SENZA CENSURA N.18

NOVEMBRE 2005

 

L’intervento militare italiano

Un quadro sintetico delle missioni ENDURING FREEDOM e ISAF e il profilo del contributo italiano

 

Per una migliore comprensione del profilo dell’intervento militare italiano in Afghanistan ci è sembrato utile introdurre le varie missioni in cui è impegnata l’Italia in quel teatro, fornendo altresì informazioni sulle caratteristiche che ha assunto questa aggressione.
Nell’articolo: “il braccio armato dell’imperialismo nostrano” apparso sul numero 16 di SC avevamo già iniziato ad analizzare le trasformazioni e il peso della Marina Militare, qui ulteriormente approfondite, mentre in “Alla deriva... Alcune note sulla forza e la debolezza logistica del sistema capitalista”, comparso sul numero 11 di SC, avevamo incominciato a parlare della militarizzazione del sistema dei trasporti e del controllo sui mari.
Il peso della Marina Militare e la collaborazione con le altre marine europee (francese, spagnola, portolghese) aderenti all’EUROMARFOR, così come alle altre MM aderenti alla NATO, è del tutto centrale per la strategia di controllo sui mari dell’area, acceleratasi con l’aggressione all’Afghanistan.
La presenza di un dispositivo offensivo articolato su componenti aeree, terresti e navali e basato unicamente in mare, e il ruolo delle forze speciali, sono state determinanti per l’invasione di questo paese. Lo stazionamento permanente di sostanziose aliquote navali americane ed alleate nell’area del Golfo Persico e dell’Oceano Indiano, equipaggiate da componenti aeree, anfibie e commando, è stata una delle conseguenze dell’inizio di ENDURING FREEDOM.
Bisogna ricordare che la coalizione creatasi per sviluppare EF ha un ampio progetto geo-strategico che non si limita all’Afghanistan, ma interessa diversi paesi di più contenenti.
Per ciò che concerne la Missione ISAF, è sempre importante sottolineare il passaggio dall’ombrello ONU avuto dal gennaio 2002 fino all’agosto 2003 a quello NATO, tavolo di prova per le capacità di operatività multinazionale e inter-forze anche a livello di comando delle missioni, nonché il ruolo del tutto centrale assunto dall’Italia nella strategia di penetrazione e di “stabilizzazione” neo-coloniale in un’importante porzione del territorio Afgano.

ENDURING FREEDOM
«Il comando delle operazioni si trova nel Bahrein e coordina l’attività di tutte le 20-25 navi della Coalizione che in questa fase pattugliano le acque del Mare Arabico, dal Corno d’Africa fino alle coste del Pakistan. In generale, l’attività è condotta da due distinte Task Force che operano in altrettante aree: la TF 150 nel Golfo di Aden e la TF 151 all’imbocco del Golfo Persico. Italia, Francia e Spagna (il Portogallo non ha inviato navi) hanno deciso di inserire il loro intervento in una cornice Euromarfor varando l’operazione Resolute Behaviour. Il cuore della TF 150 è quindi costituito da un Task Group EMF affiancato da navi di Germania, Regno Unito e Stati Uniti (una unità a testa). Il Canada ha mantenuto il comando della TF 151 nei momenti cruciali della guerra contro l’Iraq, quando la task force fungeva da collettore per le nazioni (Francia, Grecia, Nuova Zelanda e Paesi Bassi) che volevano rimanere fuori dal conflitto iracheno pur continuando nella lotta contro il terrorismo. In proposito, c’è da sottolineare che la partecipazione francese a Enduring Freedom non è mai stata in discussione e appare quanto mai convinta.»
Saverio Zucconi,
18/2/2004 in www.paginedidifesa.it

