Sul processo a Batasuna
Intervista a Iñigo Iruin, avvocato di Batasuna nella causa per la messa fuori legge.

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Con la messa fuori legge cercano di preservare lo stato, non il sistema democratico.
Il legale della Sinistra indipendentista è cosciente del fatto che la causa per la messa fuori legge di Batasuna, che è all'esame del Tribunale Supremo spagnolo si concluderà fra pesanti pressioni degli apparati dello Stato. Prevede che la soluzione di questa causa verrà dal Tribunale Europeo per i Diritti Umani di Strasburgo, anche se saranno necessari molti anni e, fino ad allora, Batasuna sarà fuori legge.

Il lavoro della difesa di Batasuna riguardo l'analisi delle prove per la messa fuori legge, svoltasi presso il Tribunale Supremo spagnolo agli inizi di questo mese, ha ricevuto l'apprezzamento di diversi ambienti. Ciononostante, Iñigo Iruin è pienamente cosciente del fatto che esiste il rischio, più che probabile, che le ragioni di Stato si impongano su quelle giuridiche e la formazione indipendentista sia messa fuori legge. Questa decisione non tarderà molto, dato che è previsto che la sentenza sia resa pubblica prima delle elezioni amministrative di maggio. Nell'udienza celebrata davanti al Tribunale Supremo, è stata accertata l'inesistenza di prove contro Batasuna, ma il pericolo di messa fuorilegge persiste. Quali passi giuridici rimangono, alla difesa, per cercare di evitarla?
Sia il dibattito, a grandi linee, sia le mosse e gli elementi probatori di ciascuna parte sono già stati prospettati davanti alla Corte Speciale del Tribunale Supremo; la parte di processo dedicata alla raccolta di elementi probatori e testimonianze ed alla perizia sulla traduzione dei documenti in Euskara richiesta da Batasuna durerà fino al 5 febbraio; con questa nuova prova documentale renderemo evidenti altri errori nell'esposizione dei fatti da parte dell'accusa, dopo di che si entrerà nella fase dedicata alle conclusioni scritte, nella quale ogni parte disporrà di venti giorni per valutare le prove ed elaborare nuove considerazioni di carattere giuridico. Si può prevedere che la sentenza sarà emessa entro la prima quindicina di aprile.

La difesa ha anticipato che chiederà al Tribunale Supremo di presentare un'eccezione di incostituzionalità della Legge sui Partiti presso il Tribunale Costituzionale: le sembra praticabile questo percorso, mentre dal Governo spagnolo si esercitano continuamente pressioni affinché la sentenza sia emessa quanto prima?
Solleveremo questa questione nelle nostre conclusioni scritte; se ci atteniamo a quanto pubblicato, pare che le pressioni abbiano già avuto effetto, visto che ci è stato annunciato che il Tribunale Costituzionale deciderà in merito al ricorso di incostituzionalità della Legge sui Partiti, presentato dal Governo basco, in tempi sorprendentemente brevi, anche più brevi di quelli nei quali si è deciso rispetto al bilancio 2002 della Comunità Autonoma Basca; la decisione del Tribunale sarà favorevole alla costituzionalità, con il che si cercherà di rendere inutile la nostra eccezione di incostituzionalità e spianare la via al Tribunale Supremo affinché questo possa emettere la sua sentenza prima delle prossime elezioni, come vuole il Governo spagnolo. Se il Tribunale Costituzionale agirà in questo modo, sarà un'ulteriore prova del fatto che tutte le istituzioni dello Stato agiscono di comune accordo ed in modo coordinato per mettere fuori legge Batasuna e procedere al suo scioglimento.

Se il Tribunale Supremo accettasse di presentare questa eccezione di incostituzionalità, quando potrebbe arrivare una decisione in merito? Farebbero in tempo ad impedire la presenza di Batasuna nelle elezioni amministrative?
In questo caso non si avrebbe una sentenza prima della amministrative, ma la presenza di Batasuna come tale è già ora impossibile in virtù del provvedimento del 26 agosto 2002, adottato da Garzón nell'inchiesta 35/02, con il quale si decide di sospendere, per un periodo di tre anni, prorogabili a cinque, tutte le attività organiche, pubbliche, private ed istituzionali di Batasuna, anche se la formazione adottasse un altro nome. Ciò che accade, è che una sentenza del Tribunale Supremo che permetta la messa fuori legge, renderà più difficile la presentazione di candidature da parte del socialismo indipendentista, poiché una volta dichiarato lo scioglimento di Batasuna, la Legge sui Partiti mette a disposizione dello Stato gli strumenti legali necessari ad impedirle, considerandole fraudolente. Bisognerebbe attendere che queste candidature siano impugnate dallo Stato, che le accuserebbe di costituire una continuazione o una successione della Batasuna messa fuori legge e spetterebbe nuovamente alla Corte Speciale del Tribunale Supremo determinare se siano ammissibili o meno; la decisione verrà presa senza che si intraprenda un procedimento con tutte le diverse fasi, ma in seguito ad una semplice udienza della candidatura impugnata. Possiamo trovarci in pieno processo elettorale con centinaia di candidati che fanno la coda davanti al Tribunale Supremo; per il Governo, a questo scopo, la "via politica" è più rapida ed efficace e, a breve termine, provoca conseguenze meno gravi della "via penale".

