SENZA CENSURA N.16

FEBBRAIO 2005

 

Lo Tsunami uccide 155.000 persone nell’oceano Indiano


Sono morte più di 155.000 persone quando lo tsunami ha colpito le coste occidentali e orientali dell’oceano Indiano. Altre centinaia di migliaia sono state ferite e circa 5 milioni di persone hanno perso le loro case e i loro mezzi di sussistenza.
La maggior parte delle vittime erano pescatori e altri abitanti poveri delle comunità costiere.
Lo tsunami è stato provocato da un terremoto sotto la parte orientale dell’oceano Indiano di un’intensità pari a 8.9 gradi della scala Richter—il più forte negli ultimi 40 anni
La più duramente colpita è stata Aceh, una provincia all’estremo nord di Sumatra in Indonesia. Sono morte più di 80000 persone ad Aceh, incluse 40000 ovvero l’80% della popolazione della città di Meulaboh. Aceh è solo a poco più di 160 chilometri dell’epicentro del terremoto.
Onde violente hanno anche colpito la parte occidentale di Sumatra, la più grande isola dell’Indonesia. In tutto, sono morte più di 100.000 persone in Indonesia. Contemporaneamente, più di 30.000 sono morti in Sri Lanka, 9.500 in India e 5.000 in Tailandia. Ci sono stati inoltre morti a Myanmar, Maldive, Somalia e Kenya.
Il Partito Comunista delle Filippine porge le sue condoglianze.
Così tanti sono morti per lo tsunami perchè non ci sono strumenti di prevenzione per le popolazioni costiere. Sebbene i rilevatori di Tsunami sono relativamente economici e sono già utilizzati da più di 50 anni, i paesi che sono stati colpiti più duramente non possiedono questi strumenti.
Sono i governi di questi paesi che hanno la responsabilità del disastro. Il fallimento di questi governi nell’uso dei “mezzi di prevenzione dello tsunami” costituisce una negligenza criminale e prova la loro mancanza di interesse per centinaia di migliaia di persone del loro popolo che abitano le coste.
Gli imperialisti USA sono stati particolarmente spietati. Malgrado le agenzie USA già sospettassero la formazione di uno tsunami nell’oceano Indiano, non è stata data nessuna informazione ai paesi coinvolti. Un avvertimento, comunque, è stato immediatamente spedito alla base militare USA Diego Garcia.
Per questa gigantesca tragedia, gli USA hanno annunciato che avrebbero devoluto solo18 milioni di dollari per i paesi devastati. Una parte della comunità internazionale si è infuriata davanti all’avara somma sborsata dagli USA per le vittime, impallidisce se paragonata al budget giornaliero degli USA per la guerra e l’occupazione in Iraq.
Il regime della Arroyo ancora una volta mostra il suo assoluto opportunismo e la sua completa mancanza di interesse per la sorte di milioni di vittime dello tsunami quando si gloria dei vantaggi per il turismo filippino in vista della chiusura di molte destinazioni turistiche nelle aree colpite.
Al contrario, le forze comuniste e rivoluzionarie, specialmente in Sri Lanka, India e Aceh, hanno immediatamente preso il controllo delle operazioni per coordinare l’assistenza e assicurare l’assistenza anche alle aree più remote colpite dallo tsunami. Riconoscendogli autorità, le agenzie umanitarie internazionali si sono coordinate e hanno collaborato con loro.


Febbraio 2005


[Tratto da www.philiphinerevolution.org]



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