SENZA CENSURA N.21

novembre 2006

 

L’Italia in Libano…

La missione Leonte: un primo sguardo d’insieme

 

Diamo un quadro della composizione, per ciò che riguarda uomini e mezzi, e del costo della missione italiana in Libano, così come dei suoi sviluppi sul campo. Un quadro comparato d’insieme di questa missione rispetto alle altre svolte dall’Italia, per quanto riguarda gli aspetti sovra-citati, lo si può avere leggendo i contributi apparsi precedentemente sulla rivista rispetto al profilo militare degli interventi italiani in particolar modo in Iraq, Afghanistan e Sudan, nonché nei Balcani. Rimandiamo perciò in particolar modo agli articoli apparsi sul numero 18 del novembre 2005 per ciò che riguarda l’Afghanistan e il Sudan e sul numero 16 del febbraio del 2005, per ciò che concerne l’Iraq, ricordando che sono tutti consultabili e “scaricabili” dal sito omonimo della rivista.

 

Composizione e finanziamento della missione Italiana in Libano
Ottenuto il via libera dal Parlamento, il 28 agosto il Consiglio dei Ministri ha approvato all’unanimità il Decreto-Legge, presentando contestualmente al Senato il testo del provvedimento di conversione. Il 29 agosto, conseguentemente, la Task force italiana ha potuto prendere il mare dal porto di Brindisi alla volta di Tiro, dove è giunta il 1° settembre per avviare lo sbarco del nostro contingente. Del dispositivo inviato in Libano come “early entry force” facevano parte la portaerei GIUSEPPE GARIBALDI, le LPD1 SAN GIORGIO, SAN GIUSTO e SAN MARCO, nonché la Corvetta FENICE, al comando dell’Ammiraglio Giuseppe de Giorni. La scheda tecnica allegata al Disegno di Legge depositato in Parlamento precisa le dotazioni organiche e materiali messe a disposizione di LEONTE (denominazione assegnata alla missione).
Nei primi due mesi, il contingente interforze italiano disporrà complessivamente di 2.496 uomini, di cui 1.041 a terra, che si troveranno agli ordini del Contrammiraglio Claudio Confessore. La parte del leone sul suolo libanese vero e proprio la farà il Reggimento SAN MARCO, con 730 militari, che agiranno insieme ad una compagnia di LAGUNARI composta da 125 effettivi, una compagnia NBC da sessanta unità, 45 genieri, 20 sminatori, 11 carabinieri con mansioni di polizia militare e una cinquantina di uomini addetti a funzioni di stato maggiore.
A bordo della GARIBALDI si troveranno invece 750 uomini, mentre altri 585 resteranno a bordo delle tre LPD1 e 120 saranno sulla FENICE.
Importanti le dotazioni in termini di equipaggiamento al seguito: a terra i nostri militari potranno disporre di 122 mezzi ruotati, 41 mezzi del Genio, 17 blindati, 17 mezzi anfibi, oltreché di sedici aeromobili imbarcati sulle navi (veicoli AV-8B, elicotteri SH-3D e AB-212).
Da novembre in avanti, tuttavia, l’apporto marittimo è destinato a ridursi consistentemente: rimarrà infatti in prossimità delle coste libanesi soltanto una LPD con a bordo 230 uomini. La follow on force terrestre aumenterà parallelamente a 2.450 unità, con al seguito 323 mezzi ruotati e 266 del Genio, 126 tra blindati e corazzati, e dieci aeromobili. La Brigata prescelta per fornire il telaio di forza è la POZZUOLO DEL FRIULI.
Probabilmente il picco dell’impegno militare italiano si registrerà comunque a partire dal marzo del 2007, quando il comando dell’UNIFIL PLUS sul terreno sarà trasferito dal generale francese Alain Pellegrini a un ufficiale italiano. In coincidenza a questo passaggio di consegne, ne avrà luogo un secondo alle Nazioni Unite, dove alla testa della cellula strategica istituita all’interno del DPKO2 il generale Fabrizio Castagnetti verrà rimpiazzato da un collega francese, in modo da preservare il carattere binazionale della conduzione delle operazioni. […]
Stando al testo del Decreto-Legge, gli oneri complessivi collegati al nuovo intervento in Libano saranno pari a 219.461 milioni di euro sino al 31 dicembre 2006, di cui 186.881 destinati alla parte militare in senso stretto.
Nel 2007, secondo il Ministro Parisi, per continuare la Missione saranno necessari almeno altri 600 milioni. […]
[Tratto dalla sezione: “Obiettivo Italia”, a cura di Germano Olmi, sul numero di ottobre di «Rivista Italiana di Difesa»]

