SENZA CENSURA N.15

NOVEMBRE 2004

 

Costruire, vendere, privatizzare

Tra controllo e detenzione: lo stato sull’edilizia carceraria in italia.

 

Abbiamo più volte trattato in precedenti articoli pubblicati su Senza Censura di come il capitale, dal 1999 in avanti, tra ipotesi, idee, ideazioni, progetti, realizzazioni, abbia dispiegato un lavoro di riforma relativamente al sistema carcerario italiano (e alla giustizia in genere) secondo tre principali nodi: differenziazione del corpo detenuto, lavoro in carcere, edilizia carceraria. Lo stato delle cose alla fine del 2004 non può che confermarci come questi passaggi stiano procedendo, più o meno linearmente, secondo le intenzioni dei loro artefici, susseguitesi tra i vari governi di centro-sinistra e centro-destra.
Ci interessa, all’interno di questo nuovo contributo per la rivista, cercare di approfondire, attraverso i “loro” materiali (leggi, decreti, ecc..), come la questione specifica della gestione semi-privatizzata (o meglio, privatizzata fintamente semi-pubblica) delle carceri come immobili (che diventano luoghi mobili), della costruzioni di nuovi penitenziari attraverso investimenti miliardari (con tanto di svendita ai privati), dell’adeguamento all’urbanizzazione odierna degli stessi, stia marciando a ritmo serrato. Specializzazione del binomio “ordine e controllo”, dietro le sbarre. E non solo. Ma andiamo con ordine.

Finanziamenti per la costruzione di nuovi istituti
E’ del 3 Giugno 2002, con pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del 20 Settembre 2002, il Decreto Ministeriale, Variante al programma ordinario di edilizia penitenziaria, presentato dal Ministro della Giustizia Castelli di concerto con il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Lunardi. Il decreto inizia con un “Visto l’art. 1 della legge 12 dicembre 1971, n. 1133, con il quale è stato autorizzato uno stanziamento di lire 100 miliardi per la costruzione, il completamento, l’adeguamento e la permuta di edifici destinati ad istituti di prevenzione e pena; Visto l’art. 4 della citata legge 12 dicembre 1971, n. 1133; Visto l’art. 1 della legge 1 luglio 1977, n. 404, con il quale è stato aumentato di lire 400 miliardi lo stanziamento previsto dall’art. 1 della legge 12 dicembre 1971, n. 1133; Visto l’art. 25 della legge 24 aprile 1980, n. 146, con il quale è stata autorizzata l’ulteriore complessiva spesa di lire 150 miliardi per l’attuazione del programma di intervento di cui alle suddette leggi 12 dicembre 1971, n. 1133, e 1 luglio 1977, n. 404; Visto l’art. 20 della legge 20 marzo 1981, n. 119, con il quale
l’autorizzazione di spesa di cui al citato art. 25 della legge 24 aprile 1980, n. 146, è stata elevata a complessive lire 1.200 miliardi; Visto l’art. 4 della legge 7 marzo 1985, n. 99, con il quale è stata autorizzata l’ulteriore spesa di lire 500 miliardi, destinata esclusivamente al completamento di quelle opere già avviate, in base al programma costruttivo predisposto ai sensi dell’art. 4 della legge 12 dicembre 1971, n. 1133, e art. 20 della legge 20 marzo 1981, n.119; Visto l’art. 13 della legge 28 febbraio 1986, n. 41, con il quale è stata autorizzata l’ulteriore spesa di lire 1.000 miliardi, da destinare al completamento anche funzionale delle opere già avviate, in base al programma costruttivo predisposto ai sensi dell’art. 1 della legge 12 dicembre 1971, n. 1133, e dell’art. 20 della legge 30 marzo 1981, n. 119; Visto l’art. 7 della legge 22 dicembre 1986, n. 910, con il quale sono stati autorizzati l’ulteriore spesa di lire 1.600 miliardi, da destinare al completamento, anche funzionale, delle opere già avviate o anche da avviarsi, nonché lo slittamento di lire 100 miliardi autorizzati con la succitata legge 28 febbraio 1986, n. 41, dall’anno 1987 all’anno 1988;”.
L’elenco dei “Visto” è decisamente più lungo di quanto riportato e corre di pari passo con la somma dei miliardi che, per decreto, verranno stanziati. Tuttavia è interessante leggere, per farsi una idea del tipo di investimento complessivo messo in atto, cosa il decreto decreti (scusate il gioco di parole):
“Il programma di edilizia penitenziaria è variato come segue. E’ revocata la somma di L. 5.000.000.000 (Euro 2.582.284,50) assentita con decreto interministeriale 5 maggio 2000 - esercizio 2000, per la costruzione della nuova casa circondariale di Pordenone - San Vito al Tagliamento. E’ inserita in programma la costruzione di nuovi istituti penitenziari nelle seguenti sedi: Mistretta e Catania. Viene stabilito il seguente ordine di priorità di realizzazione degli istituti inseriti nel programma di edilizia penitenziaria, fatta salva la possibilità di parziali deroghe in relazione a concrete prospettive di permuta e/o locazione finanziaria: Rieti c.c., Marsala c.c., Cagliari c.c. c.r., Pinerolo c.c., Sala Consilina c.c., Forlì c.c., Oristano c.c., Sciacca c.c., Lanusei c.c., Varese c.c., Pordenone/San Vito al Tagliamento c.c., Rovigo c.c., Sassari c.c., Savona c.c., Tempio Pausania c.c., Paliano c.r., Modica c.c., Nola c.c., Avezzano c.c., Camerino c.c., Trento c.c., Bolzano c.c., Mistretta c.c., Catania c.c.. Si prende atto delle assegnazioni effettuate con propri decreti dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per: oneri obbligatori, indennità di esproprio, lodo arbitrale, completamento ristrutturazione, opere integrative, oneri di progettazione per i seguenti istituti: Prato c.c. - L. 99.545.194; Sulmona c.c. c.r. - L. 413.580; Catanzaro c.c. - L. 654.873.355; Cassino c.c. - L. 500.000.000; Ancona “Barcaglione” c.c. - L. 2.100.000.000; Palermo “Pagliarelli” c.c. - L. 3.263.031.”

