Senza Censura n. 9 - 3/2002

[ ] Lo chiamano "pianeta carcere"
Ma sono cose di questo mondo!


Abbiamo avuto modo di affrontare in altre occasioni i punti nodali a partire dai quali sta avendo la propria attuazione la ristrutturazione del sistema carcerario italiano, inziata ormai oltre tre anni fa.

Differenziazione, edilizia penitenziaria, utilizzo della tecnologia elettronica per il controllo individualizzato e collettivo, lavoro in carcere, privatizzazione degli istituti di pena, riordino del personale carceraio con un sostanziale aumento di unità e di agenti in opera, europeizzazione del sistema di controllo detentivo. Le pagine che seguono, materiali ed estratti di documentazione varia pubblicata direttamente dal Dipartimento della Giustizia negli ultimi due anni, sembrano confermare le nostre ipotesi o, meglio, le tendenze a cui accennavamo nell'articolo pubblicato su Senza Censura n.7 e intitolato "Il carcere italiano in tendenza.

Alcune riflessioni sulla privatizzazione della privazione... e dintorni". Riteniamo che la lettura di quello che seguirà, seppur appesantita dallo stile burocratese proprio di questo tipo di documenti, sia necessaria sia per argomentare ulteriormente, attraverso dati, numeri, statistiche e quant'altro, il nostro lavoro a proposito della "questione carceraria" nonchè per approfondire ulteriormente l'articolo riguardante il 41bis presente in questa stessa sezione della nostra rivista.

In allegato, sarà possibile visionare diverse schede che riguardano: lavoro in carcere, percentuale di detenuti in alcuni paesi europei ogni 100mila abitanti, suicidi e morti dietro le sbarre.

Il carcere come cerniera delle crisi del sistema imperialista. Ordine, divisione, controllo e segregazione. Ma non tutto fila sempre liscio per i tutori della repressione. Da alcuni mesi a questa parte infatti si sono attivate molte mobilitazioni dei detenuti, anche se gli stessi tutori cercano di ribadire in tutti i modi come le stesse siano "pacifiche e sotto controllo"; mobilitazioni che si stanno facendo sempre più costanti e che vedono coinvolti oramai quasi un centinaio di istituti penitenziari. All'ordine del giorno delle proteste: indulto generalizzato di tre anni, l'abolizione dell'ergastolo e del 41 bis, la depenalizzazione dei reati minori e l'incremento delle misure alternative al carcere. Partita da Rebibbia, la protesta si è velocemente allargata a S. Vittore e Milano Opera, Le Vallette a Torino, Poggio Reale e Secondigliano (Napoli), alla Dozza a Bologna, Brescia, Enna, Cassino, Pavia, Salerno, giusto per citarne alcuni. La protesta riguarderebbe stavolta solo marginalmente i detenuti in 41 bis che lo scorso Giugno avevano protestato in massa. Su 13 carceri di massima sicurezza, infatti, al momento si ha notizia che solo a Spoleto, Rebibbia e Secondigliano siano ripresi gli scioperi. Vedremo già nelle prossime settimane come andranno a finire i dibattimenti in corso, e avremo modo di parlarne già sul prossimo numero della rivista, cercando di andare oltre alle varie richieste dei detenuti perché si fa sempre più necessario porre la questione su riformabilità/non riformabilità dell'istituzione penitenziaria, di cui già in altre occasioni abbiamo avuto modo di approfondire.



Ristrutturazione, 2001

Personale e strutture

(13 Gennaio 2001 - Inaugurazione dell'anno giudiziario 2001 - Relazione del Ministero sull'amministrazione della giustizia)

Alla data del 31 ottobre 2000 la popolazione detenuta era attestata sulle 53.800 unità, con un trend ormai sostanzialmente stabilizzato su valori elevati.

La gestione di un così alto numero di detenuti rispetto alle strutture ed al personale esistenti esige un adeguato intervento di potenziamento sotto entrambi i profili.

In particolare, per quanto concerne la situazione del personale, è auspicabile un miglioramento delle condizioni operative del Corpo di Polizia Penitenziaria in conseguenza delle nuove assunzioni di personale previste per l'anno 2001, in forza della recente legge 30 novembre 2000, n.356, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale - 4^ serie speciale del 4 dicembre 2000. Premesso quanto sopra, si evidenzia che il progetto operativo relativo all'anno 2001 prevede una più completa utilizzazione del nuovo istituto di Milano Bollate (recentemente inaugurato), per cui è attualmente in corso un interpello finalizzato a reperire alcune centinaia di unità di personale, già in servizio, disponibili ad essere destinate a tale struttura mediante trasferimenti d'ufficio; inoltre dovranno essere aperte le nuove strutture di Massa Marittima e Caltagirone, dovrà essere completato l'organico della Casa Circondariale di Rossano Calabro e dovrà procedersi al ripianamento degli organici della maggior parte delle strutture penitenziarie della nazione che, allo stato, versano in precarie condizioni operative. A ciò si aggiunga che circa 50 istituti sono destinatari di provvedimenti di invio di appartenenti al Corpo, in mobilità temporanea: tale tipologia di provvedimenti è stata adottata nel corso dell'anno 2000 quale unica scelta possibile al fine di ottimizzare le poche risorse disponibili.

L'utilizzo della mobilità temporanea attuata con servizi di missione del personale ha altresì consentito di far fronte alle esigenze imprevedibili connesse alle dinamiche fluttuazioni della popolazione detenuta; tale aspetto è ovviamente il più delicato atteso che incide profondamente sul dimensionamento delle risorse da assegnare a ciascun istituto. Del resto, la plausibile previsione di una tendenza sempre maggiore alla fluttuazione del numero di presenze dei detenuti nei singoli istituti, lascia intravedere la necessità di un sempre maggiore ricorso alla mobilità temporanea del personale, compatibilmente con le risorse finanziarie, in verità assai esigue.

Come già accennato, un miglioramento delle condizioni operative del Corpo può ragionevolmente conseguire alle imminenti assunzioni di personale in base alla citata legge 30 novembre 2000, n. 356.

Nel corso dell'anno 2001, si procederà alla assunzione di 1500 Agenti nel Corpo di Polizia Penitenziaria, sulla base delle disposizioni contenute nell'art. 1, commi 4 e 5, del decreto legge 13 settembre 1996, n. 479, convertito con modificazione, dalla legge 15 novembre 1996, n, 579, da effettuarsi secondo le modalità previste dall'art. 39, commi 2 e 3, della legge 27 dicembre 1997, n. 449, e successive modificazioni, per la copertura dei posti disponibili, entro il 31 dicembre 2001. Inoltre, nel corso dello stesso anno, 800 agenti di ausiliari di leva saranno assunti per il solo periodo della ferma di leva.

Saranno, tra l'altro, attivate e concluse le procedure concorsuali per l'assunzione dei funzionari direttivi del Corpo (di recente istituzione) consistenti in n. 200 Vice Commissari di Polizia Penitenziaria del ruolo speciale e di n. 500 circa del ruolo ordinario.

