahmet Sezer:
0090- 312-427 13 30
Primo Ministro Bülent Ecevit:
0090-312- 417 04 76
Direttore Generale delle Carceri Ali Suat Ertosun:
0090-312-414 63 01
e-mail: ertosun@adalet.gov.tr
Ambasciata Tedesca in Ankara:
0090-312-426 6959
Ministro degli Esteri (germania) Fischer:
0188817-3402
e-mail: poststelle@auswaertiges-amt.de
Ministro degli Interni (Germania) Schily:
01888681-2926
e-mail: poststelle@bmi.bund400.de


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