Detto questo, per i due ministri, che rivedremo assieme anche nei prossimi paragrafi, si fanno urgenti una serie di interventi. Vediamoli:
“Sono approvati i seguenti finanziamenti da prelevarsi dai fondi di cui alla legge 28 dicembre 2001, n. 448: Milano “Bollate” c.r. (Euro 1.000.000,00 esercizio 2002), Perugia c.c.c.r. (Euro 3.734.000,00 esercizio 2002), Genova “Marassi” c.c. (Euro 2.582.000,00 esercizio 2002), Genova “Pontedecimo” c.c. (Euro 826.000,00 esercizio 2002), Aversa scuola (Euro 3.098.000,00 esercizio 2002), Roma “Regina Coeli” c.c. (Euro 5.164.000,00 esercizio 2003), Venezia c.c. (Euro 5.113.000,00 esercizio 2002), Euro 3.615.000,00 esercizio 2003 [Totale: Euro 8.728.000,00], Massa c.r. (Euro 3.615.000,00 esercizio 2002), Euro 3.357.000,00 esercizio 2003 [Totale: Euro 6.972.000,00]. La Spezia c.c. (Euro 4.184.000,00 esercizio 2002), Euro 6.184.000,00 esercizio 2003 [Totale: Euro 10.368.000,00], Fossano c.c. Euro (4.184.000,00 esercizio 2002), Euro 6.184.000,00 esercizio 2003 [Totale: Euro 10.368.000,00], Rieti - costruzione nuovo istituto penitenziario (Euro 14.977.000,00 esercizio 2002), Euro 10.010.000,00 esercizio 2003, Euro 6.000.000,00 esercizio 2004 [Totale: Euro 30.987.000,00], Marsala - costruzione nuovo istituto penitenziario (Euro 7.747.000,00 esercizio 2002), Euro 8.329.000,00 esercizio 2003, Euro 2.000.000,00 esercizio 2004 [Totale: Euro 18.076.000,00], Cagliari c.c. c.r. - costruzione nuovo istituto penitenziario (Euro 56.843.000,00 esercizio 2004), Pinerolo c.c. - costruzione nuovo istituto penitenziario (Euro 35.152.000,00 esercizio 2004), Sala Consilina c.c. - costruzione nuovo istituto penitenziario (Euro 32.053.000,00 esercizio 2004), Forlì c.c. - costruzione nuovo istituto penitenziario (Euro 38.767.000,00 esercizio 2004), Oristano c.c. - costruzione nuovo istituto penitenziario (Euro 35.152.000,00 esercizio 2004), Sciacca c.c. - costruzione nuovo istituto penitenziario (Euro 32.053.000,00 esercizio 2004), Lanusei c.c. - costruzione nuovo istituto penitenziario (Euro 50.645.000,00 esercizio 2004), Varese c.c. - costruzione nuovo istituto penitenziario (Euro 39.000.000,00 esercizio 2004), Accantonamento per oneri di progettazione (Euro 8.000.000,00 esercizio 2003).”