Si prevede, ancora, un significativo innalzamento delle condizioni di sicurezza delle strutture in virtù della costituzione dei nuclei cinofili per evitare l'introduzione all'interno dei penitenziari di stupefacenti.

(..) Riguardo, più in generale, alla situazione degli istituti penitenziari, si sottolinea che il più evidente ed acclamato problema è costituito dal sovraffollamento delle strutture.

Nuove strutture sono in fase progettuale o ne è programmato il finanziamento come nel caso di Pinerolo, Trento, Bolzano, Pordenone, Savona, Forlì, Perugia, Rieti, Sant'Angelo dei Lombardi, Nola (NA), Marsala.

Il programma edilizio in corso, di cui si dirà in seguito più dettagliatamente, potrebbe nel breve-medio periodo rendere disponibili 6.000 posti.

Nella attuale situazione sono ardui e continui gli sforzi dell'Amministrazione Penitenziaria per ridistribuire, fra le strutture, l'elevato numero di detenuti, con pregiudizio dell'attuazione del principio di territorializzazione della esecuzione penale.

(...) Le linee di intervento strutturale sono, d'altra parte, diventate oggetto di un pacchetto di misure legislative, organizzative ed amministrative inserite nel c.d. "Piano d'azione Giustizia" presentato al Parlamento. Ad esempio si prevede l'avvio di un vasto programma pluriennale straordinario per la costruzione di nuovi istituti e la ristrutturazione di altri, anche alla luce delle disposizioni contenute nel nuovo Regolamento penitenziario che ha introdotto migliori standards di organizzazione negli istituti di pena.

Con il Ministero della Difesa si è convenuto il passaggio al Ministero della Giustizia di quattro istituti di pena militari, attualmente non utilizzati o sottoutilizzati presso i quali saranno realizzate le necessarie opere di ristrutturazione.

Il Ministero della Difesa ha - inoltre - manifestato la disponibilità a cedere al Ministero della Giustizia caserme ed altri edifici dismessi e non più necessari all'Amministrazione militare: il Ministero delle Finanze - competente per il demanio pubblico - ha già assicurato il suo assenso al passaggio tra le Amministrazioni interessate.


Dati, 2001

Personale e strutture

(13 Gennaio 2001 - Inaugurazione dell'anno giudiziario 2001 - Relazione del Ministero sull'amministrazione della giustizia)

(...) Infatti, al 30 giugno 2000, negli istituti di pena italiani si registrava la presenza di 53.537 detenuti e internati di cui: 28% circa di stranieri; 27% di tossicodipendenti; 2,9% HIV sieropositivi accertati (stimabili nell'8-10% in quanto solo un terzo della popolazione esegue i relativi test) di cui 151 soggetti in AIDS conclamato e circa 400 con grave grado di infezione o immunodepressione.

Nello stesso periodo i detenuti imputati e condannati per reati di grave allarme sociale, inseriti in circuito penitenziario di alta sicurezza o in regime di cui all'art. 41 bis erano circa il 14,2%, cosi distribuiti:

- associazione di stampo mafioso4.026 detenuti

- associazione finalizzata al traffico di droga 2.927 detenuti

- sequestro di persona a scopo di estorsione 618 detenuti

- sottoposti al regime di cui all'art.41 bis 570 detenuti.

I detenuti, invece, condannati definitivamente a pene superiori a 10 anni o all'ergastolo erano 6.714 (683 alla pena dell'ergastolo) pari al 24% circa dei condannati (12,5% dell'intera popolazione penitenziaria) mentre il 32,5% dei condannati ha riportato pene fra i 4 e i 10 anni di reclusione e il 43,5% circa pene inferiori a 4 anni di reclusione.

I condannati ammessi a fruire di misure alternative alla detenzione risultavano, al 30 giugno 2000, così distribuiti:

- affidamento in prova al servizio sociale: n. 13.921

- affidamento in prova di tossicodipendenti e alcooldipendenti: n. 5.278

- detenzione domiciliare: n. 6.629

- semilibertà: n. 2.562



Nuove carceri, 2001

L'edilizia penitenziaria

(13 Gennaio 2001 - Inaugurazione dell'anno giudiziario 2001 - Relazione del Ministero sull'amministrazione della giustizia)

Per quanto concerne il settore dell'edilizia, si rappresenta che gli istituti penitenziari attualmente esistenti sono 230, così suddivisi:

- Case Circondariali: n. 114

- Case Circondariali / reclusione femminili: n. 7

- Case Circondariali e Case Reclusioni: n. 50

- Case Reclusioni e Case Circondariali: n. 2

- Case Reclusioni: n. 24

- Ospedale Psichiatrico Giudiziario: n. 6

- Case Circondariali tossicodipendenti: n. 4

- Case di Lavoro: n. 2

- Sezioni Case Circondariali: n. 7

- Semilibertà: n. 1

- Magazzini vestiario: n. 3

- Scuole per il personale: n. 9

- Centro Amministrativo: n. 1

per una complessiva capienza di 36.030 uomini 3.134 donne 2.493 semiliberi.

Parte degli istituti è stata rinnovata a seguito del varo del programma di edilizia penitenziaria di cui alla legge 1133/71; infatti sono stati realizzati n. 79 nuovi istituti, mentre 6 sono in corso di costruzione .

Nell'ambito dello stesso programma sono state, inoltre, avviate le ristrutturazioni integrali degli istituti di Genova Casa Circondariale, Alessandria Casa Reclusione, Roma - Regina Coeli - Casa Circondariale, Roma Rebibbia Casa Circondariale, Massa Casa Reclusione e Napoli - Poggioreale - Casa Circondariale ecc. e, come più sopra si è accennato, sono previsti nuovi istituti penitenziari nelle città di Pinerolo, Savona, Pordenone, Trento, Bolzano, Marsala, Nola e Forlì, di cui solamente Rieti, Pordenone e Marsala finanziati nell'esercizio 2000-2002.

Infine, con la legge 597/96 sono stati stanziati 81 miliardi per la predisposizione di autorimesse e di strutture per l'alloggiamento del personale destinato alle traduzioni e piantonamenti. Per la realizzazione delle relative opere questa Amministrazione è tenuta ad assicurare esclusivamente il supporto tecnico nell'attività di progettazione ed esecuzione delle opere. Attualmente sono in corso i lavori per la realizzazione dei seguenti interventi: caserma agenti casa circondariale La Spezia, caserma agenti e autorimessa casa circondariale Torino "Le Vallette", caserma agenti casa reclusione Milano Opera e caserma casa circondariale Bari; sono stati già appaltati i seguenti lavori: caserma agenti e autorimessa Casa Circondariale Palermo Pagliarelli, caserma agenti e autorimessa Casa Circondariale Ragusa, caserma casa circondariale Genova Pontedecimo, caserma casa circondariale Pisa. Risulta sospeso l'appalto dei lavori della caserma con mensa-cucina della scuola di formazione di Parma per l'esigenza di adeguare il progetto ai più recenti criteri progettuali in materia. La caserma di Roma Rebibbia con autorimessa è stata stralciata dal programma per esaurimento dei fondi stanziati.

