SENZA CENSURA N.26
luglio 2008
Contro l’occupazione sionista
Dichiarazione finale della Conferenza del Cairo – Forum del Cairo per la
Liberazione.
Campagna Internazionale contro l’occupazione sionista e americana
Pubblichiamo la prima parte della “Dichiarazione finale della Conferenza del
Cairo”, tenutasi il marzo di questo anno in Egitto, contestualmente al Forum del
Cairo per la Liberazione. Si tratta della sesta conferenza di questo ambito che
si muove contro l’occupazione sionista ed americana, e che raggruppa importanti
forze della lotta antimperialista del mondo arabo e non solo. Ci è sembrato
importante quindi continuare a fornire ai lettori di Senza Censura, così come
abbiamo fatto in precedenza, il documento finale di questo ambito di confronto,
di organizzazione e di relazione tra esperienze militanti dei Paesi che
subiscono l’aggressione neo-coloniale (Palestina, Iraq, Libano, …) e dei
militanti del “centro” imperialista. La traduzione integrale della dichiarazione
può essere letta sul sito della rivista: www.senzacensura.org nella sezione
“materiali di approfondimento”.
CONFERENZA DEL CAIRO ‘08
Dichiarazione finale della Conferenza del Cairo.
Marzo 2008
Campagna Internazionale contro
l’occupazione sionista ed americana.
Il successo della sesta Conferenza del Cairo e del forum per la liberazione del
2008 è da ritenersi un successo importante, nonostante tutte le difficoltà e le
sfide incontrate sul cammino.
L’obbiettivo dei due eventi era quello di legare tra loro tre lotte differenti:
quello dei movimenti di resistenza del popolo palestinese, iracheno e libanese;
quello dei gruppi politici che lottano contro il colonialismo, l’egemonia, e il
dispotismo nel mondo Arabo (Islamici, Nazionalisti Arabi e Socialisti); e infine
quello dei movimenti pacifisti e no-global, i quali agiscono su scala mondiale.
Durante l’anno che ha preceduto la conferenza le sfide in ciascuno di questi tre
fronti sono state innumerevoli.
Il popolo palestinese e la resistenza fanno fronte ad un pauroso assedio imposto
dalle forze d’occupazione sioniste e supportato dagli Stati Uniti così come dai
governi fantoccio di molti regimi arabi. L’esercito sionista ha inoltre
assediato il popolo palestinese con una lunga serie di massacri e con politiche
mirate a ridurlo alla fame. Nonostante tutto questo la resistenza palestinese
sta continuando. Il popolo palestinese segue sabotando e smantellando ogni
tentativo che vuole annientarlo, e con lui la sua causa.
La resistenza irachena si sta invece scontrando con gli attacchi insistenti del
colonialismo degli USA e dei suoi alleati. Il tentativo sarebbe quello di
dirottare gli sforzi della resistenza irachena per il conseguimento
dell’indipendenza nazionale su un sentiero di guerre settarie, di cui le forze
d’occupazione beneficerebbero. Nonostante gli Stati Uniti stiano tentando di
liquidare e dividere la resistenza irachena, essa ogni giorno continua a causare
grosse perdite alle forze d’occupazione. L’orribile aggressione che l’ esercito
iracheno ha compiuto supportato dalle forze d’occupazione a danno dell’ armata
Mahdi nel sud del paese fornisce ulteriore testimonianza del fatto che non si
tratta di guerra settaria tra Sunniti e Sciiti ma piuttosto di una guerra tra
gli agenti delle forze d’occupazione e coloro che rifiutano l’occupazione.
La resistenza libanese ha realizzato una storica vittoria contro il nemico
sionista durante l’estate del 2006 rendendo vani i piani di Israele e degli
Stati Uniti in quella regione. Nonostante questo la resistenza libanese continua
ad esser messa alla prova dalle forze sioniste che stanno preparandosi per una
nuova guerra. L’assassinio del militante martire Emad Moghneyya per esempio
rappresenta solamente l’inizio di quel processo, come il tentativo di disarmo
della resistenza messo in atto dalle forze libanesi e da diversi regimi arabi.
Il fine sarebbe quello di isolare ed assediare il movimento Hezbollah. Quest’ultimo
tuttavia ha dimostrato che più sacrifici avrà da pagare, maggiori saranno
determinazione, impegno e forza nell’ affrontare i nemici, dentro e fuori i
confini del Libano.