Bene (si fa per dire). Abbiamo qui sopra, nero su bianco, il piano dei due ministri. Un piano che, come si può notare, andrà a coprire, da nord a sud, da est a ovest, tutta l’Italia, con interventi strettamente correlati alla riorganizzazione del territorio. Manca il gestore. Che dovrà muovere i fili, controllare gli steps, realizzare quanto prefissato. Ricordiamo che con questo decreto Ministeriale siamo nel 2002. E’ dello stesso anno, e precisamente col d.l. 63/2002, convertito in legge con modificazioni dall’art. 7 della l. 112/2002, la disciplina relativa a Patrimonio dello Stato Spa, istituita “per la valorizzazione, gestione ed alienazione del patrimonio dello Stato”. Interessante. Una Spa. Vediamo e per fare ciò ci rifaremo ad un testo di Aedon (Rivista di arti e diritto online, n3 2002):
“Delle disposizioni contenute nell’art. 7 della l. 112/2002 hanno attinenza diretta con il momento genetico dell’ente:
1) l’art. 7, comma 1, a mente del quale “per la valorizzazione, gestione e alienazione del patrimonio dello Stato e nel rispetto dei requisiti e delle finalità proprie dei beni pubblici è istituita una società per azioni che assume la denominazione di “Patrimonio dello Stato s.p.a”.”
2) l’art. 7, comma 2, che stabilisce l’entità del capitale sociale;
3) l’art. 7, comma 3, che definisce l’assetto iniziale della compagine sociale (“le azioni sono attribuite al ministero dell’Economia e delle Finanze”);
4) l’art. 7, comma 7, ove si dispone che “la pubblicazione del presente decreto tiene luogo degli adempimenti in materia di costituzione di società previsti dalle vigenti disposizioni”;
5) l’art. 7, comma 8, secondo cui “gli atti posti in essere in attuazione del presente articolo per la costituzione della società sono esclusi da ogni tributo e diritto”.
Da tali norme si desume chiaramente che Patrimonio dello Stato Spa è una società legale ad esistenza necessaria. E’ legale perché istituita ex novo direttamente dalla legge, la quale ha provveduto a fornire all’ente una denominazione, un capitale iniziale e un azionista. La costituzione dell’ente è quindi avvenuta non per un atto di autonomia o per effetto di un contratto, ma ad opera di un intervento legislativo. Patrimonio dello Stato Spa, pertanto, non è il frutto di un’autonoma iniziativa negoziale dei propri soci, ma, viceversa, si caratterizza proprio per il fatto che - almeno al momento della genesi - la compagine sociale è, per così dire, a composizione (unipersonale) “coatta”, nel senso che la legge attribuisce - ma forse sarebbe meglio dire impone - direttamente lo status di azionista unico al ministero dell’Economia (soggetto preesistente a Patrimonio dello Stato Spa), indipendentemente da qualunque manifestazione di volontà di quest’ultimo...Poiché peraltro la legge non si limita ad istituire la società e ad attribuirgli una denominazione ma ne determina imperativamente anche l’oggetto sociale, vincolando l’ente al suo svolgimento, si deve ritenere che l’intenzione del legislatore sia quella di far nascere un soggetto affinché esso svolga in seguito una determinata attività: in questa prospettiva, se si considera l’art. 7, comma 1 della l. 112/2002 come norma imperativa e inderogabile, si deve concludere che l’eterodeterminazione tanto della genesi quanto dell’oggetto sociale sono sintomi della necessaria esistenza dell’ente, nel senso che quest’ultimo non può disporre liberamente del proprio destino.”

In sintesi quindi:
“Nella fattispecie che qui ci occupa, perciò, dovrebbe dirsi che a Patrimonio dello Stato Spa è stata attribuita la cura degli interessi pubblici connessi alla gestione, valorizzazione e alienazione del patrimonio dello Stato.”

Rispetto all’art. 7, comma 1 del d.l. 63/2002 che aveva istituito il Patrimonio dello Stato Spa “per la valorizzazione, gestione e alienazione del patrimonio dello Stato”, il legislatore della conversione - cfr. art. 7, comma 1 della l. 112/2002 “ha modificato l’originario testo della norma, sicché oggi Patrimonio dello Stato Spa risulta istituita:
a) “per la valorizzazione, gestione e alienazione del patrimonio dello Stato ... nel rispetto dei requisiti e delle finalità proprie dei beni pubblici” (art. 7, comma 1, l. 112/2002) [6].
In secondo luogo deve altresì tenersi presente che accanto alle attività di valorizzazione, gestione e alienazione contemplate dall’art. 7, comma 1, Patrimonio dello Stato Spa può anche:
b) acquistare diritti su beni immobili pubblici secondo “modalità e valori di trasferimento e di iscrizione dei beni nel bilancio della società ... definiti con decreto del ministro dell’Economia e delle Finanze” (cfr. art. 7, comma 10);
c) “effettuare operazioni di cartolarizzazione, alle quali si applicano le disposizioni contenute del decreto legge 25 settembre 2001, n. 351, convertito con modificazioni dalla legge 23 novembre 2001, n. 410”(cfr. art. 7, comma 11);
d) trasferire i propri beni e diritti, come risulta dall’art. 7, comma 12, il quale prevede che “i beni della Patrimonio dello Stato Spa possono essere trasferiti esclusivamente a titolo oneroso alla società di cui all’articolo 8 con le modalità previste al comma 10 “.