A valere sugli importi iscritti nei fondi speciali (di cui alla tab. B delle legge 663/96) la legge 30 dicembre 1997, n. 458 "interventi urgenti per il potenziamento delle strutture, delle attrezzature e dei servizi dell'Amministrazione della Giustizia", ha destinato all'Amministrazione Penitenziaria, per la realizzazione di interventi di edilizia penitenziaria presso le strutture di Roma Rebibbia - 3^ Casa circondariale - e Castelfranco Emilia - casa di lavoro -, un finanziamento di complessivi 21 miliardi, ripartiti nel triennio 1997-1999 in ragione di 7 miliardi per ciascun esercizio.



Minori, 2001

La giustizia minorile

(13 Gennaio 2001 - Inaugurazione dell'anno giudiziario 2001 - Relazione del Ministero sull'amministrazione della giustizia)

I dati e le informazioni pervenute dalle fonti competenti evidenziano che la delinquenza minorile è tendenzialmente in aumento rispetto all'anno precedente (+ 4,25%).

In dettaglio, le denunce a carico dei minorenni risultano essere 43.897, di cui 8.332 (18,38%) riferite ai minori non imputabili.

I minori che hanno fatto ingresso nei Centri di Prima Accoglienza e negli Istituti Penali per Minorenni risultano essere sostanzialmente stabili rispetto all'anno precedente: 4.248 ingressi in CPA e 1.876 ingressi in IPM, di cui l'82% in custodia cautelare. L'utenza degli Istituti penali minorili, come registrato sin dal 1996, è costituita in buona parte, 46.42 %, da stranieri, nei confronti dei quali, per l'assenza di risorse e di riferimenti familiari e sociali, risultano difficilmente applicabili gli istituti alternativi alla detenzione previsti dal DPR 448/88.

Per quanto attiene all'iniziativa legislativa in materia si rappresenta che nel luglio scorso è stato presentato il disegno di legge "Disposizioni relative all'applicazione ai minorenni delle misure penali" (atto Camera 7225), che, per la prima volta, fissa regole specifiche per l'esecuzione penale minorile.

Particolare attenzione è stata posta alla prevenzione della devianza minorile, attraverso il coinvolgimento dei Servizi nei progetti di intervento finanziati localmente dalla Legge 285/97 e con la presentazione del disegno di legge "Interventi di contrasto alla criminalità minorile" (atto Camera 7224), che prevede il finanziamento di specifici progetti territoriali in tutte le regioni d'Italia.

Inoltre, è attualmente in fase di studio una riforma del diritto processuale minorile, in particolare per quanto attiene al rito camerale, alla luce del nuovo articolo 111 della Costituzione, e alla ridefinizione delle competenze del Tribunale per i Minorenni delineate dall'art. 38 delle disposizioni di attuazione del codice civile.

L'attività di mediazione penale in ambito minorile ha registrato un incremento dovuto alla sottoscrizione di due nuovi protocolli di intesa nei distretti di Cagliari e Palermo, mentre è presente in Parlamento il disegno di legge "Implementazione dei sistemi di giustizia riparativa e conciliativa".

Massimo sforzo è stato dedicato dall'Amministrazione alla formazione e al potenziamento del personale da destinare ai Servizi minorili, in particolare attraverso l'assunzione di 277 assistenti sociali.

La presenza di questi nuovi operatori e la costante attività di formazione e di aggiornamento professionale, condotta attraverso le tre Scuole dipendenti dall'Ufficio, permetterà di prendere in carico nei prossimi anni un maggior numero di minori segnalati dall'Autorità Giudiziaria.

L'aumento delle coppie di nazionalità mista e la maggiore conoscenza degli strumenti offerti ai cittadini dal diritto internazionale hanno determinato un aumento del numero e della complessità dei casi seguiti dall'Ufficio Centrale per la Giustizia Minorile, in qualità di Autorità centrale per l'applicazione delle convenzioni internazionali in materia di affidamento, di sottrazione, di rimpatrio e di protezione dei minori (Legge n. 64 del 1994; Convenzioni Lussemburgo 20 maggio 1980, L'Aja 25 ottobre 1980, L'Aja 5 ottobre 1961, L'Aja 28 maggio 1970).



Sovraffollamento, 2002

Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria

(Relazione del Ministero sull'Amministrazione della Giustizia per l'Inaugurazione dell'Anno Giudiziario 2002)

Il più evidente problema del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria è quello relativo al sovraffollamento che interessa, ormai, la maggior parte delle strutture penitenziarie, specie quelle situate presso le grandi aree metropolitane.

Infatti, a fronte di una recettività complessiva di circa 43.000 posti (elevabile ad una soglia giudicata tollerabile di circa 49.000 posti), alla data del 31.10.2001 erano presenti 56.189 detenuti ed internati.

Peraltro, a causa dello stato di degrado e fatiscenza di alcuni istituti, risultano attualmente non disponibili circa 5.000 posti per interventi di ristrutturazione che riguardano, in particolare, gli istituti di Torino, Milano, Genova, Padova, Roma, Napoli, Bari, Lecce, Palermo e Catania.

Per contro, si registrano ritardi e serie difficoltà per l'entrata in funzione dei nuovi istituti di Milano Bollate (di recente inaugurato ed utilizzato solo parzialmente), Ancona Barcaglione, Caltagirone e Perugia, sia per il reperimento del personale necessario ai fini della sicurezza, del trattamento e per l'organizzazione dei servizi, che per il completamento delle strutture.

Nell'attuale situazione sono pertanto ardui gli sforzi della Amministrazione per potere distribuire tra tutte le strutture disponibili l'elevato numero di detenuti ed internati, con conseguente pregiudizio dell'attuazione del principio di territorializzazione dell'esecuzione penale.

Il sovraffollamento determina, in certi casi, condizioni di invivibilità ed un conseguente impedimento alla fruizione di spazi vitali minimi per i detenuti.



"Corpo carcerario"
e Personale penitenziario, 2002

Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria

(Relazione del Ministero sull'Amministrazione della Giustizia per l'Inaugurazione dell'Anno Giudiziario 2002)

(...) Ancor più grave è la situazione degli interventi di osservazione e sostegno ai detenuti ed internati dovuta alla carenza delle figure professionali specifiche del trattamento penitenziario.

Come è noto, attualmente, la popolazione penitenziaria si caratterizza per l'eterogeneità e per le condizioni di marginalità sociale ed individuale che ne accentuano la problematicità.

A riprova si dà conto della rilevazione complessiva semestrale al 30.6.2001, che registrava la presenza di 55.000 detenuti ed internati di cui il 29% circa stranieri, il 27% tossicodipendenti, il 2,6% HIV sieropositivi accertati (stimabili nel 7-8% in quanto solo un terzo della popolazione detenuta esegue i relativi test) di cui 162 soggetti in Aids conclamato e circa 350 con grave grado di infezione o immunodepressione.

