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IL BOLLETTINO DEI COMITATI CONTRO LA REPRESSIONE

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IL BOLLETTINO: NOTIZIE EUROPA

Spagna:

IL CARCERE UCCIDE UN ALTRO PRIGIONIERO BASCO

Il prigioniero politico basco Juan Carlos Alberdi Martiarena di 30 anni è deceduto ieri mattina, sembra per un infarto, nel carcere di Herrera de la Mancha (Ciudad Real) dove era rinchiuso. (...) Herri Batasuna ha definito la morte di Juan Carlos Alberdi Martiarena un «assassinio di Stato» a causa delle «condizioni in cui vivono i nostri prigionieri». (...) Herri Batasuna rileva che la politica del PSOE «di rinchiudere i prigionieri in galere inumane, annientandoli fisicamente e psichicamente, negando le più elementari cure sanitarie e in modo particolare evitando che essi possano ricevere il calore e la solidarietà dei loro familiari, dei loro amici e dell'insieme del popolo basco, fa di questo partito un complice e diretto responsabile di questo nuovo assassinio». Accusa parimenti come «compagni di viaggio, responsabili quanto il PSOE» coloro che «presentano soluzioni per questo popolo a base di pentimenti». (...) Per le Gestoras Pro-Amnistia, «le carceri dello Stato spagnolo sono un vero mattatoio di prigionieri politici baschi». Così afferma l'organismo popolare in un comunicato in cui ricorda che «solo 15 giorni fa, il 1° giugno, era sul punto di morire nelle stesse circostanze e nello stesso carcere il prigioniero Peio Cuesta Garmendia, che non ha avuto assistenza medica in carcere e al quale ha salvato la vita solo, in ultima istanza, l'intervento di un compagno prigioniero medico, Oscar Castejón». Secondo le Gestoras, «le condizioni di annientamento dei prigionieri politici baschi sono parte di una strategia alla quale non si può ulteriormente negare il carattere di sterminio. Il passare sotto silenzio le denunce - aggiunge il comunicato -, la repressione sulle manifestazioni di solidarietà, costituiscono un altro elemento della stessa strategia ed il silenzio dinanzi a questi fatti da parte dei partiti che si dichiarano difensori della pace e della democrazia, vale a dire del PNV, EA, EE, li rende complici di questo sistema brutale».

(brani tratti da un articolo di Egin del 16 giugno 1988)

N.B. Recentemente, si è verificata un'altra morte: quella del presunto militante di ETA Mikel Arrastia, lanciatosi nel vuoto durante una perquisizione della Guardia Civil nella sua abitazione. Il padre del giovane, nel corso di una conferenza-stampa, ha affermato che la morte di Mikel non può definirsi come suicidio ma è da collegare al grande spiegamento di Guardia Civil e ai metodi di questa che hanno indotto il giovane a gettarsi nel vuoto. Il rappresentante delle Gestoras Pro-Amnistia ha affermato da parte sua che la morte di Mikel si spiega con la paura delle torture (che, com'è noto, vengono usate diffusamente dalle forze repressive in Euskadi).

(informazione tratta da Egin del 2 luglio 1988)

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Pagina modificata il 18 marzo 1999 - no copyright, Coordinamento contro la repressione a sostegno di Mumia Abu Jamal



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