SENZA CENSURA N.28
marzo 2009
Sull’aggressione sionista a Gaza
23 prove della sconfitta di Israele nella guerra dei 23 giorni
di Sami el Habib*
La gente si raduna a sostegno di Hamas a Gaza dopo la guerra. Israele ha
cominciato la sua Operazione Cast Lead contro Hamas nella striscia di Gaza il 27
dicembre 2008, quasi tre settimane di un bagno di sangue che ha ucciso o ferito
migliaia di civili. Prendendo in considerazione le lezioni che il regime ha
appreso dalla sconfitta della guerra dell’estate 2006 contro gli Hezbollah
libanesi, Tel Aviv ha evitato obiettivi specifici per la sua operazione militare
con l’intento di legittimarla e dichiararsi vincitore alla fine del conflitto. I
militari israeliani inizialmente presumevano di poter così pareggiare il loro
vecchio conto con Hamas annientando il movimento in pochi giorni. Confidando nel
supporto di alcuni stati Arabi che vedevano la sconfitta di Hamas come un colpo
all’Iran, il regime ha colto l’opportunità fornita dal periodo di transizione
della Casa Bianca intensificando la sua campagna di bombardamenti in una vera
offensiva di terra per uccidere i leader di Hamas una volta per tutte. Il piano,
tuttavia, si è schiantato contro la sua stessa ideazione; si è perso il
controllo della situazione e l’esercito israeliano si è ritrovato bloccato in un
pantano. Successivamente, i leader del partito politico Kadima, sull’ orlo del
fallimento, hanno fatto ricorso a questo piano per salvarsi in vista delle
elezioni generali, dovendo trovare in fretta un modo per rimediare a questo
pasticcio. Unilateralmente hanno dichiarato una tregua per spezzare l’impasse
camuffando il loro fallimento militare in un’ azione umanitaria. Gli ufficiali
militari e politici israeliani stranamente stanno ancora vantandosi della loro
decisiva vittoria su Hamas. La realtà a terra prova il contrario; si vede la più
umiliante sconfitta che il regime abbia subito in 33 giorni di guerra.
Israele è stato, senza dubbio, il perdente perché:
1 - Da una prospettiva militare l’ esercito “più potente” del Medio Oriente ha
affrontato a fatica un solo gruppo di miliziani nelle aree urbane della Striscia
di Gaza. Ha incontrato una fiera resistenza realizzando che il prezzo per una
qualsiasi vittoria militare sarebbe stato molto alto.
2 - All’ inizio dell’ operazione Israele aveva annunciato che si trattava di
un’azione preventiva agli attacchi missilistici di Hamas e di altri gruppi
palestinesi contro i paesi israeliani. I Palestinesi, tuttavia, hanno continuato
a colpire i bersagli israeliani anche nelle ultime ore della guerra.
3 - Hamas ha esteso l’ area dei bombardamenti riuscendo a colpire bersagli fino
a 60 km dalla Striscia di Gaza. In realtà l’ operazione israeliana ha aiutato
Hamas ad aumentare le proprie forze militari.
4 - Nel corso delle uccisioni di civili, il regime israeliano ha messo su una
fabbrica per produrre bombe a orologeria viventi, il che compromette la
sicurezza di Israele. Le vittime civili in ogni conflitto spingono alla
radicalità membri di famiglie a lutto. Conseguentemente al massacro di civili a
Gaza è molto più probabile che quei Palestinesi che hanno adottato un approccio
non violento per resistere all’ occupazione israeliana passino ora a tattiche
militari. Da tenere a mente che molti di loro non hanno niente da perdere.
5 - Israele ha firmato frettolosamente un accordo con gli USA, non direttamente
coinvolti nella guerra preventiva al contrabbando di armi nella Striscia di
Gaza. L’ accordo prevede da misure per prevenire il riarmo di Hamas fino alla
richiesta di assistenza nelle operazioni di polizia di controllo delle rotte
verso Gaza, e prevede la partecipazione dell’Egitto con il compito di annientare
i traffici di contrabbando lungo i confini costieri. Questa non è altro che una
tattica per persuadere l’ opinione pubblica che la guerra abbia avuto qualche
risultato. L’ annuncio dello Shin Bet (“Servizio di sicurezza generale”) secondo
cui Hamas sarebbe pronta al riarmo entro pochi mesi supporta questa
affermazione. I media israeliani hanno inoltre rivelato che Washington non ha
dato garanzie a Tel Aviv sul fatto che riguardo al riarmo di Hamas.