Qualche ulteriore elemento informativo
“Alla conformazione dell’attività dell’ente che sembra poter essere desunta dalle norme che attengono all’oggetto sociale, si affianca la parziale compressione dell’autonomia dell’organo amministrativo della società derivante dall’art. 7, comma 4, il quale stabilisce che “la società opera secondo gli indirizzi strategici stabiliti dal ministero, previa definizione da parte del Cipe delle direttive di massima”. Anche in questo caso, al momento della conversione in legge il testo originario del decreto è stato modificato, con l’inserimento del potere di direttiva del Cipe. Pur essendo evidente l’intento di evitare che un unico ministro (che per di più, al momento, è anche socio unico) possa determinare ab externo gli obiettivi che Patrimonio dello Stato Spa deve perseguire, la lettera della norma si presta ad interpretazioni diverse, da un lato, perché non è chiaro né quale sia il significato da attribuire ad espressioni quali “indirizzo strategico” e “direttiva di massima” né quale sia la forza vincolante che gli atti frutto dell’esercizio di tali poteri possono assumere; dall’altro, perché non si comprende se il destinatario delle direttive di massima del Cipe sia il ministero (il quale alla luce di queste formulerebbe gli indirizzi strategici cui Patrimonio dello Stato Spa dovrebbe attenersi) o direttamente Patrimonio dello Stato Spa”.

La formalizzazione di Patrimonio dello Stato Spa si ha il 31 ottobre 2002, presso la sede di Via XX Settembre, durante la prima assemblea, con l’approvazione dello Statuto della società e la nomina dei componenti degli organi sociali. Sono stati nominati membri del Consiglio di Amministrazione il Dott. Luigi Fausti, con la carica di Presidente, il Dott. Massimo Ponzellini, che verrà indicato quale Amministratore Delegato, e l’Arch. Elisabetta Spitz. Nel Collegio sindacale sono stati nominati: Carlo Conte, presidente, Enrico Sansone e Gaetano Baiocchi, membri effettivi, Carlo Tixon e Giuseppe Diana, membri supplenti. (nota exibart)

Facciamo ora un balzo in avanti di due anni. Arriviamo al 2004, e più precisamente al 17 Febbraio. E’ in questo giorno infatti che si sancisce il Decreto (Registrato alla Corte dei conti il 22 marzo 2004, Ufficio di controllo sui Ministeri economico-finanziari, registro n. 1 Economia e finanze, foglio n. 327) di Trasferimento alla società “Patrimonio dello Stato S.p.a.”, in Roma, di beni immobili di proprietà dello Stato (Gazzetta ufficiale 21/04/2004 n. 93). Sono d’interesse, relativamente al nostro contributo, l’art.5 e l’allegato 2 del presente Decreto.

“Art. 5.
1. Patrimonio dello Stato S.p.a. nell’attività di valorizzazione, cessione e permuta dei beni trasferiti ai sensi del presente decreto opera in coerenza con gli obiettivi di finanza pubblica del Governo, e provvede a:
a) realizzare programmi di nuova edilizia penitenziaria con conseguente disimpegno per lo Stato da ogni onere finanziario;
b) reperire le provviste finanziarie occorrenti per il proprio funzionamento.
2. Patrimonio dello Stato S.p.a. elabora, per ogni tipologia di intervento, appositi piani operativi da sottoporre al Ministero dell’economia e delle finanze per l’approvazione, tenuto conto delle prescrizioni di cui al comma 3 dell’art. 2 del presente decreto.”

Allegato 2:

“Prescrizioni da rispettare nel trasferimento dei beni immobili di cui al presente decreto”

A. Sono trasferibili alla Patrimonio dello Stato S.p.a. Senza alcuna riserva i seguenti immobili:
1. Mondovì (Alessandria) - Ex carceri giudiziarie - Frazione Piazza, via delle Scuole, 46 (n. 3 della tabella);
2. Frosinone - Casa circondariale - Piazza Risorgimento (n. della tabella);
3. Avigliano (Potenza) - Istituto di rieducazione minorenni - Calvario (n. 7 della tabella), ad eccezione dell’immobile individuato in catasto alla particella n. 50 del foglio n. 81: v. sub n. 11;
4. Velletri (Roma) - Carceri giudiziarie - via Castello, 34 (n.8 della tabella).