Nello stesso periodo i detenuti imputati e condannati per reati di grave allarme sociale, inseriti nel circuito penitenziario di Alta Sicurezza o in regime di cui all'art. 41 bis O.P. erano circa il 14,2%, così distribuiti:

- Associazione di stampo mafioso 4.165 detenuti

- Associazione finalizzata al traffico di stupefacenti 3.273 detenuti

- Sequestro di persona a scopo di estorsione 552 detenuti

- Sottoposti al regime ex art. 41 bis O.P. 650 detenuti

I condannati ammessi a fruire di misure alternative alla detenzione, al 30 giugno 2001, risultavano così distribuiti:

- Affidamento in prova al servizio sociale 5886

- Affidamento n prova di tossicodipendenti e alcooldipendenti 1815

- Detenzione domiciliare 4137

- Semilibertà 1605

Il necessario potenziamento dell'attività trattamentale all'interno degli istituti penitenziari richiede interventi di adeguamento tecnico-strutturale e la necessità di attivare tutte le risorse e le opportunità del settore in un quadro di azioni sinergiche che veda il coinvolgimento di tutti i soggetti istituzionali e a cui partecipino operatori privati e dell'associazionismo.

Peraltro, il nuovo Regolamento di esecuzione dell'Ordinamento Penitenziario, prevede la possibilità di utilizzare i fondi della Cassa Ammende per finanziare programmi che favoriscano il reinserimento sociale dei detenuti e degli internati anche nella fase di esecuzione delle misure alternative alla detenzione, sulla base di specifici progetti predisposti dalle Direzioni degli istituti e dei Centri di Servizio Sociale oppure presentati da enti pubblici e privati, da fondazioni o da altri organismi dell'associazionismo di solidarietà sociale.

Alcune delle più significative modalità di innovazione in tal senso potranno essere sperimentate sulla base di un progetto predisposto per un circuito di istituti di media sicurezza che prevede maggiori opportunità di lavoro e di formazione professionale.

La sperimentazione verrà attivata presso il nuovo istituto di Milano Bollate e in altre 7 strutture minori.



Lavoro in carcere, 2002

Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria

(Relazione del Ministero sull'Amministrazione della Giustizia per l'Inaugurazione dell'Anno Giudiziario 2002)

(...) Si ritiene inoltre opportuno sottolineare che nel corso del 2001 il Dipartimento è stato fortemente impegnato a dare concreta attuazione alla importantissima legge 22 giugno 2000, n. 193 recante "Norme per favorire l'attività lavorativa dei detenuti".

Infatti, l'applicazione delle disposizioni in essa contenute, presuppone l'emanazione di due decreti interministeriali: uno, ex art. 1, a firma del Ministro della Giustizia, di concerto con il Ministro del Tesoro, del Bilancio e della Programmazione economica, ora dell'Economia e delle Finanze (da emanarsi ogni due anni); l'altro ai sensi dell'art. 4, a firma del Ministro della Giustizia, di concerto con il Ministro del Lavoro e della Previdenza Sociale, ora del Lavoro e delle Politiche sociali, con il Ministro del Tesoro, del Bilancio e della Programmazione economica, ora dell'Economia e delle Finanze, (da emanarsi entro il 31 maggio di ogni anno) che definiscano le tipologie e l'entità degli sgravi fiscali e delle agevolazioni da concedere alle cooperative sociali o alle imprese che volessero assumere soggetti in stato di detenzione.

Le bozze dei decreti sono allo stato ancora in corso di valutazione tra i funzionari dei vari Dicasteri interessati ma, sicuramente, il competente Ufficio del Dipartimento si pone, tra gli obiettivi da realizzare nel 2002, la rapida definizione della questione anche perché è forte l'esigenza di favorire lo sviluppo del lavoro penitenziario, stimolando e sostenendo l'attenzione del mondo del lavoro alle esigenze di inserimento lavorativo dei detenuti.



La salute in carcere, 2002

Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria

(Relazione del Ministero sull'Amministrazione della Giustizia per l'Inaugurazione dell'Anno Giudiziario 2002)

(...) Per quanto concerne la tutela della salute in ambito penitenziario, si evidenzia che le patologie infettive, psichiatriche e gastroenterologiche sono quelle maggiormente diffuse.

In particolare, la cura delle malattie infettive come le epatiti, la tubercolosi, l'Aids, comportano un notevole impegno economico e per potervi farvi fronte questa Amministrazione ha utilizzato circa il 40% dei fondi disponibili per l'approvvigionamento dei farmaci.

Le patologie dell'apparato cardiovascolare colpiscono, in carcere, classi di età relativamente più basse rispetto alla società esterna. Frequenti sono pure le malattie osteoarticolari e le broncopneumopatie croniche ostruttive.

Peraltro, di difficile gestione in carcere sono, inoltre, le malattie metaboliche.

Il progetto obiettivo per la tutela della salute in ambito penitenziario, concordato con il Dicastero della Salute, ha individuato le aree prioritarie di intervento per la tutela della salute dei detenuti e degli internati, indicando programmi per la prevenzione, la cura e la riabilitazione delle malattie maggiormente diffuse.

L'anno 2001 è stato caratterizzato dal trasferimento, sia pure allo stato in via sperimentale, dell'assistenza sanitaria negli istituti penitenziari al Servizio sanitario nazionale.

L'Amministrazione Penitenziaria si pone come obiettivo primario, in questa delicata fase transitoria (che procederà con una più estesa e qualificata sperimentazione prorogata fino al mese di luglio 2002) quello di continuare a garantire il diritto alla salute dei detenuti, nonché di attuare programmi ed interventi per la prevenzione, la cura e la riabilitazione di tutte le malattie infettive che si sviluppano in ambito penitenziario.

(...) Nei programmi dell'Amministrazione per il 2002 vi è, innanzitutto, l'attuazione del nuovo regolamento penitenziario che, in sintonia con la più moderna cultura giuridica e sociologica sulla detenzione, consentirà di migliorare, significativamente, le condizioni di vita all'interno delle carceri.

Sarà inoltre perseguito lo sviluppo dei circuiti differenziati con una adeguata separazione dei criminali più pericolosi dagli altri.



Le carceri in numeri, 2002

Strutture Penitenziarie

(Relazione del Ministero sull'Amministrazione della Giustizia per l'Inaugurazione dell'Anno Giudiziario 2002)

(...) Per quanto concerne, in particolare, le strutture penitenziarie si rappresenta che sono 218 così suddivise:

- Case Circondariali n. 110

- Case Circondariali - Reclusione femm. n. 6

- Case Circondariali e Case Reclusione n. 51

- Case Reclusioni e Case Circondariali n. 2

- Case Reclusioni n. 20

- Ospedali psichiatrici giudiziari n. 6

- Case Circondariali tossicodipendenti n. 2

- Case di lavoro n. 2

- Sezioni Case Circondariali n. 6

- Semilibertà n. 1

- Magazzini Vestiario n. 3

- Scuole per il personale n. 8

- Centro Amministrativo n. 1

Parte degli istituti è stata rinnovata a seguito del varo del programma di edilizia penitenziaria di cui alla Legge 1133/71, attuato con fondi del bilancio del Ministero delle Infrastrutture, competente per la esecuzione degli interventi: sono stati ad oggi realizzati n. 81 nuovi istituti, mentre n. 2 sono in corso di ultimazione (Ancona Barcaglione cap. 100 posti - Sant'Angelo dei Lombardi cap. 107 posti) e n. 2 sono in corso di costruzione (Perugia cap. 250 posti - Reggio Calabria cap. 300 posti).