6 - Hamas ha giurato di reintegrare il suo arsenale, dando un colpo agli
ufficiali israeliani che affermano che il movimento è stato abbattuto e che non
possa continuare la campagna armata contro Israele.
7 - Si stima che nessun leader di Hamas, a parte Said Siyam, sia stato ucciso
nell’ operazione israeliana, infatti tra le più di mille vittime dell’ offensiva
israeliana, solo 95 persone facevano parte di Hamas e molte di esse sono state
uccise nel primo giorno dell’attacco quando Hamas è stata colpita a causa del
tradimento di alcuni Stati Arabi.
8 - La sconfitta di Israele da parte di un piccolo gruppo ha distrutto l’
immagine di un esercito infallibile che sopraffaceva gli eserciti di molti stati
Arabi dal 1967. Non c’è da stupirsi se gli abili nemici di Israele siano stati
incoraggiati a ridefinire il loro vecchio conto con il regime dopo la recente
sconfitta. Non ha importanza ciò che possiedi nel tuo arsenale, sei considerato
perdente se sei perdente nella mente del tuo nemico. Israele sembra aver
intrapreso il cammino della sconfitta.
9 - Da una prospettiva politica la situazione israeliana non è migliore di
quella a livello militare. In primo luogo, due ambasciatori israeliani sono
stati espulsi, grande umiliazione diplomatica per Tel Aviv.
10 - L’ uccisione indiscriminata di civili, tra cui donne e bambini ha portato a
una condanna a livello internazionale al punto che gli USA, che hanno sempre
proibito nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite risoluzioni contro
Israele, sono stati neutralizzati e hanno ceduto alla crescente pressione
internazionale quando il consiglio ha votato una risoluzione vincolante per un
immediato cessate il fuoco.
11 - La strategia di Israele di screditare la popolarità di Hamas facendo
pressione sugli abitanti di Gaza ha avuto ovviamente l’ effetto opposto. Il
movimento islamico ne è uscito più popolare di quanto non fosse prima della
guerra perché ogni gruppo o persona che colpisce Israele è visto come un eroe
agli occhi dei Paesi Arabi. Abbiamo attestato il fenomeno durante i 33 giorni di
guerra che hanno reso Seyyed Hassan Nasrallah il leader arabo più popolare del
mondo islamico.
12 - Dopo la guerra di Gaza, la vita politica di Mahmoud Abbas si è conclusa.
Ora Abbass, che si preparava ad un ritorno a Gaza dopo il rovesciamento del
governo di Hamas, implora i politici di trovare un posto per lui nel futuro
politico della Palestina. Se Abbass perde alle elezioni generali della Palestina
-con grande probabilità data la situazione dopo la guerra a Gaza- Israele
perderà il suo partner per un discorso di pace.
13 - Le speranze di Kadima di una vittoria nelle imminenti elezioni sono state
deluse. In altre parole andranno al potere partiti di destra come Likud o
persone come Israel Beitenu o gli avvoltoi di Shas, fanatici che non hanno mai
creduto nella pace. Israele dovrebbe sostenere se stesso in giorni durante i
quali non ci sarebbe speranza per una risoluzione politica del conflitto in
corso1.
14 - La guerra di Gaza ha portato ad un altro risultato non voluto a causa
dell’agire di Israele: ha unito le forze musulmane e anti-israeliane di tutto il
mondo! Non si sono mai viste al mondo manifestazioni anti-israeliane così di
massa.
15 - Hamas ha dato un buon esempio. Un piccolo gruppo ha sconfitto il più
potente esercito del Medio Oriente. Non bisogna sorprendersi se un giorno
vedremo Israele combattere per la sopravvivenza in una battaglia con una
moltitudine di piccoli o grandi gruppi e organizzazioni che adotteranno la
resistenza militare come loro strategia.
