SENZA CENSURA N.16

FEBBRAIO 2005

 

Dall’altipiano boliviano

Intervista della rivista Perù Militante a Miguel Zubieta, Dirigente della Federazione Sindacale dei Lavoratori Minatori della Bolivia - FSTMB


Pubblichiamo questa intervista perché a nostro avviso contribuisce a mettere in chiaro il ruolo del governo Mesa nel quadro regionale e nei piani del governo Lula.

Come vedi la congiuntura dopo la vittoria di El Alto che ha espulso la transnazionale francese Suez, e un governo che cede alle pretese della borghesia di Santa Cruz?
Malgrado sia per noi una grande meta quella di cacciare la transnazionale, il tema deve essere la lotta contro le transnazionali del petrolio, perché la crisi continua. C’è disoccupazione, salari da fame, povertà, ecc. L’unico modo di opporsi alle pretese della classe dominante di Santa Cruz è quello di imporre la nazionalizzazione degli idrocarburi, questa è la parola d’ordine della Federazione, perché è globale, strategica e strutturale. Questa è la politica che permetterà allo Stato di ottenere fondi, questa è la parola d’ordine che unificherà tutti i lavoratori boliviani.

Movimento al Socialismo -MAS- ha un progetto di legge sulla nazionalizzazione degli idrocarburi?
Il MAS ha un progetto che non è diverso da quello del Presidente Mesa. La differenza centrale è il tema delle tasse.
Il MAS propone il 50% senza IHS, e il governo invece lo propone con IHS. Comunque sia abbiamo un processo troppo lento. Dopo l’eventuale approvazione della Grande Legge, deve passare poi dalla Camera dei Senatori, e se riesce ad imporsi la commissione economica, dopo deve andare all’Esecutivo, dove quest’ultimo può porre il veto. Tutto questo durerà tantissimo, perciò dobbiamo lottare.

Nella scorsa intervista commentavamo che la politica delle autonomie, da parte di Santa Cruz, era prodotta dalla classe dominante, e non le si prestava molta importanza, e ciò malgrado, adesso abbiamo centinaia di migliaia di persone nelle strade che si mobilitano per questa parola d’ordine…
La questione delle autonomie è la maniera con la quale l’Oligarchia di Santa Cruz inganna il popolo, con l’argomento che c’è da lottare per lo sganciamento e lo lascia solo, adesso pretendono smembrare il paese e che gli idrocarburi continuino a restare nelle mani delle multinazionali.
Noi diciamo che i lavoratori e il popolo non devono lasciarsi tirare dalle narici, perché la questione delle autonomie è un problema amministrativo e non è strutturale. C’è da chiedersi a chi profittano le nostre risorse naturali e sapere chi cono quelli del Comitato di Santa Cruz.
Nelle giornate di lotta di gennaio si sono organizzate Assemblee Operaie, insieme con COB, FEJUVE, e FSTMB, ecc., e si parlò della necessità del partito politico dei lavoratori, qual è la politica della FSTMB nella prospettiva del nuovo contesto della lotta di classe?
Per ora si stanno organizzando assemblee sindacali dipartimentali, con l’obiettivo di realizzare una assemblea nazionale sindacale, e da lì adottare le misure necessarie per dirottare l’oligarchia di Santa Cruz e l’imperialismo Yankee.

Mesa ha cambiato ministri. Che vi pare del rimpasto nel suo governo?
E’ un governo di destra, dove Santa Cruz e i partiti politici tradizionali mantengono una rappresentazione. Riflette l’agenda di gennaio 2005.

Che vi pare del ruolo che sta iniziando a giocare il Presidente del Brasile, ed ex operaio metalmeccanico, Lula da Silva, nel processo rivoluzionario latinoamericano?
Lula si è smascherato, la sua linea è neoliberista con palliativi sociali, con maschera democratica. Evo Morales segue lo stesso cammino di Lula, qui in Bolivia.

