Lettera dal
carcere di San Michele (Alessandria)
Sulla situazione carceraria qui, all’EIV di Alessandria, ci hanno messo le
“gelosie” alle finestre. In sostanza queste sono delle strutture fatte di
pannelli di plexiglas bianco attaccate all’esterno, dietro le sbarre delle
finestre. Solo ai lati hanno tutta una cornice di 30 cm di rete per far
passare un minimo di aria ma per il resto sono fatte apposta per eliminare
la visuale verso l’esterno. L’utilità di queste “gelosie” è quella di
impedire qualunque contatto con i detenuti comuni, di isolare la sezione e
di impedire la solidarietà tra carcerati.
Fino a poco tempo fa queste “gelosie”, come le “bocche di lupo”, erano
esclusiva del 41 bis ma da un po’ cominciano a essere usate anche nei regimi
EIV.
Ovviamente queste misure non sono previste in nessun regolamento perchè sono
tra i tipici espedienti del carcere duro usati per aumentare il senso di
oppressione e la pesantezza della carcerazione. Ora nelle celle non circola
un filo d’aria e il caldo si sente il doppio, dato che è come stare a Luglio
con le finestre chiuse. In più queste, essendo state installate anche nei
corridoi e salette socialità, eliminano del tutto qualsiasi contatto visivo
con l’esterno. Tutto il giorno la tua vista non guarda più lontano di 2 o 3
metri e questo, oltre ad esasperare la percezione della costrizione a cui si
è sottoposti, si ripercuote soprattutto sulla vista che a lungo andare ne
viene danneggiata. Vi ho già scritto in altre occasioni di quanto ristretti
siano gli spazi in questa sezione e sulla totale mancanza di qualsiasi
attività per i detenuti. Ad ogni nostra richiesta la risposta della
direzione era la mancanza di fondi. Ora sono arrivati... per peggiorare
ancora di più le nostre condizioni.
Quanto si vede da noi rispecchia la tendenza generale di questo governo che,
a fronte di crescente sovraffollamento e di condizioni sempre più critiche
nelle carceri, risponde con proclami di inasprimento delle misure
contenitive per dare fiato alla tendenza reazionaria e sicuritaria che gli
permetta di sviare l’attenzione dai problemi reali e per far passare nel
frattempo in sordina i peggiori attacchi alle masse popolari e alle loro
condizioni di vita. Qui, contro questa ennesima provocazione, più di tanto
non riusciamo a fare dato che siamo in pochi. Abbiamo parlato col comandante
che ci ha detto che forse toglierà queste “gelosie” dai corridoi e salette
comuni ma qui è convinzione di tutti che come sempre alle sue parole non
seguirà nessun miglioramento. Staremo a vedere.
Abbiamo invece saputo che a Monza si stanno muovendo per ottenere qualche
miglioramento e ci teniamo a esprimere loro tutta la nostra solidarietà.
Noi, nel limite delle nostre forze continuiamo a resistere con la
consapevolezza che le lotte nelle carceri, nei posti di lavoro e in difesa
di qualsiasi diritto vanno legate a una critica di tutta la società
borghese, vera causa di soprusi, guerra e miserie.
20-7-08, Carcere di Alessandria
Max e Antonio |