A seguito degli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001 gli USA hanno dato avvio ad una campagna contro il “terrorismo internazionale”, che prende il nome di Operazione Enduring Freedom (OEF). A tal fine, è stata costituita una Coalizione di Stati a guida USA. Il Comando dell’operazione è affidato al Comando Centrale americano (USCENTCOM) situato a Tampa (Florida, USA).
L’operazione militare è parte della guerra globale che impegna la grande coalizione nella “lotta contro il terrorismo”, denominata Global War Against Terrorism (GWAT).
Presso USCENTCOM, è stato attivato il Coalition Coordination Centre (CCC) con compiti di collegamento e coordinamento tra i Paesi della Coalizione e l’Alto comando USA. Qui è presente un Team interforze nazionale (Italian Joint Cell - ITJC) con a capo il Generale di Brigata Aerea Enrico CAMEROTTO (Italian Senior Military Representation - IT SNR).
All’operazione contribuiscono 70 Paesi dei quali 27, tra cui l’Italia, hanno offerto “pacchetti di forze” da impiegare, per la condotta dell’operazione militare vera e propria.
L’area di responsabilità di US CENTCOM comprende i seguenti Paesi:
Afghanistan, Egitto, Sudan, Gibuti, Kenya, Etiopia, Eritrea, Somalia, Seychelles, Arabia Saudita, Giordania, Bahrein, Kuwait, Oman, Qatar, Emirati Arabi Uniti, Yemen, Iran, Iraq, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Turkmenistan, Uzbekitan, Siria, Libano e Pakistan.

Per l’Italia sono presenti circa 252 uomini, in particolare:
- 8 uomini alle dipendenze di un Generale (Italian Senior National Representative - IT SNR), nell’ambito del team nazionale interforze di coordinamento presso il Comando USA di Tampa in Florida, dove ha sede il Quartier Generale del Comando Centrale statunitense, che esercita la responsabilità operativa delle forze in campo. La cellula è composta da rappresentanti delle varie componenti delle Forze Armate, esperti nei settori informativi e nella pianificazione delle forze;
- 2 Ufficiali di collegamento presso comandi alleati;
- 240 uomini dell’Unità LIBECCIO i cui principali compiti svolti sono i seguenti: operazioni di interdizione e contrasto navale, controllo del traffico marittimo, scorta di unità della coalizione.

RESOLUTE BEHAVIOUR
L’EUROMARFOR (EMF) è una Forza Navale Multinazionale a cui partecipano Italia, Francia, Spagna e Portogallo, la cui costituzione risale al 1995 con la firma della “Dichiarazione di Lisbona”. Il Capo di Stato Maggiore della Difesa è inserito nella struttura di Comando della Forza in qualità di membro del Comitato Interministeriale di Alto Livello (CIMIN), organo di controllo politico-militare della Forza Navale.
Dopo gli attacchi agli Stati Uniti d’America dell’11 settembre 2001, i Paesi membri di EMF hanno dato avvio ad uno studio di fattibilità per l’impiego di un Gruppo Navale a supporto della campagna contro il “terrorismo internazionale”.
In tale ambito, dopo l’incontro del Political Military Working Group (POLMIL WG) di Lisbona del 7 maggio 2002, i Paesi EMF, hanno concordato e deciso di attivare per due mesi, a partire dal mese di ottobre 2002, un Task Group (TG EMF) per l’effettuazione di operazioni ISR (Identification, Surveillance and Reconaissance) in Mediterraneo Orientale.
A seguito dell’Operazione “Coherent Behaviour”, il CIMIN ha approvato l’Operazione “Resolute Behaviour” che consta della partecipazione di EUROMARFOR all’operazione “Enduring Freedom” (OEF) tramite il dispiegamento di un dedicato Task-Group (TG 460.01) nell’area del Corno d’Africa e l’assunzione del compito di Comandante della Task Force 150 sotto il controllo operativo di COMUSNAVCENT.
Con il cambio di Comando della Task Force 150 - che dal 1° giugno è passato alla Germania (Rear Adm. Nielsen) - la partecipazione dell’EUROMARFOR è stata rimodulata, nel periodo giugno-settembre 2003, prevedendo la partecipazione di unità a livello fregata e l’assegnazione del comando del Gruppo Navale al Cap. Vasc. Luigi Dini (imbarcato su Nave GRECALE). In concomitanza del cambio di Comando di EUROMARFOR (avvenuto il 16 settembre 2003) - con l’assunzione del compito di COMEUROMARFOR da parte dell’Ammiraglio francese Alain Dumontet, Comandante di ALFAN, in sostituzione dell’Amm. Sq. Quinto Gramellini, Comandante in Capo della Squadra Navale (CINCNAV) - è stato costituito un nuovo TG EMF che ha iniziato l’attività operativa in Oceano Indiano a partire dal 29 settembre 2003.
Nello stesso TG EMF partecipano anche la fregata spagnola SANTA MARIA e la fregata italiana ESPERO al comando del Cap. Freg. Daniele ROMANO.
Durante l’Operazione “Resolute Behaviour” al Gruppo Navale di EUROMARFOR sono assegnati alcuni compiti correlati con l’Operazione “Enduring Freedom” ed altri di interesse della coalizione di EUROMARFOR.
I compiti per OEF sono: qualora ordinato, effettuare operazioni di MIO (Maritime Interdiction Operations); condurre attività di intelligence, controllo e sorveglianza marittima nell’area di operazione, focalizzata alla lotta contro il terrorismo; controllare le rotte commerciali marittime (Sea Line of Communication - SLOC); proteggere le Unità di primaria importanza; scortare le unità designate attraverso gli stretti; condurre, quando richiesto, operazioni di ricerca e soccorso.
I Compiti per EUROMARFOR sono: condurre attività di intelligence, controllo e sorveglianza marittima nell’area di operazione focalizzata a contrastare i traffici illeciti come richiesto dal CIMIN o dalle nazioni di EMF (su base di non interferenza con i compiti di EUROMARFOR per l’operazione “Enduring Freedom”); condurre operazioni di presenza finalizzata alla visibilità del Task Group 460.01, sia in mare che in porto; coordinare le soste nei porti per le Unità di EUROMARFOR.