B. Sono trasferibili alla Patrimonio dello Stato S.p.a., nel rispetto delle prescrizioni dettate dalle competenti Soprintendenze, ove presenti, i seguenti immobili, dichiarati di particolare interesse storico-artistico e pertanto sottoposti alle disposizioni di tutela:
5. Casale Monferrato (Alessandria) - Ex carceri giudiziarie - via Leardi, 15 (n. 1 della tabella);
6. Novi Ligure (Alessandria) - Ex carceri giudiziarie - Piazza XXVIII Ottobre, 2 (n. 2 della tabella);
7. Pinerolo (Torino) - Carceri giudiziarie - Piazza Fontana, 2 (n. 9 della tabella);
8. Clusone (Bergamo) - Ex casa circondariale ´Olim Buscaª - via Bernardino Baldi (n. 4 della tabella), con la prescrizione che dovranno essere esclusi gli adeguamenti funzionali che comportino sostanziali alterazioni dei profili dei prospetti e delle coperture. Consentita la destinazione d’uso a residenza e/o uffici;


9. Ferrara - Casa circondariale (già carcere giudiziario) - via Piangipane, 81 (n. 5 della tabella), con la prescrizione che dovranno essere conservati gli elementi caratterizzanti il complesso tutelato (i prospetti, l’impianto distributivo e l’assetto planivolumetrico). Dovranno essere escluse le destinazioni industriale, artigianale, commerciale;
Verona - Caserma Mastino della Scala - via Fante (n. 11 della tabella)...

C. Sono trasferibili alla Patrimonio dello Stato S.p.a. I seguenti complessi immobiliari, di particolare interesse storico-artistico, ai soli fini di valorizzazione, per le motivazioni di seguito riportate:
11. Avigliano (Potenza) - Istituto di rieducazione minorenni - Calvario (n. 7 della tabella), limitatamente all’immobile individuato in catasto alla particella n. 50 del foglio n. 81.
Motivi: Il complesso monumentale in questione è da tempo oggetto di consistenti interventi di restauro a cura della competente soprintendenza per un importo complessivo di circa Euro 1.200.000, poiché destinato a sede del ´Centro degli archivi contemporaneiª.
Per tale destinazione culturale è stato inserito tra gli interventi finanziari finanziati dall’accordo di programma quadro tra il Ministero B.A.C. e la regione Basilicata. A restauro avvenuto e con il consenso della regione, non sembrano sussistere ostacoli, in via di principio, al trasferimento dell’immobile alla Patrimonio dello Stato S.p.a., beninteso ai soli fini di valorizzazione indicati nel relativo accordo di programma; 12. Susa (Torino) - Carcere mandamentale - via al Castello, 8
(n. 10 della tabella).”

Relazione al Parlamento sullo stato di attuazione del programma di edilizia penitenziaria
I giochi sono appena all’inizio e Patrimonio dello Stato Spa non è esattamente il fine principale del nostro contributo. Era comunque importante capire il soggetto/gestore che, come vedremo tra poco, andrà a creare una ulteriore società specificatamente per la realizzazione dei programmi di edilizia carceraria. Torniamo brevemente al 2003. E nella fattispecie alla Relazione al Parlamento sullo stato di attuazione del programma di edilizia penitenziaria (ai sensi dell’art. 10 della legge 1.7.77 n. 404 — Anno 2003) tenuta dal Capo del Dipartimento Giovanni Tinebra.
“L’attività dell’edilizia penitenziaria è indirizzata al risanamento e potenziamento del patrimonio immobiliare attraverso la costruzione di nuovi istituti con finanziamenti erogati da leggi specifiche sul capitolo 1473 (ex 8481) del Ministero delle lnfrastrutture e dei Trasporti e gestiti direttamente da detto Dicastero, sulla base di un programma predisposto congiuntamente con il Ministero della Giustizia, e deliberato in seno al “Comitato Paritetico per l’Edilizia Penitenziaria”, presieduto dal Ministro della Giustizia o suo delegato.”
Relazione che poi continua con il Programma Ordinario di Edilizia Penitenziaria:
“La legge che ha avviato il programma è la n. 1133/71 con un primo stanziamento di 100 miliardi; si sono poi susseguiti ulteriori finanziamenti (recati da altre leggi speciali e dalle successive leggi finanziarie) fino ad arrivare, nel corso degli anni, ad una somma pari a Ä 2.967.045.195,36, così articolata:
 

LEGGI STANZIAMENTI

12.12.1971 n. 1133 £ 100 miliardi pari a Euro 51.645.689,91
01.07.1977 n. 404 £ 400 miliardi pari a Euro 206.582.759,63
24.04.1980 n.146 (l.f.) £ 150 miliardi pari a Euro 77.468.534,87
30.03.1981 n.199 (l.f.) £ 1.050 miliardi pari a Euro 542.279.74404
07.03.1985 n. 99 £ 500 miliardi pari a Euro 258.228.449,54
28.02.1966 n.41 (l.f.) £ 1.000 miliardi pari a Euro 516.456.899,09
22.12.1986 n.910 (l.f.) £ 1.600 miliardi pari a Euro 826.331.038,54
23.12.1999 n.488 (l.f.) £ 45 miliardi pari a Euro 23.240.560,46
23.12.2000 n.388 (l.f.) £ 800 miliardi pari a Euro 413.165.519,27
28.12.2001 n.448 (l.f.) Euro 51.646.000,00