Anche se fosse respinta l'eccezione di incostituzionalità, il passo seguente sarebbe un ricorso al tribunale Costituzionale: esiste qualche possibilità che questo Tribunale si pronunci diversamente dal Tribunale Supremo o si tratta solo di un indispensabile passo prima di rivolgersi al tribunale Europeo per i Diritti Umani di Strasburgo, presso il quale le pressioni del Governo spagnolo sarebbero molto meno influenti e si potrebbe ottenere, finalmente, una sentenza imparziale?
Il ricorso al Tribunale Costituzionale è un passo obbligato per potersi rivolgere a Strasburgo; è prematuro pronunciarsi su cosa accadrà con questo ricorso, bisognerà prima vedere quale sentenza emetterà il Tribunale Supremo, con quali fondamenti giuridici, se vi sarà unanimità fra i magistrati o se vi saranno voti discordanti. Non vi sono certo molte ragioni per essere ottimisti, se guardiamo alla composizione del Tribunale Costituzionale dopo il suo ultimo rinnovo, alle dichiarazioni favorevoli alla messa fuori legge di Batasuna rilasciate dal suo presidente, le ultime delle quali risalgono a questa settimana, o all'evidente inclinazione politica delle sue risoluzioni più recenti. Il dato fondamentale è che questo processo è una scommessa dello Stato, visto che è stato richiesto dal potere esecutivo ed il potere legislativo, e sia il Tribunale Costituzionale, sia il Tribunale Supremo, lo condurranno all'insegna dell'interesse dello Stato e non della salvaguardia dei diritti fondamentali e del regime giuridico democratico, perché ciò che si cerca, con la messa fuori legge di Batasuna, non è la preservazione del sistema democratico, ma quella dello Stato stesso. Per fortuna, la dottrina vigente a Strasburgo, respinge la ragione di Stato come fondamento della limitazione del pluralismo politico.

A questo proposito, Iruin ha affermato che le prove presentate al Tribunale Supremo sarebbero la miglior prova della difesa di Batasuna nella prospettiva di un'udienza a Strasburgo; le mille prove del ministro Michavila e del pubblico ministero generale sono risultate essere un cumulo di errori, menzogne, incapacità, ritagli di stampa con informazioni manipolate, fatti irrilevanti, testimoniante interessate di membri della Guardia Civil, il cui lavoro consiste nel reprimere la Sinistra indipendentista e tentativi di presentare come fatti obiettivi quelle che sono mere valutazioni politiche. Tutto questo sarà oggetto di analisi del Tribunale di Strasburgo, dato che esso può sindacare non solo l'applicazione del Diritto, ma anche la valutazione dei fatti e se questi sono stati considerati in maniera accettabile. E' scandaloso andare a Strasburgo a sostenere la messa fuori legge di un partito in base a chupinazos (esplosione di un petardo che dà inizio, per esempio, ai festeggiamenti di San Fermin, a Pamplona, N.d.T.) alternativi, all'omaggio di un mazzo di fiori ad un ex prigioniero che ha scontato la sua pena, all'esibizione di un simbolo pienamente legale e realizzato da uno scultore famoso in tutta Europa come Chillida o perché si pretende il rispetto di un diritto fondamentale dei prigionieri come quello riassunto nello slogan "Prigionieri baschi al Paese Basco!". Non c'è dubbio che disponiamo di un buon bagaglio per Strasburgo e che la possibilità che il Tribunale consideri che sono stati violati i diritti enunciati negli articoli 11 (libertà di associazione) e 12 (libertà di espressione) della Convenzione Europea è elevata. Tutto ciò senza scordare che denunceremo anche la violazione dell'articolo 6 della Convenzione perché non è stata accettata la ricusazione del presidente ed estensore della sentenza, Francisco José Hernando, disponendo di solide basi giuridiche affinché sia applicata la giurisprudenza del Tribunale Europeo per i Diritti Umani.