Forze assegnate
Dal 29 settembre 2003, il gruppo navale di EMF (TG 460.01) impiegato in area di operazioni è composto da:
- fregata francese TOURVILLE (nave sede di comando);
- fregata italiana ESPERO;
- fregata spagnola SANTA MARIA.
Il Gruppo Navale potrà disporre a rotazione di una Unità rifornitrice fornita da uno dei Paesi partecipanti ad EUROMARFOR.
Attualmente, lo staff del CTG 460.01 è composto principalmente da ufficiali francesi, oltre ad ufficiali delle altre tre Nazioni (compreso il Portogallo, che non fornisce però unità navali).


ISAF
A seguito degli sviluppi della situazione politico-militare in Afghanistan, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato in data 20 dicembre 2001 la Risoluzione n. 1386 con la quale ha autorizzato il dispiegamento nella città di Kabul ed aree limitrofe, per un periodo pari a sei mesi e sotto il Cap. VII della Carta delle Nazioni Unite, di una Forza multinazionale denominata International Security Assistance Force (ISAF).
Le Lead Nations della missione ISAF, sotto copertura ONU, sono state in ordine cronologico:
- UK (gennaio-giugno 2002);
- Turchia (giugno 2002-febbraio 2003);
- Germania e Olanda (febbraio 2003-Agosto 2003).
L’11 agosto 2003 la NATO è subentrata nella guida dell’Operazione ISAF, con l’attribuzione del comando di ISAF 4 (su base LANDNORTH) al Ten. Gen. (GE) Goetz Gliemeroth, e il Joint Force Command di Brunsum (CINCNORTH) ha assunto la responsabilità di JF Commander per l’operazione.
Il 10 febbraio 2004 è subentrato nella guida dell’Operazione ISAF 5 (su base AFNORTH) il Ten.Gen. (CA) RICK HILLIER.
L’11 agosto 2004 è subentrato alla guida dell’Operazione ISAF 6 (su base EUROCORPO - forza multinazionale a livello di Corpo d’Armata e composta da militari tedeschi, francesi, spagnoli, belgi e lussemburghesi) il Ten. Gen. (FR) Jean Louis PY.
Il 13 febbraio 2005 è subentrato alla guida dell’Operazione ISAF 7 (su base EUROCORPO) il Ten. Gen. (TR) Ethem ERDAGI.
L’impegno italiano in ISAF 7 è stato analogo a quello già assicurato all’Operazione ISAF 6 e 5, ma per il periodo elettorale l’Italia ha reso disponibile un contingente a livello Battaglione tratto dal NRF 3 quale “IN THEATRE RESERVE BATTALION” (su base del 3 Reggimento Alpini) (vds. Operazione “Sparviero”).
Nell’ambito della rotazione dei Comandi NATO nella condotta di ISAF, l’Italia, a partire dal 4 agosto 2005 e per nove mesi, ha assunto la leadership dell’ISAF VIII, schierando in Afghanistan il Comando NRDC-IT (NATO Rapid Deployment Corps-Italy - Comando di Proiezione di Solbiate Olona ) ed i relativi supporti tattico-logistici al Comando del Generale di Corpo d’Armata Mauro DEL VECCHIO (COMISAF).
Dal COMISAF dipendono il reparto per la gestione dell’Aeroporto Internazionale di Kabul ed attualmente i Provincial Reconstruction Team (PRT) di Maymana (UK), Mazar-e-Sharif (UK) e Konduz (GE), Feyzabad (GE) e Fole Khumri (NL) nell’area Nord dell’Afghanistan, nonché i PRT di Herat (IT), Farah (US), Chagcharan (LI) e Qal e Now (SP), nella parte occidentale del Paese.
L’ISAF opera sulla base di un Military Technical Agreement (MTA) siglato il 4 gennaio 2002 dalle Autorità provvisorie afgane, comprende militari di 36 Nazioni ed è posta sotto Comando NATO dall’11 agosto 2003 (ISAF 4).

