Senza Censura n. 5/2001

[ ] Spagna: un giudice d'assalto



Qualche notizia su un "paladino" della controrivoluzione in Spagna

Il giudice Baltasar Garzon è il classico magistrato d'assalto, servo perfetto degli apparati repressivi; in spagna è universalmente noto per la quantità di attacchi da lui portati avanti contro le lotte e la solidarietà. E' anche quello che ha fatto tanto baccano su Pinochet, per capirsi, salvo poi consegnarlo, per farla breve, a chi gli garantisce da sempre l'impunità. Scrivono i compagni del collettivo "La Haine": "Senza dubbio la legittimità conferita a Garzon attraverso il caso Pinochet ha comportato il tranello più significativo degli ultimi tempi alla sinistra internazionale. Con rassegnazione si è creduto che un giudice del primo mondo, dell'impero, avrebbe giudicato le violazioni ai diritti umani commesse nel terzo mondo. E con maggiore rassegnazione si è provato che questa giustizia non arriva mai, dato che il genocidio in America Latina fu ordinato e finanziato evidentemente dai paesi imperialisti. I quali mai giudicheranno e incarcereranno i propri esponenti, a meno che non si tratti di un'urgenza propagandistica."
In questi mesi è in pieno svolgimento in spagna un offensiva giudiziaria contro tutto il panorama rivoluzionario e indipendentista, di cui il Garzon si è fatto, tanto per cambiare, zelante interprete. In questa offensiva gli indipendentisti baschi, gli appartenenti a ETA come i miltanti di svariati gruppi di base, vengono bollati come "terroristi"; di seguito a ciò, tutti i militanti della sinistra internazionalista e radicale attaccati dal solerte magistrato, vengono immediatamente e automaticamente accusati di essere legati a ETA, e quindi di essere terroristi pure loro. Questo, immancabilmente in base al nulla.
o Il 7 ottobre '00 Garzon fa arrestare 9 appartenenti a vari movimenti cittadini, legati alla fondazione Joxemi Zumalabe, accusandoli di "appartenenza ad organizzazione terrorista", considerandoli "promotori di un progetto di disobbedienza civile vincolato a obiettivi di costruzione nazionale", la cui paternità viene da lui attribuita a "ETA-KAS, per creare uno stato parallelo". Il tutto significa per il nostro magistrato che "ETA-Ekin" punta, sul "...fronte di massa, a creare ampi spazi di contropotere attraverso meccanismi come la disobbedienza civile, che delegittimino e distruggano il potere e il sistema legittimamente costruiti, procurando con ciò la sovversione dell'ordine costituzionale". La tesi è fondata su un documento dal titolo "Piztu Euskal Herria", che il giudice attribuisce a "ETA-KAS"
o Il 1° novembre Mikel Zuluaga autodichiara invece, di essere l'autore del documento di cui sopra; questo scritto di dibattito della sinistra abzertale è stato elaborato dal collettivo Piztu Euskal Herria e inviato, fra gli altri, anche all'assemblea della fondazione Joxemi Zumalabe. Mikel viene arrestato accusandolo di essere un "membro legale dell'apparato politico di ETA". Il ministero dell'interno parla della seconda parte di un operazione contro "ETA-Ekin", e l'allora ministro Oreja la interpreta come "un colpo alla direzione politica di ETA"
o Il 18 gennaio Garzon ordina l'arresto di Pepe Rei, direttore del giornale di indagine e denuncia sociale "Ardi Beltza", sempre attento anche all'informazione sui prigionieri politici. Pepe viene accusato di legami con azioni "terroristiche".
o Il 7 marzo '01 Garzon fa arrestare 15 militanti di Haika, organizzazione abertzale giovanile basca, socialista e internazionalista, nata dalla fusione di Jarrai e Gazteriak, che conta qualcosa come 20.000 aderenti; e fa perquisire le sue sedi di Bilbo, Gasteiz, Iruñea e Hernani. I partiti e le organizzazioni basche dicono che "si tratta di un'altra Garzonata".
o L'8 marzo, mentre un altro membro di Haika viene arrestato, migliaia di persone manifestano contro gli arresti.