Nonostante tutto, visti i precedenti dei partiti filocurdi in Turchia, anche se Strasburgo dovesse dare ragione alle tesi di Batasuna, lo Stato spagnolo sarebbe riuscito a mantenere questa formazione fuori legge per anni, effettivamente. Tutto questo decennio sarà caratterizzato da una Sinistra indipendentista basca in condizione di illegalità, dato che la revisione della sentenza del Tribunale Supremo, a Strasburgo, si concluderà al suo termine; inoltre, non bisogna scordare che Batasuna è già, di fatto, fuori legge fino all'agosto 2005, con la possibilità che questa condizione sia prolungata fino al 2007, in virtù delle risoluzioni di Garzón. In ogni caso, conviene tenere presente una riflessione circa l'impiego di procedimenti legali a fini politici ed è che la cosiddetta "giustizia politica" è la più effimera di tutte le categorie di giustizia ed un semplice voltar pagina della Storia può mandare all'aria tutto il suo lavoro.

Le udienze che si sono protratte per due settimane a Madrid hanno avuto caratteristiche particolari: si tratta di una Corte Speciale e ciò che è stato celebrato non è un processo, ma una raccolta di prove. Esiste qualche precedente simile nella legislazione spagnola, oppure si tratta di un procedimento nuovo? La Legge sui Partiti è una legge ad hoc e lo è anche il procedimento che regola con i suoi articoli. Che siamo di fronte ad un procedimento speciale risulta evidente dal fatto che, sinora, non si erano mai celebrate udienze davanti a questa Corte Speciale del Tribunale Supremo, nonostante la sua creazione risalga al 1985, il che è anche dovuto alla evidente discordanza dalle funzioni per le quali fu concepita e alla competenza che ora le viene attribuita in relazione alla dichiarazione di illegalità di un partito politico. La cosiddetta "giustizia politica" è un eterno espediente e anche questo procedimento lo è; un espediente per evitare le esigenze del processo penale ed eludere la necessità di un impianto probatorio solido e dotato di strette garanzie processuali. Le dichiarazioni del pubblico ministero generale e dell'Avvocatura dello Stato, dopo l'insuccesso registrato nelle udienze, nelle quali si diceva che i mezzi di informazione si erano sbagliati nell'informare rispetto alle prove per averle analizzate come se si trattasse di un processo penale, ci indicano che hanno accusato il colpo, ma anche qual è la vera ragione per instaurare questa "via politica" di messa fuori legge e dove sono riposte le speranze dei suoi proponenti.

Come spiega che sia il pubblico ministero, sia l'avvocato dello Stato abbiano preparato così male i loro interventi? Può essere un segnale del fatto che, al di là di ciò che si è visto in Tribunale, la sentenza era già scritta e ciò che veniva detto in aula non importava molto?
L'avvocato dello Stato non ha neppure proposto prove da valutare nelle udienze ed il Pubblico Ministero ha rinunciato a diverse delle testimonianze che aveva proposto, di modo che, ad esempio, non ha neppure potuto provare che gli striscioni e manifesti che, secondo lui, erano affissi alle facciate di municipi governati da Batasuna lo fossero veramente, avendo rinunciato alle testimonianze di coloro che li avevano fotografati. Questo comportamento risponde al desiderio che le udienze fossero il meno numerose possibile e che non si prolungasse il processo; neppure questo obiettivo è stato raggiunto, poiché il periodo di presentazione delle prove sarà, in ogni caso, di trenta giorni. Il fatto è, però, che lo Stato ha impostato le udienze più con l'obiettivo di creare immagine che di presentare prove per la messa fuori legge; proiettare immagini che fossero favorevoli alla sua pretesa di identificare Batasuna e ETA e, a questo scopo, non era necessario generare aspettative per il giudizio, ma garantire la presenza in esso dei mezzi di comunicazione affini, che producessero questa identificazione e proiezione attraverso i titoli di cui avrebbero fornito lo spunto di volta in volta il sindaco di Gasteiz o il perito della Guardia Civil. Da questa prospettiva, la rinuncia alla testimonianza di persone come Savater o Juaristi può anche essere stata un ulteriore errore degli accusatori, dato che sarebbe stata utile a questo scopo. La battaglia, per lo Stato, era più sui mezzi di comunicazione che sui banchi del Tribunale; per la difesa, comunque, lo sforzo si è concentrato nel trarre vantaggi dai dati a sua disposizione e dagli attori del processo, cercando di essere efficace in termini processuali. Il risultato è stato tanto nefasto, per lo Stato, che è stato provato solo ciò che, essendo già notorio, non aveva bisogno di prova, e cioè che Batasuna non condanna gli attentati di ETA e che li analizza inquadrandoli nell'ambito del conflitto politico che vive il Paese Basco; e questa condotta, in base alla giurisprudenza del Tribunale di Strasburgo, non è sufficiente per mettere fuori legge Batasuna.

[23 gennaio 2003 - Tradotto dal quotidiano basco Gara, reperibile al sito www.gara.net - Tratto dalla mailing list paesibaschiliberi - paesibaschiliberi@yahoogroups.com]

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