Dopo una breve disamina sulla poco agevole gestione dei fondi, si entra nel merito del lavoro svolto:
“Ad oggi, nell’ambito del programma ordinario di edilizia penitenziaria, sono stati già realizzati n. 81 nuovi istituti, cui sono da aggiungere le nuove strutture di Ancona Barcaglione (cap. 100 posti) e Sant’Angelo dei Lombardi (cap. 107 posti), di prossima attivazione, e di Perugia (cap. 250 posti) e Reggio Calabria (cap. 300 posti), in fase di avanzata esecuzione.
Nell’ambito dello stesso programma sono state, inoltre, avviate le ristrutturazioni integrali degli istituti di Genova casa circondariale, Roma Regina Coeli casa circondariale, Massa casa di reclusione, Venezia casa circondariale, La Spezia casa circondariale, Trieste casa circondariale, Fossano ecc.. Interventi di ristrutturazione più modesti sono stati inseriti in tale programma quando non vi si è potuto far fronte con i fondi dei capitoli ordinari di bilancio del Ministero della Giustizia.”

E continua:
“Peraltro, la legge 14 novembre 2002 n. 259, di conversione del decreto legge 11 settembre 2002 n. 201, recante “misure urgenti per razionalizzare l’amministrazione della giustizia”, ha disposto uno stanziamento pari a Ä 93.326.896, per interventi di potenziamento delle strutture penitenziarie, da realizzare utilizzando prioritariamente gli strumenti della locazione finanziaria e della permuta.
Ciò posto, allo stato attuale, con le risorse finanziarie disponibili e di seguito specificate, è prevista la realizzazione di 13 delle 24 opere programmate:
• con i fondi stanziati sul bilancio del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti è programmata, negli esercizi 2003-2004, la realizzazione di 9 nuovi istituti (Rieti, Marsala, Savona, Rovigo, Sassari, Cagliari, Tempio Pausania, Forlì, Oristano);
• con fondi e a cura delle rispettive Province Autonome saranno realizzati i 2 nuovi istituti di Trento e Bolzano;
• con i fondi stanziati dalla citata legge 259/2002 saranno realizzati, con il ricorso allo strumento della locazione finanziaria, i nuovi istituti di Varese e Pordenone, risultando, questi ultimi, i primi due privi di finanziamento nell’ordine dì priorità fissato nel programma.
Inoltre, parte dei fondi di cui alla stessa legge 259/2002 è stata destinata all’ampliamento della casa di reclusione di Milano Bollate.
E’ stato infine previsto, con decreto ministeriale del 30.9.2003, emanato ai sensi della medesima legge 259/2002, il ricorso allo strumento della permuta per la dismissione e sostituzione di 59 vecchi istituti, ivi compresi gli istituti già programmati ma privi di finanziamento.
Con fondi di bilancio di questa Amministrazione, grazie ad un incrementato stanziamento negli ultimi anni scorsi, è stato possibile provvedere direttamente, oltre che alla manutenzione ordinaria degli istituti, ad interventi di ristrutturazione, anche di una certa entità, presso gli istituti di Roma Rebibbia Nuovo Complesso, Pescara casa circondariale, Milano San Vittore, Caltanissetta casa circondariale, Civitavecchia casa di reclusione, Padova casa circondariale, Brindisi, Centro Clinico di Bari, centro Clinico di Catanzaro, OPG Montelupo Fiorentino, ecc.; nel corso dell’anno 2003 sono stati avviati interventi ristrutturativi presso gli istituti di Cosenza casa circondariale, Locrì Casa circondariale, L’Aquila casa circondariale, Como casa circondariale, Roma Rebibbia casa circondariale maschile, Massa Marittima casa circondariale, Aosta casa circondariale ed altri.
Con la legge 597/96 sono stati stanziati 81 miliardi per la costruzione di autorimesse e di strutture per l’alloggiamento del personale destinato alle traduzioni e piantonamenti. La realizzazione delle relative opere rientra nella competenza del Ministero delle infrastrutture, mentre questa Amministrazione è tenuta ad assicurare esclusivamente il supporto tecnico nell’attività di progettazione ed esecuzione delle stesse.
Nel corrente anno sono state ultimate la caserma agenti e l’autorimessa casa circondariale Torino “Le Vallette” e la caserma agenti e l’autorimessa casa circondariale Palermo Pagliarelli, mentre sono tuttora in corso di realizzazione la caserma agenti e l’autorimessa casa circondariale Ragusa e la caserma casa circondariale Pisa.
Infine, a valere sugli importi iscritti nei fondi speciali (di cui alla tab. B della legge 663/96), la legge 30.12.97, n. 458 “interventi urgenti per il potenziamento delle strutture, delle attrezzature e dei servizi dell’Amministrazione della giustizia”, ha destinato a questa Amministrazione, per la realizzazione di interventi di edilizia penitenziaria presso le strutture di Roma Rebibbia e Castelfranco Emilia casa di lavoro, un finanziamento di complessivi 21 miliardi, ripartiti nel triennio 1997-1999 in ragione di 7 miliardi per ciascun esercizio.
Tale finanziamento è stato impegnato come segue:
• Istituti di Roma Rebibbia - realizzazione edifici da destinare ad attività lavorative dei detenuti 12 miliardi. I lavori sono stati ultimati e sono in corso le operazioni di collaudo.
• Castelfranco Emilia c.l. - ristrutturazione di n. 2 edifici per detenzione e custodia attenuata, compreso locali per attività trattamentali £ 9 miliardi. I lavori sono stati ultimati e sono in corso le operazioni di collaudo.”

