Conferenza per i finanziamenti Nord-Africa Medio-Oriente
L’11 febbraio a Monaco si terrà per la prima volta la “Conferenza per i
finanziamenti nel Nord-Africa e il Medio Oriente”. I promotori sono la
Confindustria tedesca e l’Associazione Federale delle Banche Tedesche.
Questa conferenza viene collocata nel quadro della “Iniziativa
Nord-Africa/Medio Oriente” (NMI) lanciata dalla economia tedesca.
Co-organizzatori sono la Banca Mondiale e la Banca per Investimenti
Europea.
Fino a 250 rappresentanti del mondo politico e economico hanno annunciato
la loro presenza a questa riunione che si ritroverà sotto lo slogan “Più
sicurezza attraverso investimenti”. Essa sarà un appuntamento iniziale che
potrebbe dare il via a incontri, su questo tema, con ritmo biennale.
Verranno discusse questioni operative per il finanziamento, la tutela
delle esportazioni e dei progetti euromediterranei, oltre che per gli
investimenti all’estero in Nord-Africa e nel Medio-Oriente. Un ulteriore
obiettivo in agenda sarà rappresentato dalla definizione di strategie e
strumenti opportuni per attirare investitori dalla regione in Germania.
Dato che gli organizzatori sono dell’opinione che “il commercio e gli
investimenti nella regione sono ostacolati da problemi di sicurezza”,
questa conferenza è strettamente legata alla annuale “Münchner Konferenz
für Sicherheitspolitik” (SIKO), la cosiddetta “Conferenza di Sicurezza”
che per il 2005 ha individuato come uno dei punti centrali “le relazioni
reciproche tra lo sviluppo economico e la sicurezza”. Le strutture
promotrici delle iniziative contro la SIKO hanno ripetutamente
sottolineato che l’obiettivo di queste conferenze è l’allacciamento dello
sfruttamento delle risorse umane e naturali sulla scala planetaria con i
progetti militari, allo scopo di garantire un flusso indisturbato di
capitale e di reprimere ogni resistenza contro gli interessi delle nazioni
più potenti del mondo. Il contenuto di questa nuova conferenza e il suo
collegamento alla conferenza annuale dei guerrafondai al “Bayrischer Hof”
dimostra un altra volta - e per la prima volta anche ufficialmente - che
il capitalismo globale e la militarizzazione sono due lati della stessa
medaglia.
Collocare in primo piano dell’agenda politica gli interessi tedeschi fa
assumere una maggiore importanza politica a questa “Conferenza per gli
investimenti”. Tale scelta può rappresentare un progetto in concorrenza al
Processo di Barcellona che è stato avviato dall’Ue nel 1995 e prevede una
zona di libero scambio nel mediterraneo meridionale/orientale. Questo
progetto, però, procede molto lentamente e con lo sviluppo di un progetto
proprio, la Germania intende forzare la sua espansione economica
transcontinentale. Di fronte ad una sempre più grande penuria di risorse
naturali, gli stati nord-africani, ricchi di materie prime, entrano nelle
avidità del capitale tedesco. L’integrazione della Banca Mondiale e della
Banca per gli Investimenti Europea può essere individuato come una mossa
tattica e astuta per dare l’impressione che la conferenza sia collocata in
un contesto europeo/globale.
Il collegamento delle due conferenze da anche la possibilità di unire gli
interessi di espansione sia militare sia economica. Appunto per questo nel
2004 il ministro degli esteri tedesco ha già cercato di mettere all’ordine
del giorno della SIKO una “iniziativa transatlantica per il mediterraneo”.
Prima della riunificazione, le attività tedesche per l’espansione
economica in Nord-Africa e nel Medio-Oriente non prevedevano una stretta
relazione con l’iniziativa militare. Ispirata dalla riunificazione la
Germania ha lanciato un progetto di ristrutturazione della sua politica
militare e oggi insiste nel mettere in moto attività coordinate che
garantiscano la tutela militare delle risorse e promuovano progetti
economici-civili. Già oggi le truppe tedesche sono impiegate nel controllo
militare delle coste nord-africane. Con le loro motovedette, i loro
sistemi di monitoraggio, e l’equipaggio per i sistemi di comunicazione
fanno assumere alla Germania un ruolo essenziale nella “gestione dei
flussi migratori”. Assieme con i “campi di raccolta” lungo la costa
nord-africana, richiesti dal ministro degli interni tedesco Schily, questo
potrebbe essere un ulteriore passo verso la chiusura della “fortezza
europea”. |