PER LA COSTRUZIONE RIVOLUZIONARIADichiarazione processuale di una compagna del KGI di Zurigo, incarcerata per la manifestazione militante del 1° Maggio 1992 Non sono qui come imputata, in galera ci sono già: non siedo davanti alla sbarra della loro giustizia di classe, bensì come militante comunista in uno dei loro carceri. A questo teatro hanno dovuto trascinarmici in cellulare, "così come va fatto". Approfitto dell'occasione per spiegare perché nego loro ogni legittimazione a giudicarmi e a condannarmi e conseguentemente scelgo il mezzo del boicottaggio. L'altro processo (12-01-93: blocco della borsa, scritte "abolizione dello Stato, non dei servizi segreti", sciopero della fame dei prigionieri politici dei GRAPO/PCE(r), e 1° maggio 1991, richiesta: "assolutamente" 8 mesi) e quello di oggi (manifestazione militante 1° maggio 1992, richiesta: "assolutamente" 2 mesi) non possono essere presi in considerazione separatamente. Fanno parte della medesima montatura dei servizi segreti. Dopo che ampi settori della popolazione avevano negato loro ogni legittimità, si trovavano a Zurigo davanti ad un dilemma: come si può ristrutturare un vecchio apparato dei servizi senza che nessuno se ne accorga? E dato che questo è impossibile nel lungo periodo, dovevano dimostrarne la "necessità". L'individuazione e la costruzione di un cosiddetto "capo popolo" all'interno di un nemico politico antagonista, adducendo come prove scritti politici (come Subversion n. 15 sulla questione della prospettiva rivoluzionaria, oppure il volantino del KGI per il 1° maggio 1992) è una vecchia ricetta dei servizi, niente di nuovo, niente di cui agitarsi. Altrettanto poco c'è da agitarsi per il fatto che la classe dominante non possa rinunciare alla protezione del suo Stato [gioco di parole tra il termine Staatsschutz: 'servizi segreti', e Schutz des Staates: 'protezione dello Stato' - ndt.]. Così gli sbirri dello Staatsschutz hanno lavorato a livello federale in modo più efficiente dei loro incapaci colleghi di Zurigo e grazie all'arroganza del loro potere hanno costruito uno Staatsschutz (del resto assai caro) che si fa sentire in Europa. Non hanno neppure esitato a dichiarare il 1994 "anno della sicurezza interna". In perfetta linea con il motto di Koller: "Non vogliamo un federalismo da predica domenicale". Perché questa massiccia ristrutturazione; che cosa teme la classe dominante? Non solo lo Staatsschutz, ma anche il capitale si sta ristrutturando, e, come potrebbe essere altrimenti, a spese degli sfruttati! Grossi guadagni per le banche e per le multinazionali da un lato, rapido attacco alla qualità della vita dall'altro. A questo riguardo un esempio tra i tanti: nel 1992 il gruppo Globus ha eliminato - a fronte di un aumento degli utili del 7% - 400 posti di lavoro. Anche i guadagni da record delle banche svizzere hanno causato dei veri e propri problemi agli strateghi della borghesia finanziaria. Gli esperti in relazioni pubbliche hanno il loro da fare per trovare il modo di vendere al meglio questi guadagni mostruosi agli impiegati e al pubblico, in un momento in cui le banche non concedono alcuna compensazione per il carovita alle imprese che dipendono direttamente da esse e, adducendo a pretesto la crisi, definiscono le richieste di aumenti salariali irresponsabili dal punto di vista politico-economico, e anzi vogliono smantellare posti di lavoro. Il tasso di disoccupazione della città di Zurigo, secondo le statistiche, è quasi del 7% (ma dopo 550 giorni di disoccupezione non si è più compresi in questa percentuale), il maggiore aumento riguarda i giovani tra i 15 e i 24 anni. Va da sé che questo riguarda quasi esclusivamente i giovani dei quartieri proletari della città. Sempre più gioveni non trovano un posto da apprendista dopo la scuola (250 richieste per un solo posto sono all'ordine del giorno) oppure dopo l'apprendistato non hanno lavoro. "La disoccupazione è una conseguenza dello sfruttamento capitalistico" era la nostra parola d'ordine il 1° maggio 1993, non è semplicemente uno slogan, ma un concetto che puntualizza la realtà: il lavoro della società non serve al benessere di tutti, bensì solo ed unicamente ai capitalisti, alla borghesia imperialista. Una situazione che non è priva di pericoli nemmeno per i padroni e per i loro cani da guardia, perché non è più possibile neppure il minimo soddisfacimento materiale degli interessi di una parte della classe. Ora non sono più di alcun aiuto gli appelli al sacrificio portati avanti dai sindacati in sintonia con certi imprenditori, appelli che sostengono che potremmo tutti guadagnare un poco di meno, per continuare così a mantenere in vita senza conflitti il capitalismo. E a lungo andare neppure sono di alcun aiuto le posizioni anacronistiche e tipicamente socialdemocratiche come quella su Wohlgroth e sulla questione degli sgomberi: gli amministratori di questa città vogliono "aiutare" i più di cento occupanti (principalmente giovani senza casa) "a percorrere spontaneamente la strada della legalità"; così Brühle non perde "il suo Godwill faticosamente riconquistato, i bottegai del centro non perdono i loro clienti nel periodo prenatalizio, il governo di sinistra della città non perde la sua credibilità proprio in prossimità delle elezioni, i borghesi non perdono ulteriormente terreno rispetto alle generazioni più giovani, la città di Zurigo non perde qualità della vita e prestigio". Ovunque questi tentativi di integrazione non attechiscono, ma anzi si sviluppa e cresce la lotta; i cani da guardia cercano di impedirlo e di distruggerla. Possono benissimo imprigionare alcuni singoli, rinchiuderli per 23 ore al giorno, isolati in piccole celle (da 3 a 5 passi), però è una delle loro imprese inutili ed è solo una loro eterna illusione credere che si possano arrestare la resistenza e la lotta organizzata contro lo sfruttamento e l'oppressione con la repressione e il controllo. Tutta la nostra forza serve alla costruzione, all'organizzazione della lotta rivoluzionaria, di modo che crescendo passo per passo si avvicini alla prospettiva di cambiare i rapporti di forza e di afferrare i rapporti di potere in questo Stato. Per la costruzione rivoluzionaria 2 novembre 1993 A. S., KGI |