Nell'ambito dello stesso programma sono state, inoltre, avviate le ristrutturazioni integrali degli istituti di Genova Casa Circondariale, Alessandria Casa Reclusione, Roma Regina Coeli Casa Circondariale, Massa Casa di Reclusione, Venezia Casa Circondariale, La Spezia Casa Circondariale, Trieste Casa Circondariale, ecc.. Interventi di ristruttura-zione più modesti sono stati inseriti in tale programma quando non vi si è potuto far fronte con i fondi dei capitoli ordinari di bilancio del Ministero della Giustizia.

A quest'ultimo riguardo è peraltro da evidenziare che, in virtù della incrementata disponibilità di fondi stanziati negli ultimi anni sul bilancio dell'Amministrazione Penitenziaria, è stato possibile provvedere direttamente, oltre che alla manutenzione ordinaria degli istituti, ad interventi di ristrutturazione, anche di una certa entità, presso gli istituti di Roma Rebibbia Nuovo Complesso, Pescara Casa Circondariale, MilanoSan Vittore, Caltanissetta Casa Circondariale, Civitavecchia Casa di Reclusione, Padova Casa Circondariale, ecc..

Con decreto del Ministro della Giustizia (All. 1), in virtù dell'art. 145 della Legge 388/2000, sono stati individuati n. 21 istituti da dismettere, a causa dell'inadeguatezza funzionale e del pessimo stato conservativo, e da sostituire con altrettante nuove strutture.

E' da evidenziare che per la maggior parte di tali istituti non è stato possibile finanziare la costruzione delle nuove strutture per carenza di finanziamenti: solo per 8 istituti infatti (Rieti, Marsala, Nola, Savona, Pordenone/San Vito al Tagliamento, Pinerolo, Cagliari e Sassari) è stato assentito, con apposito decreto interministeriale in corso di registrazione, il finanziamento negli esercizi 2001-2003.

Pertanto, sarebbe quanto mai auspicabile assicurare ulteriori finanziamenti principalmente indirizzati alla realizzazione delle nuove opere con forme diverse di finanziamento, come peraltro autorizzato dalla legge finanziaria 2001, art. 145, comma 34c (locazione finanziaria, ecc.).



Privatizzazione della detenzione, 2002

Strutture Penitenziarie

(Relazione del Ministero sull'Amministrazione della Giustizia per l'Inaugurazione dell'Anno Giudiziario 2002)

(...) Con riguardo agli importi iscritti nei fondi speciali (di cui alla tab. B della Legge 663/96) la Legge 30.12.1997, n. 458 "Interventi urgenti per il potenziamento delle strutture, delle attrezzature e dei servizi dell'Ammini-strazione della Giustizia" ha destinato all'Amministrazione Penitenziaria, per la realizzazione di interventi di edilizia penitenziaria presso le strutture di Roma Rebibbia e Castelfranco Emilia Casa di Lavoro, un finanziamento di complessivi 21 miliardi, ripartiti nel triennio 1997-1999 in ragione di 7 miliardi per ciascun esercizio.

Tale finanziamento è stato impegnato come segue:

- Istituti di Roma Rebibbia realizzazione edifici da destinare ad attività lavorative dei detenuti £.12 milardi. Lavori attualmente in corso. Ultimazione prevista il 21.5.2002.

- Castelfranco Emilia C.L. ristrutturazione di n. 2 edifici per detenzione e custodia attenuata, compreso locali per attività trattamentali £.9 miliardi. Lavori ultimati il 19.5.2000. Collaudo in corso.



Personale di controllo, 2002

Personale Amministrativo

(Relazione del Ministero sull'Amministrazione della Giustizia per l'Inaugurazione dell'Anno Giudiziario 2002)

(...) L'Amministrazione penitenziaria, per suo conto, è stata direttamente coinvolta nella riforma del suo ordinamento per effetto delle disposizioni recate dal decreto legislativo 21 maggio 2000, n.146 ("Adeguamento delle strutture e degli organici dell'Amministrazione Penitenziaria e dell'Ufficio Centrale per la Giustizia Minorile, nonché istituzione dei ruoli direttivi ordinario e speciale del Corpo di Polizia Penitenziaria, a norma dell'art. 12 della legge 28 luglio 1999, n. 266") e dall'art. 50, comma 9 lett. d) della legge 23 dicembre 2000, n. 388 (legge finanziaria 2001) con il quale è stata stanziata la somma di lire 10.254 milioni per provvedere alla copertura e alla riorganizzazione degli uffici centrali e periferici dell'Amministrazione Penitenziaria.

In attuazione delle citate disposizioni, l'Amministrazione, attraverso un forte potenziamento dei ruoli organici del personale, viene ad essere rinnovata sotto l'aspetto organizzativo, nei vertici centrali e periferici e nelle articolazioni degli organi operativi.

Ricordata, sia pur sommariamente, la genesi normativa dell'ampio processo di trasformazione, è evidente che le problematiche di maggior rilievo vanno interpretate alla luce di questa impostazione generale.

Per quanto sopra, la gestione del personale amministrativo e tecnico sarà, nel prossimo anno, assorbita da un'intensa e non comune attività per promuovere l'adozione, nelle competenti sedi, dei provvedimenti attuativi del processo di riordino, con la ridefinizione delle relative competenze e funzioni.

(...) Per quanto riguarda il personale di Polizia penitenziaria, si rappresenta che la gestione operativa degli istituti e dei servizi penitenziari, a causa della nota carenza degli organici, continua a presentare profili di precarietà e di conseguente preoccupazione anche se, nel corso dell'anno 2001, con il piano di assunz ioni di personale previste dalla Legge 30.11.2000, n. 356, sono stati nominati 831 nuovi agenti di Polizia Penitenziaria nei mesi di giugno e luglio, mentre, entro la fine dell'anno si prevede di assumere 434 nuove unità di agenti e 117 ausiliari che rimarranno nel Corpo per il solo periodo di leva, ai sensi degli articoli 6 e 7 della legge 356/2000 e dell'art.60, comma 12 della Legge 388/2000.

Come è noto, negli ultimi anni la politica di gestione della mobilità del personale del Corpo di Polizia Penitenziaria è stata svolta fondamentalmente attraverso due strumenti: l'uno quello della mobilità a domanda attraverso periodici interpelli con incremento degli organici di quegli istituti penitenziari le cui esigenze, in termini di risorse umane da incrementare, sono state valutate come essenziali; il numero complessivo di tali incrementi d'organico corrisponde, di regola, al numero delle unità di nuova immissione.

L'altro strumento utilizzato è stato quello della mobilità temporanea attuata con servizi di missione del personale, soprattutto per far fronte alle esigenze imprevedibili connesse alle dinamiche fluttuazioni della popolazione detenuta; tale aspetto si è appalesato ovviamente come il più delicato, atteso che incide profondamente sul dimensionamento delle risorse da assegnare a ciascun istituto. Del resto la plausibile previsione di una tendenza sempre maggiore alla fluttuazione del numero di presenze dei detenuti nei singoli istituti, lascia intravedere la necessità di un sempre maggiore ricorso alla mobilità temporanea del personale, compatibilmente con le risorse finanziarie, assai esigue.

