SENZA CENSURA N.27

novembre 2008

 

I porti liguri e la ridefinizione del territorio urbano

“Oggi più che mai – ha detto il presidente della Port Autorithy savonese, Rino Canavese – i tre porti devono cercare soluzioni comuni adottando regole uniformi nella regolamentazione della concessione delle banchine. Anche i temi della sicurezza vanno affrontati in maniera unitaria per ottenere soluzioni condivise”.

L’alleanza portuale ligure si propone - ha detto Merlo - «di occupare gli spazi che possono essere occupati con la legislazione vigente», ad esempio con un ragionamento comune sulla stesura dei prossimi piani regolatori portuali, sull’applicazione della legge 84/94 di riforma portuale, sui temi della retroportualità, dell’autofinanziamento, della promozione e delle concessioni.

Settembre 2008

Il tentativo di strutturare un sistema portuale unico per tutti i porti liguri sembra ormai essere una realtà, anche se i presidenti delle diverse autorità portuali hanno voluto sottolineare che non c’è da parte loro la volontà di creare un’unica portualità ligure con la costituzione di Ligurian Ports - Sistema dei Porti Liguri, nuova associazione che vede riunite le tre autorità portuali di Genova, Savona e La Spezia.
Comunque al di là di come si assesteranno gli accordi è del tutto chiaro che le rotte mediterranee sono diventate indispensabili per i traffici da est e ovest e più competitive delle rotte nord europee per i costi, e che quindi un’eventuale unione dei porti liguri potrebbe sicuramente agevolare la loro competitività. A questo punto non ci resta altro che aspettare quali saranno i prossimi passi di questa nuova associazione.
Il dato che rimane è comunque la necessità, sottolineata con forza da tutti gli studi specialistici commissionati sul settore, che le portualità liguri si uniscano o quanto meno comincino a coordinarsi, sfruttando di fatto le possibilità che la nuova legge di riforma sulle autorità portuali, ormai in dirittura d’arrivo, consentirà loro in termini di trasformazione e armonizzazione del territorio circostante con il piano complessivo dei trasporti deciso a livello europeo e noto come “grandi corridoi”.

Sembra quindi che ci troviamo ad un bivio mentre infatti prima era il settore della produzione ad avere l’egemonia nella definizione del tessuto urbano, con la creazione di centri cittadini riservati alle attività commerciali ed abitati dal ceto medio borghese, e la costruzione di fabbriche con i relativi quartieri operai a rappresentare la periferia, con le conseguenti ricadute sulla vita sociale, adesso sono la circolazione e la distribuzione che si stanno occupando di riscrivere completamente il territorio.
Questa ridefinizione degli equilibri sarà dirompente sia per la ristrutturazione territoriale sia per quanto riguarda lo sfruttamento del lavoro nei settori legati alla circolazione ed alla distribuzione. Di questo Spezia come altre città portuali italiane è testimone privilegiato. I due luoghi in cui si stanno giocando i destini urbanistici e di sviluppo della città sono l’Area IP, prima sede di uno stabilimento ENI e ora destinata a divenire un grande non luogo di distribuzione delle merce e il Porto.



http://www.senzacensura.org/