L’Italia e la Missione ISAF
L’Italia partecipa a ISAF fin dalla sua costituzione. L’impegno nazionale nell’area di Kabul è attualmente di circa 1.700 militari.
Il Corpo d’Armata di Reazione Rapida (NRDC-IT) di Solbiate Olona (VA), con il proprio Comandante, Generale di Corpo d’Armata Mauro DEL VECCHIO, ha assunto dal 4 agosto la guida della missione ISAF a Kabul con 390 militari italiani. Dal 20 luglio 2005 la Brigata Alpina “Taurinense”, sotto il comando del Generale di Brigata Claudio Graziano, è subentrata alla guida della Kabul Multi-National Brigade (KMNB), con circa 1.300 uomini. Il Senior National Representative (IT-SNR) è il Generale di Brigata Sergio GIORDANO.
Inoltre, dal 21 giugno 2005, il Colonnello Gerardo Vincenzo RESTAINO è al comando della Task Force ISAF (ITALFOR-ISAF).

COMPONENTE TERRESTRE
La Brigata Multi-Nazionale Kabul (KMNB) ha alle proprie dipendenze le seguenti unità:
- il Reparto Comando e Supporti Tattici della Brigata Alpina Taurinense;
- il National Support Element (NSE), per il supporto logistico alla Brigata;
- il Battaglione Genio Multinazionale (MNEG), con una compagnia comando e supporti logistici, una compagnia genio e due nuclei EOD (Explosive Ordnance Disposal);
- una unità a livello compagnia del 9° Reggimento Alpini per la sicurezza del Comando ISAF;
- una compagnia NBC (Nuclear Batteriological Chemical);
- una compagnia del 9° Reggimento Alpini con compiti di QRF (Quick Reaction Force);
- una compagnia trasmissioni, costituente la Task Force C4;
- due distaccamenti Ranger del 4° Reggimento Alpini Paracadutisti;
- due distaccamenti del 185° RAO dei paracadutisti.
Alle dipendenze del Generale di Brigata Claudio GRAZIANO quale NCC (National Contingent Commander) vi sono inoltre:
- il Contingente ITALFOR 11, costituito da circa 300 militari sulla base del Reggimento di Supporto Tattico e Logistico del Corpo d’Armata di Reazione Rapida di Solbiate Olona (VA);
- il Gruppo di Supporto di Aderenza (GSA), che assicura il supporto nazionale per i rifornimenti, il mantenimento ed i trasporti.

COMPONENTE MARINA
Il 4° Gruppo Elicotteri della Marina Militare è presente con 50 miltari e tre elicotteri AB 212.

COMPONENTE AEREA
Un Nucleo Aeroportuale Interforze (NAI) composto da 80 militari circa - divenuto a settembre 2003 il 7° ROA a Comando Aeronautica Militare - con due velivoli da trasporto C 130J (dislocati presso l’aeroporto militare di Al-Bateen – Emirati Arabi Uniti), assicura il ponte aereo necessario al rischieramento ed al sostegno logistico.

COMPONENTE CARABINIERI
Un nucleo di Polizia Militare ed un Plotone Carabinieri di circa 30 militari, il cui Comandante è anche alla guida del Reparto di Polizia Militare Multi-Nazionale della Brigata KMNB VIII.

ALTRI CONTRIBUTI
A livello interforze, per il Corpo Militare della Croce Rossa Italiana, è presente un Ufficiale medico anestesista presso l’Aeromedical Staging Unit, in località AL BATEEN.
Sono, altresì, presenti due infermiere della Croce Rossa Italiana in supporto del nucleo medico della Brigata Alpina “Taurinense” a Kabul.

