SENZA CENSURA N.16

FEBBRAIO 2005

 

Conferenza per i finanziamenti Nord-Africa Medio-Oriente

L’11 febbraio a Monaco si terrà per la prima volta la “Conferenza per i finanziamenti nel Nord-Africa e il Medio Oriente”. I promotori sono la Confindustria tedesca e l’Associazione Federale delle Banche Tedesche. Questa conferenza viene collocata nel quadro della “Iniziativa Nord-Africa/Medio Oriente” (NMI) lanciata dalla economia tedesca. Co-organizzatori sono la Banca Mondiale e la Banca per Investimenti Europea.
Fino a 250 rappresentanti del mondo politico e economico hanno annunciato la loro presenza a questa riunione che si ritroverà sotto lo slogan “Più sicurezza attraverso investimenti”. Essa sarà un appuntamento iniziale che potrebbe dare il via a incontri, su questo tema, con ritmo biennale. Verranno discusse questioni operative per il finanziamento, la tutela delle esportazioni e dei progetti euromediterranei, oltre che per gli investimenti all’estero in Nord-Africa e nel Medio-Oriente. Un ulteriore obiettivo in agenda sarà rappresentato dalla definizione di strategie e strumenti opportuni per attirare investitori dalla regione in Germania.
Dato che gli organizzatori sono dell’opinione che “il commercio e gli investimenti nella regione sono ostacolati da problemi di sicurezza”, questa conferenza è strettamente legata alla annuale “Münchner Konferenz für Sicherheitspolitik” (SIKO), la cosiddetta “Conferenza di Sicurezza” che per il 2005 ha individuato come uno dei punti centrali “le relazioni reciproche tra lo sviluppo economico e la sicurezza”. Le strutture promotrici delle iniziative contro la SIKO hanno ripetutamente sottolineato che l’obiettivo di queste conferenze è l’allacciamento dello sfruttamento delle risorse umane e naturali sulla scala planetaria con i progetti militari, allo scopo di garantire un flusso indisturbato di capitale e di reprimere ogni resistenza contro gli interessi delle nazioni più potenti del mondo. Il contenuto di questa nuova conferenza e il suo collegamento alla conferenza annuale dei guerrafondai al “Bayrischer Hof” dimostra un altra volta - e per la prima volta anche ufficialmente - che il capitalismo globale e la militarizzazione sono due lati della stessa medaglia.
Collocare in primo piano dell’agenda politica gli interessi tedeschi fa assumere una maggiore importanza politica a questa “Conferenza per gli investimenti”. Tale scelta può rappresentare un progetto in concorrenza al Processo di Barcellona che è stato avviato dall’Ue nel 1995 e prevede una zona di libero scambio nel mediterraneo meridionale/orientale. Questo progetto, però, procede molto lentamente e con lo sviluppo di un progetto proprio, la Germania intende forzare la sua espansione economica transcontinentale. Di fronte ad una sempre più grande penuria di risorse naturali, gli stati nord-africani, ricchi di materie prime, entrano nelle avidità del capitale tedesco. L’integrazione della Banca Mondiale e della Banca per gli Investimenti Europea può essere individuato come una mossa tattica e astuta per dare l’impressione che la conferenza sia collocata in un contesto europeo/globale.
Il collegamento delle due conferenze da anche la possibilità di unire gli interessi di espansione sia militare sia economica. Appunto per questo nel 2004 il ministro degli esteri tedesco ha già cercato di mettere all’ordine del giorno della SIKO una “iniziativa transatlantica per il mediterraneo”. Prima della riunificazione, le attività tedesche per l’espansione economica in Nord-Africa e nel Medio-Oriente non prevedevano una stretta relazione con l’iniziativa militare. Ispirata dalla riunificazione la Germania ha lanciato un progetto di ristrutturazione della sua politica militare e oggi insiste nel mettere in moto attività coordinate che garantiscano la tutela militare delle risorse e promuovano progetti economici-civili. Già oggi le truppe tedesche sono impiegate nel controllo militare delle coste nord-africane. Con le loro motovedette, i loro sistemi di monitoraggio, e l’equipaggio per i sistemi di comunicazione fanno assumere alla Germania un ruolo essenziale nella “gestione dei flussi migratori”. Assieme con i “campi di raccolta” lungo la costa nord-africana, richiesti dal ministro degli interni tedesco Schily, questo potrebbe essere un ulteriore passo verso la chiusura della “fortezza europea”.



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