SENZA CENSURA N.14

GIUGNO 2004

 

Processi di integrazione in America del Sud

Considerazioni sui piani dell’Iniziativa di Integrazione dell’America del Sud (IIRSA).

“Da un lato le gigantesche dimensioni assunte dal capitale finanziario, concentrandosi in poche mani e costituente una fitta e ramificata rete di relazioni e di collegamenti, che mettono alla sua dipendenza non solo i ceti medi e piccoli proprietari e capitalisti, ma anche i piccolissimi, dall’altro lato l’inasprirsi della lotta con gli altri gruppi finanziari nazionali per la spartizione del mondo ed il dominio sugli altri paesi; tutto ciò determina il passaggio della massa delle classi possidenti, senza eccezione, dal lato dell’imperialismo.” (*)

Tra la fine di Agosto e l’inizio di Settembre del 2000 i dodici capi di stato dell’America del Sud si sono incontrati a Brasilia su invito del presidente Fernando Enrique Cardoso, della Repubblica Federale del Brasile. Questo paese, nonostante il quasi contemporaneo disastro economico in Argentina (secondo pilastro del Mercosur di Brasile, Argentina, Uruguay e Paraguay, più accordi quadro con il Cile e la Bolivia) ed il proprio crescente indebitamento, si conferma elemento promotore dello sviluppo capitalistico nella regione con il progetto a lungo termine dell’Iniziativa di Integrazione Regionale del Sud America (IIRSA): un piano di potenziamento della rete di infrastrutture nel subcontinente per i settori dell’energia, dei trasporti e delle telecomunicazioni.
Se consideriamo che il carico distruttivo del progressivo aggravamento della crisi del capitale a livello internazionale cresce con l’aumentare della distanza dal centro imperialista, possiamo leggere il Mercosur, il CAN (Integrazione dei Paesi dell’area Andina) e la piattaforma di interconnessione logistica dell’IIRSA tra questi ultimi due, come una specie di paracadute capitalistico regionale che consenta di tenere il passo con le trasformazioni che stanno avvenendo su scala mondiale.
Per non farsi schiacciare dalle iniziative economiche come l’Alca, infatti, il Brasile sceglie di approfondire il percorso iniziato con il Mercosur e di dare ulteriore forma ad un soggetto politico/economico del Sud America che acquisti quote nel mercato mondiale attraverso la propria proiezione (del Brasile) su scala regionale.
Come più volte ricordato, i paesi del cosiddetto “sud del mondo”, come il Brasile, sono meglio definibili, nella fase attuale, come paesi della “periferia” dei paesi imperialisti. Fanno parte del circuito mondiale della valorizzazione del capitale ma vivono una condizione di subalternità (non del tutto paralizzante) che cercano di colmare approfittando ad esempio delle “occasioni” che la storia mette loro a disposizione (1).
Raccolgono tra gli ultimi le piccole fette dai piatti delle succulente torte dello sviluppo diseguale capitalistico e naturalmente subiscono in modo più pesante il prezzo salato della crisi: per i proletari delle metropoli e delle campagne del Sud America questo può voler dire sperimentare situazioni di miseria e indigenza decuplicate rispetto al centro imperialista, sia per estensione che per profondità.
Vediamo ora di analizzare gli intenti e i propositi che l’IIRSA incarna a partire dai dati che compaiono sul sito ufficiale dell’iniziativa regionale (2), scorgendo nelle dichiarazioni di intenti dei soggetti coinvolti, nei ruoli e nella pianificazione dell’iniziativa, le spinte e le linee di tendenza che sembrano guidare oggi le trasformazioni in Sud America.
Nella presentazione ufficiale, IIRSA viene mostrato come “un iniziativa che contempla una serie di meccanismi di coordinamento tra i governi, le istituzioni finanziarie multilaterali e il settore privato; per coordinare la visione politica e strategica del Sud America; per coordinare inoltre i piani e i programmi di investimento, con una priorità su alcuni assi di integrazione e sviluppo...”.
L’obiettivo è quello di trasformare lo spazio regionale e “...stimolare l’organizzazione dello spazio (ndt politico/economico) sudamericano a partire dalla contiguità geografica...” e “fare del Sud America una regione più competitiva e inoltre sviluppare e conquistare lo spazio geografico sudamericano” (3) definendo con maggiore chiarezza, oltre che una griglia di nodi e di interconnessioni commerciali, il soggetto politico che lo va a gestire.
Seguendo quindi le parole d’ordine di “modernizzazione e sviluppo” si definisce l’iniziativa come multinazionale perchè coinvolge “in prima istanza i 12 paesi sovrani dell’America del Sud” (4).
Nello scorso numero in “Considerazioni storiche sul quadro politico boliviano” si accennava alle peculiarità della progressione storica dello sviluppo capitalistico in America del Sud in cui la Bolivia è inserita e al graduale ma costante orientamento dello sviluppo produttivo anche verso il rafforzamento e la costruzione di uno spazio interno di produzione, valorizzazione e circolazione di merci e capitali. Ora con IIRSA “La pianificazione e lo sviluppo dell’iniziativa prende forma attraverso una prospettiva multisettoriale e integrata. Gli assi di integrazione e sviluppo cercano: di addensare l’attività economica, lo sviluppo regionale, l’integrazione fisica e economica dei vicini paesi sudamericani” (5). Gli enti del credito e finanziari che sono chiamati ad operare, che più avanti in questo articolo descriveremo brevemente, “conoscono a fondo la realtà e le problematiche dei paesi e hanno un’ampia presenza nei settori del pubblico e del privato” (6). Ma vediamo, sempre nell’ambito del primo incontro dell’IIRSA dalle parole dei presidenti coinvolti come inquadrano questa iniziativa.
