Senza Censura n. 8/2002

[ ] Torino, Bologna, Taranto: attacco alla lotta di classe

Dopo l'apertura in "grande stile" del fronte di guerra a 360 gradi contro tutti i paesi non allineati con l'impero NATO/USA/UE, anche all'interno dell'UE abbiamo cominciato a sperimentare la nuova qualità della repressione interna. Se a livello di Unione Europea questa è stata subito evidente coi fatti di Monaco, anche in Italia si stanno moltiplicando le occasioni di sperimentarne l'innalzamento quantitativo e qualitativo.
In questi mesi del 2002 troviamo alcuni episodi da segnalare. Anzitutto un uso estremamente disinvolto dell'articolo 41 tulps, (che permette la perquisizione senza mandato per ricerca di armi ed esplosivi), che ha consentito ultimamente numerose perquisizioni e montature contro compagni anarchici.
Poi in aprile alcuni compagni del Centro Sociale Askatasuna sono stati raggiunti da denunce e pesanti provvedimenti giudiziari (giustificati in seguito alla manifestazione del 22 febbraio contro il convegno dei fascisti di Forza Nuova) quali "non allontanarsi dal territorio del comune di dimora abituale senza l'autorizzazione del giudice che procede"; "non allontanarsi dalla loro abitazione negli orari in cui, nell'ambito del territorio dell'indicato comune di dimora obbligata, dovessero svolgersi cortei o pubbliche manifestazioni di carattere politico"; "presentarsi presso la stazione dei carabinieri territorialmente competente in relazione al luogo di residenza abituale (...) tre giorni la settimana".
Il 7 Maggio sono state eseguite 20 perquisizioni, quasi tutte a bologna, contro compagni del CAB (Collettivo Antimperialista di Bologna), dei COBAS, di Rifondazione e vari altri; perquisito anche il centro "Krupskaja", dove si ritrova il CAB e recapito della redazione di Senza Censura. L'articolo usato è stato il 280 cp, vale a dire "attentato con finalità terroristica", per l'omicidio Biagi. Tutti i compagni si sono visti sequestrare principalmente il computer e materiali digitali, oltre a vario materiale cartaceo e video.
Il 31 maggio 9 ordini di custodia cautelare agli arresti domiciliari hanno colpito i compagni sindacalisti di base della Confederazione COBAS e di altri collettivi, e vari provvedimenti a piede libero sono stati emessi contro altri di loro fra cui alcuni appartenenti allo SLAI-COBAS. Le 40 pagine del mandato di arresto per "associazione sovvertiva di stampo locale", articolo 270, non sono altro che l'agenda delle manifestazioni e degli scioperi indetti in corso del 2001-2002.
Inoltre stiamo assistendo a una molteplicità di "piccole" azioni repressive che però tendono a chiudere qualsiasi espressione politica che non si collochi all'interno del quadro istituzionale.
Facendo un paragone con gli anni ottanta, senz'altro in questi ultimi anni siamo di fronte a una capacità molto minore della Classe di mettere in campo iniziative politiche autonome, e i momenti di contestazione radicale del sistema sono decisamente più esigui, però al contrario la repressione sta costantemente aumentando e perfezionandosi. Questa apparente contraddizione è invece completamente comprensibile se consideriamo che, se la nonstra capacità di sostenere lo scontro di classe è minore, in realtà lo scontro di classe stesso non è per nulla diminuito! Anzi, i padroni del capitale sanno ben approfittare di questa nostra mancanza per volgere lo scontro massimamente a loro vantaggio.
Dato che sempre più alla Classe viene succhiato tutto, sempre più hanno bisogno della repressione per contenere e prevenire le sue risposte e i tentativi di difesa. Se le risposte della Classe sono inadeguate, semplicemente il capitale potrà permettersi di succhiare di più e più velocemente, non di diminuire la repressione, perche mai dovrebbe farlo?
E' adesso che vengono attaccate e abolite tutte le parziali conquiste dei passati cicli di lotta, si precarizza il lavoro, si reintroduce il cottimo, la classe operaia viene attaccata su tutti i fronti,dal diritto di sciopero al diritto di aborto, dal diritto alla casa al diritto di organizzarsi. Questo è precisamente scontro di classe, determinato dal capitale, che quindi si costruisce anche tutti gli strumenti a lui necessari per prevalere, in primis la repressione preventiva. In questo momento di attacco generalizzato contro la Classe anche questo strumento viene ristrutturasto di conseguenza.
Negli anni passati erano stati creati alcuni reati, soprattutto i reati associativi, apposta per prevenire e reprimere la conflittualità; adesso accanto a questa strumentazione che viene continuamente aggiornata, troviamo sempre più l'uso politico di "reati comuni", provvedimenti "alternativi", sanzioni amministrative. Etc... . Il che corrisponde alla determinazione del capitale di colpire non più solo le situazioni che si pongono radicalmente contro, ma qualsiasi potenziale embrione di critica radicale.
Poco conta che in un caso venga preso a pretesto un omicidio biagi, in un altro la "pericolosità sociale" dimostrata in manifestazione da qualche compagno, o ancora le lotte dei lavoratori al di fuori dei sindacati di regime. Sarebbe assolutamente miope vedere nelle singole accuse il motivo di questi atti di controrivoluzione preventiva.
Con uno stillicidio di piccole azioni penali, perciò più gestibili e meno evidenti a quel che resta del garantismo, si mira a sancire la completa impraticabilità di un terreno radicale, dalle forme più organizzate a quelle più spontanee.
In questa luce appare chiaro qual è il filo che lega i vari episodi di repressione recente; non l'individuazione di precise "avanguardie" della classe, ne l'attacco a una organizzazione o a un progetto in particolare. Semplicemente un progetto di controrivoluzione preventiva che mira a dichiarare impraticabili tutti gli spazi politici esterni ai giochi della politica istituzionale. E lo fa colpendo indistintamente dagli antimperialisti ai militanti di rifondazione, dai sindacalisti di base ai cani sciolti, nell'intento di porre fuorilegge qualsiasi strumento di critica, anche potenziale, al capitale, consegnandolo difilato nelle mani della magistratura.
Il tentativo in atto non è solo quello di criminalizzare ideologicamente la possibilità per la classe di agire autonomamente, ma anche e soprattutto di rendere concretamente sempre più impraticabile l'autonomia della classe, non solo con processi, arresti, denunce, ma anche con sequestri di materiali, pestaggi e omicidi, multe, e ogni azione che possa frenare chi pensa di collocarsi al di fuori degli spazi prestabiliti; che a loro volta vengono ristretti sempre di più, poggiando sulla mancanza di un'alternativa praticabile.
C.A.B.
Collettivo Antimperialista Bolognese





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