Senza Censura n. 6/2001 [ ] Giro di vite nelle carceri USA Prigionieri politici ed altri posti in isolamento dopo le azioni dell'11 settembre Il pandemonio sociale e politico scatenatosi dopo gli attacchi contro il World Trade Center e il Pentagono sta consentendo a molte politiche governative di essere rese effettive senza nessuno scrutinio da parte dell'opinione pubblica. La più drastica di queste misure ad oggi è quella che consente alle istituzioni repressive all'interno del governo degli Stati Uniti di aumentare impunemente la repressione, in particolare il Servizio di Immigrazione e Naturalizzazione (Immigration and Naturalization Service - INS), gli uffici di polizia e il sistema carcerario. Nel giro di poche ore dagli attacchi dell'11 settembre, i prigionieri politici e i prigionieri di guerra del paese sono stati chirurgicamente allontanati dalla popolazione generale e rinchiusi in Unità di Sicurezza. Sono stati classificati sotto la voce Segregazione Amministrativa e detenuti in isolamento ufficialmente "per indagine". Che si sappia tra questi vi sono: Marilyn Buck, Tom Manning, Carlos Alberto Torres, Sundiata Acoli, Richard Williams, Father Philip Berrigan, Kojo Bomani Sababu, Haydee Beltran e Larry Giddings. Anche i musulmani sono tra gli obiettivi. Queste azioni sono il risultato di ordini originati al Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti poi passati alla Divisione Federale delle Prigioni. La motivazione fornita per questo rifiuto di accesso ai prigionieri, caso senza precedenti, è stata diversa a seconda dell'istituzione contattata e del singolo prigioniero politico indagato. Questo malgrado il fatto che gli ordini sono pervenuti da un'unica fonte. Ciascuna istituzione ha interpretato l'ordine in modo contraddittorio. Alcuni hanno detto che qualunque prigioniero che sulla sua fedina penale aveva riferimenti ad esplosivi era stato posto in isolamento, altri hanno risposto che era stato fatto - come nel caso di Padre Philip Berrigan - per proteggerli. Padre Philip Berrigan non è mai stato minacciato da un altro detenuto. Da chi deve essere allora protetto? Alcuni, come Marilyn Buck e Tom Manning, sono detenuti in isolamento per "indagine" malgrado sono entrambi detenuti da oltre 20 anni. I musulmani, in generale, sono stati posti in isolamento e in alcuni casi, come Lewisburg e Leavenworth, restano in isolamento. A Lewinsburg, PA, ad esempio, il prigioniero politico Larry Giddings è stato in isolamento per 21 giorni. è stato rilasciato solo giovedì 4 ottobre. Gli altri musulmani che sono stati posti in isolamento in quello stesso periodo restano in quelle condizioni. Che si sappia restano in isolamento i prigionieri politici Sundiata Acoli, Carlos Alberto Torres e Kojo Bomani Sabatu. Si sta cercando di conoscere lo status degli altri. Anche prima i prigionieri politici e i prigionieri in generale sono stati oggetto della misura di isolamento per motivi di sicurezza. Ma ora gli viene anche negata la possibilità di avere contatti telefonici o di persona con i propri legali. Finora il diritto di accesso alle corti non era mai stato violato. La mancata possibilità di contatto con i legali rende loro impossibile protestare per queste azioni e condizioni ingiuste in cui sono tenuti e rende impossibile altresì ai familiari, amici e sostenitori accertarsi delle loro condizioni. Pensiamo che il vero motivo dell'isolamento di questi prigionieri politici e di guerra è di estraniarli ulteriormente e di criminalizzarli. Il governo degli Stati Uniti continua a negare l'esistenza di prigionieri politici all'interno delle prigioni di questo paese. Hanno negato che ci sono lotte politiche legittime per la libertà, la liberazione e i diritti umani in atto all'interno dei confini degli Stati Uniti. Da tempo cercano di etichettare quelli coinvolti in tali lotte come "terroristi". Crediamo che quest'ultima mossa contro i prigionieri politici e di guerra è un altro passo nel definirli terroristi e giustificare così il loro comportamento verso queste persone - un altro passo verso la criminalizzazione del dissenso negli Stati Uniti. Questa potrebbe essere la motivazione logica per ciò che sta accadendo qui. Queste persone non rappresentano alcuna minaccia reale contro gli Stati Uniti, a meno che il potere dell'analisi ragionata non sia una minaccia. In un documento presentato alla 60esima Conferenza della International Federation of Library Associations (IFLA) tenutasi nell'agosto del 1994, Vibeke Lehman, Coordinatore dei Servizi Bibliotecari del Dipartimento delle Prigioni del Wisconsin scrisse: "Negli Stati Uniti ai prigionieri sia delle prigioni di stato che federali sono garantiti alcuni diritti costituzionali e civili. Essi includono il diritto a non subire punizioni crudeli e insolite, ad un giusto processo, alla libertà di parola, di religione, all'assistenza sanitaria, il diritto a non subire discriminazione razziale e ad avere accesso alle corti. Solo in particolari circostanze e per questioni di sicurezza possono essere imposte limitazioni a questi diritti". Il governo degli Stati Uniti ha negato a questi prigionieri questi diritti senza giusta motivazione e/o senza motivazione legittima. Le autorità carcerarie degli Stati Uniti e i politici usano di solito i momenti di crisi per privare i prigionieri dei pochi diritti che ancora hanno e per mettere in atto ulteriore repressione verso i dissidenti politici. Dopo la tragica perdita di vite umane ciò di cui siamo stati tutti testimoni è stata la parte migliore dell'umanità ma anche la peggiore. Il comportamento di coloro che tentano di usare questi momenti difficili per privare degli esseri umani dei loro diritti è un atto tanto criminale quanto i crimini scatenati dall'odio anti-arabo e anti-musulmano che abbiamo condannato a livello nazionale. Dobbiamo ritenere il Procuratore Generale John Ashcroft e la Divisione delle Prigioni direttamente responsabili degli abusi verso i diritti dei prigionieri. Chiediamo a tutti di scrivere agli indirizzi sotto elencati per far sapere loro che le loro azioni non sono passate inosservate e che chiediamo la fine dello stato di isolamento e un ripristino del diritto alla posta, alle visite e agli avvocati per la popolazione carceraria resa vittima dall'11 settembre. Attorney General John Ashcroft U.S. Department of Justice 950 Pennsylvania Ave, NW Washington, DC 20534 E-mail: AskDOJ@usdoi.gov FAX: (202) 514-5331 - Tel.: (202) 353-1555 Kathleen Hawk Sawyer Director, Federal Bureau of Prisons 320 First Street, NW Washington, DC 20534 FAX: (202) 514-6620 - Tel.: (202) 307-6300 The Jericho Movement P.O. box 650, New York, NY 10009 www.thejerichomovement.com [ ] Close |