Senza Censura n. 5/2001

[ ] Giornata dei Prigionieri Palestinesi



Report dell'Associazione Addameer sul 17 aprile 2001

La Giornata dei Prigionieri Palestinesi è giunta quest'anno nel bel mezzo dell'Intifada, segnata da un incremento sempre maggiore di arrestati e nuovi prigionieri.
L'anno 2000 era iniziato con la speranza di vedere liberi i molti prigionieri - secondo l'accordo tra i Palestinesi e il governo israeliano. Con il rifiuto delle autorità israeliane di riconoscere questi accordi, una serie di scioperi e di altre attività da parte dei prigionieri, culminarono con lo sciopero della fame - nel Maggio 2000 - di tutti i Prigionieri Palestinesi detenuti nelle carceri israeliane. Lo sciopero della fame raccolse sia il sostegno dei palestinesi che una vasta solidarietà internazionale. La mobilitazione dentro e fuori le carceri venne attaccata duramente dalla repressione israeliana. Lo scioperò terminò a seguito di un accordo tra i prigionieri e le autorità israeliane. L'accordo stesso, come del resto sempre è accaduto, venne ben presto disatteso da parte israeliana. Non soltanto. Venne implementata la legislazione in senso repressivo riguardante i nuovi prigionieri (e le loro famiglie) provenienti dall'Intifada.
La decisione di Israele di non attenersi agli accordi firmati, in particolar modo quello riguardante la scarcerazione di tutti i Prigionieri Palestinesi arrestati prima del trattato di Oslo, non e' stata l'unica violazione delle autorita' israeliane. Le stesse hanno disatteso l'accordo secondo cui andavano migliorate le già difficili condizioni detentive a cui erano e sono sottopoti i prigionieri, un accordo raggiunto solo grazie alla lotta di quest'ultimi. Secondo quanto riportato dall'Addameer Prisoners e dalla Human Rights Support Association, vi sarebbero 1960 Prigionieri Palestinesi e Arabi. E il numero dei detenuti nelle celle israeliane e nei centri degli interrogatori sarebbe in costante aumento.
Grazie ad una serie di visite proprio nelle prigioni e nei centri degli interrogatori, Addameer ha documentato le seguenti violazioni dei diritti umani:
- Shabeh: Shabeh o abuso di potere, durante la quale si può essere legati ad una sedia per più di 20 ore, sta continuando ad essere praticata a dispetto della decisione dell'Alta Corte Israeliana del 6 Settembre 1999 che aboliva le pratiche illegali della torura.
- Pressioni PsicoFisiche: I Detenuti sono soggetti a pressioni psico-fisiche, minacce, a trattamenti vari che provocano negli stessi continue alterazioni dello stato nervoso. Gli interrogatori possono continuare in modo continuo per oltre due giorni. Nessun prigioniero può dormire durante questi trattamenti. Gli interrogatori si possono rinnovare più volte nel giro di pochi mesi.
- Isolamento: I prigionieri vengono sottoposti all'isolamento e conseguentemente alla separazione da tutto il resto circostante. Gli stessi non possono avere contatti con i loro avvocati per tutto il periodo degli interrogatori. Questa restrizione rispetto ai legali dei detenuti vale per un periodo che va da 4 a 8 giorni, rinnovabile quando gli interrogatori si prolungano per un periodo che va dalle due settimane fino a 30 giorni. Gli avvocati di Addameer hanno segnalato 129 casi nei centri degli interrogatori nell'anno 2000, e 112 casi in cui gli è stato impedito di incontrare i prigionieri assistiti per un periodo di 15/30 giorni.
- Le Stanze Del Collaboratore: Il Servizio di Sicurezza Generale Israeliano (GSS) ha acuito la pratica di mettere i Prigionieri Palestinesi nelle stanze di detenzione assieme ai collaboratori, i quali cercano di carpire informazioni utili riguardanti le organizzazioni esterne. Questa pratica è divenuta parte integrante degli interrogatori, e non esiste un centro senza una stanza in cui rinchiudere un prigioniero con un informatore. Molte volte questo processo include minacce di morte e abusi fisici nei confronti dei detenuti, nel caso in cui questi si rifiutino di dare facilmente delle informazioni.
- Perquisizioni Corporali: Le Autorità Israeliane conducono illegali ed umilianti perquisizioni corporali, in molti casi anche veri e propri strip search, nei confronti dei Prigionieri Palestinesi che vengono spostati da una cella ad un'altra cella dello stesso carcere e/o dello stesso centro, oppure durante il trasferimento da un carcere ad un altro, da un centro interrogatori ad un altro. La stessa pratica viene attuata quando i Prigionieri possono ricevere la visita dei familiari.
- I Colloqui Con I Prigionieri: Sin dalla stesura degli Accordi di Oslo, le Autorità Israeliane hanno trasferito i Prigionieri Palestinesi che erano residenti in West Bank e nella Striscia di Graza in Israele. Questa è una violazione del trattato internazionale oltre che un sostanziale impedimento per i familiari di far visita ai loro parenti detenuti. Fin dalla fine del mese di Settembre 2000, l'Autorità Israeliana ha cancellato tutti i permessi riguardanti le visite. Solo i Palestinesi residenti a Gerusalemme possono andare a far visita ai loro familiari senza bisogno di permessi particolari. Non possono passare i cosiddetti pacchi (vestiti, cibo, ecc..). Tutto questo è soggetto alla Legge del 21 Giugno 1996 riguardante le visite ai prigionieri, secondo la quale - tra le altre cose - solo i maggiori di 40 anni o i ragazzi sotto i 16 possono andare ai colloqui.
- Le Punizioni; Leggere le note relative ai Trasferimenti e all'Isolamento.
- Le Telefonate: Ai Prigionieri Palestinesi è proibito fare chiamate telefoniche. Di ricente, usufruire di questo diritto è diventata una delle maggiori richieste da parte dei detenuti, assieme ai colloqui con i familiari.
- Discriminazioni Contro i Prigionieri Palestinesi Detenuti in Israele: I Prigionieri Politici palestinesi che sono cittadini israeliani subiscono forti discriminazioni rispetto ai detenuti ebrei o ai criminali comuni. Non usufruiscono dei diritti garantiti dalla legge israeliana rispetto alla detenzione; in questo modo non possono fare telefonate, non possono ricevere permessi temporanei, non possono avere colloqui a contatto con i loro familiari.
- Scarcerazione Sulla Parola: Secondo la legislazione israeliana in materia, un prigioniero che ha scontato 2/3 della sua pena può usufuire del diritto a comparire davanti ad una commissione speciale che dovrà decidere sulla possibilità di una scarcerazione sulla parola. Secondo i dati raccolti da Addameer, i Prigionieri Palestinesi, a differenza ad esempio dei detenuti ebrei colpevoli di aver assassinato cittadini palestinesi, sono sostanzialmente privati di questo diritto.
- Lo Stato di Salute Dei Prigionieri Palestinesi: I Legali di Addameer hanno segnalato la continua mancanza di sostegno medico e di cure specializzate nei confronti dei Prigionieri Palestinesi, i quali - oltre a non poter essere visitati e/o curati da medici arabi, hanno accesso solo a piccole cliniche impossibilitate a curare chicchessia.
- I Prigionieri Palestinesi Minorenni: Durante l'Intifada, centinaia di ragazzi palestinesi sotto i 18 anni sono stati arrestati e in questo momento 130 di loro sono rinchiusi nel carcere di Telmond. I ragazzi vengono tenuti in cella assieme a detenuti per crimini comuni. Addameer ha segnalato che i giovani palestinesi subiscono continui pestaggi, torture e abusi sessuali. Tutte le loro cose vengono prese dagli altri detenuti. Tutti i privilegi, nel loro caso, sono stati revocati. Dall'inizio dell'Intifada sono stati bloccati i colloqui. Tutte queste pratiche attaccano gravemente il loro stato psico-fisico.