Recentemente si è concluso il Foro Sociale Mondiale a Porto Alegre. James Petras scrive dicendo che questi Fori hanno perso il loro carattere di azione ribelle per convertirsi in fori di intellettuali, che cosa ne pensi?
Bene, vedo una presenza notevole delle organizzazioni sociali e credo di aver capito che hanno emesso risoluzioni importanti per mobilizzarsi contro le ingiustizie e l’oppressione per quest’anno.

Hugo Chavez era presente al Foro ed è riuscito a radunare 20 mila persone nello stadio Gigantino. In questa occasione ha dichiarato che dobbiamo trascendere il capitalismo e lottare per il vero socialismo.
Io credo che Chavez si renda conto perfettamente di chi sia il nemico. C’è da tenere conto che il movimento 26 Luglio di Fidel Castro era democratico borghese e ha finito per sfociare in una rivoluzione socialista.
Mi pare che il nazionalismo di Chavez è onesto, giusto e progressista, però è necessario passare ad una fase superiore: La lotta per il socialismo. Non è a caso che si dice Socialismo o Barbarie, o si lotta per il socialismo o vincerà la Barbarie che stiamo vivendo.
L’unica maniera che il Venezuela garantisca la rivoluzione che sta andando avanti è aumentando le riforme socialiste.
In concreto l’abolizione della proprietà privata dei mezzi di produzione, se non lo faranno questa grande proprietà privata farà loro la guerra come lo sta facendo.
Fray Betto dice che l’economia della sufficienza in fondo propone il socialismo senza dirlo.
Dal punto di vista storico, i nazionalisti come Torres in Bolivia o Velasco in Perù, per il loro carattere borghese non sono mai andati oltre le frontiere del capitalismo. E’ a quest’elemento che si riferiscono molti settori della sinistra marxista per denunciare Chavez e la sua politica di riforme, anche malgrado il decreto legge che approva il controlla operaio di una fabbrica di carta VENEPAL, in Venezuela, che finisce per rimettere in questione la proprietà privata.
Se parla di socialismo sta parlando di eliminare la proprietà privata, perché dovremmo porre bastoni fra le ruote di Chavez. E’ difficile imporre una consegna alle masse, io capisco Chavez. Per di più il governo venezuelano ha preso posizione in difesa di Cuba e questo mi pare importante in termini rivoluzionari.
Credo che i momenti che stiamo vivendo sono diversi da quelli di prima, molto differenti. Il nazionalismo di Chavez non è lo stesso di Torres, quest’ultimo non ha mai parlato di socialismo e non ha mai difeso Cuba come Chavez sta facendo. Già abbiamo peccato per esperienza, adesso c’è da superare le differenze e passare al controllo operaio in Venezuela.[…]

In Perù, la destra si è ricomposta e passa all’offensiva, minacciando le conquiste storiche dei lavoratori. Vuoi inviare qualche messaggio?
Anche in Bolivia si è lottato contro la flessibilità lavorativa. Ci sono leggi vigenti in difesa dei diritti lavorativi però che dormono il sonno dei giusti, così come ci sono leggi antioperaie.
Adesso stiamo temendo che l’Assemblea Costituente cancelli tutto quello che c’è stato di avanzamento, come la Legge Generale del Lavoro.
Io dico ai compagni del Perù che bisogna continuare a lottare contro questi attentati alle conquiste storiche del proletariato.
Per noi è stato un passo importante cacciare il governo assassino-capitalista di Goni Sanchez de Losada, dal punto di vista di classe. Questo ci ha permesso di rafforzarci moralmente, politicamente e a livello organico.
E’ per questa ragione che la borghesia “camba” propone adesso la parola d’ordine delle autonomie come espressione del suo timore dell’espropriazione delle terre da parte dei contadini, della nazionalizzazione degli idrocarburi, per la creazione dell’Università Pubblica di El Alto -UPEA- ecc.



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