L’apertura degli interventi dei capi di stato a Brasilia è affidata al generale Banzer della Bolivia che fu tra i presidenti latinoamericani che aderirono alla criminale alleanza anticomunista del Plan Condor. Vestito della sua sfacciata impunità questo assassino oggi ci spiega che la democrazia “è prima di tutto una forma di organizzazione dell’uomo nella società, un concetto vitale che si muove cambia e si attualizza al ritmo di come cambiano le proprie società” (7). Certo di aver archiviato come vecchio e sbiadito ricordo le istanze della trasformazione radicale della società latinoamericana che agitavano il subcontinente nella seconda metà del secolo scorso, rilancia affermando che “La vitalità del concetto democratico non si limita allo spazio nazionale. Nello stesso momento in cui chiede profondità e forza nei rapporti e nella mobilità della società uno per uno nei nostri paesi, si espande e acquista la grandezza continentale nel processo di integrazione che l’America Latina porta avanti” (8). E conclude il proprio intervento affermando che “la sovranità latinoamericana” che governerà anche questo processo “risiede nel popolo latinoamericano” e chiude “Questa è un’affermazione della quale si sentiranno orgogliosi i magnati della indipendenza della nostra patria” (9) dimostrando di affrontare con insolita disinvoltura il tema dell’indipendenza latinoamericana ora che gli paiono spenti definitivamente i fuochi di lotta per il potere nel subcontinente.
Il presidente Cardoso del Brasile, vero promotore dell’incontro, interviene subito dopo: “Ispirati dall’esito delle iniziative subregionali di integrazione e dalla prospettiva di una loro convergenza, siamo convinti che la configurazione di uno spazio economico sudamericano è una realizzazione possibile per questa generazione. Per questo, sarà fondamentale l’istituzione, a partire dal gennaio 2002 di un’area di libero commercio tra un ampliamento del Mercosur e della Comunità Andina, così come un avvicinamento crescente della Guyana e del Suriname a questo processo” (10).
Così come per il processo di integrazione europeo, stupisce come, anche solo “chiacchierando” per un paio di giorni tra i capi di stato circa una prospettiva di integrazione economica e politica, mettano subito bene in chiaro la necessità di governare le contraddizioni che questi passaggi produrranno. Anche nel caso del Sud America, stato e capitale indicano in diversi interventi gli elementi che una necessaria sovrastruttura repressiva deve andare a colpire. “Le nostre frontiere devono unire e non dividere. Questo esige un intensificazione dei mezzi di cooperazione per una repressione efficace delle attività illecite. Il cammino dell’America del Sud deve essere guidato da onestà, dignità e decenza. Dobbiamo essere ambiziosi nel nostro obbiettivo: un’America del Sud libera dai flagelli del narcotraffico, del crimine organizzato, della violenza e della corruzione” (11). Cardoso conclude allargando le prospettive di integrazione e auspicando un rafforzamento dei paesi dell’America Latina con i paesi del Caribe dichiarandosi con forza per una solidarietà cementata sul “regionalismo aperto”.
Proseguiamo la nostra indagine nella documentazione ufficiale per scoprire qualche cosa di più sui soggetti finanziari che mettono i capitali per l’IIRSA.
“Il Banco Interamericano del Desarrollo (ndt Bid) e la Corporazione Andina del Fomento (ndt CAF) elaborarono la proposta, e a tal fine si sono valsi di alcuni contributi provenienti da altre organizzazioni internazionali che operano nella regione, così come di alcuni paesi dell’America del Sud”. Questo è quanto si legge nella presentazione ufficiale dell’IIRSA e successivamente si aggiungono altri soggetti regionali come il FONPLATA (istituto finanziario dell’area dei paesi del Mercosur) e il BNDES del Brasile.
Il Bid è una banca fondata nel 1959 a cui aderiscono inizialmente gli USA e 19 paesi dell’America Latina. A metà degli anni ’70 si sono aggiunti 18 paesi non appartenenti nell’emisfero occidentale. Nonostante sul sito ufficiale si legge che: ”Il Bid ha 26 nazioni che richiedono prestiti, tutte in America Latina e nei paesi del Caribe. Insieme hanno il 50.02 percento del potere di voto del consiglio del Bid”, esso è da considerarsi il soggetto che meglio rappresenta la lunga mano gringa ed europea nel finanziamento dell’IIRSA in quanto come dice il relatore Enrique Iglesias alla presentazione ufficiale del progetto a Brasilia: “Dalla sua istituzione 40 anni fa il Banco ha operato nel campo della integrazione fisica, economica e sociale che rappresenta quasi la metà dell’appoggio ai milioni di dollari di progetti che hanno ottenuto il finanziamento da parte del banco” (12).

