SENZA CENSURA N.19

marzo 2006

 

DAKI DESAPARECIDO

 

L’espulsione di Mohammed Daki, avvenuta all’alba di sabato 10 dicembre, è un avvenimento scandaloso ed inquietante. Scandaloso nel momento in cui un ministro degli interni decreta la pericolosità sociale di un cittadino precedentemente assolto dalla magistratura . Inquietante perché vediamo come l’applicazione del cosiddetto decreto Pisanu porti alla totale arbitrarietà e all’annullamento di ogni garanzia sull’unica base del sospetto.
Mohammed è stato, su diretto ordine del ministro Pisanu, prelevato alle sei del mattino dal dormitorio nel quale era ospite e imbarcato su un volo per il Marocco, lì è stato consegnato alla polizia di frontiera e da quel momento si è persa ogni sua traccia. La famiglia di Daki è tuttora in attesa di notizie.
Nei giorni immediatamente precedenti l’espulsione Daki aveva denunciato di essere stato, nel 2003, prelevato dal carcere per essere interrogato da autorità statunitensi in presenza di un magistrato italiano, il tutto senza nessuna tutela legale e di aver subito minacce circa una sua traduzione nel carcere di Guantanamo.
Per chi non crede alle coincidenze questa vicenda appare come un tentativo di insabbiare le collusioni del nostro paese con i metodi «poco ortodossi» degli americani , peraltro ammessi da Condoleeza Rice durante il suo viaggio in Italia.
Torture (Abu Grahib è il primo di tanti esempi), carceri clandestine (anche in Europa, senza contare le basi NATO) ed uso di armi «non convenzionali» (Falluja docet) sono armai all’ordine del giorno in uno stato di guerra permanente che nei nostri territori si esprime in pretesto securitario per poter calpestare ogni diritto.
Parlando della Città di Reggio Emilia vediamo che l’abuso più evidente si manifesta quando, nascondendosi dietro fantomatiche operazioni antiterrorismo, le forze dell’ordine eseguono vere e proprie retate nei luoghi di aggregazione dei cittadini migranti che portano solo ad espulsioni ed arresti di persone sprovviste di permesso di soggiorno.
Noi chiediamo a tutti i cittadini, le associazioni, i partiti politici e le istituzioni di spendersi, non solo prendendo una posizione chiara sull’assurdo caso di Daki, ma anche impegnandosi in prima persona per garantire l’incolumità di Mohammed e per aprire una campagna seria per l’abrogazione del «pacchetto Pisanu» e di tutte le leggi speciali e razziali (Bossi Fini) in vigore nel nostro paese.

Associazione Ya Basta! Reggio Emilia / Laboratorio AQ16

- o - o - o - o - o - o - o - o -

Il comunicato dell’Associazione per chiedere verità e giustizia sugli interrogatori e sull’espulsione di Mohamed Daki


Il racconto che il Sig. Daki Mohamed, imputato nel processo di appello conclusosi con la sua assoluzione avanti la Corte d’Assise d’Appello di Milano il 29-11-2005, pone inquietanti interrogativi per i quali è dovere di tutti chiedere e diritto di tutti ottenere una risposta chiara.
Come giuristi democratici, chiediamo agli organi competenti di verificare se risponda al vero che il 6 ed il 7 ottobre 2003, il Signor Daki Mohamed è stato portato dal carcere di Como, dove si trovava in esecuzione della misura della custodia cautelare in carcere, al Palazzo di Giustizia di Milano, nell’ufficio del Pubblico Ministero Dott. Stefano Dambruoso, dov’è stato interrogato, senza la presenza del suo difensore, da lui espressamente richiesta e negatagli, da numerose persone qualificatesi come agenti americani. Se ciò risponde al vero, chiediamo ne vengano rese note le motivazioni procedurali.
Fin d’ora, certa l’assenza del difensore di fiducia, mai avvisato dell’interrogatorio, riteniamo che ci si trovi in presenza di un ulteriore grave episodio, nell’ambito della vicenda giudiziaria che ha visto anche il sequestro, nelle strade di Milano, ad opera di agenti della C.I.A., dell’Imam della Moschea di Milano, Abu Omar, ed il suo trasferimento, prima, nella base americana di Aviano, dov’è stato interrogato e sottoposto a tortura, quindi in Egitto, dove sono continuati, per mesi, interrogatori e sevizie.
Va detto che anche un altro degli imputati del medesimo processo, al termine dello stesso ha riferito al suo difensore di aver vissuto una vicenda simile a quella lamentata da Daki.
A fronte dei suddetti episodi, che hanno interessato il nostro paese e, più in generale, della “guerra sporca” condotta dai servizi segreti americani, in spregio del principio di sovranità nazionale e di ogni norma del diritto internazionale e dei singoli Stati (esistenza di campi di concentramento come quelli di Guantanamo e Diego Garcia, di carceri clandestine, uso sistematico della tortura, eliminazioni fisiche...), chiamiamo tutti i giuristi a prendere posizione ed a richiedere, come facciamo con la presente, la cessazione immediata, nel nostro e negli altri Paesi, di ogni e qualsiasi pratica che violi i diritti umani, individuali e collettivi.
Tanto più necessaria è questa richiesta ora che, in applicazione di una legge palesemente incostituzionale, il Ministro degli Interni ha decretato e fatto eseguire l’espulsione di Daki verso un paese dove i diritti umani vengono costantemente violati nei confronti di chi è sospettato di avere contatti con l’estremismo o estremisti islamici. E’ questa un’espulsione che non solo allontana la possibilità di fare chiarezza su eventuali abusi subiti da Daki in Italia, ma ci pone sullo stesso piano di chi illegalmente sequestra e deporta presunti terroristi.


12.12.2005
Associazione Nazionale Giuristi Democratici



http://www.senzacensura.org/