16 - Gli israeliani hanno realizzato che i loro leader sono incapaci di
proteggerli; non c’è un posto sicuro nei territori occupati. Ciò significa che
il peggior incubo di Israele si sta concretizzando: una drammatica crescita del
tasso dell’immigrazione negativa seguita da un maggior impatto demografico.
Questo potrebbe scuotere la fondazione del regime di Israele rendendo la
popolazione ebrea una minoranza nei territori palestinesi occupati. L’
apprensione per questo problema ha suggerito al regime la negazione ai rifugiati
palestinesi del diritto a ritornare nella propria terra.
17 - Dopo la Guerra il mondo ha riconosciuto Hamas come attore principale il cui
ruolo non può essere ignorato a lungo e che non può essere escluso da
qualsivoglia processo politico in Medio Oriente.
18 - Il Primo Ministro Ismail Haniya ha chiamato la Guerra “Forqan”, una parola
del Corano che indica ciò che separa il bene e il male. L’ esito della guerra ha
indebolito quegli Stati Arabi che avevano adottato una posizione pro-Israele.
Negli altri territori ha anche accentuato il significato del ruolo
pro-resistenza di questi paesi inclusi Iran e Syria. Ad ogni modo l’equilibrio
di potere è cambiato per quanto riguarda gli interessi di Israele.
19 - I leader di Kadima si sono resi ridicoli mostrando le loro carenze nelle
caratteristiche necessarie a guidare il regime. Kadima, istituito dal precedente
Primo Ministro Sharon alla fine dell’impasse politica del regime, attaccando
Gaza ha commesso un suicidio politico.
20 - La Guerra ha anche indebolito la base politica di quei leader di paesi
islamici vicini a Israele. Essi devono affrontare la loro gente. Il processo è
già iniziato come provano le dimostrazioni avute in alcuni paesi in cui proteste
sociali e politiche sono rare.
21 - A dispetto dei bombardamenti non stop nella Striscia di Gaza con armi non
convenzionali, gli abitanti di Gaza tengono alto il loro morale, come riportato
da giornalisti occidentali. Non ci sono lunghe file di persone ai valichi di
frontiera nel tentativo di fuggire in un posto sicuro. Nelle cittadine
israeliane invece ogni giorno molte persone sono soccorse per “shock”. In altre
parole Israele ha perso anche la guerra psicologica.
22 - La Guerra purtroppo ha alimentato sentimenti antisemiti nel mondo. Anche se
gli attacchi agli ebrei o alle loro proprietà sotto qualsiasi pretesto sono
certamente condannati, nonostante le parole di Israele al mondo ebreo questo
vuol dire che Israele non prende mai in considerazione gli interessi degli
Ebrei. Tel Aviv ha rifiutato la richiesta di 11 importanti leader della comunità
ebraica britannica che chiedevano al regime di fermare l’offensiva per la
salvaguardia della loro sicurezza.
23 - Ci sono e ci saranno gruppi che vorranno aprire cause legali contro Israele
in tribunali internazionali per i suoi crimini di guerra a Gaza. Se Hamas fosse
stato distrutto, i leader israeliani avrebbero potuto affermare che sia valsa la
pena pagare questo caro prezzo. Ma senza ottenere nulla, come si può
giustificare i loro atti, che hanno attirato una serie di condanne a livello
internazionale?
La guerra di Gaza ha certamente cambiato lo status quo nei confronti di Israele.
La storia sembra ripetersi; la situazione è la stessa di quella del giorno dopo
la fine della Guerra dei 33 giorni - ad eccezione di una cosa: questa volta, il
regime non ha alcuna scusa per giustificare la propria sconfitta, non c’era
nessun ministro della Difesa inesperto a guidare la guerra.
La guerra di Gaza ha dato l’ultimo colpo al regime israeliano e il suo risultato
finale è l’inizio di una battaglia all’interno del regime, che metterà a rischio
la sua stessa esistenza.
Chi commette un errore, una volta può essere considerato inesperto, ma coloro i
quali ripetono i loro errori sono certamente giudicati come “incompetenti e
folli”.
Dovremmo aspettarci un altro rapporto Winograd?
21 gennaio 2009
Nota della Redazione: