Senza Censura n. 6/2001

[ ] 7 GIUGNO - UN'ALTRA PROVOCAZIONE E' FALLITA


Testimonianza di un prigioniero sull'irriducibile lotta nelle carceri turche.

Il 7 giugno una delegazione del parlamento europeo ha incontrato Sadi Naci Özbolat, appartenente al DHKP-C, e rappresentante dei prigionieri detenuti nel carcere tipo "F" a Kandira. All'incontro era presente anche una persona in qualità di "autorità del ministero di giustizia".
Al tentativo della delegazione di spingere al ribasso le richieste dei prigionieri e di investire il compagno di un improbabile ruolo decisionale in nome di tutti, Sadi Özbolat ha opposto le seguenti questioni: "Da parte vostra è sbagliato fare domande sul mio personale pensiero. Questo incontro avrebbe dovuto tenersi con il Consiglio dei Rappresentanti che riflette il volere di tutti i prigionieri..." "...Non possiamo trovare una soluzione se bisogna anche negoziare la presenza dei rappresentanti. Le nostre richieste non sono e non possono essere flessibili..."
"...Noi non interromperemo lo sciopero della fame a nessuna condizione. Se lo stato riconosce che sta combattendo contro di noi, e che siamo in guerra, allora deve annunciarlo e il nostro status legale deve essere modificato in accordo con noi. Non compiremo alcun gesto dopo l'operazione che ha massacrato decine di nostri compagni e che li ha resi martiri. Nella prigione di Bayrimpasa 6 nostre compagne sono state bruciate vive..."
"...Le nostre richieste sono giuste e democratiche, di conseguenza non ha senso chiedere che diventino flessibili. E' inoltre chiaro che l'applicazione delle "F-type" in Turchia è stata pianificata insieme da USA ed Unione Europea..."
Sadi Özbolat ha inoltre respinto le accuse secondo cui alcune organizzazioni nel tempo avevano modificato le proprie richieste, e ha ribadito l'importanza che ciascuna organizzazione ha nella resistenza. La sua fermezza puo essere quindi considerata la naturale e diretta conseguenza al tentativo di nascondere la repressione scientifica (e sperimentale tramite le "F - type") dietro a mediazioni che pretenderebbero di stroncare lentamente la lotta e di frammentare l'unità dei compagni turchi, dentro e fuori dalle carceri.


DALL'IRLANDA SUI PRIGIONIERI POLITICI

Dopo le iniziative del dicembre '00, organizzate dai "Repubblicani contro gli accordi" e dall'IPSC (Comitato per lo status di Prigioniero Politico) per il boicottaggio delle vacanze in Turchia in solidarietà coi prigionieri in sciopero della fame nelle carceri di tipo-F, nel giugno 2001 alcuni gruppi dello sciopero della fame in Irlanda, diventati preponderanti, sono arrivati a togliere le parole "DHKC" da tutti i loro comunicati, denuncia un compagno irlandese in sciopero della fame parlando contro lo Sinn Féin. Lo Sinn Féin non si è fatto vedere alle proteste organizzate dall'IPSC in cooperazione con il DHKC, ed è stato poco dopo ciò che è venuta alla luce l'ultima svolta politica del gruppo di Adams. Ovviamente non potevano offendere i loro compagni in Parlamento sostenendo pubblicamente il DHKC e i suoi 10.000 prigionieri politici. E adesso sentiamo Gerry Adams che dice che "l'Unione Europea deve far qualcosa contro gli abusi in turchia, che le vacanze in Turchia vanno boicottate, ecc. Gerry ha finalmente trovato una carta vincente. Questa è una causa per la quale la gente ci sente, è utile per lui. Ma come può, lo Sinn Féin, prendere onestamente una posizione sulla lotta per lo status di questi prigionieri, chiudendo nel frattempo gli occhi su quei combattenti per la libertà per i quali lo status politico è stato cancellato, quei combattenti per la libertà presenti nel loro stesso paese, l'Irlanda? - cailleach@gaelmail.com


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