Libano, l’Italia passa alla Germania il comando della Forza Marittima
Domenica 15 ottobre, in porto a Beirut, l’ammiraglio di divisione Giuseppe De Giorgi, comandante la Maritime Task Force 425, passerà il comando della Forza marittima internazionale operante nelle acque libanesi al contrammiraglio Andreas Krause della Marina militare tedesca. […] Con il passaggio di comando della Forza marittima internazionale alla Germania si conclude un periodo di importante attività per la Marina militare italiana, che ha operato al largo delle coste libanesi per 42 giorni. Durante tale periodo, il Gruppo navale italiano ha realizzato lo sbarco e il supporto logistico-sanitario di circa mille uomini e 156 mezzi, e dal 8 settembre ha assunto anche il controllo e la sorveglianza delle acque libanesi, consentendo la “rimozione” del blocco navale israeliano al Libano. Sotto il comando tedesco della Marittime Task Force 448 opereranno unità navali delle Marine militari di diversi Paesi come Bulgaria, Danimarca, Grecia, Norvegia, Svezia e Turchia, oltre a quelle tedesche.
[Fonte: Stato Maggiore Marina, tratto dal sito di www.paginedidifesa.it, 14 ottobre 2006]

Italia-Libano: parte la Pozzuolo Del Friuli
Saranno 2.200 gli uomini e le donne dell’Esercito che tra pochi giorni partiranno per la missione Unifil, e che si andranno ad aggiungere ai 250 militari della Forza armata, prevalentemente lagunari del reggimento “Serenissima”, artificieri e personale del reggimento per la difesa Nbc (difesa nucleare biologica e chimica), già sbarcati insieme ai marò del San Marco ai primi di settembre e che rimarranno in Libano anche dopo il rientro della Forza da sbarco, previsto per i primi di novembre. In partenza con le navi per Beirut, carri blindo Centauro, blindo leggere Puma, carri trasporto personale Dardo, cingolati anfibi AAV7 del reggimento Lagunari e i nuovissimi mezzi Vtlm, una sorta di jeepponi blindati e modulari in grado di affrontare terreni estremamente difficili e condizioni d’uso estreme, nonché con protezioni rinforzate contro lo scoppio di esplosivi.
I Vtlm sono mezzi di produzione italiana ma già all’attenzione degli eserciti stranieri per le loro capacità in campo operativo.
Il contingente dell’Esercito sarà composto prevalentemente da personale della brigata di cavalleria ‘Pozzuolo del Friuli’, dislocata nel Friuli – Venezia Giulia, implementato da militari specializzati in trasmissioni del reggimento ‘Leonessa’, unità specializzata nelle comunicazioni satellitari che provvederà a garantire comunicazioni telefoniche e Internet a tutte le basi italiane in Libano.
Da diverse settimane uno staff di ufficiali della brigata Pozzuolo sta lavorando in Libano per pianificare tutti i dettagli dello schieramento.
[…] L’Esercito garantirà al contingente un imponente dispositivo logistico che sarà assicurato dal 10° reggimento di manovra di Persano, e che comprenderà officine per la manutenzione e la riparazione avanzata di tutti i mezzi impiegati, veicoli Aps, ovvero Tir speciali in grado di trasportare e depositare a terra container e moduli abitativi praticamente in qualsiasi tipo di terreno, cucine campali con relativi container frigo organizzate per garantire migliaia di pasti al giorno, autobotti, autocisterne e impianti per la desalinizzazione e potabilizzazione dell’acqua, moduli lavanderia campali, shelter servizi igienici e docce oltre ai gruppi elettrogeni per la produzione di energia elettrica. Il contingente dell’Esercito sarà quindi in grado di costruire delle vere e proprie cittadine autosufficienti nelle zone di schieramento.
Comandante della brigata delle Nazioni Unite italiana in Libano, nonché comandante del contingente nazionale sarà il generale di brigata Paolo Gerometta, ufficiale di cavalleria con al suo attivo una grande esperienza di comando all’estero e al comando della brigata dal mese di gennaio.
Dalla brigata a guida italiana in Libano dipenderanno anche forze di altri Paesi; infatti al contingente italiano saranno affiancati militari delle altre nazioni che contribuiscono alla forza delle Nazioni Unite.
La brigata Pozzuolo del Friuli ha partecipato negli ultimi anni alle missioni in Albania, Kosovo, Afghanistan e Iraq ed è interamente formata da personale volontario già esperto nello svolgimento di missioni di mantenimento della pace.

Fonte: Stato Maggiore Esercito, tratto da www.paginedidifesa.it, 20 ottobre 2006

Note


1) Secondo le denominazioni standard della NATO, LPD (Landing Platform Dock) è una Unità da trasporto anfibio.
2) DPKO - Department of Peacekeeping Operations (Dipartimento per le Operazioni di Mantenimento della Pace).



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