Nella relazione poi si legge relativamente a quanto deve accadere per la realizzazione dell’IIRSA: ”Il ritrarsi dello stato nella gestione diretta dell’infrastruttura, l’istituzione di nuovi parametri macroregolatori circa la competenza di alcuni servizi, la creazione di nuove istituzioni per la regolazione e il controllo dei servizi pubblici, le privatizzazioni e l’ingresso di nuovi operatori nazionali e internazionali, sono le caratteristiche comuni di questa trasformazione storica”. Se da una parte quindi il Bid mette in evidenza il suo ruolo centrale come rappresentante di una delle porzioni principali del capitale mondiale coinvolgibili nel progetto, chiarisce fin da subito quali sono i vincoli in termini politici ed economici (ad esempio privatizzazioni) a cui ci si deve adeguare perchè vengano superate le riserve all’ingresso del capitale straniero. La subalternità del capitale del Brasile nei confronti di quello della fazione dominante della borghesia imperialista non è testimoniata solo dal peso straniero degli investimenti perché, infatti, il rappresentante del Bid chiarisce che “i governi devono intervenire per catalizzare le iniziative nazionali e regionali i cui dividenti economici e sociali sono molto importanti ma che presentano rischi particolari per gli investitori privati specialmente nel settore dei trasporti”. Il settore dei trasporti, strategico per lo sviluppo del mercato interno regionale, viene classificato come estremamente rischioso o improduttivo mentre è su quello degli idrocarburi che il Bid punta come settore a maggiore valorizzazione di capitali oltre che il bene oggetto di contesa per la lotta tra le fazioni della borghesia imperialista.
“La Corporazione Andina del ‘Fomento’ (ndt leggi sviluppo) (CAF) è un istituzione finanziaria multilaterale che appoggia lo sviluppo sostenibile dei suoi paesi azionisti e l’integrazione regionale” (13). Mentre il Bid è composto dal capitale internazionale e principalmente USA e UE, la CAF rappresenta il capitale regionale dell’IIRSA legato all’area andina. La CAF fu fondata nel 1966 ed “è formata attualmente da 16 paesi dell’America Latina e del Caribe. I suoi principali azionisti sono i cinque paesi della Comunità Andina delle Nazioni (CAN): Bolivia, Colombia, Ecuador, Perù e Venezuela come azionisti di serie “A” e “B”, inoltre da undici soci: Argentina, Brasile, Spagna, Chile, Costa Rica, Jamaica, Messico, Panama, Paraguay, Trinidad e Tobago e Uruguay…” (14).
Mentre il Bid sembrerebbe orientare i suoi enormi capitali prevalentemente nella direzione dello sfruttamento delle risorse energetiche la CAF sia prima che dopo l’avvio dell’IIRSA riversa circa un terzo dei propri fondi nella costruzione di infrastrutture nei trasporti (15). D’ altra parte nei documenti in cui la CAF analizza la questione IIRSA e programmi strategici si legge: ”… la disponibilità di un’adeguata infrastruttura fisica che facilitare un fluido traffico di merci, servizi e persone che costituisce una delle azioni cruciali per la configurazione di uno spazio regionale efficace ed ordinato che potenzi il processo di una integrazione commerciale, la comunicazioni tra i paesi azionisti della Corporazione e la competitività internazionale della regione.”
Inoltre l’invito della CAF ai paesi latino americani non ancora membri dell’Istituzione finanziaria è quello aderire al fondo per unire capitali e risorse. Questo per contrastare la subalternità al capitale USA e avere sempre maggiore indipendenza nel finanziamento di questo progetto strategico: “La CAF è disposta a essere un partecipante attivo in questa storica e promettente impresa. In questo senso, dato il fatto che i cinque paesi andini, (ndt con in più) Brasile, Paraguay e Chile sono azionisti della CAF, invitiamo il resto dei paesi sudamericani a unirsi all’Istituzione. Di conseguenza, quanto sarà maggiore la partecipazione azionaria dei paesi membri, maggiore sarà la capacità dell’Istituzione di finanziare direttamente i progetti e di giocare un ruolo catalitico per l’attrazione di forze esterne di finanziamento. In ugual maniera, l’Istituzione è disposta a rafforzare maggiormente le già strette relazioni di coordinamento con il Bid e gli altri organismi multilaterali e di sviluppo nazionale per concretizzare un programma coerente di infrastruttura regionale” (16).
Parliamo ora di un altro attore finanziario che sembra trovarsi in sintonia con la CAF perché gioca un ruolo più simile in questo scenario. Il FONPLATA (Fondo Financiero para el desarrollo de la cuenca del Plata) è formato con i capitali di Argentina, Bolivia, Brasile, Paraguay e Uruguay che sono confinanti o adiacenti alla zona del bacino del fiume Plata, considerata una delle vie fluviali più estese dell’America Latina. Dal punto di vista produttivo qui ci sono distretti industriali e zone agricole con alcuni degli impianti idroelettrici tra i più importanti del continente. Tra il territorio del bacino della Plata e la sua area di influenza viene prodotto l’80% del Pil dei cinque paesi e, anche in questo caso, la natura stessa del fondo e le sue prospettive di crescita sono affidate ad un potenziamento, uno sviluppo e una riconfigurazione ragionata dello spazio produttivo e degli strumenti di circolazione delle merci e dei semilavorati.
“Dal suo inizio, FONPLATA partecipò attivamente all’iniziativa assumendo la gestione dell’Asse di Sviluppo Porto Alegre-Jujuy-Antofagasta e l’Asse Mercosur-Chile (ndt attraverso la Bolivia) con inoltre la supervisione degli studi sul trasporto multimodale per la regione” (17). Guardando composizione del capitale di questo fondo, le nazioni che partecipano alla composizione del suo capitale e gli investimenti per i diversi settori si vede come per ogni paese gli sforzi più consistenti siano proprio nel settore dei trasporti.
I presidenti del Sud America sul finire del luglio 2002 a Guayaquil in Ecuador hanno espresso la necessità di sveltire le negoziazioni per una piena integrazione tra Can e Mercosur prima della fine dello stesso anno come traguardo per la creazione di un fronte unito antecedente alla data di inizio dell’Alca nel prossimo anno, dichiarando esplicitamente di voler “rafforzare la capacità di negoziare del Sud America in altri progetti continentali, particolarmente l’Alca”. A due anni di distanza dalla presentazione del progetto IIRSA sembra quindi cambiato poco nelle intenzioni dei governi dell’America del Sud in quanto, sempre nell’incontro di Guayaquil, rimarcano l’importanza strategica di questa piattaforma logistica regionale perché “è necessario costruire uno spazio integrato attraverso il rafforzamento delle connessioni fisiche e l’armonizzazione del quadro istituzionale, normativo e legislativo” come base di lancio dell’integrazione di Can con il Mercosur.
Sul Mercosur è utile spendere qualche riflessione visto che sotto diversi punti di vista, che sia per quanto riguarda l’IIRSA che l’integrazione con il Can, sembra essere il centro della questione.


Già sul finire del secolo scorso era chiaro per il Brasile, con il suo apparato produttivo relativamente giovane, che entrare nell’Alca avrebbe rappresentato la scomparsa di vasti settori produttivi della propria economia: stime di quel periodo indicavano infatti che mentre il peso nel Mercosur dei propri prodotti rappresenta il quasi il 70 percento dell’intero blocco, nell’Alca rappresenterebbe solamente il 10. D’altra parte, come anche scriveva Kissinger (18) si avvertiva che il rafforzamento del Mercosur fosse una parziale messa in discussione dell’Alca anche per la pluralità dei soggetti che l’iniziativa del Brasile poteva coinvolgere al di fuori del diretto controllo USA“. L’Europa lancia segnali altrettanto seduttivi” continua l’ex segretario di stato americano, riferendosi alle avances fatte da Chirac in un viaggio in America Latina in cui aveva prefigurato che il rapporto dei paesi dell’America del Sud non poteva risolversi in un esclusiva dei paesi del nord dell’emisfero. “Se queste tendenze si imporranno, il Mercosur si posizionerà come entità distinta nei confronti dell’Europa ma in rivalità istituzionale con il Nafta e gli Stati Uniti. E questa e’ una sfida alla posizione storica degli Stati Uniti nell’emisfero e alla sua aspirazione a un ordine mondiale basato su una comunità crescente di democrazie nelle Americhe”.
Il Brasile sta guidando i paesi dell’America del Sud verso una prospettiva di integrazione subregionale che connetta le aree del Mercosur e del Can penalizzati da una fortissima della subalternità dal capitale finanziario USA ma come chiara contromossa ai piani statunitensi. L’iniziativa dell’Alca, nella sua prima implementazione, utilizzava una prassi di negoziazione tra stati e soggetti privati che vedeva da una parte i colossi di USA e Canada negoziare una “liberalizzazione” dei mercati con, uno a uno e in “batteria”, tutti i paesi dell’America Latina. Un evidente strategia volta a favorire i grandi trust USA perché è chiaro che gli Stati Uniti preferiscono confrontare il proprio capitale con uno a uno i paesi sudamericani che hanno composizione organica di gran lunga più bassa separati piuttosto che insieme.
Gli USA inoltre avrebbero voluto che in breve tempo la propria iniziativa occupasse tutto lo spazio politico/economico nel “suo” continente (vedi Monroe) chiudendo tutti i possibili spiragli di relazione tra America del Sud con ASIA e UE che invece si stanno intensificando sia sul finire del secolo scorso, con il trattato MERCOSUR – UE, sia poi CAN-UE, che poi in ambito IIRSA. L’Europa in questo senso sembra aver capito che nel “giardino degli americani” sia molto poco redditizia la compartecipazione con gli Stati Uniti in un accordo bilaterale come quello del Plan Colombia. Anche nell’ultimo vertice di qualche mese fa tra i capi di stato di Unione Europea e America Latina, infatti, la UE si mette il suo vestito solidale e annuncia di voler continuare a consolidare i rapporti già iniziati tra paesi dell’UE e paesi dell’America Latina ma non in senso bilaterale ma attraverso i blocchi subregionali sudamericani.