Le violazioni contro i Palestinesi durante l'Intifada
Le Autorità Israeliane hanno usato diversi metodi repressivi per contrastare l'Intifada, come ad esempio:
- utilizzando armi pesanti (artigleria, carri armati, elicotteri militari, ecc..);
- colpendo i ragazzi palestinesi in modo intenzionale e/o attaccando le loro scuole;
- utilizzando cecchini;
- attraverso uccisioni premeditate;
- distruggendo le aree rurali palestinesi;
- aumentando il livello del controllo militare in tutte le aree sensibili;
- attaccando i giornalisti non allienati a Israele (oltre 40 giornalisti hanno subito atti repressivi dall'inizio dell'Intifada);
- attraverso la regolamentazione della violenza;
- con campagne di arresti e raids (gli arresti molto spesso avvengono direttamente nelle case dei palestinesi, i quali vengono sistematicamente picchiati e torturati; gli arrestati vengono quindi condotti nei punti di controllo militari);

La questione dei Prigionieri Palestinesi è parte integrante della questione Palestinese e della lotta del Popolo Palestinese per la sua libertà, per la sua indipendenza, per l'autoderminazione e il ritorno alle sue terre. Questi diritti sono garantiti dalla legge internazionale e da una serie di risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell'ONU e dalle Risoluzioni dell'Assemblea Generale. L'Associazione Addameer condanna le violazioni israeliane nei confronti dei Prigionieri Palestinesi e delle famiglie come parte integrante delle violazioni contro tutto il popolo palestinese.

ADDAMEER
Prisoners' Support
and Human Rights Association
PO Box: 17338, Jerusalem.
Ramallah, West Bank.
Tel: +972-2-2960446 Fax: +972-2-2960447
E-mail: addameer@addameer.org
URL: http://www.addameer.org/


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