Tuttavia, nel corso dell'anno 2001, con il piano di assunzioni descritto, si è invece ampliata la prospettiva di utilizzare il primo degli strumenti riportati con la conseguenza di consistenti piani di mobilità del personale e la contestuale, graduale contrazione della mobilità temporanea, ove ciò si è reso possibile.

(...) Si rappresenta inoltre che il Dipartimento, nel corso del 2001, ha proceduto ad incrementare l'organico degli istituti, di nuova apertura, di Milano Bollate, Castelvetrano, Caltagirone e Rossano, trasferendovi il personale utilmente collocato nelle graduatorie dei rispettivi interpelli straordinari e nella graduatoria dell'interpello ordinario.


Carcere import/export

Castelli visita il contingente di Polizia Penitenziaria in Kosovo

(24 Giugno 2002 - Comunicato Stampa del Ministero della Giustizia)

Domani il Ministro della Giustizia Roberto Castelli e il Capo del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria Giovanni Tinebra si recheranno in visita ufficiale nella Regione del Kosovo. La visita è stata organizzata in occasione della cerimonia "Medal Parade" nel corso della quale il contingente di Polizia Penitenziaria in servizio di missione internazionale, dallo scorso gennaio in Kosovo, sarà insignito della medaglia della pace, onorificenza che le Nazioni Unite conferiscono agli operatori di polizia impegnati in missioni di pace.

La cerimonia si svolgerà nell'istituto penitenziario di Dubrava, il più grande dei Balcani, alla presenza dei rappresentanti delle Forze Armate italiane e internazionali, dei Carabinieri e della Polizia di Stato. Lo stesso istituto in cui hanno svolto servizio gli agenti di Polizia Penitenziaria italiani. Alla fine della cerimonia il Ministro Castelli e il Presidente Tinebra visiteranno la sede della Brigata Multinazionale West-KFOR accompagnati dal Generale Pierluigi Torelli, Comandante della Brigata.

Durante la giornata la delegazione italiana sarà ricevuta dal Rappresentante speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite, Micheal Steiner e dal Responsabile del Pillar I (settore Giustizia e Polizia), Jean Michel Cady.



A proposito di rimpatrii...

Castelli al Sappe sul sovraffollamento nelle carceri

(Roma, 10 luglio 2002 - Comunicato stampa - Ministero della Giustizia)

Il Ministro della Giustizia, Roberto Castelli, replica a Donato Capece, segretario generale del Sappe, che in una dichiarazione sullo stato di sovraffollamento delle carceri invita a predisporre un provvedimento di legge che imponga ai 17mila detenuti extracomunitari di scontare la pena nel paese d'origine.

"Quanto chiesto dal segretario del Sappe, in realtà, fa già parte della politica carceraria del Ministero della Giustizia", afferma il Ministro Castelli. "Lo scorso 23 aprile abbiamo firmato un'intesa con l'Albania che prevede il rimpatrio dei detenuti albanesi e analoghe iniziative sono allo studio con altri paesi extracomunitari. Occorre, ora, che l'intesa siglata dal Ministro della Giustizia albanese e da me venga ratificata il più rapidamente possibile dal Parlamento".



Carcere import/export

Giustizia: inizia la visita ufficiale di Castelli negli USA

(4 Febbraio 2002 - Comunicato stampa - Ministero della Giustizia)

Inizia domani, martedì 5 febbraio, la visita ufficiale del Ministro della Giustizia Roberto Castelli negli Stati Uniti e in Canada.

Castelli sarà a Washington domani per incontrare nella capitale statunitense il collega americano John Ashcroft. La visita di Castelli negli Usa fa seguito a quella del Ministro della Giustizia statunitense in Italia dello scorso 14 dicembre e all'ordine del giorno dell'incontro, che avverrà nel pomeriggio, c'è la prosecuzione dei colloqui avviati in quell'occasione a Roma. In particolare, si parlerà di lotta al terrorismo e alla criminalità transnazionale organizzata e al traffico di droga, nonché della realtà dei rispettivi sistemi penitenziari. L'incontro con Ashcroft al Dipartimento di Giustizia sarà preceduto, in mattinata, dalla visita a un penitenziario nell'area di Washington e da un incontro presso la Corte Suprema degli Stati Uniti.

Dopo una sosta a New York, dove nella giornata di mercoledì 6 febbraio il ministro Castelli visiterà un secondo penitenziario per poi recarsi a Ground Zero per rendere omaggio alle vittime degli attentati dell'11 settembre, la delegazione si trasferirà a Ottawa, dove nella mattinata di giovedì 7 febbraio Castelli incontrerà il ministro della giustizia del Canada, Martin Cauchon, nel quadro della successione canadese alla presidenza del G8.



Nuove carceri crescono

Il Ministro Castelli inaugura il nuovo complesso penitenziario di Caltagirone

(11 Gugno 2002 - Comunicato stampa - Ministero della Giustizia)

Domani, mercoledì 12 giugno, il Ministro della Giustizia Roberto Castelli sarà in visita a Caltagirone dove, alle ore 11.00 inaugurerà il nuovo complesso penitenziario. La cerimonia di svolgerà alla presenza del Capo del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria, Giovanni Tinebra e delle più alte autorità civili e militari della Regione e della Provincia di Catania. Il nuovo istituto può ospitare oltre 200 detenuti e dispone di locali e spazi esterni adeguati alla piena realizzazione delle iniziative trattamentali e rieducative previste dall'ordinamento penitenziario.


L'Istituto in cifre

(Estratto da "Le Due Città", rivista del DAP)

Tipo: Casa circondariale

Inizio lavori: 1993

Inaugurazione: 12 giugno 2002

La struttura è in cemento armato, in parte prefabbricato con pannelli coibentati.

La superficie complessiva della struttura è di 21 ettari

Camere detentive:

70 singole (14 mq. ciascuna);

20 da tre o quattro posti (20 mq. ciascuna), tutte dotate di servizi igienici, televisione e radio.

L'istituto è dotato di un campo da tennis e un campo di calcio, una sala polivalente e una sala per le attività sportive.

(...) Nell'incontro con la stampa che si è tenuto subito dopo (l'inaugurazione del carcere di Caltagirone, ndr), il Capo del Dipartimento dottor Giovanni Tinebra ha dichiarato: "Siamo impegnati a realizzare una serie di carceri nuove, alcune delle quali sono in avanzata costruzione, e due già quasi ultimate. Abbiamo varato un programma che nel giro di tre anni prevede di utilizzare 830 miliardi, per costruire nuove strutture.

Abbiamo avuto, finalmente, in finanziaria l'autorizzazione a procedere anche a delle costruzioni di carceri in permuta con le vecchie strutture o con leasing finanziari. La struttura appena inaugurata è bella, accogliente, non è disumanizzante, ed è realizzata a misura d'uomo, anche se di uomo detenuto".