Chiarendo il concetto di imperialismo Lenin, nel primo decennio del secolo scorso, trovò a scontrarsi con Karl Kautsky, considerato il maggior teorico marxista del periodo della II Internazionale. Mentre Lenin spiegava che il concetto di imperialismo è lo stadio monopolistico del capitalismo, Kautsky pensava di “non doversi intendere per imperialismo una <<fase>> o stadio dell’economia, bensì una politica, ben definita, una certa politica <<preferita>>”. Se ammettessimo infatti che, come diceva Kautsky, l’imperialismo fosse una tendenza del capitalismo industriale alle annessioni di territorio agricolo (e di risorse più in generale) e con una politica reazionaria e distruttiva, non peccheremmo solo di parzialità ma commetteremmo due tipi di errori: uno politico e uno economico.
Dal punto di vista politico infatti non si può dire che non ci sia la tendenza all’accaparramento delle risorse ma non bisogna confondersi sulle finalità. Intanto in generale non si tratta accaparrarsi esclusivamente risorse ma anche territori già in qualche modo con un apparato produttivo sviluppato, ma poi “per l’imperialismo è caratteristica la gara di alcune grandi potenze in lotta per l’egemonia, cioè per la conquista di terre, diretta non tanto a proprio beneficio quanto a indebolire l’avversario e a minare la sua egemonia”* e quindi una lotta di politica di ripartizione delle sfere di influenza.
Dal punto di vista economico l’errore è dovuto semplicemente al fatto che “per l’imperialismo non è caratteristico il capitale industriale, ma quello finanziario”*. Non è un caso perchè basta che ci sia un rapido incremento del capitale finanziario per avere un’intensificazione delle politiche di annessione che non c’è bisogno che sfocino in guerra per essere considerate imperialiste. Come non è un caso che, per dare un profilo del progetto dell’IIRSA, siano stati presi in esame i soggetti finanziari coinvolti nell’iniziativa per cercare una triangolazione di ruoli, contrasti e interessi nazionali in gioco.
Anche se un conflitto interimperialista sembra essere lontano, la densità dei contrasti e delle contraddizioni tra le borghesie dei diversi paesi è forte, estesa, è dovuta ad un avanzato stato di crisi, ha avuto un’accelerazione dopo la scomparsa del blocco sovietico e ha dei punti di maggiore/minore acutizzazione. Scontro tra le borhesie vuol dire ad esempio che se non è più il vero in generale che la borghesia saudita è oligarchica in senso stretto, non è altrettanto vero che la borghesia sudamericana sia esclusivamente compradora come lo fu trent’anni fa.
Sottovalutare questo, esagerare la subalternità di un capitale finanziario sull’altro, di un trust nazionale sull’altro, pensando ciò che annulli, appiattisca le contraddizioni, le renda secondarie e trascurabili, può voler significare farsi tradire da false prospettive di liberazione “antimperialista”, legate magari allo sviluppo (solo forse un po’ più) compatibile e sovrano nazionale/regionale, che altro non sono che uno degli ennesimi mimetismi dell’intraprendente riformismo borghese.

Note:

 

*) Lenin, “L’imperialismo”.
1) Si veda in proposito l’articolo del numero 13 di “Senza Censura” – “Considerazioni storiche sul quadro politico boliviano” in cui si parla dello sviluppo dell’industria pesante in Brasile a partire dagli anni ’40 del secolo scorso.
2) Si veda il sito: www.iirsa.org.
3) Presentazione progetto IIRSA su sito ufficiale.
4) Ibidem, 5 Ibidem, 6 Ibidem.
7) Dal sito ufficiale, “Riunione dei presidenti dell’America del Sud”, intervento di apertura del presidente della Bolivia.
8) Ibidem,
9) Ibidem.
10) Dal sito ufficiale, “Riunione dei presidenti dell’America del Sud”, intervento del presidente del Brasile.
11) Ibidem.
12) Dal sito ufficiale, “Riunione dei presidenti dell’America del Sud”, intervento del rappresentante del BID.
13) Dalla descrizione generale presa dal sito ufficiale www.caf.com.
14) Ibidem.
15) Si vedano riscontri sempre nel sito ufficiale della CAF nella sezione: CAF en cifras.
16) Dal sito ufficiale IIRSA, “Riunione dei presidenti dell’America del Sud”, intervento del rappresentante del CAF.
“Americhe, dovete copiare l’Europa” (22 maggio 2001)
17) Dal sito ufficiale FONPLATA www.fonplata.org sezione “Memoria anual”, documento “Iniciativas para la Integración de la Infraestructura Regional Sudamericana.”
18) La Stampa, 22 maggio 2001 “Americhe, dovete copiare l’Europa”.