Per quello che riguarda le forze politiche e i gruppi che lottano contro
dispotismo, colonialismo e sionismo nei paesi arabi, essi sono sottoposti a
ripetute ondate di oppressione e violenza per mano dei regimi arabi. Il regime
egiziano in particolare si contraddistingue: le sue prigioni abbondano infatti
di tanti onorevoli militanti. Le forze d’opposizione reali sono state esonerate
dalla partecipazione alle elezioni comunali locali, già predestinate ad essere
vinte dal partito al governo.
Abbiamo inoltre assistito all’ insurrezione della classe lavoratrice e a quella
di diversi movimenti civili che si sono fatti valere attraverso scioperi, sit-in
e dimostrazioni durante le quali si sono imposti all’ agenda politica del regime
egiziano lottando contro le politiche di oppressione e d’impoverimento attuate
dal regime attraverso la cosiddetta ‘riforma economica’. Tale riforma è attuata
in favore di un’alleanza corrotta tra l’autorità politica e alcuni grossi
imprenditori. Questa lotta deve essere intesa in connessione con quella contro
dispotismo, colonialismo e sionismo. Il battito del cuore e la forza della vita
stessa fisseranno gli esiti di quella lotta.
L’insorgere di quel movimento ha lasciato il segno nella forma e nei contenuti
della conferenza del Cairo e nel forum. Le sale e le assemblee erano gremite di
gente: non si trattava solo di studenti, attivisti ed intellettuali, ma anche di
centinaia di operai, contadini, e lavoratori del terzo settore. Questo di per sé
dimostra il legame tra la sofferenza che il regime egiziano ha inflitto al suo
popolo e quella dei palestinesi, dei libanesi e degli iracheni, tiranneggiati da
sionismo e colonialismo.
Per quel che riguarda il movimento no-global, esso sta affrontando la sfida dei
media e l’annessa campagna di propaganda volta ad incitare la pubblica opinione
mondiale contro i musulmani usando quel pretesto per protrarre la guerra e l’
egemonia statunitense. Nonostante questo il movimento è riuscito ad organizzare
manifestazioni di massa ed ha continuato a giocare un ruolo centrale nella
rappresentazione della barbara natura della guerra e del colonialismo. Ha
inoltre esercitato grosse pressioni per la fine dell’occupazione statunitense
così come per l’interruzione dell’assedio a Gaza ed ha mobilitato l’attenzione
pubblica contro nuove guerre in Siria ed Iran.
Il successo della nostra conferenza, che è assolutamente la più grande per il
numero dei partecipanti e la più diversa nelle sue attività, rinforza la nostra
convinzione che la solidarietà è il mezzo con cui supportiamo la liberazione di
Iraq, Libano e Palestina; la liberazione dei popoli arabi da dispotismo,
corruzione e sfruttamento; e la liberazione del mondo intero da guerra,
globalizzazione e capitalismo. Questa solidarietà e questo movimento non
indietreggeranno ma continueranno ad espandersi guadagnando profondità e forza
fino a che non otterremo la nostra vittoria.
Dobbiamo ancora lavorare per tradurre i nostri slogan in concreti piani
d’azione, capaci di avere un impatto sul mondo e di farci raggiungere i seguenti
obiettivi:
L’interruzione dell’assedio di Gaza e l’attivazione delle campagne di boicottaggio dello stato sionista e delle sue istituzioni, su scala mondiale, e anche negli Stati Uniti. Totale supporto all’uso di tutti i mezzi necessari per resistere al brutale nemico. Questo può significare la denuncia di funzionari americani e sionisti così come la legittimazione della resistenza armata contro l’ occupazione straniera e i regimi razzisti, o il rifiuto di qualsiasi insediamento che violi i diritti primari del popolo palestinese.
Lottare con ogni mezzo contro qualunque forma di colonialismo statunitense e supportare la resistenza irachena sino alla liberazione.
Evidenziare e sfidare i piani statunitensi volti ad espandere la guerra in Iran, Siria e Sudan.
Solidarietà con la resistenza libanese contro ogni nuova invasione sionista e contro qualunque tentativo sionista di disarmarla.
Immediato rilascio di tutti i prigionieri politici detenuti in Egitto, innanzi a tutti i membri di comitati organizzativi quali Ali Abdel Fattah ed il Dr. Ahmed Ramy e fine della farsa dei processi militari contro i Fratelli Musulmani.
Intraprendere azioni di solidarietà con i lavoratori e i movimenti sociali
egiziani supportando la lotta del popolo egiziano contro lo sfruttamento e il
dispotismo.
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