Abbiamo quindi una attività già nettamente in pieno movimento/svolgimento. Abbiamo un soggetto preposto ed istituito “per la valorizzazione, gestione ed alienazione del patrimonio dello Stato”, di cui ovviamente le carceri sono un “tesoro” assolutamente di valore.

Dike Aedifica Spa
Tra il mese di Maggio e Luglio 2003 si arriva anche alla costituzione di una ulteriore nuova società, a cui abbiamo accennato poc’anzi.

“Via libera dal consiglio di amministrazione di Patrimonio spa, la società controllata dal Tesoro per la valorizzazione del patrimonio dello Stato, al Piano strategico per il 2003. Il Cda ha approvato anche la costituzione di una nuova società per la realizzazione dei programmi di edilizia carceraria, presso il ministero di Grazia e Giustizia. Approvato, infine, il bilancio 2002 della società relativo al solo ultimo bimestre dell’anno.
La nuova società dovrebbe quindi far fronte alla costruzione di nuovi penitenziari, necessari per far fronte al sovraffollamento delle carceri italiane, e alla valorizzazione dei vecchi edifici. “
(edilportale.com S.p.A., 09/05/2003)

“Nasce una nuova società per la realizzazione dei programmi di edilizia carceraria e giudiziaria del ministero della Giustizia. Si chiama Dike Aedifica Spa. Obiettivo della newco, spiega Patrimonio spa, sarà contribuire, attraverso la gestione coordinata e dinamica dei progetti di edilizia penitenziaria, allo sviluppo del sistema carcerario italiano. Sviluppo che sarà ottenuto utilizzando l’edilizia penitenziaria storica come leva per il finanziamento di infrastrutture carcerarie.”
(edilportale.com S.p.A., 04/07/2003)

Ecco che si chiude il cerchio. Il quadro generale si fa decisamente più chiaro. Riprendiamo per un secondo i punti di sintesi e aggiungiamoci questo ultimo elemento. Avremo: una attività in pieno svolgimento, un soggetto preposto ed istituito “per la valorizzazione, gestione ed alienazione del patrimonio dello Stato” (facente capo al Ministero del Tesoro) e infine una società, gestita da questo soggetto, specificatamente preposta per “la realizzazione dei programmi di edilizia carceraria e giudiziaria” (facente capo al Ministero di Grazia e Giustizia). Cerchiamo di raccogliere qualche dato informativo in più:
“Nel corso dell’anno la Dike ha trovato mezzo miliardo di euro, per cominciare, ha messo in vendita il carcere di Ferrara, senza trovare acquirenti e ha preparato un programma di costruzioni carcerarie da finanziare con la vendita di altri stabilimenti di pena. Ai privati acquirenti sarebbe demandato anche il progetto, il che è particolarmente ingiusto. In effetti, tanto le vendite della finanza carceraria che i progetti costruttivi affidati agli amici, contrastano vuoi con la Costituzione, vuoi con le direttive europee. E’ radicata convinzione che sia un buono spunto di partenza per una rinnovata tangentopoli.”
(Il Manifesto, 22 Agosto 2004).

Quale sarebbe quindi essenzialmente il compito di Dike Aedifica Spa?
“Il compito attribuito esplicitamente alla società sarà quello dell’effettuazione di studi in materia di edilizia penitenziaria, di rilevazione delle esigenze di edilizia penitenziaria e definizione degli obiettivi e delle priorità, di individuazione delle aree, anche attraverso la promozione di intese con gli enti locali interessati, per attuare le dismissioni (sic!) e reperire le aree per la localizzazione dei nuovi istituti; di progettazione e di realizzazione degli interventi di edilizia penitenziaria; di manutenzione ordinaria e straordinaria delle strutture di edilizia penitenziaria e infine di prestazione di servizi inerenti la dismissione di immobili di edilizia penitenziaria.”
(Il Manifesto, 27 giugno 2004)