 

Formigoni a Lima per consolidare i rapporti con l’America Latina
Tre gli ambiti di collaborazione con la UE: infrastrutture, politica di sviluppo delle piccole e medie imprese, cooperazione nei campi della ricerca e dell’innovazione tecnologica


Il Presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, ha guidato nei giorni scorsi, accompagnato dall’Assessore al Territorio e Urbanistica Alessandro Moneta, una missione istituzionale a Lima, in occasione della 45a assemblea plenaria della Banca Interamericana di Sviluppo (BID), uno dei più importanti organismi mondiali per gli investimenti, di cui anche l’Italia fa parte – e infatti proprio Milano ha ospitato l’assemblea nel 2003 - insieme ad altri 46 Paesi membri.
In concomitanza con l’assemblea della BID, il Presidente Formigoni ha avuto anche una serie di incontri con personalità istituzionali e politiche sudamericane. In particolare, con il Presidente del Perù, Alejandro Toledo, Formigoni ha preso in esame una serie di progetti concreti, con specifica attenzione allo sviluppo del sistema della piccole e medie imprese e del turismo. In particolare, sarà inviata a Lima una missione tecnica lombarda per valutare le possibili collaborazioni per creare piccole e medie imprese peruviane. Anche nel settore del turismo sarà avviata una collaborazione più stretta per il trasferimento di know how dalla Lombardia, al fine di valorizzare le potenzialità turistiche di questo Paese.
Anche con il Cile, la Lombardia ha avuto un costruttivo confronto: l’ex presidente del Paese, Eduardo Frey, ha infatti comunicato a Formigoni che “la volontà del Cile è di sviluppare la rete di piccole e medie imprese, e per questo diventa prioritaria la collaborazione con la Lombardia”.
La delegazione lombarda ha inoltre fatto visita alla regione di La Libertad, la più sviluppata del Perù dopo l’area metropolitana di Lima, con la quale la Lombardia è legata da rapporti istituzionali in virtù di un Accordo siglato a Milano nel gennaio 2002. “A questa Regione - ha detto Formigoni - ci legano sentimenti di amicizia storica, di comunanza culturale e volontà di collaborazione a tutti i livelli”. A Formigoni il Presidente di La Libertad, Homero Burgos, ha poi chiesto espressamente un aiuto per lo sviluppo dell’industria calzaturiera locale, che dopo una prima fase di crescita ed espansione (con 25.000 imprese attive) si trova ora in una fase di declino a causa della concorrenza a livello internazionale della Cina e della Corea. Tra gli altri ambiti della collaborazione con La Libertad, Formigoni ha inoltre ricordato anche quelli legati al ciclo delle acque e all’irrigazione, alle reti di trasporto e di comunicazione, fino al recupero del patrimonio storico e architettonico del capoluogo, oggetto, quest’ultimo, di uno speciale approfondimento da parte dell’assessore Moneta.
Per quanto comunque riguarda la più complessiva situazione economica sudamericana, Formigoni ha illustrato, nel corso dell’assemblea plenaria della BID, i tre ambiti di futura collaborazione con la UE individuati: in primo luogo le infrastrutture (con riferimento particolare al piano IIRSA, Iniziativa per l’Integrazione Regionale dell’Infrastruttura Sud Americana, il più ampio e articolato programma di investimenti nei settori dei trasporti, dell’energia elettrica, del petrolio e delle telecomunicazioni mai avviato in America Latina), a cui seguono la politica di sviluppo delle piccole e medie imprese, e la cooperazione nei campi della ricerca e dell’innovazione tecnologica.

8 Aprile 2004

[tratto da www.italplanet.it/ L’Italia nel mondo]

 

Dichiarazione congiunta dei presidenti di Brasile e Venezuela.