Carcere import/export

La Polizia penitenziaria in Kosovo

(Estratto da "Le Due Città", rivista del DAP)

L'Amministrazione penitenziaria ha avviato, dal maggio del 2000, un piano di cooperazione con la missione internazionale delle Nazioni Unite in Kosovo.

Tra le attività svolte da alcuni funzionari inviati in qualità di consulenti internazionali in alcuni settori del Penal Management - Kosovo Correctional Service (maggio 2000 - settembre 2001), sono state promosse due iniziative di formazione (dicembre 2000 e febbraio 2001), rivolte al personale penitenziario kosovaro (in totale 25 unità) per la conoscenza dei servizi di traduzione e scorta dei detenuti e dell'uso delle armi. I corsi, seguiti con vivo interesse dai partecipanti, si sono svolti presso la Scuola di formazione di Roma.

Nello "Strategic Plan", pubblicato semestralmente dal Penal Management-Kosovo Correctional Service, viene ricordato il contributo fornito dal Governo Italiano che, con altre Nazioni - Svizzera, Finlandia, Olanda, Danimarca, Francia, Canada - partecipa al progetto di ricostruzione del sistema democratico nella Regione. Nello stesso documento si sottolinea come l'iniziativa formativa rivolta al personale kosovaro sui servizi di traduzione e scorte e sull'uso delle armi, abbia consentito l'apprendimento delle modalità organizzative ed operative necessarie per l'assolvimento di quei compiti che il Servizio Penitenziario Kosovaro dovrà prendere definitivamente in carico nel prossimo futuro.

(...) Sono stati stipulati due contratti professionali che presto vedranno impiegati all'interno di quell'organizzazione un dirigente sanitario, come responsabile dell'organizzazione e del coordinamento del sistema sanitario penitenziario nella Regione, e un ispettore di Polizia penitenziaria nel ruolo di vice-direttore d'istituto penitenziario. Inoltre, a seguito di richiesta pervenuta dal Department of Peace Keeping Operations delle Nazioni Unite, è stata organizzata la procedura per l'invio in Kosovo del Primo Contingente di Polizia penitenziaria operante alle dirette dipendenze delle Nazioni Unite - United Mission ad interim in Kosovo - UNMIK CIVILPOLICE.(...)

L'istituto di Dubrava, il più grande della regione, attualmente ospita circa 500 detenuti. In tale contesto i nostri operatori seguiranno i colleghi kosovari nel percorso di consolidamento ed arricchimento del know-how professionale richiesto sia in tema di gestione dell'area della sicurezza, che in tema di servizi di traduzione e scorte dei detenuti. Tali attività, svolte all'interno delle sezioni detentive, prevedono la vigilanza sull'effettiva attuazione delle disposizioni che disciplinano la vita intramuraria e sul rispetto degli standard internazionali dei diritti umani.

La nuova significativa esperienza propone per la prima volta sulla scena internazionale il Corpo di polizia penitenziaria, inserito nell'organico dell'Unmik Police.

(...) Con l'invio del Primo Contingente nella Missione Internazionale in Kosovo, l'Amministrazione penitenziaria raccoglie una nuova sfida: quella della cooperazione con le altre amministrazioni penitenziarie per la ricostituzione dello stato di diritto attraverso il ripristino delle istituzioni.



Carcere import/export

Giustizia: missione in Kosovo per contingente di polizia penitenziaria

(24 Giugno 2002 - Comunicato stampa - Ministero della Giustizia)

Oggi il Ministro della Giustizia Roberto Castelli e il Capo del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria Giovanni Tinebra hanno incontrato per un saluto il contingente di polizia penitenziaria che domani giungerà nella Regione del Kosovo, dove per la prima volta, svolgerà servizio, sotto la bandiera delle Nazioni Unite.

La missione internazionale, per questo primo gruppo di operatori è della durata di sei mesi e sarà svolta nell'istituto penitenziario di Dubrava. L'istituto, il più grande della Regione, è geograficamente collocato nell'area assegnata, per il controllo territoriale, al comando delle Forze Armate italiane - Brigata Multinazionale Ovest- KFOR. Presso l'istituto è stato creato un reparto detentivo destinato alla custodia di detenuti ad alto indice di pericolosità; l'arrivo del contingente italiano coinciderà con l'apertura di detto reparto e il personale di polizia penitenziaria avrà l'incarico di definire le regole della sicurezza e di seguirne l'apprendimento operativo degli operatori penitenziari kosovari impiegati stabilmente in quell'istituto.

Si tratta di un incarico altamente qualificato e impegnativo direttamente definito e concordato con il Segretariato delle Nazioni Unite e con i responsabili della United Mission ad interim in Kosovo che hanno esplicitamente richiesto l'invio di risorse umane italiane alle quali poter affidare questo incarico.

Già da tempo, l'Amministrazione Penitenziaria italiana collabora con la missione internazionale in Kosovo per il ripristino del sistema penitenziario della regione. Tale collaborazione ha posto all'attenzione della comunità internazionale le competenze professionali delle quali sono portatori gli operatori italiani cosicché è stata avanzata la richiesta di entrare a far parte delle forze di polizia internazionale in missione di pace.



Riquadro: Numero di detenuti ogni 100.000 abitanti, in alcuni Paesi europei (1999)

(fonte: DAP - "Le due città" - 2000)


Italia: 90
Svizzera: 85
Francia: 90
Inghilterra e Galles: 125
Svezia: 60
Norvegia: 60
Danimarca: 65
Finlandia: 45
Olanda: 90



Riquadro:

LAVORO E DETENUTI - 2002
Il decreto sulle assunzioni di lavoratori detenuti


DECRETO 25 febbraio 2002 n. 87 Regolamento recante sgravi fiscali alle imprese che assumono lavoratori detenuti

IL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA

di concerto con IL MINISTRO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI

e IL MINISTRO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE

Visti gli articoli 3, 4, 6 della legge 22 giugno 2000, n. 193, e, in particolare l'articolo 3 il quale dispone che devono essere concessi sgravi fiscali alle imprese che assumono, per un periodo di tempo non inferiore a trenta giorni, lavoratori detenuti o che svolgono effettivamente attività formative nei confronti dei detenuti, e in particolare dei giovani detenuti;

Visti gli articoli 20, 20-bis e 21 della legge 26 luglio 1957, n. 354 e successive modificazioni;

Visto l'articolo 17, commi 3 e 4, della legge 23 agosto 1988, n. 400;

Considerata la necessità di favorire l'organizzazione di lavorazioni all'interno dei penitenziari anche alla luce della finalità del reinserimento dei detenuti nel mondo del lavoro;

Udito il parere del Consiglio di Stato, espresso dalla sezione consultiva per gli atti normativi nell'adunanza del 18 giugno 2001;

Acquisito il parere delle competenti Commissioni della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica;

Vista la comunicazione al Presidente del Consiglio dei Ministri a norma dell'articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, con nota n. 367/U.U.L. 6/1-14 del 18 febbraio 2002;


ADOTTA il seguente regolamento:

Art. 1

1. Alle imprese che, a decorrere dal 28 luglio 2000, assumono lavoratori dipendenti che a tale data risultano detenuti o internati presso istituti penitenziari ovvero sono ammessi al lavoro all'esterno ai sensi dell'articolo 21 della legge 26 luglio 1975, n. 354 e successive modificazioni, è concesso un credito mensile di imposta pari a 516,46 euro per ogni lavoratore assunto, in misura proporzionale alle giornate di lavoro prestate.

