SENZA CENSURA N.24

novembre 2007

 

SCIOPERO NELLE CARCERI DI ESPULSIONE NELLA REPUBBLICA FEDERALE TEDESCA

Sessanta prigionieri del carcere di espulsione [nella RFT è il carcere per immigrati sprovvisti di documenti e simili, che è stato modello adottato anche in Italia con l’apertura dei CPT nella seconda metà degli anni 90] di Bueren portano avanti dal 2.9.07 uno sciopero della fame a tempo indeterminato. Il loro obiettivo è l’immediata liberazione di tutti coloro che sono chiusi nelle carceri d’espulsione.
Il 2.9.07 a Bueren ha avuto luogo una manifestazione convocata sulla parola d’ordine “Basta con le guerre, chiudere le carceri d’espulsione, affermare i diritti umani”.Contemporaneamente, davanti al carcere giudiziario della stessa città che comprende anche il CPT ed è uno dei più grossi del paese, si è svolta una manifestazione durante la quale è stato letto un contributo di Noel Asanga Fon, del Camerun, che in quei giorni era rinchiuso nel CPT. Questo contributo ha segnato l’inizio dello sciopero a cui si sono uniti i 60 prigionieri.
Gli scioperanti chiedono l’immediata chiusura di tutte le carceri d’espulsione nella RFT. Questo stato si è impegnato, attraverso la sottoscrizione di diversi accordi internazionali fra i quali la Convenzione di Ginevra sui profughi, ad accordare asilo ai profughi. Questo impegno, tuttavia, viene ridotto ad absurdum dalla legislazione tedesca, la quale non lascia più nessuna chance ai richiedenti asilo. La risposta a questo sopruso potrebbe perciò essere l’immediato stop di tutte le espulsioni e la chiusura di tutte le carceri d’espulsione.
Nooel Asanga Fon è uscito il 4.9.07 dal carcere d’espulsione di Bueren. Dopo tre mesi di carcerazione è stato chiarito che le autorità dell’Ufficio stranieri hanno commesso nei suoi confronti un errore formale; questo “errore” rimane oscuro, poiché avvenuto quando Noel Asanga Fon aveva già scontato 3 mesi e non al momento del suo arresto. Assieme a lui sono stati liberati altri due prigionieri che avevano preso parte in maniera determinante allo sciopero.
Le autorità non sono riuscite a nascondere lo sciopero. Da quando questo è iniziato, ad ogni pasto sono rimasti intatti almeno 60 piatti. I prigionieri sospettano che la censura dovessero servire alla destabilizzazione degli scioperanti. Ma sin nella preparazione dello sciopero è stato inviato un fax con il quale i prigionieri si sono parzialmente collegati con l’esterno e hanno reso possibile in generale la comunicazione.
L’associazione di soccorso ZHilfe sostiene la protesta e le richieste dei prigionieri. Il portavoce di questa associazione Frank Gokel in proposito ha detto di essere rimasto sorpreso dal fatto che i prigionieri, di fronte alle condizioni disperate cui sono stati sottoposti, siano riusciti a mantenere la calma. Ha poi aggiunto: “Il sistema delle carceri d’espulsione nella RFT è assolutamente sprezzante nei confronti dei diritti umani; l’immediato blocco di tutte le espulsioni e la chiusura delle carceri d’espulsione perciò può essere la sola via giusta”.

redazione di So oder So
15 settembre 2007



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