Riaffermiamo che i nostri governi attribuiscono la massima priorità nella lotta contro la povertà e l’esclusione sociale. E’ utile accordarsi per coordinare azioni di integrazione in ambito bilaterale e internazionale ed eseguire le politiche pubbliche e le strategie che spingano allo sviluppo i settori produttivi nazionali per assicurare una migliore qualità di vita alla popolazione dei propri paesi.
Riconosciamo che il “Foro di Alto Nivel Sobre Pobresa, equidad y inclusion social”, patrocinato dalla Organizzazione degli Stati Americani, da effettuarsi nell’Isola di Margherita Venezuela dall’8 al 10 del prossimo mese di ottobre (2003), contribuirà a posizionare il tema sociale nell’agenda emisferica.
Il presidente del Venezuela ha illustrato al presidente del Brasile la sua proposta sull’Alternativa Bolivariana per l’America Latina (ALBA) la quale centra la sua attenzione nella lotta alla povertà e all’esclusione sociale al fine di approfondire l’integrazione latino americana con base in un agenda economica e sociale definita dagli stati sovrani.
Prendiamo atto con beneplacito dei risultati della riunione dei consiglieri del Mercosur e della Comunità Andina celebrata il 4 di agosto del 2003, nella quale è stata rinnovata la determinazione politica dei governi a concludere il processo di negoziazione entro il 31 Dicembre del 2003, impegnandosi ad appoggiare con decisione le azioni che conducano al consolidamento dello Spazio di Integrazione dell’America del Sud, che darà alla regione la forza necessaria per negoziare con un unico blocco in tutti gli ambiti delle relazioni economiche internazionali.
Convinti che l’effettiva integrazione economica dell’America del Sud non sarà possibile senza raggiungere allo stesso tempo la sua integrazione fisica, esprimiamo la nostra soddisfazione per i risultati della quarta riunione della commissione di direzione esecutiva (CDE) dell’Iniziativa per l’Integrazione dell’Infrastruttura Regionale Sudamericana, effettuata in Caracas, nel Luglio del 2003; cosi come per la conclusione del”Primo seminario internazionale di cofinanziamento BNDES/CAF: Prospettiva del Progetti di integrazione fisica sudamericana”, realizzato in Rio de Janeiro nell Agosto del 2003.
Va messa in evidenza l’importanza che riveste per i paesi in via di sviluppo, in particolare per quelli dell’America Latina, che nella quinta conferenza ministeriale dell’Organizzazione Mondiale del Commercio da effettuare a Cancùn, Messico si compiano gli obiettivi del programma di lavoro della DOHA, in particolare l’inserimento della dimensione dello sviluppo in tutti gli ambiti del sistema multilaterale del commercio, la liberalizzazione del commercio agricolo, l’equilibrio generale delle negoziazioni e un processo trasparente delle decisioni nel quale partecipino tutti gli stati membri, di conseguenza abbiamo dato istruzioni ai nostri ministri a realizzare uno stretto coordinamento in questo processo di negoziazione.
Confermiamo la nostra preoccupazione che in molti dei nostri paesi si registra un incremento della vulnerabilità esterna, prodotto dell’instabilità dei flussi finanziari con il conseguente impatto sul livello degli investimenti e di crescita economica, la quale risulta aggravata dal peso crescente dell’impatto del debito estero sulle nostre economie.
Mettiamo in rilievo l’importanza delle imprese nel contributo allo sviluppo integrale dei nostri paesi e il loro ruolo nella prospettiva dello sviluppo della comunità umana come qualità del lavoro, nella creazione di impiego, nella gestione dell’impatto ambientale e nella riduzione della povertà.
Convinti della rilevanza dello sviluppo sostenibile dei paesi amazzonici ci impegniamo a realizzare tutti gli sforzi possibili a favore del buon funzionamento e consolidamento dell’organizzazione del trattato di cooperazione amazzonica.
Rimarchiamo la necessità di riaffermare il multilateralismo, riformare e rivitalizzare l’organizzazione delle Nazioni Unite, rinforzando l’assemblea generale e conferendo maggiore rappresentatività al Consiglio di Sicurezza. Ci troviamo concordi nell’interesse di dare impulso ai lavori del gruppo di lavoro dell’Assemblea Generale incaricato di rivitalizzare e riformare le Nazioni unite. In questo senso il presidente Luiz Ignacio Lula da Silva, conferma il suo apprezzamento rispetto all’appoggio del Venezuela all’integrazione del Brasile al consiglio di cui sopra si faceva riferimento come membro permanente.
Durante la visita a Puerto Ordaz abbiamo constatato con soddisfazione l’avanzamento delle opere di costruzione del secondo ponte sopra il Rio Orinoco, esempio della cooperazione bilaterale e dell’integrazione fisica.
Esprimiamo la nostra soddisfazione per i risultati raggiunti in materia di cooperazione energetica che hanno dato come risultato la firma dell’accordo generale tra il PDVSA e PETROBRAS nel mese di Luglio del 2003; così come la riunione tra PDVSA e RENOR effettuata il 25 dello stesso mese nella quale si costituì un gruppo di lavoro tra entrambe le imprese incluso il PETROBRAS.
Manifestiamo il nostro interesse per il progresso degli accordi tra PDVSA e PETROBRAS circa lo studio della proposta per somministrazione, installazione e messa in opera di installazioni di produzione di energia termoelettrica in Venezuela, appoggiati dai meccanismi finanziari percorribili da entrambi i paesi.