o Il 9 marzo Haika convoca uno sciopero studentesco e manifestazioni nella mattinata, a cui partecipano 8.000 giovani e studenti (nonostante i divieti di molti présidi e della polizia) e molte situazioni, in più di 30 paesi e città di euskadi in territorio spagnolo e anche francese. Nella giornata, segnata dagli scontri, sono da registrare da parte della polizia cortei caricati o sciolti di forza, sequestri di gruppi di militanti all'interno delle università, minacce ai manifestanti con armi da fuoco, pestaggi dei manifestanti e degli arrestati, interruzioni di sit-in all'interno delle scuole, furti di danaro ai danni degli arrestati. Nel pomeriggio altre manifesazioni, in almeno 35 paesi e città di Euskadi, convocate da Euskal Herritarrok, a cui hanno partecipato migliaia di persone. 30 gli arrestati alla fine della giornata. Sono stati messi a segno anche vari sabotaggi a sostegno delle manifestazioni, fra cui l'incendio di un autobus a Loiola, e alcune molotov lanciate contro il commissariato della ertzainza a Orereta.
o Il 12 marzo Garzon decreta la carcerazione preventiva per 16 giovani di Haika.
o Il 20 marzo lo stesso conferma la preventiva per i 16, sostenendo che esistono le prove della loro attività illecita, alias "calle borroka, a compimento delle direttrici di ETA-KAS-Ekin da parte di Jarrai-Haika" e quindi della loro appartenenza a ETA e dell'integrazione di Haika in ETA.
o Nella seconda metà di aprile, in seguito a una pesante campagna di criminalizzazione a mezzo stampa contro il giornale Ardi Beltza, garzon annuncia la sua imminente chiusura forzata. E' il 3° mezzo di comunicazione che viene chiuso da questo personaggio.
o A inizio maggio il P.M. Molina emette, sotto richiesta di Garzon, un'informativa favorevole alla messa fuori legge di Haika. Con questa, si rimane in attesa che il giudice della "Udienza Nazionale" decreti prossimamente l'illegalizzazione della stessa.
o L'8 maggio Garzon fa arrestare Amaia Arrieta, conosciuta nel paese basco per le sue posizioni internazionaliste, accusandola di "appartenenza a banda armata", contestandole l'appartenenza ad Haika. Amaia, che ha negato tutti gli addebiti, viene accusata di "cooptare giovani per incorporarli in ETA", e di aver aperto un conto corrente a nome di Jarrai.
o L'11 maggio Garzon formalizza la richiesta di "dichiarare illegale l'organizzazione legale Jarrai-Haika come parte integrante della stessa organizzazione terrorista di cui è a capo ETA, e che si completa con KAS e Ekin"; perché?: "rispondono pienamente al concetto di terrorismo trattandosi di un gruppo di persone che esercita la violenza con lo scopo di ottenere obiettivi politici". Per trarre queste "conclusioni", oltre alla solita miriade di documenti sequestrati nelle perquisizioni e che non dimostrano nulla, il solerte giudice utilizza come prova una lista, da lui redatta, di 62 persone che, a suo dire "appartenenti Jarrai o Haika", sono stati "detenuti e implicati in procedimenti penali per la loro appartenenza o collaborazione con l'organizzazione terrorista". Contemporaneamente Garzon tenta anche di mettere in relazione Jarrai e Haika con kale borroka sostenendo che queste organizzazioni sono "la struttura idonea per eseguire questa forma complementare alla lotta armata, che è necessariamente un'attività terrorista...", e che essendo "evidentemente" svolta in maniera coordinata, è quindi riconducibile ad organizzazioni terroristiche. Se la richiesta di illegalizzazione verrà accolta, Haika sarà considerata illegale, però di fatto lo è già da ieri.
o A metà maggio il tribunale dispone la liberazione dietro cauzione di 500.000 pesetas, e firma obbligatoria l'1 e il 15 del mese, di 5 dei 10 arrestati a ottobre-novembre scorsi, fra cui Mikel Zuluaga.

Informazioni tratte da:
Collettivo La Haine
http://www.lahaine.f2s.com/
k.lahaine@zdnetonebox.com

Giornale Ardi Beltza:
http://www.ardibeltza.com
ardibeltza@nodo50.org


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