SENZA CENSURA N.23

luglio 2007

 

Il governo rinforza il contingente italiano

l governo ha deciso di inviare “il più presto possibile” in Afghanistan cinque elicotteri Mangusta, 18 mezzi di terra - tra cui otto corazzati - e 145 uomini aggiuntivi per far fronte al deteriorarsi della situazione nel Paese. Lo ha annunciato il 15 maggio il ministro della Difesa Arturo Parisi. “Sono stati individuati i seguenti equipaggiamenti: cinque elicotteri A-129 Mangusta, di cui uno come riserva logistica; otto veicoli corazzati Dardo; dieci veicoli blindati Lince”, ha detto Parisi davanti alle Commissioni Difesa ed Esteri del Senato.
“Insieme ai nuovi mezzi, verranno inviati in Afghanistan gli equipaggi ed il personale di supporto tecnico e logistico, per un complesso di circa 145 militari”, ha aggiunto Parisi. A una successiva domanda dei giornalisti su quando avverrà la partenza di mezzi e soldati, il ministro ha risposto: “Il più presto possibile”, aggiungendo subito dopo: “So che partono subito”.
“La spesa preventiva per tale schieramento è quantificata in 25,9 milioni di euro”, ha detto il ministro, precisando che la relativa copertura finanziaria “verrà apprestata in sede di adozione del disegno di legge di assestamento del bilancio per l’anno 2007”. Dei 25,9 milioni di euro preventivati, “7,2 milioni (sono) una tantum per le predisposizioni, i trasporti e le infrastrutture logistiche in teatro, e 18,7 milioni di costi ricorrenti, per un periodo di circa sette mesi, fino al 31 dicembre 2007”.
I Mangusta “permetteranno di scortare gli elicotteri da trasporto già presenti in teatro e di esplorare il terreno nel quale operano le nostre pattuglie a terra”, ha detto Parisi. I Dardo “sono veicoli dotati di una valida combinazione di mobilità e protezione” grazie alla pesante corazzatura e ai cingoli, e nell’area di Herat, dove sono praticamente assenti strade asfaltate, “permetteranno ai nostri militari di muoversi con adeguata protezione anche fuori strada e sui percorsi più impervi”.
I Lince hanno una specifica protezione anti-mina e “aumenteranno la sicurezza delle nostre pattuglie in movimento sulle rotabili”. Parisi ha poi affermato che “ciascun contingente è dotato di un complesso di mezzi e di equipaggiamenti specificatamente selezionati per rispondere alle esigenze peculiari delle proprie unità”.
La decisione di inviare nuovi mezzi non altera “in alcun modo né la natura della partecipazione del nostro contingente alla missione Isaf né, tanto meno, le finalità ultime della nostra presenza”, ha poi precisato il ministro. Parisi ha quindi parlato della missione “Pesd” dell’Unione Europea per la ricostruzione delle forze di polizia afghane, che procede più lentamente rispetto a quella dell’esercito nazionale.
E’ previsto lo schieramento di 160 uomini, che inizierà sotto il semestre di presidenza tedesco per concludersi a metà novembre 2007. L’Italia parteciperà con 13 carabinieri, sei dei quali si trovano già a Herat “sotto cappello Isaf e dovranno passare sotto cappello Eupol”. “Con tale progetto... ci troveremo in una situazione certamente positiva, con la Nato direttamente impegnata a sviluppare le capacità dell’esercito e l’Unione Europea concentrata sulla ricostruzione della polizia”, ha commentato Parisi.
Per quanto riguarda l’esercito - per la prima volta nel Paese a carattere multietnico, ha sottolineato il ministro - la comunità internazionale ha concordato di velocizzare il processo di arruolamento, ed “è verosimile che il traguardo dei 70mila effettivi potrebbe essere raggiunto in linea se non addirittura in anticipo rispetto alla scadenza identificata nella fine del 2010”, data alla quale gli effettivi delle varie forze di polizia dovrebbero essere invece 62mila.

[Tratto da www.paginedidifesa.it - 16 maggio 2007]

 

 



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