Regional Area Coordinator (RAC), Provincial Reconstruction Team (PRT), Forward Support Base (FSB)
La strategia NATO per assistere il governo afgano nell’opera di consolidamento della propria autorità prevede che ISAF espanda la propria responsabilità sull’intero Teatro afgano, nell’ambito della Fase 2 (Espansione), attraverso un processo articolato in quattro Stages che, in senso antiorario, a partire dall’area Nord (già in corso) del Paese, interessa tutte le regioni afgane.
Ogni Stage richiede la costituzione di una Forward Support Base (FSB) necessaria per fornire supporto operativo e logistico ai Provincial Reconstruction Team (PRT) presenti nella stessa regione. Nell’ambito dello Stage II (area Ovest, che comprende il capoluogo di Herat, e le provincie di Farah, Chaghcharan, Qaleh-Ye Now) della missione NATO (prima con l’Operazione “Enduring Freedom” e dal 31 maggio 2005 sotto egida ISAF), l’Italia fornisce il Regional Area Coordinator/Commander (RAC) (con il Generale di Brigata Giuseppe SANTANGELO) e ha il ruolo di Lead Nation del PRT di Herat.
La provincia di Herat ha una rilevante importanza geo-strategica in quanto area di congiunzione tra l’Afghanistan e l’Iran.

La Task Force “LINCE” per l’Operazione “PRAESIDIUM” (PRT) ha il compito di sostenere le Autorità locali nel processo di stabilizzazione e ricostruzione della regione svolgendo, in particolare: attività finalizzate alla realizzazione dei progetti di ricostruzione nazionale e internazionale, mediante la componente civile (MAE: Ministero Affari Esteri) per i macro progetti e la componente militare (CIMIC); attività informativa (in particolare HUMINT) di prevenzione ed esplorazione; Force Protection; attività di supporto generale per la mobilità e la protezione di elementi civili designati dal MAE; concorso all’attività addestrativa nell’ambito della Security Sector Reform (SSR); assistenza alle forze impegnate in Non-Combatant Evacuation Operations (NEO) a favore di concittadini presenti nel Teatro afgano.

La Task Force “AQUILA” per l’Operazione “NIDUS AQUILAE” ha il compito di contribuire alla costituzione/funzionamento della FSB di Herat a guida spagnola e, in particolare, svolgere: gestione attività aeroportuale; Force Protection; attività addestrativa nei confronti del personale civile locale operante nel settore del traffico aereo sull’aeroporto di Herat; assistenza alle forze impegnate in Non-Combatant Evacuation Operations (NEO) a favore di concittadini presenti nella regione di Herat.

[L’elaborazione del seguente contributo è centrata sull’informazioni contenute sul sito del Ministero della Difesa: www.difesa.it nella sezione: “Operazioni militari” e sulle considerazioni contenute sul sito: www.analisidifesa.it]

 

Addestramento per 26 specialisti del Afghan National Army

Si è concluso in questi giorni a Kabul un corso addestrativo dell’Esercito afgano, condotto dal battaglione genio multinazionale a guida italiana della Kabul Multinational Brigade (Kmnb-8). Ammessi alla frequenza del corso erano 26 specialisti del genio dell’Afghan National Army che, dopo un mese di attività addestrativa, hanno ottenuto l’abilitazione all’uso di macchine livellatrici, escavatrici e per il movimento terra. La finalità è stata quella di addestrare i militari dell’Arma del genio dell’Esercito afgano all’uso delle macchine e delle attrezzature del genio, impostare le capacità operative e decisionali dei quadri afgani per le attività di costruzione, per la fortificazione di contingenza e nella gestione della crisi in caso di calamità naturali. Su espressa richiesta degli organi centrali afgani, intenti a costituire propri specialisti nel settore, i militari del battaglione genio multinazionale, comandato dal tenente cololonnello Walter Corvaglia, hanno condotto una serie di lezioni aventi per oggetto le tecniche per la realizzazione dei lavori sul campo di battaglia, spaziando dalle fortificazioni alla realizzazione di infrastrutture con l’ausilio dei mezzi in dotazione alla forza armata.
[da www.paginedidifesa.it]