2. Per i lavoratori dipendenti di cui al comma 1, assunti con contratto di lavoro a tempo parziale, il credito d'imposta spetta in misura proporzionale alle ore prestate.


Art. 2

1. Il credito d'imposta di cui all'articolo 1 è concesso anche alle imprese che:

a) svolgono attività di formazione nei confronti di detenuti o internati negli istituti penitenziari o ammessi al lavoro all'esterno ai sensi dell'articolo 21 della legge n. 354 del 1975, a condizione che detta attività comporti, al termine del periodo di formazione, l'assunzione dei detenuti o internati formati;

b) svolgono attività di formazione mirata a fornire professionalità ai detenuti o agli internati da impiegare in attività lavorative gestite in proprio dall'Amministrazione penitenziaria.

2. Non si applicano le agevolazioni previste dal comma 1 alle imprese che hanno stipulato convenzioni con enti locali aventi per oggetto attività formativa.


Art. 3

1. Le agevolazioni di cui all'articolo 1 spettano a condizione che le imprese:

a) assumano i detenuti o gli internati presso gli istituti penitenziari o i detenuti ammessi al lavoro all'esterno ai sensi dell'articolo 21 della legge n. 354 del 1975, con contratto di lavoro subordinato per un periodo non inferiore a trenta giorni;

b) corrispondano un trattamento economico non inferiore a quello previsto dai contratti collettivi di lavoro.


Art. 4

1. Il credito d'imposta di cui all'articolo 1 spetta anche per i sei mesi successivi alla cessazione dello stato di detenzione del soggetto assunto.


Art. 5

1. Il credito d'imposta non concorre alla formazione della base imponibile delle imposte sui redditi e dell'imposta regionale sulle attività produttive e non assume rilievo ai fini del rapporto di deducibilità degli interessi passivi e delle spese generali, ai sensi degli articoli 63 e 75 del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917.

2. Il credito d'imposta è utilizzabile in compensazione ai sensi dell'articolo 17 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241, e non è comunque rimborsabile.

3. Le agevolazioni di cui all'articolo 1 sono cumulabili con altri benefici ed in particolare con l'incentivo di cui all'articolo 7 della legge 23 dicembre 2000 n. 388.


Art. 6

1. Il credito d'imposta di cui al presente decreto è concesso fino alla concorrenza di 2.065.827,6 euro per il triennio 2000-2002.

2. Il ministero della Giustizia predispone, di concerto con il Ministero dell'Economia e delle Finanze, le necessarie procedure per il controllo costante dei crediti d'imposta erogati, al fine di evitare il superamento delle risorse a disposizione.


Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sarà inserito nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. È fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.

Roma, 25 febbraio 2002

Il Ministro della Giustizia CASTELLI
Il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali MARONI
Il Ministro dell'Economia e delle Finanze TREMONTI



Suicidi in carcere e mobilitazioni, 2002

(e-mail ricevuta e forwardata da "Crocenera A"
<croceneraanarchica@hotmail.com>)

Giovedì 17 ottobre un altro detenuto,il terzo in appena 5 mesi,si è tolto la vita nell' infermeria del carcere di marassi,il famigerato CTD(centro diagnostico terapeutico)il carcere nel carcere,dove magari si entra per una frattura e si esce dopo 9 mesi completamente debilitati e pieni di psicofarmaci Quella di Fabrizio è la storia emblematica eppure comune di come tra servizi sociali,cure psichiatriche,S.E.R.T. ed infine la galera sia possibile controllare, reprimere, sedare chiunque solo perchè incompatibile con la vita di miseria e disperazione a cui le leggi dello stato,a difesa del profitto e dello sfruttamento dell'uomo sull'uomo, ci vorrebbero assogettati.Esprimiamo ancora una volta il nostro appoggio ai detenuti di Marassi che nel totale silenzio dei media stanno ormai da 5 mesi cercando in ogni modo di esprimere la loro rabbia, la loro sofferenza,lottanto e purtroppo talvolta lasciandosi morire.

Sabato 26/10: tutti sotto il Carcere di MarassiI
Sbirri e carcerieri i veri morti siete voi!

Comitato Spontaneo di Solidarietà alle Lotte dei Detenuti
Coll.Telefono Viola di Milano - T.28




Suicidi in carcere e mobilitazioni, 2002

(e-mail ricevuta e forwardata da "Crocenera A"
<croceneraanarchica@hotmail.com>)

Testo di un volantino distribuito stamane 19 ottobre durante i colloqui di fronte al carcere di Marassi in seguito all'ennesimo suicidio avvenuto all'interno del Centro Diagnostico Terapeutico del carcere di Marassi:

Centro Di Tortura
L'esclusione, il disagio e la miseria prodotta da questo sistema trovano risposte tra le mura di un carcere o le cure di uno psichiatra che, con spietata lucidità, reprimono e sedano chi sfugge all'omologazione. Chi non riesce ad adattarsi nella migliore delle ipotesi viene isolato, altrimenti etichettato come diverso, giudicato come malato e affidato all'arbitrio dello specialista di turno (Psichiatra, psicologo, operatore del SERT o dei servizi sociali, etc..) che, in base ai suoi personali parametri, decide, senza tenere conto delle opinioni del diretto interessato, ciò che è bene e ciò che è male per lui. Questi onnipotenti conoscitori della sofferenza umana hanno deciso che, per un ragazzo, Fabrizio, fosse meglio andare in carcere piuttosto che rimanere affidato ai servizi sociali e al SERT. Questa decisione non si basava su alcun fatto concreto né su qualche intemperanza, bensì sull'atteggiamento di Fabrizio nei confronti degli stessi medici che lo giudicavano:il non rispetto della loro autorità e le troppe rivendicazioni rappresentavano un problema troppo difficile da risolvere. Così Fabrizio è finito nel CDT (centro diagnostico terapeutico), vero e proprio carcere nel carcere dove alla prigione fisica delle sbarre e dei muri si aggiunge quella mentale degli psicofarmaci; in questo inferno, dopo mesi di trattamenti, violenze e false illusioni, giovedì mattina è stato trovato morto nella sua cella. Quest'ala del carcere è tristemente nota per l'impressionante numero di suicidi, almeno uno al mese, che hanno scatenato nei mesi scorsi le degne proteste di chi vive il carcere e sa bene che non è riabilitazione né reinserimento ma solo punizione, umiliazione, isolamento, morte. Sappiamo che tutto ciò non è esclusivamente collegato alle condizioni carcerarie, al sovraffollamento di cui tanto si parla né tanto meno all'assurda scusa della carenza di organici, ma è frutto del meccanismo che ogni giorno, fuori e dentro le carceri, permette a pochi di sfruttare e dominare molti.

Fuoco alla società carcere!!! Liberiamo corpi e menti!!!






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