Vediamo qui di seguito come e da chi è composta questa società:
“La Dike ha la presunzione statutaria di una durata fino al 31 dicembre 2100 - e poi ci si stupisce se si parla di regime - ha sede a Roma in via Piacenza e il capitale sociale è di un milione di euro ed è stata costituita il 3 luglio dell’anno scorso. » interessante conoscere la composizione del consiglio d’amministrazione. Presidente è Adriano De Maio, rettore della Luiss, vice presidente Morris Grezzi, docente universitario indicato dal ministero dell’economia, amministratore delegato è, giustamente, un imprenditore, Vico Valassi. I membri sono Leo Di Virgilio, ex direttore d’azienda, Giovanni Paolo Gaspari, dirigente del ministero delle infrastrutture, Enrico Leopardi, dirigente del gruppo Fs e Cesare Righi, dirigente della capofila Patrimonio. » previsto anche un Comitato di coordinamento e programmazione composto dai tre capidipartimento Tinebra, Priore e Cerrato, e da quattro esperti designati dal ministro della Giustizia che sono Bruno Caparini, Antonio De Maria, Tommaso Manzo e Peppino Marasco. Siamo passati dalla “giustizia giusta” alla giustizia edificatrice: è urgente che il parlamento e il comitato carcere approfondiscano gli scopi e le iniziative di questo incastro di scatole cinesi che incidono non solo sulla sorte di aree urbane preziose ma anche sul destino dei detenuti, perché profitto e privatizzazione non fanno rima con Costituzione.”
(Il Manifesto, 27 giugno 2004)

Ci sono poi due ulteriori personaggi che non figurano in Dike ma che si aggirano in zona, strettamente legati al Guardasigilli. Si tratta di Giuseppe Magni e il generale Ragosa. Il primo è il sindaco leghista di Calco, comune della Brianza. E’ stato assunto dallo stesso Castelli pur non avendo nessun tipo di conoscenza in merito alla questione carceraria. Diciamo sulla base piuttosto di una “fedeltà” politica. Ad ogni modo, Magni sta già girando da tempo i vari penitenziari italiani stilando progetti e budget.
Il generale Ragosa invece, negli anni Novanta ha diretto gli Scop (i progenitori dei Gom, il reparto speciale delle guardie carcerarie, al centro di inchieste per maltrattamenti avvenuti nelle carceri di Secondigliano nel 1993 e dell’isola di Pianosa nel1992). Nel ’97 è passato al Sisde e due anni dopo è stato “assunto” dall’allora ministro Oliviero Diliberto per costituire gli Ugap, (Ufficio per la garanzia penitenziaria), una sorta di struttura di intelligence dentro le carceri. E’ tornato protagonista nei mesi scorsi, durante la rivolta dei detenuti della IV sez. di Regina Coeli.

Per concludere
Ci sono ovviamente ulteriori aspetti che sarebbero da prendere in considerazione nel quadro generale dell’investimento relativamente alla questione carceraria. Non ultimo, ad esempio, la possibile applicazione del “project financing” (specifico modello di collaborazione tra pubblico e privato) così come è successo in concreto in Gran Bretagna. Ciò è già stato oggetto di studio, convegni e pubblicazioni in Italia fin dal 2002.
Ma rimandiamo questo intervento ad un prossimo contributo per la rivista.
E’ viceversa importante, a nostro avviso, cercare di puntualizzare in modo approfondito lo stato delle cose relativamente alla questione trattata, cercare di offrire nuovi elementi di informazione e di analisi che possano a loro volta essere utili all’interno di una ripresa del dibattito e dell’iniziativa nella lotta contro il carcere, che oggi più che mai si fa attuale e centrale nelle politiche di adeguamento del capitale. Per il momento ci lasciamo con alcuni dati. Riguardano la maxigara per la riqualificazione del complesso carcerario “Le Nuove” di Torino, con scadenza del bando in data 14 Luglio 2004. E’ un segmento. Un segmento che spiega che il capitale la sua politica la sta attuando. A quando quella del movimento rivoluzionario?

“Al via maxigara di progettazione internazionale da 4,1 milioni di euro a Torino per la ristrutturazione del carcere “Le Nuove”. Si tratta di un intervento del valore complessivo di 35 milioni di euro, previsto dal protocollo d’intesa firmato a luglio scorso da Comune, Ministero dell’Economia, Ministero della Giustizia e dell’Agenzia del Demanio.
La procedura è finalizzata all’affidamento di progettazione preliminare, definitiva ed esecutiva degli interventi edili, strutturali ed impiantistici, di coordinamento della sicurezza in fase di progettazione, e delle prestazioni accessorie per la ristrutturazione del complesso carcerario. L’obiettivo è dare vita alla seconda cittadella giudiziaria della città. L’ex complesso penitenziario, infatti, ospiterà uffici giudiziari e forse altri uffici la cui destinazione è ancora da assegnare. L’importo a base d’asta è di 4,1 milioni di euro circa di cui 2,4 sono destinati alle attività di progettazione, coordinamento della sicurezza in fase di progettazione; i restanti 1,7 milioni sono per le attività opzionali di direzione lavori, misurazione, contabilità, coordinamento della sicurezza in fase di esecuzione.” (edilportale.com S.p.A., 16/06/2004)



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