Addestramento della polizia locale a Kabul

Nel quadro delle attività svolte dal contingente italiano in Afghanistan, il 13 settembre si è concluso a Kabul un corso addestrativo della locale polizia, condotto dal reparto di polizia militare multinazionale a guida italiana della Kabul Multi-National Brigade (Kmnb-8). Ammessi alla frequenza del corso erano 59 ufficiali della polizia di Kabul (Kcp, Kabul City Police), dell’esercito afgano (Ana, Afghan National Army) e del ministero della Difesa. In seguito a una richiesta degli organi centrali afgani, intenti a costituire un proprio organo di polizia militare, i militari del reparto di polizia militare hanno condotto una serie di lezioni aventi per oggetto le tecniche investigative di polizia criminale, le scorte Vip e lo specifico addestramento antisommossa durante manifestazioni o eventi di rilevante interesse per l’ordine pubblico. Il reparto multinazionale della Military Police di Kmnb-8 è composto dalle polizie militari di sei paesi della Nato (Bulgaria, Croazia, Danimarca, Germania, Italia, Romania) per un totale di circa 130 uomini della MP, compresi 30 carabinieri, provenienti dai reggimenti inseriti nella 2^ brigata mobile di stanza a Livorno, che giornalmente assistono il Generale Graziano in compiti che vanno dal mantenimento della sicurezza delle istallazioni militari a quelli del controllo del traffico militare nella capitale afgana unitamente alle attività di investigazione e scorta. Il reparto di polizia militare multinazionale, oltre a specifiche funzioni di polizia giudiziaria e di investigazione per i reati militari, ha l’importante compito di coadiuvare le autorità locali nell’addestramento di componenti della polizia e dell’esercito, contribuendo cos? al processo di ristabilizzazione delle istituzioni democratiche che la International Security Assistance Force si prefigge di raggiungere in Afghanistan.
[da www.paginedidifesa.it]

Bosnia: concluso il semestre di Comando Italiano della MNTF SE

«Quelli appena trascorsi sono stati sei mesi intensi, durante i quali EUFOR(European Union Force, subentrata alla Nato nel dicembre 2004, NdC) e la dipendente MNTF SE hanno rimarcato la loro presenza sul territorio bosniaco. Una presenza attiva che contribuisce quotidianamente alla ripresa di questo Paese»
F. Macor, generale della MNTF SE a guida Italiana

Il generale di brigata Fausto Macor ha ceduto il comando della Multinational Task-Force South-East (MNTF SE) “Salamander” al generale di brigata Benito Raggio dell’Esercito spagnolo.
Durante questi sei mesi la MNTF SE ha effettuato, in supporto alle autorità locali, 4 operazioni “Spring Clean”, contro il “crimine organizzato”. Tra queste per la “SC 3” è stato attivato il JOC(Joint Operation Center), organo composto da militari e da rappresentanti delle autorità locali, preposto allo scambio di informazioni e al supporto delle truppe sul terreno.
In particolare, per ciò che ha riguardato l’attività di monitoraggio del traffico illegale di carburante e di legname, la “Salamander” è stata rinforzata da un intero battaglione della Riserva Strategica (il Battaglione “SUSA”), da due compagnie dell’IPU(Integrated Police Unit) e da un plotone MSU (a guida Carabinieri) proveniente dal Kosovo.
Oltre alle varie operazioni “SC”, un altra importante operazione è stata quella denominata “Free Entrance”, volta alla raccolta di armi e munizioni possedute “illegalmente” dalla popolazione.
La MNTF SE ha svolto inoltre operazioni di mantenimento dell’ordine pubblico nel corso di cerimonie politiche, ricostruzione di infrastrutture a fini militari, sminamento e disinnesco di ordigni esplosivi.

fonte: «Panorama Difesa», Novembre 2005

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Kossovo: l’Italia assume il comando di KFOR

«Nel corso di una cerimonia svoltasi a Pristina il 1° settembre alla presenza dei Ministri della Difesa italiano e francese, il generale di corpo d’armata Giuseppe Valotto ha assunto il comando della forza di pace a guida NATO KFOR, subentrando al generale francese Yves de Kermabon. Si tratta della terza volta che l’Italia, presente in Kosovo con oltre 2000 uomini, assume il comando dell’operazione, già retto in passato dai generali Cabgiosu e Mini.

tratto da: «Tecnologia e Difesa», novembre 2005



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