Convinti della necessità di incrementare la cooperazione tecnica, abbiamo dato istruzioni ai nostri rispettivi Ministri di valutare l’avanzamento dei progetti previsti e presentare nuove proposte nell’ambito delle riunioni che saranno effettuate nel più breve tempo possibile, garantendo particolare attenzione alla cooperazione nel settore della Scienza e Tecnologia e dell’Innovazione, e che è necessario definire gli strumenti dentro le istituzioni competenti e omologhe di ambo i paesi.
Per dare risalto alla priorità che entrambi i governi attribuiscono alla garanzia dei diritti sociali, con universalità equità e con la massima giustizia sociale , e riconoscendo l’esperienza del Brasile nella realizzazione del Sistema Sanitario Unico, abbiamo concordato di sviluppare dei programmi di interscambio e cooperazione in questo settore, per il quale sono stati coinvolti i rispettivi rappresentanti per stabilire le norme di questa cooperazione
Coscienti dell’importanza che riveste l’incremento dello scambio tecnologico e della cooperazione agroalimentare tra i due paesi, c’è la necessità di concludere le negoziazioni per un “Acuerdo Complementario” al “Convenio Básico de Cooperación Técnica en Materia de Producción Agropecuaria y Desarrollo Rural”.
Mettiamo in risalto la dinamica che hanno significato i contatti tra le imprese delle due nazioni che hanno dato come risultato la creazione di quattro incontri, l’ultimo dei quali effettuato a Caracas, il 25 agosto 2003, nel quale ci fu una nutrita partecipazione di rappresentanti di differenti settori produttivi di entrambi i paesi e in cui si identificarono progetti specifici di grande impatto nello sviluppo economico e sociale delle regioni coinvolte, particolarmente nelle zone chiamate “Zonas Especiales de Desarrollo Sustenible en Venezuela”.
Manifestiamo la nostra soddisfazione per gli interventi realizzati dal Venezuela destinati a convertire, prima della fine dell’anno, la dogana di frontiera di “Santa Elena de Uairèn” in una dogana principale, con la quale si corona la proposta formulata negli incontri tra le imprese e si facilita ancora di più il commercio bilaterale.
Mettiamo in rilievo la valenza della “Comisiòn Binacionale de Alto Nivel” (COBAN) come meccanismo per spalleggiare la dinamica delle relazioni strategiche tra i due paesi, per il quale indicarono ai propri “cancellieri” di convocare la prossima riunione, nel più breve tempo possibile, con la finalità di garantire il debito proseguimento degli accordi raggiunti negli incontri presidenziali.
Ci congratuliamo per la celebrazione della “VII Reuniòn del Grupo de Trabajo de Minerìa Ilegal”, dal giorno 26 al 29 di Agosto 2003, nella città di Brasilia; in questo contesto, la raccomandazione è quella di riattivare la “Misiòn Cientìfica Consunta de Alto Nivel” per le aree indigene e la realizzazione della “V Reuniòn de Rappresentantes Militares y Policiales” di questo gruppo.
Manifestiamo il nostro compiacimento per la continuazione dei lavori della “Comisìon Mixta venezuelano-brasilena Demarcadora de Lìmìtes” e per la decisione adottata nella sua 66° Conferenza, effettuata nel giugno passato, di realizzare nel prossimo mese di Novembre, la “Campana Sierra Pacaraima 2003”.
Esprimiamo la nostra soddisfazione per la convocazione della “VI Reuniòn de la Comisiòn Mixta venezuelano-brasilena” per prevenire e combattere il traffico illecito di sostanze stupefacenti e psicotrope, da effettuarsi a Caracas, l’8 e il 10 di Settembre 2003.
Abbiamo dato istruzioni ai nostri rappresentanti di convocare la “VII Reuniòn del Grupo de Trabajode Desarrollo Fronterizo”, che si deve effettuare in Venezuela, durante il primo semestre del 2004, con l’obiettivo di analizzare i temi riguardanti il commercio, le dogane, i trasporti, l’ordinamento del territorio e l’integrazione delle frontiere.
Conveniamo di celebrare la “V Reuniò de los Organismos Nacionales” per l’”Aplicaciòn del Acuerdo de Trasnporte Internacional por Carretera de Pasajeros y Carga” tra Venezuela e Brasile, durante il quarto trimestre del 2003, nella città di Brasilia.
Ci congratuliamo per gli avanzamenti realizzati in materia di cooperazione culturale e decidiamo di effettuare la “IV Reuniòn de Coordinaciòn venezuelano-brasilena”, durante il primo trimestre del 2004 al fine di scrivere il nuovo “Programma de Intercambio Cultural” per il biennio 2004-2006.
Condanniamo l’attacco perpetuato contro le Nazioni Unite a Bagdad, che ha causato la perdita di vite umane e di feriti che un atto tanto odioso ha causato. Esprimiamo la nostra solidarietà al Segretario Generale delle Nazioni Unite e ai familiari delle vittime, e il rammarico per il decesso dell’Ambasciatore Sergio Vieira de Mello, grande lottatore per la causa dei diritti umani e per la pace nel mondo.
Accogliamo con favore la sottoscrizione dell’”Acuerdo Principal entre el Banco Nacional de Desarrollo Economico y Social de Brasil” (BNDES) e la Repubblica Bolivariana del Venezuela e del “Memorandum de Entendimiento de Cooperaciòn Finanziera y comercial” tra il “Banco de Desarrollo economico y Social” della Repubblica Bolivariana de Venezuela (BANDES) con il BNDES brasiliano.

Caracas, 26 Agosto del 2003



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