SENZA CENSURA N.12

NOVEMBRE 2003 

 

Resistenza Ultras e Movimento Ultras

 

Quando due anni fa con la prima edizione del Raduno Antirazzista abbiamo iniziato la nostra battaglia al calcio moderno suscitammo più ilarità che attenzione, più critiche che consensi, attacchi generalizzati da più parti con il risultato di attirare maggiormente l’attenzione delle forze dell’ordine su di noi. Oggi quello che noi sosteniamo da due anni sembra essere diventato patrimonio collettivo, infatti di fronte alla prassi della tolleranza zero applicata negli stadi italiani tutto il mondo ultras si è mobilitato. Il passaggio dalla diffida con firma all’arresto differito di 36 ore, il passaggio cioè dalla legislazione speciale a quella emergenziale ha portato un fermento ed una volontà di ribellarsi che da troppo tempo non si vedeva negli stadi italiani. Finalmente in un calcio attraversato da una repressione da caccia alle streghe, c’è chi invece di rassegnarsi al ruolo di vittima designata decide di ribellarsi contro tutto ciò: gli ultras.

Dopo il Fronte di Resistenza Ultras (nato due anni fa a Vigne di Narni) è nato il movimento ultras che ha tentato con la riunione tenutasi a Salerno di organizzare una mobilitazione la più ampia possibile. In tempi non sospetti decidemmo di non partecipare a quella riunione ed alla manifestazione nazionale promossa per due ragioni fondamentali:

-il voler vivere la curva coniugando l’amore per la maglia con la rivendicazione delle nostre idee politiche ed il rispetto di amicizie storiche con la necessità di dar vita ad una condivisione di idee ed azioni che superi gli anacronistici gemellaggi sportivi;

-considerare i rigurgiti neofascisti, razzisti e xenofobi propri di un gran numero di gruppi ultras italiani un cancro da estirpare.

Eravamo convinti cioè che le tifoserie xenofobe e neo-fasciste presenti in gran numero a Salerno utilizzassero la presunta apoliticità del movimento ultras per rilanciare più forte che mai le loro parole d’ordine figlie dell’intolleranza e della discriminazione proprie della cultura fascista.

I fatti ci hanno dato ragione tanto che alla manifestazione di Roma del 4 aprile sono state più le defezioni dei gruppi organizzati che le partecipazioni.

Defezioni dovute alla evidente strumentalizzazione politica dei gruppi neofascisti nei confronti del movimento ultras. Dopo Roma la parte del Movimento ultras che aveva rinunciato alla manifestazione nazionale è tornato a rivedersi ad Arezzo invitandoci a partecipare per spiegare le nostre lungimiranti posizioni. Invito accettato volentieri e viaggio in Toscana per dire la nostra e rilanciare con maggiore convinzione che mai il fronte di resistenza ultras, ricordandone ancora una volta le finalità:

-fermare sullo stesso terreno in cui si manifestano i rigurgiti neofascisti e xenofobi;

-salvare la popolarità del calcio dall’offensiva televisiva;

-liberare gli stadi dai reparti in assetto speciale;

-difendere lo stato di diritto dall’assalto delle legislazioni speciali o emergenziali;

-liberare le curve e tutti i luoghi di aggregazione dalla schiavitù dell’eroina.

Ad Arezzo abbiamo inoltre proposto di accompagnare la critica al calcio moderno con una schietta autocritica verso gli atti vandalici fini a se stessi che nulla hanno a che vedere con la sana conflittualità del vivere ultras. Un’autocritica costruttiva utile ad insegnare ai tanti ragazzi che vivono la curva come il rispetto e l’amicizia siano la vera forza del gruppo. In conclusione abbiamo dato la nostra disponibilità a valutare con attenzione le prossime iniziative non precludendo la possibilità di una nostra partecipazione una volta accertata l’assenza di strumentalizzazioni e monopolizzazioni da parte dei soliti noti. Condividere il nostro percorso non significa rinunciare a rivalità storiche ne’ tantomeno  trasformarsi da ultras in tifosi da bar, ma significa lottare concretamente per la prpria sopravvivenza e rendere omaggio ai tanti compagni e a tutti gli ultras, costretti a passare le proprie domeniche ostaggi delle firme in questura se non dell’arresto differito, vittime dell’arbitrarietà repressiva con cui i padroni del calcio ed i rappresentanti delle forze dell’ordine pensano di spezzare le reni al mondo ultras per esportare poi tale modello repressivo nelle piazze movimentate dall’antagonismo politico...

NON CI AVRETE MAI COME VOLETE VOI.

 

Resistenza Ultras Ternana

[da Indymedia - 6 luglio 2003[

[www.redboysternana.net]



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